Papa Francesco ha nominato mons. Romanus Elamu Mihali, del clero della diocesi di Mafinga, come nuovo vescovo della diocesi di Iringa in Tanzania. Succederà a mons. Tarcisius Ngalalekumtwa, che si è ritirato dalla cura pastorale della stessa diocesi all'età di 76 anni.

La nomina di mons. Romanus Mihali, che è stato vicario episcopale per il clero nella diocesi di Mafinga e parroco della parrocchia della Vergine Maria dell'Assunzione a Ujewa, è stata resa nota dalla Sala Stampa della Santa Sede il 28 gennaio e confermata dalla Conferenza episcopale della Tanzania (TEC). “Preghiamo per la salute fisica e spirituale del vescovo eletto all'inizio del suo nuovo ministero”, hanno affermato i membri della Conferenza episcopale nella loro lettera.

Durante una recente visita a Roma, dove è stato ospitato nella Casa Generalizia dei Missionari della Consolata, mons. Romanus ha rilasciato un'intervista all'Ufficio Comunicazione, in cui parla della sua gioia nel servire la Chiesa come vescovo, specialmente in questo Anno del Giubileo della Speranza, e lascia un messaggio ai giovani di tutto il mondo.

I Missionari della Consolata sono presenti nel territorio di Iringa dal 1922, quando fu istituita come Prefettura Apostolica, creata dal Vicariato Apostolico di Dar es Salaam.

L'elezione di padre Francesco Cagliero, IMC, (1875-1935) a primo Prefetto Apostolico avvenne il 10 maggio 1922. La Prefettura Apostolica di Iringa è stata eretta in Prefettura Apostolica l'8 gennaio 1948 e creata Diocesi il 25 marzo 1953. Tra il 1932 e il 1968 alcune parti del territorio della Prefettura passarono ai Cappuccini, ai Passionisti e alla nuova diocesi di Njombe, creata il 16 febbraio 1968.

Dal 1973, l'Istituto Missioni Consolata in Tanzania ha la sua sede regionale a Iringa, dove i missionari amministrano anche la parrocchia di Nostra Signora Consolata (dal 1938).

Mons. Romanus Elamu Mihali

Nato il 10 giugno 1969 a Itulituli, Mufindi, Mons. Mihali è stato ordinato sacerdote il 13 luglio 2000 per la diocesi di Iringa, dopo aver completato gli studi di Filosofia e Teologia presso il Seminario Maggiore Peramiho di Songea.

Come sacerdote, ha servito in varie funzioni, tra cui quella di vicario della Parrocchia di San Paolo Apostolo, Ilula, Iringa, e di Insegnante e Formatore nel Seminario Minore di San Kizito nella diocesi di Mafinga.

Ha studiato presso l'Università del Kerala, India, dove ha conseguito un Master in Scienze Zoologiche, un Bachelor in Scienze Naturali e un Bachelor in Educazione, ha anche servito come vicario della parrocchia Virgin Mary of Fatima, Usokami, della diocesi di Iringa.

Sarà consacrato Vescovo, il 27 aprile 2025 nella Cattedrale di Iringa, sesto Ordinario della diocesi di Iringa, che ha una superficie di 32.202 chilometri quadrati e una popolazione totale di 2.155.435 abitanti, di cui 530.094 cattolici, pari al 24,6%, secondo le statistiche del 2024.

* Padre Jaime C. Patias, IMC, Ufficio comunicazioni.

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Ottenere orientamenti per rafforzare la missione pastorale della Chiesa in Colombia. Per questo scopo sono stati a Roma, dal 18 al 24 febbraio, i vescovi mons. Francisco Múnera Correa, mons. Gabriel Ángel Villa Vahos e mons. Germán Medina Acosta, rispettivamente Presidente, Vicepresidente e Segretario della Conferenza Episcopale della Colombia (CEC).

Nel Vaticano i vescovi hanno tenuto incontri in vari dicasteri e organismi della Curia romana. Era prevista anche un'udienza con Papa Francesco, ma questo non è stato possibile a causa delle condizioni di salute del Santo Padre, ricoverato al Policlinico Gemelli dal 12 febbraio.

“La Chiesa che cammina in Colombia è una Chiesa sinodale, missionaria e misericordiosa”, ha dichiarato mons. Francisco Múnera, IMC, in una intervista rilasciata all’Ufficio per la Comunicazione che pubblichiamo di seguito nel video della seria "Giubileo nel Mondo".

