"La grande sfida è di far sì che la mia diocesi, nonostante la povertà e la piccolezza, possa aprirsi alla missione universale”, afferma mons. Giovanni Crippa, IMC, vescovo della diocesi di Ilhéus nella parte orientale dello stato brasiliano di Bahia.
Nell'intervista rilasciata all’Ufficio Generale per la Comunicazione a Roma, il missionario della Consolata italiano di Besana Brianza, Arcidiocesi Metropolitana di Milano, parla della evangelizzazione in Brasile dove è arrivato nel 2000 e delle priorità pastorali nella sua diocesi che ha una superficie di quasi 12mila kmq, includendo 26 municipi con 41 parrocchie e 52 sacerdoti, 12 diaconi permanenti e 9 seminaristi. “Comunque, la grande forza è il grande numero di laici impegnati soprattutto nel campo della catechesi e pastorale delle parrocchie”, osserva il vescovo.
Sede vescovile è la città di Ilhéus, dove si trova la cattedrale di San Sebastiano. Secondo mons. Crippa, le tre priorità pastorali scelte dall’Assemblea diocesana alla luce delle Direttive Generali dell’Azione Evangelizzatrice della Conferenza Episcopale del Brasile (CNBB), ma anche in base ai risultati del Sinodo nella sua fase diocesana, sono: L’animazione della gioventù, vivere lo spirito sinodale in questo Anno della Preghiera e la dimensione vocazionale.
Visita pastorale a una comunità Quilombola (populazione afrodescendente) nel stato di Sergipe. Foto: Diocesi di Estancia
“Oggi non è più possibile vivere in una Chiesa centralizzata, noi dobbiamo vivere in una dimensione più piccola a partire dalla base ma che possa abbracciare con il tempo una dimensione più ampia”, afferma il vescovo sottolineando la vocazione missionaria della Chiesa locale.
“Come vescovo missionario ritengo ci sia anche un elemento molto importante che noi non possiamo dimenticare. Il nostro Istituto nasce a partire della Chiesa locale, la Chiesa di Torino ed è bello ricordare quello che l’Allamano dice scrivendo a un amico circa 20 anni prima di fondare l’Istituto (nel 1901 ndt.). ‘Io spero che il prossimo vescovo che sarà eletto sia una persona che sappia elevarsi sopra l’idea restrette che predomino nell’ambiente e sappia comprendere che il sacerdote, il prete di una Chiesa locale abbia una missione più ampia’.
Ecco, io penso che, come vescovo missionario che vive in una Chiesa locale, la grande sfida che bisogna affrontare è di far sì che la mia diocesi, nonostante la povertà e la piccolezza, possa aprirsi a questa missione universale. Per questo, è importante promuovere anche nella nostra diocesi questa vocazione missionaria della Chiesa”, afferma mons. Crippa.
Vedi l'intervista a mons. Crippa rilasciata al SGC. (Montaggio: Fr. Adolphe Mulengezi)
Mons. Giovanni Crippa, IMC, nato il 6 ottobre 1958 a Besana Brianza, nell’Arcidiocesi Metropolitana di Milano è uno dei 38 vescovi italiani in Brasile (di cui 28 emeriti). Ha compiuto gli studi di Filosofia presso la Federazione Interreligiosa per gli Studi Teologici (FIST) a Torino e quelli di Teologia alla Pontificia Università Gregoriana di Roma, dove ha poi ottenuto la Licenza e il Dottorato in Storia Ecclesiastica.
Il 13 settembre 1981 ha emesso la Professione Religiosa nell’Istituto Missioni Consolata e il 14 settembre 1985 ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale. È stato Animatore Missionario e Vocazionale a Torino (1987-1993); Professore alla Facoltà di Missiologia della Pontificia Università Urbaniana a Roma e dell’Istituto Superiore di Catechesi e Spiritualità Missionaria a Roma e a Castel Gandolfo (1993-2000).
Inviato in Brasile nel 2000, ha svolto il ministero nell’Arcidiocesi Metropolitana di Feira de Santana, Stato di Bahia, come vicario parrocchiale e parroco della Santissima Trinidade, poi come docente di Storia Ecclesiastica della Facoltà Arcidiocesana, direttore spirituale del Seminario di Filosofia, Membro del Consiglio Presbiterale e del Collegio dei Consultori. Inoltre, è stato Membro del gruppo di coordinamento del Dipartimento Storico dell’Istituto Missioni Consolata e Consigliere Regionale in Brasile.
