Nella presente relazione di padre Francesco Pavese, presentata a giovani missionari e missionarie e ai loro formatori nel 2003, vengono evidenziati i punti fondamentali di una pedagogia che mira ad essere fedele allo spirito del Beato Allamano.

Come afferma l’autore, la preoccupazione è stata quella di rilevare, in modo particolare, gli elementi che favoriscono la collaborazione dei missionari e missionarie, quali appartenenti alla stessa famiglia carismatica. Buona festa di Pentecoste e buona lettura.

(Pietro Trabucco, IMC, Castelnuovo don Bosco)

Il nuovo Consiglio è stato scelto per il biennio 2024-2025 a seguito dell’improvvisa scomparsa, giovedì 18 aprile, dell'ex superiore della delegazione padre Matteo Pettinari.

Questo martedì 14 maggio 2024, festa di San Mattia apostolo, nella comunità IMC di San Pedro, sede della Delegazione, durante la celebrazione eucaristica del mattino, i nuovi membri del consiglio della delegazione  dei missionari della Consolata in Costa d'Avorio, composto dal nuovo Superiore padre Celestino Marandu , il vice Superiore padre Giovanni Battista Odunga hanno prestato il giuramento di fede e fedeltà alla Chiesa e all’Istituto mentre il nuovo Consigliere padre Ariel Tosoni ha prestato giuramento come nuovo consigliere.

Nella prima lettura dal libro degli Atti degli Apostoli leggiamo: «e tirarono la sorte tra loro e la sorte cadde su Mattia, che fu quindi associato mediante voto agli undici Apostoli» (Atti 1, 24-26).

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 Padre Celestino Marandu, Superiore della Delegazione IMC in Costa d'Avorio.

Affidiamo i membri del consiglio della delegazione alla protezione di San Mattia apostolo perché possano diventare: “insieme ai noi, testimone della sua risurrezione”  (At 1, 21-22). Come ben scritto da San Giovanni Crisostomo nel suo commento degli Atti, il versetto citato «indica che dovevano aver vissuto con lui e non essere stati semplici discepoli».

* Padre Ariel Tosoni, è missionario in Costa d’Avorio.

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Dio che mi ha chiamato mi darà le grazie necessarie per svolgere la sua missione”

Il missionario della Consolata, Mons. Peter Makau, nominato dal Papa Francesco vescovo coadiutore della diocesi di Isiolo nel Kenya il 4 maggio 2024, condivide i suoi sentimenti pochi giorni dopo aver ricevuto la notizia del suo nuovo ministero pastorale.

L'ex superiore della Regione Kenya/Uganda, racconta che questa è stata la notizia più sorprendente che abbia mai ricevuto. “Quando ti dicono che è il Santo Padre a chiederti (un servizio) diventa difficile rifiutare. Si tratta di obbedire e basta", afferma Mos. Makau, che ha vissuto la missione in Venezuela per 14 anni, la chiamata a lavorare a Isiolo è perfettamente in linea con il carisma ad gentes dell’Istituto dei Missionari della Consolata.

L'ordinazione episcopale di Mons. Peter Makau avrà luogo il 27 luglio 2024 nella cattedrale di Sant'Eusebio nella Diocesi di Isiolo.

Guardando al futuro, esprime sentimenti di fiducia e di fede. È confidente che "se Dio mi ha chiamato, mi darà le grazie necessarie per svolgere la Sua missione". Con la sua nomina alla età di 49 anni, Mons. Makau diventa il secondo vescovo più giovane della Conferenza episcopale del Kenya.

Vedi qui il video realizzato da padre Daniel Onyango Mkado e Fr. Adolphe Mulengezi

Elevata a Diocesi il 15 febbraio 2023, Isiolo ha come vescovo Mons. Anthony Ireri Mukobo, IMC. La Diocesi è situata nella parte centrale del Kenya e i suoi confini corrispondono a quelli dell’omonima contea civile. Ha una superficie di 25.700 kmq e una popolazione di 268.000 di abitanti, di cui 66.000 sono cattolici. Ci sono 13 parrocchie, 74 Istituzioni educative ed 11 di carità, tra cui 5 dispensari ed 1 ospedale materno. Vi lavorano 19 sacerdoti diocesani, 2 sacerdoti Fidei donum, 3 sacerdoti religiosi, assieme a 66 religiosi/e.

* Padre Daniel Mukado, IMC, Comunicazione Regione Kenia/Uganda.

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L'ordinazione episcopale di Mons. Peter Makau avrà luogo il 27 luglio 2024 nella cattedrale di Sant'Eusebio a Isiolo.

La prima Conferenza dei missionari della Consolata in Brasile –Regione unificata nel 2019– si è svolta a San Paolo dal 6 al 10 maggio. In precedenza, dal 1948 l’ex Regione Amazzonia aveva tenuto nove Conferenze e l'ex Regione Brasile, 12 Conferenze dal 1937.

