I Laici Missionari della Consolata (LMC) del Portogallo si sono radunati questa domenica, 21 luglio, per celebrare il loro 25° anniversario di vita e missione. La celebrazione ha avuto luogo durante l'incontro nazionale che si è svolto questo fine settimana (20 e 21 luglio) presso la sede dei Missionari della Consolata a Lisbona (Olivais).

All'evento hanno partecipato circa 25 persone provenienti dal Nord, dalla regione di Lisbona e anche dall'Irlanda dove è emigrata una coppia di LMC.

Un po' di storia

Il primo gruppo di Missionari Laici della Consolata è sorto nel 1999, frutto di un cammino di riflessione e formazione con l’accompagnamento dei Missionari della Consolata di Cacém, in particolare del padre Paulino Ferreira.

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Il desiderio di vivere la missione ad gentes in prima persona, di stare con i più poveri, di “essere presenti” e di essere presenza di consolazione, ha portato la prima coppia di laici, Ricardo ed Elizabeth, a partire per la missione nel 2000, più precisamente per Mapinhane in Mozambico dove hanno lavorato nella pastorale e nell'educazione presso la Scuola Padre Gerardo Gumiero fondata nel 1996 dai Missionari della Consolata e dalle Sorelle Missionarie Agostiniane.

Ma la comunità dei Missionari Laici della Consolata è nazionale. I frutti non sono nati solo a Cacém, ma anche ad Águas Santas (nel nord), dove ha lavorato padre José Matias, e molti altri missionari della Consolata che sono passati e hanno dato la loro testimonianza alla missione. È stato anche il desiderio di consolare che ha spinto la seconda coppia di laici, Teresa Silva e Paulo Rocha, a partire per la missione nel 2002, più precisamente in Tanzania, dove hanno lavorato nella pastorale e in un orfanotrofio, per poi tornare in Portogallo nel 2005.

La missione è condivisione, è testimonianza, è voglia di essere presenti. Non può essere altrimenti. Come diceva il Beato Allamano: “Dio mi chiama oggi... non so se mi chiamerà domani”. Quindi, con questo spirito, nel 2004, un'altra coppia di laici della nostra comunità di Cacém - Tina e Filipe - è partita per il Mozambico per continuare la presenza dei laici in missione. La comunità rimane viva, cercando di vivere il carisma dell'Allamano nella sua vita quotidiana, rispondendo alla chiamata. Nuovi membri si aggiungono per vivere questa scelta di vita - la missione in forma laicale - e la comunità cresce.

La missione va e viene e si rinnova. Mentre alcuni sono tornati, altri sono partiti e, nel 2008, un'altra coppia è partita per il Mozambico, Rui e Diana, per lavorare nel Centro Catechetico di Guiúa, luogo dei catechisti martirizzati nella diocesi di Inhambane. Lì si sono dedicati ai giovani e ai bambini nella pastorale, nella salute e nell'educazione. In seguito, è partita anche Carina.

Ma la missione è anche qui in Portogallo, dove la famiglia LMC sta crescendo con più vocazioni, frutto di questa animazione missionaria tra i giovani e i volontari. E il lavoro continua. L'invio di volontari, l'animazione missionaria, i progetti educativi come “Estuda Lá” e i progetti di promozione umana come il programma di cucito di “ArteGentes” sono tutte forme di missione dei LMC in Portogallo.

“Non basta iniziare bene un lavoro, bisogna perseverare per raccogliere i frutti”.

E i Laici Missionari della Consolata sono un buon frutto, perché la loro testimonianza ci mostra che la missione è lì dove Dio vuole che sia.

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Ovunque ogni membro dei LMC si trovi, fuori o dentro, nell'Associazione Ad Gentes, nel Quartiere di Zambujal, periferia di Lisbona, nella parrocchia di São Marcos, a Lourel o a Linhó, nelle comunità... l'importante è volere essere e vivere la Consolazione come fonte di vita.