Mons. Giovanni Crippa durante la consacrazione episcopale il 13 maggio 2012 a Salvador, Bahia. Foto: Archivio personale
Il 21 marzo 2012 il Papa Benedetto XVI l’ha nominato vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di São Salvador da Bahia (Brasile), assegnandogli la sede titolare vescovile di Accia e ricevendo la consacrazione episcopale il 13 maggio successivo. Il 9 luglio 2014 è stato nominato Vescovo di Estância, nello Stato di Sergipe (Nord Est del Brasile), una diocesi con una superficie di 6.650 km2 e una popolazione di 509.675 abitanti, 28 parrocchie, 617 comunità e 41 sacerdoti.
Il 11 agosto 2021, per raggiunti limiti di età, va in pensione il vescovo Mauro Montagnoli e al suo posto il Papa Francesco ha nominato vescovo della Diocesi di Ilhéus (Brasile) mons. Giovanni Crippa, che ha preso possesso della diocesi il 9 ottobre 2021, durante una celebrazione eucaristica nella Cattedrale di San Sebastian. La diocesi di Ilhéus fu creata nel 1913 da Papa Pio X e oggi, con le sue 41 parrocchie, comprende più di 750 comunità distribuite in 27 municipi.
Il Superiore della Casa Generalizie, padre Zé Martins, mons. Giovanni Crippa e mons. Marian Florczyk, vescovo ausiliare di Kielce, Polonia. Foto: Jaime C. Patias
All’interno della Conferenza Episcopale Brasiliana è stato Membro della Commissione Episcopale Pastorale per l’Azione Missionaria e della Commissione Episcopale per le Cause dei Santi in Brasile.
*Padre Jaime C. Patias, IMC, Comunicazione Generale.
"Lo Spirito Santo è il protagonista della missione e noi, come missionari, siamo i collaboratori di Dio". Con queste parole il vice Superiore Generale, padre Michelangelo Piovano, ha motivato i lavori della 10ª Conferenza Regionale dei missionari della Consolata in Mozambico e Angola durante la messa di apertura dell'incontro.
La Conferenza che si svolge, dal 21 al 26 maggio 2024 presso il Centro di Spiritualità di Laulane, alla periferia di Maputo, riunisce 25 missionari che operano nei due Paesi. L'obiettivo è valutare e pianificare la vita e la missione nella Regione per i prossimi sei anni, alla luce del XIV Capitolo Generale della Congregazione tenutosi a Roma nel 2023.
Padre Michelangelo si è augurato che "questi giorni di grazia siano veramente aperti all'ispirazione dello spirito di lavoro e di collaborazione come il nostro Fondatore, il Beato Giuseppe Allamano, ha sempre voluto".
Padre Erasto Mgalama, padre Michelangelo Piovano e padre Rogelio Alarcón
Il gruppo di missionari sta vivendo un tempo di grazia perché nel 2025 l'Istituto celebrerà i 100 anni di presenza in terra mozambicana (1925 - 2025). Su questo evento, il Consigliere Generale per l'Africa, padre Erasto Mgalama, ha espresso la sua gioia e il suo entusiasmo nel partecipare a questi giorni di incontro della famiglia Consolata, partecipando della storia del centenario di missione della Consolata in Mozambico dove tanti hanno fatto opera di evangelizzazione con impegno e generosità.
Padre João Nascimento ha presentato il programma del Centenario, la preparazione, l’itinerario e il calendario delle attività con il percorso che la Madonna Pellegrina farà durante l'Anno di celebrazioni. L'immagine sarà accompagnata da un libretto di preghiere preparata da padre Carlo Biella, ma le comunità potranno svolgere altre attività di animazione. Le celebrazioni per il centenario si concluderanno nel giugno 2025 con un pellegrinaggio al Santuario della Madonna Consolata a Massangulo, nel Niassa. Per l’occasione sono stati prodotti anche alcuni articoli, come “capulane” e magliette che potranno essere acquistate dalle comunità.