In Brasile ci sono 85 i missionari della Consolata (59 sacerdoti, quattro fratelli, due vescovi, un novizio e 18 studenti professi nella teologia). Alla Conferenza hanno partecipato 54 missionari tra padri e fratelli in rappresentazione delle 22 comunità IMC nel Paese e alcuni studenti professi appartenenti alla comunità formativa di San Paolo. Erano inoltre presenti il Superiore Generale, padre James Lengarin, e il Consigliere Generale per l'America, padre Juan Pablo de los Rios.

Nel suo intervento, al termine della Conferenza, padre James Lengarin ha ricordato l'importanza della comunicazione tra missionari, un desiderio già espresso dal fondatore Giuseppe Allamano. “Dobbiamo essere sempre in sintonia tra di noi –ha detto il Superiore Generale–. Il missionario ha un impegno con la sua comunità, deve creare un clima di fiducia reciproca, di fedeltà ai suoi ideali, di responsabilità per la vita spirituale della comunità. Deve lavorare in sinodalità e includere le persone”.

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Inoltre, padre James ha ricordato che “stiamo vivendo tempi difficili, ma come Missionari della Consolata dobbiamo impegnarci in un discernimento comunitario, disposti a metterci in cammino evitando di rimanere attaccati al passato. La trasformazione del mondo e della Chiesa che stiamo vivendo richiede un rinnovamento e noi dobbiamo avere uno sguardo privilegiato per coloro che sono esclusi dalla società”.

Il Consigliere Generale, padre Juan Pablo ha ringraziato i missionari per la loro presenza e partecipazione alla Conferenza e ha osservato che “la Regione è viva, gioiosa e i missionari sono felici di vivere il carisma e lavorare nella missione”. Padre Juan Pablo ha rilevato la presenza di un importante gruppo di giovani missionari assieme a un gruppo con maggiore esperienza nelle missioni dell’Europa, Africa e Asia. Ha incoraggiando tutti a “continuare a costruire il Regno di Dio in queste terre brasiliane”. Secondo il Consigliere Generale, i missionari della Regione “hanno opzioni chiare e sono persone identificate con la vocazione e l’impegno missionario. Il Brasile ha ancora molto da offrire all'Istituto e alla Chiesa”, ha dichiarato.

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Padre Juan Pablo de los Rios, Consigliere Generale per l'America. Foto: Cleber Pires.

Chiudendo i lavori della Conferenza padre Paulo Mzé –Superiore Regionale del Brasile e direttore della rivista Missões– si è detto molto soddisfatto della presenza, dell'impegno e della qualità dei dibattiti. Rivolgendosi ai missionari ha sottolineato che “la persona del missionario viene prima di tutto, poi la comunità, il suo gruppo, la Direzione Regionale e la Direzione Generale” e ha poi concluso dicendo che ha potuto contare sempre “con l'aiuto dei missionari che senza dubbio si sono dimostrati parte di una famiglia al servizio della missione così come diceva il Beato Giuseppe Allamano”.

Le scelte missionarie

In Brasile i missionari della Consolata sono presenti negli stati di Amazonas, Bahia, Paraná, Rio de Janeiro, Roraima, São Paulo e nel Distretto Federale. Le priorità pastorali e i servizi missionari comprendono l'Animazione missionaria e vocazionale; la Pastorale afro, indigena, amazzonica e urbana; Giustizia, Pace e integrità del creato; le periferie esistenziali, i migranti e i rifugiati; la Formazione di base e continua, la Comunicazione e l'Economia.

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Padre Paulo Mzé, Superiore Regionale. Foto: Júlio Caldeira.

Il protagonismo del popolo afrobrasiliano

Negli ultimi decenni, molti missionari della Consolata hanno lavorato nella Pastorale afro, soprattutto negli stati della Bahia, San Paolo e Rio de Janeiro. Padre Ibrahim Muinde, che coordina questa opzione, si augura “che questa proposta pastorale raggiunga effettivamente il cuore della Chiesa stessa, nelle diocesi, nelle parrocchie e nelle comunità, in modo che questa azione di sensibilizzazione diventi parte della vita della gente”, ha affermato.

Tenendo conto che il 56% della popolazione brasiliana è di origine africana, “lo sforzo che la società e la Chiesa devono fare è quello di continuare a superare una struttura spesso 'razzista' che rende invisibili le persone afrodiscendenti così come un sistema che ha difficoltà a riconoscere il protagonismo, la bellezza e il contributo che questi possono dare per un mondo migliore”.