Come diceva l'Allamano ai suoi missionari: “Il nostro Istituto appartiene a Dio fin dall'inizio; appartiene a Lui, come un campo appartiene al suo proprietario. La Madonna lo ha fondato e gli inizi vengono da Dio”.

Ci sono molti motivi per essere grati per il 25° anniversario di vita missionaria dei LMC. Congratulazioni.

* Laici Missionari della Consolata del Portogallo. Originalmente pubblicado in: www.facebook.com/consolatapt

Prima di tutto vogliamo essere grati a Dio, alla Chiesa e ai Missionari della Consolata; la gratitudine è la nostra prima parola a Dio e alla Chiesa per aver suscitato e sostenuto la Famiglia Missionaria della Consolata, poiché, grazie alla presenza di padri e sorelle, è stato possibile questo processo semplice ma profondo dei Missionari Laici.

Grazie anche per la vostra permanenza in Venezuela, quando molti hanno deciso di prendere altre strade la Famiglia della Consolata ha scelto invece di rimanere nel Paese, al servizio di settori più vulnerabili. Il Signore e la storia lo riconosceranno.

Storia di un cammino

I Missionari Laici della Consolata hanno le loro origini nel lavoro di Animazione Missionaria, che entrambi gli istituti hanno intrapreso negli anni '80, attraverso l'animazione dei movimenti giovanili nelle parrocchie, nelle scuole e nel servizio di accompagnamento all'interno delle Opere Missionarie Pontificie, da cui sono nati il servizio giovani e la staffetta missionaria. La maggior parte di noi proviene da questo processo e ha conosciuto così la missione e la Consolata nel suo carisma missionario ad gentes.

Nel 1987, nel loro VIII Capitolo Generale, questi hanno aperto ai laici la possibilità di condividere la missione nei territori loro affidati, e allo stesso tempo le Suore della Consolata hanno aperto la strada per condividere la loro spiritualità. Per i laici venezuelani era giunto il momento di fare una sintesi di entrambe le visioni e così è nata la Comunità dei Missionari Laici della Consolata del Venezuela.

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Gruppo di LMC durante la visita canonica con il padre James Lengarin a Caracas nel dicembre 2022

Al servizio della missione ad gentes

Storicamente le nostre comunità hanno voluto rispondere alla chiamata di annunciare il Vangelo nei luoghi dove questo annuncio è necessario. Così abbiamo avuto la grazia di servire in diverse destinazioni missionarie. Ci sono state esperienza nella Repubblica Democratica del Congo, in poi anche in Mozambico, Messico, Ecuador, oltre a territori dello stesso Venezuela come a Barquisimeto e Caracas e nell’Amazzonia (Tencua, Puerto Ayacucho, Alto Orinoco, Tucupita e Nabasanuka).

La nostra disposizione rimane aperta nella misura in cui le nostre comunità possono rinnovarsi con nuovi membri, e per questo è fondamentale dare nuovamente risalto alla pastorale giovanile e ad altre attività pastorali di carattere missionario e che mettono in evidenza il carisma.

In questo momento possiamo dire che stiamo facendo piccoli passi per stabilire una struttura di base e un rinnovamento che ci guiderà attraverso un progetto formativo e pastorale aggiornato con una attenzione tanto verso coloro che hanno espresso il loro impegno di diventare una famiglia di 17 Missionari Laici della Consolata, come verso coloro che sono in un cammino di animazione, accompagnamento e formazione.

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 "Sogniamo di promuovere la nostra vocazione laicale in tutte le presenze missionarie della Consolata in Venezuela"

Il lavoro ecclesiale è ampliato e unificato dalle tante persone, giovani e amici della Consolata che vivono nelle diverse missioni IMC, e che sono una fonte di grazia per lo sviluppo e l'arricchimento della famiglia della Consolata.

Cooperare con l'Animazione Missionaria

Fin dall'inizio, la nostra comunità è stata motivata a collaborare con le presenze IMC e con altre istanze come:

  1. Animazione missionaria a Caracas e Barquisimeto. Nelle scuole e nelle parrocchie.
  2. Nei media con il programma Ondas misioneras (Onde missionarie).
  3. Nelle Scuole del Perdono e della Riconciliazione (ESPERE).
  4. In collaborazione con gli amici della Consolata.

