O Consolata, nostra Madre tenerissima,
noi tuoi figli e figlie, ci rivolgiamo a Te: consola l'umanità intera
afflitta da questa pandemia di coronavirus,
volgi il tuo sguardo sui sofferenti, guarisci gli ammalati,
sostieni chi opera per la salute di tutti.
Avvolgi nel tuo amore materno i defunti e conforta i loro familiari.
Illumina le autorità pubbliche perché compiano, in ogni situazione,
le scelte più giuste per il bene comune.
Tu, che sei la nostra Consolata, custodiscici nel tuo amore
e accompagna i nostri passi per le vie del mondo
dove la missione ci chiede di essere consolazione per l'umanità.
O VERGINE CONSOLATA, intercedi per noi presso tuo figlio Gesù.
Amen
(Le Direzioni Generali dei Missionari e delle Missionarie della Consolata
Il Beato Giuseppe Allamano nella Consolata trova consolazione e forza per andare avanti e incoraggia i missionari a fidarsi di lei.
“Egli è un santo che consola e porta la Consolata in saccoccia”, diceva un santo sacerdote suo contemporaneo.
Tutta la vita dell’Allamano è pervasa da Maria, la Consolata, intrisa della sua presenza. E la sua ‘carissima Madre”, colei che “dovrebbe essere tutto per un cristiano “. I due Istituti missionari da lui fondati sono un frutto dei suoi rapporti con la Consolata.
Oppresso dalla tribolazione,
gemendo e piangendo sotto il peso delle mie miserie,
a Voi ricorro, o Beatissima Vergine Maria.
Voi siete in Cielo la Regina degli Angeli e dei Santi,
ma qui in terra Voi volete essere la Madre delle consolazioni.
Voi siete la Consolata; ed io Vostro figlio benché indegno
voglio essere simile a Voi, voglio essere consolato.
Io non Vi chiedo onori, o Maria,
non piaceri, non ricchezze: io Vi chiedo consolazione.
O Madre mia dolcissima, Voi sapete il modo,
Voi conoscete la via per esaudirmi;
a Voi pienamente mi affido.
Dite una parola a quel Gesù
che con tanto amore tenete fra le Vostre braccia:
ed io gusterò la gioia del conforto.
Da Voi consolato, o Maria, e dal Vostro Divin figlio,
io porterò in pace le stesse mie tribolazioni;
mi sarà facile il soffrire, mi sarà dolce il morire;
e come sarò giunto ai piedi del Vostro trono,
io canterò senza posa in eterno le Vostre misericordie.
(Tre Pater, Ave e Gloria).
Vergine Consolata, Madre nostra,
accompagnaci nel cammino della vita
e per la tua premurosa intercessione
ottienici le grazie che ti domandiamo.
Amen.
La grande devozione che lega la città di Torino al Santuario della Consolata ha origine da un quadro raffigurante la Madonna, di cui se ne conserva tuttora una copia postuma all’interno dell’attuale cripta del santuario.
La storia narra che l’icona, durante i vari rimaneggiamenti della chiesa andò perduta. Un cieco, il cui nome corrisponderebbe a Giovanni Ravacchio, proveniente da Briançon, giunse a Torino in pellegrinaggio sostenendo di aver ricevuto in sogno dalla Madonna precise indicazioni riguardo al recupero di quest’immagine sacra.
Quando, dopo alcune insistenze presso le autorità vescovili, fu ritrovata, pare che l’uomo recuperasse la vista: era il 20 giugno 1104.
A seguito di questo evento miracoloso, la chiesa di Sant’Andrea venne restaurata, elevata al grado di basilica e l’icona collocata solennemente al suo interno. L’episodio non è suffragato da documenti ufficiali, tuttavia, esiste una lapide all’interno della chiesa, datata 1595, che pare confermare l’accaduto, in quanto riprodurrebbe il testo di una pergamena ufficiale del 1104.
“Il vero amore alla Madonna non consiste nel sentimento, ma nella volontà pronta
a praticare ciò che appartiene al servizio di Dio e all’onore della SS. Vergine.
Noi siamo figli e figlie prediletti/e della Madonna e un giorno dovremo essere
come altrettanti brillanti della sua corona. Ma i brillanti bisogna che siano purificati;
così noi dobbiamo purificarci e quindi lasciarci lavorare
come si lavorano le pietre preziose.”
Beato Giuseppe Allamano
Nello spirito di comunione e di collaborazione che caratterizza i nostri due Istituti riuniti in nome di Maria Consolata e la guida amorosa del nostro caro padre Fondatore, il Beato Giuseppe Allamano, come Direzioni Generali, vogliamo offrire quest’anno, una comune preghiera per la novena di preparazione per la festa della Consolata. Questa preghiera è frutto del nostro incontro come Direzioni Generali e stimolata dalla pandemia del coronavirus, una situazione particolare che in tutto il mondo stiamo vivendo.