Nel suo messaggio il missionario della Consolata e arcivescovo di Cartagena ha affermato: “Vogliamo essere una Chiesa che porta e semina speranza, che non si lascia scoraggiare dalle voci pessimistiche che ci portano allo scoraggiamento. Vogliamo essere una Chiesa che genera segni concreti di misericordia, soprattutto per le persone in situazioni di povertà e di bisogno, come dice Papa Francesco in questo anno Giubilare. Vogliamo essere una Chiesa missionaria, una Chiesa in uscita come ci ha proposto il Congresso Missionario centenario che abbiamo realizzato nell’anno 2024”.

Vedi anche il messaggio di mons. Germán Medina Acosta, vescovo di Engativá

Pellegrini di Speranza

In quest’Anno Santo - prosegue Mons. Francisco Múnera - in Colombia “camminiamo come pellegrini di speranza, come uomini e donne che si mettono in viaggio, che escono da sé stessi per percorrere con il cuore, la mente e i piedi le strade del mondo, le frontiere lontane. Disposti a uscire per incontrare gli altri e creare spazi di riconciliazione, per guarire vite e rafforzare relazioni. Siamo pellegrini di speranza che portano la bontà e la misericordia di Dio a tutti coloro che ne hanno più bisogno, come ci ricorda il Papa: malati, anziani, migranti, giovani e coloro che hanno bisogno di una parola di incoraggiamento e di speranza”, dice.

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Il vescovo ha ricordato che il Giubileo è anche “un'opportunità per ricevere l'indulgenza plenaria e il perdono dei peccati grazie alla misericordia di Dio e per stabilire nuove relazioni con i fratelli e le sorelle, e con tutto il creato”. Essere uomini e donne riconciliati per portare speranza.

Un messaggio alla Famiglia Consolata

Ancora una volta, “ringraziamo Dio per questo immenso dono della canonizzazione del nostro santo Fondatore. È un dono che la Chiesa ci ha fatto ed allo stesso tempo un impegno per tutti noi a seguire le orme che il nostro Padre ci ha lasciato: camminare verso la santità e servire la Chiesa in tutta la sua dimensione missionaria.

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I vescovi colombiani con il padre James Lengarin, IMC, Superiore Generale a Roma

Essere uomini e donne che annunciano il Vangelo a tutti i popoli e a tutte le culture, abbattendo tutte le barriere e tutti i blocchi culturali e nazionalistici, tutti i pregiudizi, con il desiderio di costruire la fraternità universale a cui Papa Francesco ci invita nella Fratelli Tutti, abbracciando anche il Creato, la nostra casa comune. Portare il Vangelo e la missione ad gentes sotto il segno della consolazione. ‘Annunciare la gloria di Dio a tutte le nazioni e a tutti i popoli’, come ci invita Maria nel meraviglioso testo che San Giuseppe Allamano ci regala dal profeta Isaia.

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Mettiamoci in cammino per servire nella missione ad gentes, da qualsiasi parte ci troviamo, abbiamo un cuore universale e missionario. Sentiamo questa grande passione che San Giuseppe Allamano ci dona dal Santuario della Consolata: amore eucaristico, amore per Maria e passione per la missione”, conclude il vescovo di Cartagena.

* Padre Jaime C. Patias, IMC, Ufficio per la Comunicazione.

Mons. Gabriel Ángel Villa Vahos, arcivescovo di Tunja, fa una sintesi della visita

Il missionario della Consolata, Padre Jackson Murugara, nominato da Papa Francesco vescovo coadiutore della Diocesi di Meru (Kenya), lo scorso 16 gennaio 2025, sarà consacrato vescovo il 19 marzo 2025 nello Stadium Kinoru della città di Meru alle 10:00 ora locale. Le celebrazioni continueranno poi con la Messa di ringraziamento, domenica 23 marzo, presso la Cattedrale San Giuseppe di Meru.

In questa intervista, in inglese, rilasciata a Capuchin TV in Kenya, che trasmetterà in diretta la Messa di ordinazione, il Rev. Padre Jackson Murugara, si presenta e parla della sua futura missione.

Leggi anche: Padre Jackson Murugara, IMC, nominato vescovo Coadiutore di Meru

* Ufficio Generale per la Comunicazione

Papa Francesco ha ricevuto in udienza nella Sala Clementina, il 27 gennaio, circa 250 tra vescovi presidenti delle Commissioni Episcopali della comunicazione e direttori degli Uffici comunicazione delle Conferenze Episcopali e delle congregazioni religiose.