Altri impegni

A livello personale e professionale siamo impegnati individualmente in vari ambiti ecclesiali in cui cerchiamo di essere presenti con il nostro carisma della Consolata come nell’Associazione Venezuelana di Educazione Cattolica (AVEC); nella Associazione per la Promozione dell'Educazione Popolare (APEP); e nella Rete Ecclesiale Panamazzonica (REPAM).

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 La participazione dei LMC alla IX Conferenza: Fátima Contreras, Roger Quiñones e Damari Mujica. Fonto: Beni Kapala

Sogni dei laici per il futuro

L'opportunità di partecipare alla IX Conferenza della Delegazione dei Missionari della Consolata in Venezuela (Barquisimeto, dal 8 al 12 luglio) è stata una occasione per sognare il futuro che è nelle mani di Dio e nel cuore di tutti. Sogniamo di poterci incontrare a livello nazionale per rinnovare e progettare il nostro cammino di famiglia laica in Venezuela.

Sogniamo di promuovere la nostra vocazione laicale in tutte le presenze missionarie della Consolata in Venezuela per rafforzare la nostra Chiesa, la famiglia della Consolata e il carisma.

Sogniamo di continuare a camminare insieme, LMC e Missionari della Consolata, con maggiore apertura, accoglienza e fraternità. Comprendiamo e valorizziamo il lavoro che possiamo realizzare in una missione, sappiamo di poter contribuire arricchendoci reciprocamente nella vita quotidiana, nella vita comunitaria, nella spiritualità e nella formazione.

Sogniamo anche un rinnovamento degli impegni missionari ad gentes.

* Laici Missionari della Consolata in Venezuela.

Il Beato Giuseppe Allamano ha sempre promosso un cammino di santità missionaria per i suoi figli e figlie, i missionari e le missionarie della Consolata.

La santità, secondo il Padre Allamano, è premessa necessaria per ogni attività apostolica. Egli insegnava che l'essere precede l’operare. «Prima dobbiamo santificare noi… e fatti santi in poco tempo potremo compiere la nostra missione fra le genti e con gran frutto». Santifichiamo prima noi stessi e poi gli altri. Quanto più uno sarà santo, tante più anime salverà.

Giuseppe Allamano sottolineava che il primo scopo del nostro Istituto è la nostra santificazione, e poi le missioni. «Prima di tutto la nostra santificazione e poi le missioni: la prima cosa che dobbiamo fare è questa, se non facciamo questo, niente. Se non siamo santi, non saremo buoni né per noi, né per gli altri. Nemo dat quod non habet (Non si può dare se non si ha)». Il nostro Fondatore ci ricorda: «Se non si è santi… eh… non si fa niente! Qui non ardet non incendit (Colui che non arde non può incendiare). Si fa ridere il demonio».

Unisciti a noi il 20 ottobre 2024 per celebrare la canonizzazione di Giuseppe Allamano, colui che ci ha donato il nostro carisma missionario e ci ha insegnato che la santità è la chiave per una missione fruttuosa. La sua vita e i suoi insegnamenti continuano a guidarci nel nostro impegno missionario: santificare prima noi stessi e poi il mondo.

* Comunicazione Generale IMC e MC

Allamano Santo il 20 ottobre 2024

  • , Lug 01, 2024
  • Pubblicato in Notizie

Durante il Concistoro Ordinario Pubblico questo lunedì 1° luglio, Papa Francesco ha annunciato che la canonizzazione del Beato Giuseppe Allamano, fondatore degli Istituti Missionari della Consolata, si terrà domenica 20 ottobre 2024 a Roma, giornata missionaria Mondiale.