Il nuovo vescovo ausiliare di Maputo, Mons. Osório Citora Afonso, IMC, è stato invitato a dare avvio ai lavori con una riflessione intitolata "Pellegrini di speranza per proclamare un anno di grazia del Signore". Nel suo intervento, il vescovo ha sottolineato la felice coincidenza dello svolgimento della X Conferenza, che si concluderà con un atto di apertura dell’anno di celebrazioni per i 100 anni di presenza dell'Istituto in Mozambico. Nello stesso anno, il 2025, il Paese celebrerà i 50 anni dell'indipendenza nazionale, avvenuta nel 1975.
Mons. Osório Afonso ha fatto riferimento alle "tendenze spontanee ed egoistiche dei discepoli di Gesù, che volevano che il Maestro facesse nella loro terra i miracoli che aveva fatto altrove. A questo Gesù rispose che era necessario aprirsi generosamente alla missione per non cadere nelle situazioni che ancora si osservano specificatamente nella tendenza di alcuni missionari a chiedere di tornare in patria o a scegliere un un posto più comodo ove stabilirsi".
Inoltre, il vescovo ha sottolineato il valore della "conversione radicale necessaria per celebrare il prossimo Giubileo della Speranza superando così quegli atteggiamenti negativi presenti in alcuni missionari". Ha poi ricordato che il Giubileo del Signore del 2025 comprende quattro momenti: "l'evangelizzazione dei poveri, la libertà, la restituzione della vista ai ciechi e la liberazione dall'oppressione". Mons. Osório ha concluso il suo intervento facendo riferimento alla bolla papale "Pellegrini della speranza", che invita ad ascoltare con attenzione il grido dei poveri.
Il Superiore Regionale e Presidente della Conferenza, padre Pedro Elias Sisto, ha dato il benvenuto a tutti, in particolare ai membri della Direzione Generale. Nella sua relazione ha sottolineato, tra l'altro, "l'importanza della virtù dell'umiltà come missionari nei riporti reciproci e con le persone che serviamo".
Il Superiore Regionale, padre Pedro Elias Sisto e il padre Filipe Couto
Guardando alle varie crisi che la Regione e il mondo hanno affrontato negli ultimi anni, tra cui la pandemia di Covid-19 e la crisi economica globale il Superiore Regionale ha parlato della necessità di "trasformare i tempi di crisi in momenti di grazia, resilienza e crescita nella comunione fraterna e nell'apertura al mondo in unità e solidarietà".
Parlando della presenza dell'Istituto in Mozambico e Angola, padre Pedro Elias Sisto ha osservato che negli ultimi sei anni l’istituto ha lasciato alle diocesi sei parrocchie: Santa Teresa del Bambino Gesù di Liqueleva (Maputo), la parrocchia e Centro catechistico di Guiúa (Inhambane), la parrocchia San Giuseppe a Mitúcue, la parrocchia San Francesco Saverio a Maiaca, la parrocchia Madonna della Pace a Nampaco e la parrocchia di San Michele a Cuamba (Niassa). D’altra parte l’Istituto ha aperto nuove presenze a Luacano in Angola, e a Ucanha e nella città di Tete in Mozambico.
Per quanto riguarda il cammino continentale, il Superiore ha sottolineato l'importanza dell'"unità come centro di gravità missionaria" e ha elencato le sfide urgenti che la missione deve affrontare in Mozambico e Angola: “curare la persona del missionario che non dovrebbe lavorare da solo; rivitalizzare la vita comunitaria; incoraggiare gli investimenti locali; recuperare la salina di Mambone dopo i disastri naturali e sfruttare il progetto di imbottigliamento dell'acqua a Massangulo, oltre a migliorare le strutture del seminario filosofico e propedeutico a Matola”.
Secondo padre Sisto, "la preoccupazione attuale non è la quantità di presenze, ma la qualità della nostra azione pastorale, uscendo dall'immobilismo e avviando un discernimento regionale chiaro ed efficace fatto con coraggio e molta umiltà".
Oltre questa relazione del Superiore, l'amministratore, padre Andrew Kasumba, ha presentato il bilancio finanziario per il 2023.
Guidati dai segretari, i padri Romão Majone e Fernando Chissano e dei moderatori, Carlo Biella e Dani Romero, i lavori della Conferenza hanno proseguito con la lettura e l'approvazione del documento base e con quattro gruppi di lavoro in cui i partecipanti hanno affrontato i temi più importanti (missionario nella comunità; un Istituto in missione ad gentes; organizzazione ed economia per la missione). Per ogni tema sono state approvate in plenarie proposte operative per il sessennio, secondo le varie dimensioni della vita e della missione.