Nell'ambito del Giubileo della Comunicazione, il Santo Padre ha invitato i presenti a Roma per partecipare, dal 27 al 29 gennaio, al Convegno internazionale di formazione e condivisione per i comunicatori istituzionali cattolici, a una riflessione “sul modo concreto” in cui si comunica, sulla maniera in cui si semina “speranza in mezzo a tanta disperazione”, su come viene curato “il virus della divisione” e se la Chiesa viene comunicata solo secondo “le regole del marketing aziendale”.

Nel suo discorso, Francesco, pure, ha rivolto una serie di interrogativi: “Sappiamo testimoniare che la storia umana non è finita in un vicolo cieco? E come indichiamo una diversa prospettiva verso un futuro che non è già scritto? A me piace questa espressione scrivere il futuro. Tocca a noi scrivere il futuro”.

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Papa Francesco: “a me preoccupa, più dell’intelligenza artificiale, quella naturale”. Foto: Jaime C. Patias

L'invito a fare un lavoro “sinfonico” che coinvolga "tutti" e con ogni linguaggio: comunicare "non è ripetere frasi fatte o slogan" ma un "atto di amore"

Un incoraggiamento a comunicare “coinvolgendo tutti”, a “scrivere il futuro” “insieme” perché “solo insieme” è possibile trasmettere “la bellezza che abbiamo incontrato”, e “in rete” per salvarsi “dal mare della disperazione e della disinformazione”.

Ancora, l’auspicio che la comunicazione cattolica non sia solo per i cattolici, “un recinto dove rinchiudersi, una setta per parlare fra noi” bensì “luogo accogliente di relazioni vere” e “lo spazio aperto di una testimonianza che sa ascoltare e intercettare i segni del Regno”.

“La nostra rete è la voce di una Chiesa che solo uscendo da sé stessa ritrova sé stessa e le ragioni della propria speranza”.

“A me preoccupa, più dell’intelligenza artificiale, quella naturale”

“Pensiamo, allora, a quanto potremmo fare insieme, grazie ai nuovi strumenti dell’era digitale, grazie anche all’intelligenza artificiale, se anziché trasformare la tecnologia in un idolo, ci impegnassimo di più a fare rete. Vi confesso una cosa: a me preoccupa, più dell’intelligenza artificiale, quella naturale, quell’intelligenza che noi dobbiamo sviluppare”.

Leggi qui il testo integrale del Documento finale del Sinodo

* Padre Jaime C. Patias, IMC, Ufficio Generale per la Comunicazione.

Il Santo Padre ha nominato oggi, 16 gennaio, Vescovo Coadiutore di Meru (Kenya) il Rev.do padre Jackson Murugara, Missionario della Consolata, finora parroco e Rettore del Consolata Shrine, nell’Arcidiocesi di Nairobi.

Mons. Jackson Murugara è nato il 7 aprile 1970 a Kamanyaki, Contea di Tharaka Nithi, nella Diocesi di Meru. Dopo essere entrato nell’Istituto dei Missionari della Consolata, ha completato gli studi di Filosofia presso il Consolata Institute of Philosophy di Nairobi e di Teologia presso il Missionary Institute di Londra. Ha emesso la Professione Perpetua il 18 novembre 2000 ed è stato ordinato sacerdote il 15 agosto 2001, nella Diocesi di Meru.

Ha ricoperto i seguenti incarichi e svolto ulteriori studi: Collaboratore parrocchiale di Kagaene e Mujwa, nella Diocesi di Meru (2001-2002); Vicario parrocchiale della Chiga, nell’Arcidiocesi di Kisumu (2002-2003); Formatore dei postulanti presso il Consolata Seminary di Nairobi (2003-2009); Licenza in Teologia Spirituale presso il Pontificio Istituto di Spiritualità «Teresianum» di Roma (2011); Direttore dei Centri pastorali Bethany House e Charity Home, nella Diocesi di Muranga (2011-2018).

Dal 2018 è Parroco e Rettore del Consolata Shrine, nell’Arcidiocesi di Nairobi.

Il Superiore dei Missionari della Consolata nella Regione Kenya, padre Zachariah Kariuki, ha espresso il seguente augurio al nuovo vescovo: “Congratulazioni Padre e il Buon Dio, che ti ha ritenuto degno di coadiuvare la Chiesa della diocesi di Meru, per intercessione di nostra Madre Consolata, di San Giuseppe Allamano e delle Beate Irene Stefani e Leonella Sgorbati, ti conceda le grazie necessarie nel tuo nuovo apostolato”.

Fonte: Bollettino Sala Stampa della Santa Sede

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