Il miracolo attribuito all’intercessione del Beato Giuseppe Allamano è avvenuto nella foresta amazzonica brasiliana, nello Stato di Roraima, dove Sorino, uomo dell’etnia Yanomami, fu attaccato da un giaguaro che lo ferì gravemente alla testa, aprendo la scatola cranica; era il 7 febbraio 1996, primo giorno della novena del Beato Giuseppe Allamano.

Trasportato all’Ospedale di Boa Vista, accudito dalle Missionarie della Consolata, che non cessavano di chiedere la sua guarigione per intercessione del Padre Fondatore, Sorino ha miracolosamente recuperato la salute in pochi mesi, e vive tutt’ora nella sua comunità indigena.

L’inchiesta diocesana per lo studio del presunto miracolo è avvenuta nel marzo 2021 a Boa Vista, mentre l’iter del Dicastero delle Cause dei Santi si è concluso il 23 maggio 2024, con l’approvazione del decreto di riconoscimento del miracolo.

È un momento molto significativo per la famiglia missionaria della Consolata, composta da Padri, Fratelli, Suore, Laici e Laiche.

Suor Renata Conti e Padre Giacomo Mazzotti, che attualmente accompagnano la postulazione, parlano sul significato della Canonizzazione del Beato Allamano.

In un messaggio i Superiori generali dei due Istituti, Padre James Lengarin, IMC, e Madre Lucia Bortolomasi, MC, scrivono:

“La sua Canonizzazione è per tutti noi un dono immenso che ci invita ad ascoltarlo, ad attingere sempre di più alla ricchezza della sua santità. Siano i nostri occhi e il nostro cuore fissi sul nostro Fondatore per ascoltarlo e guardare alla sua santità che ci stimola a continuare in modo serio e profondo la sua missione”.

Di seguito il testo integrale del Messaggio dei Superiori generali

* Suor Stefania Raspo e Padre Jaime C. Patias, comunicazione MC e IMC.

La Commissione ad gentes della Regione Europa (REU) si è incontrata a Torino nei giorni 27 - 31 maggio 2024, con lo scopo di valutare il cammino fatto e programmare gli incontri e le attività per il nuovo anno pastorale.

È una commissione creata per aiutare i missionari a riflettere, pensare e lavorare nei vari contesti della missione ad gentes che sono specificati dal Progetto Missionario Regionale del 2021 (PMR, 12):

  • La Chiesa Locale, in cui far crescere il seme della missione e con cui andare alle frontiere geografiche e antropologiche. Con il nostro stile e la nostra esperienza missionaria partecipiamo alla sua attività pastorale.
  • Le persone e gruppi “da consolare”. Sono i nostri poveri: migranti, rifugiati, senza tetto, persone sole …in situazione di emarginazione, anziani che hanno perso il senso della vita.
  • La cooperazione missionaria come interscambio fra i vari Continenti …: mani che aiutano progetti e iniziative in altri Continenti e rientrano ricche di spunti e materiale per qualificare la nostra animazione missionaria.

Alla luce di questi contesti, la Commissione ad gentes, ha il mandato di:

  • studiare la realtà e proporre alla Direzione Regionale “esperienze laboratorio di ad gentes nuove e innovative”
  • organizzare periodicamente incontri di formazione e progettazione sulla missione su tematiche specifiche come: mobilità umana, giovani, parrocchie e JPIC
  • stimolare i missionari alla riflessione e progettazione del lavoro in ambito parrocchiale e di pastorale giovanile e animazione missionaria, dialogo interreligioso e interculturale
  • organizzare un corso di inserimento per chi è destinato a lavorare in Europa (PMR 14).

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Commissione creata per aiutare i missionari a riflettere, pensare e lavorare nei vari contesti della missione ad gentes

La Commissione ad gentes è un laboratorio di pensiero e di azione, un volano della missione in Europa con un raggio di azione complesso, in territori diversificati che spaziano dalla Spagna, l’Italia e il Portogallo, includendo la Polonia e, dal novembre 2020, la parrocchia di San Luigi a Oujda in Marocco, totalmente dedicata ad accogliere, proteggere, promuovere e integrare i migranti e i rifugiati.