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Questa pastorale è attualmente svolta a Feira de Santana, nello stato di Bahia, nella prima parrocchia quilombola del Paese, e a Engenheiro Pedreira, nella diocesi di Nova Iguaçu, Rio de Janeiro. Inoltre, alcuni dei seminaristi che studiano teologia a San Paolo lavorano in questo spazio pastorale.

“Come missionari della Consolata –ha sottolineato padre Ibrahim– siamo chiamati a creare nuovi spazi per la promozione della Pastorale Afro nelle parrocchie e nei luoghi in cui lavoriamo. Dobbiamo incoraggiare la formazione di nuovi missionari disposti a conoscere e servire la gente in questo modo e avanzare nel coordinamento e nel lavoro comune in tutto il Continente, scambiando esperienze che rafforzino ulteriormente questa missione”.

Amare e rispettare i popoli indigeni

L'opzione indigena in Amazzonia è un altro servizio che i missionari della Consolata svolgono in Brasile dal 1948, in particolare nello stato del Roraima. Attualmente almeno 15 missionari sono impegnati nell'accompagnamento dei Territori Indigeni Yanomami (nella missione del Catrimani) e Raposa Serra do Sol (nelle missioni di Maturuca, Raposa, Cantagalo e Baixo Cotingo). A Boa Vista, oltre alla gestione del Centro di Documentazione Indigena, si seguono gli indigeni emigranti Warao provenienti in buona parte dalle nostre missioni nel Delta Amacuro in Venezuela. Nel corso degli anni ci sono stati dei momenti storici e profetici nelle lotte per il riconoscimento dei territori tradizionali come la Terra Indigena Raposa Serra do Sol e la Terra Indigena Yanomami dove ancora oggi sono attuali molte sfide missionarie.

In questo senso, Fratel Carlo Zacquini, missionario italiano che ha appena compiuto 87 anni e sta per celebrare i 60 anni di Brasile, ricorda “la sfida di imparare la lingua, il modo di vivere nei diversi ambienti culturali, oltre alla sfida economica”, dovuta agli alti costi di manutenzione della missione. “Un missionario che arriva in questa realtà deve avere la mente aperta, essere pronto a osservare, ascoltare e imparare. È importante avere un minimo di preparazione, come alcune regole linguistiche di base per studiare la lingua”, osserva il religioso.

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Fr. Carlo Zacquini in visita a Roma, Italia con il leader e sciamano Davi Kopenawa. Foto: Jaime C. Patias

Dopo aver vissuto parecchi anni nella foresta con il popolo Yanomami, Fr. Zacquini attualmente si occupa dell'organizzazione del Centro di Documentazione Indigena (CDI), a Boa Vista che conserva una collezione di oltre 6.000 documenti, pubblicazioni, immagini, audiovisivi e altri materiali importanti a disposizione per consultazione.

“È un'esperienza di vita unica e incomparabile stare al fianco degli Yanomami. Nonostante i molti cambiamenti, ho imparato ad amare questo popolo; a rispettare e a non sottovalutare la sua saggezza, che ha molte più conoscenze di noi in molti settori, con pratiche diverse dalle nostre da insegnare tra loro”, conclude Fr. Zaquini.

Vita Consacrata e Chiesa nella Pan amazzonia

L'Istituto in Brasile si distingue anche per il suo servizio alla Chiesa locale. Padre Josky Menga è attualmente al servizio della Conferenza dei Religiosi del Brasile (CRB) nel settore delle Nuove Generazioni e la Missione Giovani in Amazzonia. Nella Conferenza, padre Josky ha presentato il suo lavoro accompagnando gruppi e esperienze di interazioni tra generazioni diversi di religiosi.

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Padre Júlio Caldeira ha ricordato che i Missionari della Consolata sono co-fondatori della Rete Ecclesiale Pan-Amazzonica (REPAM) nel settembre 2014; e che lui ha avuto il permesso di lavorare nella Segreteria Esecutiva della Rete dal 2019 al 2023, nel coordinamento della comunicazione di questa importante istituzione della Chiesa in Amazzonia, un territorio che copre nove Paesi. Attualmente si sta dedicando alla compilazione della storia di questo cammino della Chiesa nella regione Pan amazzonica e presto pubblicherà in un libro in spagnolo e portoghese, oltre ad altri materiali.

La Conferenza si è conclusa con la presentazione e la definizione delle linee di azione per la missione nei prossimi sei anni in Brasile.

* Maria Emerenciana Raia è giornalista della rivista Missões. Padre Júlio Caldeira, IMC, è missionario in Amazzonia.

L'incontro, tenutosi a Newcastle in Sudafrica è iniziato il 13 e durerà fino al 17 maggio 2024 con la partecipazione di 18 missionari e del Vice Superiore Generale, padre Michelangelo Piovano e dei Consiglieri Generali, i padri Erasto Mgalama e Mathews Odhiambo Owuor.