L’Allamano ci ha trasmesso pagine stupende di affetto sincero alla Consolata, di fiducia autentica in Lei come vera consolatrice e protettrice. Anche noi in questi giorni di smarrimento, di paura e di grande fragilità vogliamo, tutti insieme, rivolgerci a Lei affinché si prenda cura di ognuno di noi.
La nostra preoccupazione è per le nostre comunità, per il nostro avvenire, e si allarga tutti i popoli.
Pregare per cercare, quali che siano le nostre forze, il nostro numero, la nostra età, d’essere all’altezza della sfida che la realtà attuale ci propone per creare legami di comunione e di fraternità che rinnovino e rendano la vita possibile e lieta.
Pregare per essere dono e offerta che alimenta la nostra sollecitudine con tutti quelli e quelle che a causa della povertà, della violenza, dell’isolamento, del dolore di questi giorni sono nel pianto e nella disperazione.
Pregare per farci intercessori per tutte le sofferenze e i dolori dell’umanità in questa Casa Comune presentando al Signore, attraverso Maria Consolata, le nostre comunità, le nostre famiglie, i nostri benefattori e i nostri popoli affinché come Lei impariamo a prenderci cura gli uni degli altri.
O Consolata, nostra Madre tenerissima,
noi tuoi figli e figlie, ci rivolgiamo a Te: consola l'umanità intera
afflitta da questa pandemia di coronavirus,
volgi il tuo sguardo sui sofferenti, guarisci gli ammalati,
sostieni chi opera per la salute di tutti.
Avvolgi nel tuo amore materno i defunti e conforta i loro familiari.
Illumina le autorità pubbliche perché compiano, in ogni situazione,
le scelte più giuste per il bene comune.
Tu, che sei la nostra Consolata, custodiscici nel tuo amore
e accompagna i nostri passi per le vie del mondo
dove la missione ci chiede di essere consolazione per l'umanità.
O VERGINE CONSOLATA, intercedi per noi presso tuo figlio Gesù.
Amen
Buona e santa festa della Consolata per tutte e tutti!
A tutti e ad ognuno: coraggio e avanti in DOMINO!
Stefano Camerlengo Suor Simona Brambilla
Superiore generale IMC Superiora generale MC
Roma-Nepi, 06 giugno 2020
ITALIANO ENGLISH PORTUGUÊS ESPAÑOL FRANÇAIS
Ieri, Solennità di Pentecoste, per la prima volta dopo l’inizio della pandemia, Papa Francesco ha recitato il Regina Coeli dalla finestra del Palazzo Apostolico. Poco prima aveva celebrato l’Eucaristia sull’Altare della Cattedra nella Basilica di S. Pietro. Nell’omelia proposta durante la celebrazione il Santo Padre ha sottolineato tre aspetti importanti riguardanti a questa festività che conclude il Tempo Pasquale: unità, annuncio e dono. Questa solennità ha un carattere profondamente missionario. La prima comunità cristiana si scopre unita dal dono dello Spirito Santo e piena di coraggio nell’annuncio, “la prima opera della Chiesa”, come lo chiama il Papa. OMELIA
Ancora ieri, fu fatto pubblicare sul Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede il Messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale da celebrare il 18 ottobre 2020, dal titolo “Eccomi, manda me” (Is 6,8). MESSAGGIO
Sia l’omelia di Papa Francesco, che il Messaggio, costituiscono due opportunità perché i ‘missionari per vocazione speciale’ riflettano sulla missione a cui il Signore li ha chiamati. Inoltre, nel Messaggio, Papa Francesco ricorda che la domanda di Dio “chi manderò?” è sempre attuale e che “questa chiamata proviene dal cuore di Dio, dalla sua misericordia che interpella sia la Chiesa sia l’umanità nell’attuale crisi mondiale.”
As many people know, Consolata Missionaries started their evangelization in South Africa on the 10th of March 1971 when Fr. Jack Viscardi and Fr. John Bertè arrived in the country. Their first mission was Piet Retief in the Prefecture of Volkrust, which later became the Diocese of Dundee on 19th November 1982. For several years, the missionaries were in different missions and parishes of Dundee diocese consolidating the local church. It was only in June 1995 when they went to Pretoria where we remember Fr. Jack Viscardi and Fr. Alex Lipingu who were the first to arrive in Waverley and Mamelodi West. (from the Message of Fr. Rocco Marra, Superior of South Africa-eSwatini Delegation)