Per poter realizzare efficacemente il mandato, facilitare l’operatività e soprattutto qualificare le scelte e le iniziative dell’azione missionaria, all’interno della Commissione, si sono creati alcuni tavoli di lavoro, di riflessione sui vari contesti dell’ad gentes.

Nella fattispecie: i migranti e la mobilità umana, le parrocchie, la pastorale giovanile e l’animazione missionaria e poi c’è anche un tavolo che cura l’accompagnamento dei missionari giovani di tutta la Regione Europa.

I tavoli sono composti da missionari e, in alcuni, anche dai Laici Missionari della Consolata (LMC) il cui contributo è sempre molto arricchente e professionale. I tavoli lavorano autonomamente nella programmazione degli incontri e delle iniziative, facendo sempre riferimento al coordinatore della Commissione ad gentes.

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 Il cortile della parrocchia Maria Speranza Nostra, periferia Nord di Torino

Nella periferia di Torino

L’incontro di maggio si è svolto presso la parrocchia Maria Speranza Nostra, periferia Nord di Torino, nella cosiddetta Barriera di Milano dove i commercianti provenienti da Milano, nei secoli scorsi, si fermavano per pagare “la tassa” sui prodotti che portavano a Torino. La Barriera nel ventesimo secolo ha accolto ondate diverse di migranti, dal Sud Italia, poi dall’Est Europa e infine, in tempi recenti, dal Nord e Centro Africa. diventando così un crocevia di culture e popoli. Una periferia dal tessuto sociale molto fragile, caratterizzato da “solitudini”, disagio e marginalità.

La parrocchia, affidata ai missionari della Consolata nel 2013, ha trasformato il nome impegnativo che porta, in una visione pastorale: essere segno di speranza, accoglienza e convivenza pacifica per tutti senza distinzione. Dove la Consolazione è vissuta come riscatto e promessa di redenzione dalle difficoltà, pregiudizi e miseria. Da settembre dell’anno scorso, la Parrocchia è anche sede di una Comunità Apostolica Formativa (CAF) di cinque studenti di teologia provenienti da diversi Paesi e l’equipe formativa composta da padre Samuel Kibara Kabiru, formatore responsabile, padre Nicholas Muthoka Nyamasyo, parroco e il suo collaboratore padre Elmer Palaez Epitacio.

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Non ci poteva essere miglior posto per l’incontro della Commissione che è iniziato con una sessione con la Direzione Regionale per verificare insieme il mandato che il PMR ci ha consegnato.

La giornata di martedì 28 ha vissuto tre momenti importanti: il primo è stato di formazione, al Polo “Cultures and Mission” (CAM), con la partecipazione di un buon numero di nostri confratelli della comunità di Casa Madre. Il tema era sull’Europa, nostra terra di missione: “Quale futuro per l’Europa?”, quali scenari si potrebbero aprire dopo le elezioni per rinnovare il Parlamento europeo in programma 8-9 giugno. Il Prof. Luca Giordana, coordinatore dell’Associazione Per l’Incontro delle Culture in Europa (APICE) ha trattato il tema con competenza.

Il secondo momento, nel pomeriggio, quando la Commissione ad gentes si è presentata ai missionari della Casa Madre. Caratterizzato da fraternità e condivisione, un bel segnale di interessamento e di incoraggiamento per il lavoro della Commissione. Poi, rientrati in parrocchia, la celebrazione della Messa con la gente, e dopo cena incontro con alcuni rappresentanti di gruppi e associazioni della parrocchia.

Laici e consacrati che lavorano in alcuni ambiti della consolazione: il cortile della parrocchia che funge da Oratorio, ogni pomeriggio si riempie di “mondialità”: ragazzi e ragazze di “mille” paesi che giocano insieme e sono aiutati dai volontari con il doposcuola due giorni alla settimana; le famiglie più bisognose (circa 150), sono accolte e aiutate dai volontari del Centro di Ascolto e sempre nei locali della parrocchia, c’è il progetto di accoglienza di una ventina donne rifugiate fatta in collaborazione con il CISV, una Ong locale (acronimo per: Comunità, Impegno, Servizio, Volontariato). La missione si vive e si fa in vari modi, però sempre secondo il carisma della Consolazione vissuto e ispirato dal nostro “Santo” Padre Fondatore, Giuseppe Allamano.