Il primo giorno dell’ VIII Conferenza della Delegazione Sudafrica-Eswatini dei missionari della Consolata (IMC) è stato caratterizzato da diversi eventi. La prima metà della giornata è stata dedicata al ritiro spirituale facilitato da padre Mathews Odhiambo, consigliere generale, che ha invitato i missionari ad essere "impegnati nel Signore".

Usando l'esempio dell'alleanza tra Yahweh e il popolo d'Israele (Esodo 19, 20 - 24), padre Mathews ha esposto meticolosamente come l'impazienza e l'infedeltà abbiano portato gli israeliti alla non osservanza dei loro obblighi del patto dell’alleanza. Egli ha quindi affermato che l'impegno richiede un'adesione responsabile e coerente all’ insieme dei valori definiti come principi vincolanti.

Il “il di più” del Beato Fondatore

Collegando il tema “dell'Impegno nel Signore" alla spiritualità dell’Istituto, padre Mathews ha riflettuto sulla visione e sul sogno del Beato Allamano su come e chi dovrebbe essere un missionario della Consolata. A questo proposito, ha evidenziato due elementi che erano centrali nella nozione di missione e missionario nella mente del Fondatore.

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Padre Mathews ha definito questi elementi come "il di più" del missionario.

Così prima di tutto per il Beato Allamano la qualità del missionario ha la precedenza su tutto il resto. "Prima santo, poi missionario". Pertanto, la santità di vita diventa un prerequisito per essere un buon missionario. La seconda implica l'essere “straordinari nell'ordinario”. Padre Mathews ha poi aggiunto che questi elementi hanno fatto sì che il Beato Allamano valutasse la vocazione missionaria al di sopra delle altre vocazioni cristiane, inoltre, ha affermato il padre, anche nell'attuale orientamento della Chiesa sinodale, il missionario dovrebbe dare un di più rispetto agli altri.

La situazione dell’Istituto

Padre Mathews ha concluso la sua riflessione con una breve analisi della situazione attuale dell'Istituto. Ha condiviso i dati demografici dei missionari nel mondo, con particolare attenzione al Continente africano, che attualmente conta il maggior numero di missionari (originari dell’Africa sono 524; di questi 362 lavorano nel Continente).

Tuttavia, ha sfidato i missionari a fare in modo che l'alto numero di missionari africani si traduca proporzionalmente al livello di impegno dei missionari nel Continente.

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In conclusione, ha affermato che la realizzazione del sogno del Beato Allamano dipende oggi esclusivamente dall'impegno del missionario. Questo impegno è necessario a tutti i livelli: individuale, comunitario, di Delegazione e di Istituto. Il ritiro si è concluso con la celebrazione della Santa Messa presieduta dallo stesso padre Mathews.

Pianificare la missione della Delegazione

La seconda parte della giornata è stata caratterizzata da una sessione generale durante la quale il Superiore della Delegazione, padre Nathaniel Kagwima, ha dato il benvenuto a tutti i partecipanti alla conferenza e in modo particolare ai membri della Direzione Generale. Ha poi esortato tutti i missionari a fare uno sforzo concordato per pianificare bene la missione e il progresso della Delegazione nei prossimi sei anni.

Il vice Superiore Generale, padre Michelangelo Piovano, ha espresso la sua gioia per la visita alla Delegazione e per l'incontro con missionari, secondo lui “vivaci”. Ha poi trasmesso i saluti del Superiore Generale, padre James Lengarin e del Consigliere Generale, padre Juan Pablo che in questo momento sono in visita nel Continente America. Ha inoltre spiegato che i membri presenti della Direzione Generale, partecipano alla Conferenza in qualità di osservatori.

Da parte sua, il Consiglieri per l’Africa, padre Erasto Mgalama, ha evidenziato i punti del Progetto Continentale per Africa che pone grande enfasi sulla vita del missionario nella comunità. Poi ha invitato i missionari a favorire la condivisione di vita nelle comunità.

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Formazione continua

Padre Mathews ha espresso gioia e gratitudine per l'impegno e lo zelo che ha visto nei missionari in Sudafrica e Eswatini. Questa sua osservazione è stata confermata da come i vescovi e i cristiani nelle comunità visitate hanno parlato bene dei missionari della Consolata. Ha tuttavia sottolineato che “il missionario è sempre in formazione; la formazione per il missionario è un processo sempre in corso. Perciò l'ordinazione non fa altro che avviare il missionario a un'altra fase di formazione”.

Infine, la giornata si è conclusa con la conferma e l'approvazione dei moderatori e dei segretari della Conferenza,  del testo dell'Instrumentum Laboris, dei gruppi e del programma di lavoro.

L'attività della giornata è stata infine conclusa con la preghiera dei Vespri.

* John Bosco Othieno, IMC, studente professo nel Seminario Teologico di Merrivale, Sudafrica.

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