Secondo padre Bento Muhita, missionario a Vilankulos, Inhambane, “la missione in Mozambico oggi, nel centenario della nostra presenza è motivo di gratitudine, di riflessione sul nostro ad gentes per rispondere meglio alle sfide della giustizia e della pace, e per la fine del terrore nella provincia di Cabo Delgado dove la popolazione sta soffrendo a causa dei conflitti in corso. È tempo di cambiare mentalità per prendersi cura anche dell'ambiente”, dice il missionario.
Il 23 maggio, i lavori sono stati interrotti dalla grande notizia annunciata dal vice Superiore Generale, padre Michelangelo Piovano. Papa Francesco ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il decreto che attesta un miracolo attribuito all'intercessione del Beato Giuseppe Allamano. Si tratta della guarigione miracolosa dell'indigeno Sorino Yanomami, che apre la strada alla canonizzazione del Fondatore.
Padre Dani Romero, missionario in Angola ha presentato il programma per celebrare i dieci anni di presenza dell'Istituto in Angola (2014-2024). Lavorano in quel Paese di lingua portoghese, sei missionari nelle parrocchie della Consolata di Funda, diocesi di Caxito, parrocchia Madre di Dio a Lucano, diocesi di Lwena e nella parrocchia di Viana nella diocesi dello stesso nome.
A sua volta, il padre Michel Makayi ha parlato della celebrazione del decimo anniversario della parrocchia Consolata a Fingoé, nella diocesi di Tete, il 23 giugno, un evento che includerà l'inaugurazione della nuova chiesa.
Durante la conferenza, i partecipanti hanno festeggiato il compleanno di padre Manuel Tavares, 88 anni, con una celebrazione eucaristica e una cena sociale, e il 25° anniversario dell'ordinazione sacerdotale di padre Jorge Guilherme.
Padre Bento Muhita, padre Jorge Guilherme e padre Manuel Tavares
La Conferenza si concluderà domenica 26 maggio con una Santa Messa e l a cerimonia di apertura dell'anno centenario della presenza dell'Istituto in Mozambico. L’Eucaristia nella parrocchia della Assunzione, nel quartiere Liberdade di Maputo, sarà presieduta dall'arcivescovo di Nampula e presidente della Conferenza Episcopale del Mozambico, mons. Inácio Saure, e con la partecipazione di mons. Osório Citora Afonso, vescovo ausiliare di Maputo. Vale la pena ricordare che, oltre a questi due vescovi, un altro missionario della Consolata, mons. Diamantino Guapo, è vescovo della diocesi di Tete.
Attualmente nella Regione lavorano 35 missionari della Consolata: 29 in Mozambico in 14 comunità e sei in Angola in tre comunità. L'evangelizzazione si concentra in modo particolare nei servizi pastorali nelle parrocchie, sui centri di spiritualità, sulla promozione vocazionale e la formazione nel seminario di Matola. Per quanto riguarda le vocazioni mozambicane nell'Istituto, oggi abbiamo 8 giovani nel propedeutico, 10 in filosofia, 3 novizi, 9 professi in teologia e 3 diaconi. I missionari mozambicani nell'Istituto sono 41.
* Redazione Comunicazione generale con informazioni di padre Andrew Kasba, IMC, Mozambico.
Direttamente da Bogotà, in Colombia, dove sta partecipando alla XIII Conferenza Regionale, il Superiore Generale dei Missionari della Consolata, padre James Lengarin, ha condiviso una notizia di grande importanza per tutti i missionari, le missionarie, i laici, i benefattori e amici della Famiglia Consolata nel mondo.
"Questo giovedì 23 maggio 2024, Papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del Decreto che riconosce un miracolo attribuito al Beato Giuseppe Allamano, nostro amato Fondatore. Questo atto segna l'inizio del percorso verso la sua canonizzazione, un momento tanto atteso da tutti noi".
La miracolosa guarigione dell'indigeno Sorino Yanomami nella foresta Amazzonica in Brasile è stata decisiva per questa proclamazione.