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Prof. Luca Giordana: In quale modo dobbiamo essere missionari nell’ “Oggi” della missione?

Essere missionari nell’ “Oggi” della missione

La giornata di lavoro di Mercoledì 29 è stata introdotta da una riflessone biblica sulla nostra missione, alla luce dell’episodio di Gesù nella sinagoga di Nazareth (Luca 4:16-30): “oggi” questa scrittura si compie in ciascuno di noi. In quale modo dobbiamo essere missionari nell’ “Oggi” della missione? Come Gesù Re, Profeta e Sacerdote! (cfr. Preghiera dell’Unzione col Sacro Crisma nel rito battesimale).

Durante la giornata i diversi “tavoli”, si sono alternati nel presentare il rapporto sul cammino fatto e i punti della verifica. Ha iniziato il Tavolo Migranti e poi, nel pomeriggio, è toccato al tavolo dei Missionari Giovani e poi quello delle Parrocchie. Ogni Tavolo sta gradualmente prendendo coscienza dell’importanza del loro contributo per aiutare nella realizzazione della missione in Europa. Anche se le difficoltà non mancano, abbiamo valutato positivamente il lavoro fatto e per questo, abbiamo chiesto ai coordinatori di ringraziare tutti per la costanza di partecipare agli incontri e la serietà con cui hanno lavorato.

In serata, dopo la celebrazione della Santa Messa con i fedeli della parrocchia, abbiamo avuto un incontro con i nostri studenti della CAF, e con gli altri membri del team formativo: padre Samuel e padre Elmer. Molto importante far conoscere come si cerca di vivere concretamente la missione ad gentes in Europa. Abbiamo ribadito che come missionari dobbiamo sentirci sempre in formazione, alla sequela di Gesù Missionario del Padre. E quindi lasciarci formare anche dalla vita e dagli altri con cui viviamo.

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Giovedì 30 maggio, dopo la riflessione biblico-missionaria su Gesù “Profeta e Sacerdote”, abbiamo ascoltato la presentazione della verifica e valutazione di tavoli rimanenti, quello della Cooperazione Missionaria e poi, della Pastorale Giovanile e Animazione Vocazionale che ha condiviso le proposte fatte ai giovani e lo sforzo in atto per coordinarsi maggiormente a livello regionale.

Le sessioni di lavoro si sono concluse prima di pranzo con la programmazione del calendario degli incontri della Commissione per l’anno pastorale 2024-2025. Nel pomeriggio, per conoscere e imparare, abbiamo visitato l’Ufficio Pastorale Migranti, dell’Archidiocesi di Torino.

Molto interessante la condivisione di tutti i servizi che vengono offerti ai migranti, con la sottolineatura che non sono “casi”, ma persone da ascoltare, accompagnare e sostenere nel cammino di integrazione. “Ciliegina sulla torta” è stata la concelebrazione della Santa Messa nel “nostro” Santuario della Consolata (foto), offrendo nella Eucaristia il lavoro di queste giornate e quello dei diversi tavoli nei contesti della missione in Europa. Orgogliosi di essere figli del Rettore della Consolata che prossimamente sarà proclamato “San Giuseppe Allamano”.

Non è mancato il ringraziamento ai confratelli della Casa Madre per l’ospitalità, l’interessamento e l’accompagnamento con la preghiera. E anche alla comunità della Parrocchia Maria Speranza per lo spirito di Famiglia e il “sapore” della missione che abbiamo vissuto e percepito tutto intorno a noi.

* Commissione ad gentes della Regione Europa (REU).

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Il Santuario della Consolata a Torino

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