Nel video, accanto al Padre Generale ci sono i vescovi, mons. Francisco Munera Correa, IMC, arcivescovo di Cartagena, e mons. Joaquín Humberto Pinzón, IMC, vescovo del Vicariato Apostolico di Puerto Leguizamo - Solano, nell'Amazzonia colombiana.
Con profonda gioia e gratitudine, celebriamo questo riconoscimento che rafforza il nostro spirito missionario e ci ispira a continuare a portare il Vangelo a tutti i popoli del mondo come voleva il Beato Fondatore.
* Redazione con Comunicazione Regione Colombia
Nell’udienza concessa questo giovedì 23 maggio 2024 al cardinale Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, Papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del Decreto che attesta un miracolo attribuito all’intercessione del Beato Giuseppe Allamano, Fondatore dei Missionari e delle Missionarie della Consolata.
Il Papa nello stesso tempo ha deciso di convocare un Concistoro, che riguarderà la canonizzazione dell’Allamano, insieme a Marie-Léonie Paradis, Elena Guerra e Carlo Acutis. Quando non sappiamo ancora.
l miracolo che porterà alla canonizzazione il Beato Giuseppe Allamano, è successo in Brasile, nello stato di Roraima, in piena foresta amazzonica, una delle frontiere della missione, dove dal 1948 i missionari e le missionarie della Consolata lavorano con la gente e annunciano il Vangelo, realizzando il sogno dell’Allamano, che dalla Consolata li aveva inviati nel mondo intero.
Nato a Castelnuovo Don Bosco (Italia) il 21 gennaio 1851 l’Allamano muore a Torino (Italia) il 16 febbraio 1926. Da ragazzino Giuseppe è cresciuto fra i salesiani, a 22 anni è sacerdote coltiva il sogno di partire in missione, ma la salute cagionevole non glielo permette. Alla età di 29 anni lo mandano a dirigere il più grande Santuario mariano di Torino dedicato alla Madonna Consolata che riporta agli splendori di un tempo. Il fuoco per la missione, ancora vivo nel suo cuore, l’Allamano lo trasmette a giovani preti che dovutamente formati alla scuola del loro Rettore si preparano a salpare per le terre lontane.
Ai piedi della Consolata, in questo modo, l'Allamano getta le basi per una grande opera, l’Istituto Missioni Consolata (IMC), che fonda nel 1901 e su richiesta di Pio X ne costituisce anche un ramo femminile con le Suore Missionarie della Consolata (MC) nel 1910.
Il miracolo attribuita alla intercessione dell’Allamano riguarda la guarigione miracolosa dell’indigeno Sorino Yanomami, popolo della foresta amazzonica nello Stato di Roraima, nord del Brasile, che il 7 febbraio 1996 fu aggredito da un giaguaro causandogli la frattura e la conseguente apertura della scatola cranica. Sorino rimane in questa gravissima condizione per otto ore senza cure adeguate, finché un piccolo aereo bimotore riesce a trasportarlo all’ospedale di Boa Vista, la capitale dello Stato.
La scena per i medici è terrificante, l’indigeno viene operato di urgenza e poi ricoverato in terapia intensiva. Accanto a lui, oltre alla moglie, ci sono sei suore della Consolata, un sacerdote e un fratello missionario sempre della Consolata. Tutti invocarono il Beato Allamano e mettono una sua reliquia sotto il cuscino del letto di Sorino. Proprio in quel giorno iniziava la novena del Beato che le suore hanno pregato per chiedere al Beato Fondatore la guarigione di Sorino che si risveglia dieci giorni dopo l’intervento senza mostrare nessuna conseguenza di carattere neurologico. Il 4 marzo venne trasferito presso una casa di cura e il giorno 8 maggio sarà in grado di rientrare al suo villaggio completamente guarito, riprendendo la sua vita di un abitante della foresta e a tutt'oggi non ci sono conseguenze delle gravi lesioni subite 28 anni prima.
Subito dopo la notizia, il Superiore Generale dell’IMC, padre James Lengarin, e la Superiora Generale delle MC, madre Lucia Bortolomasi, hanno inviato un messaggio a tutti i missionari, le missionarie, i laici e i gruppi di amici della Famiglia Consolata, comunicando con gioia che “è arrivato il giorno tanto atteso, che i nostri cuori aspettavano da tempo: PADRE FONDATORE SARÀ CANONIZZATO DA PAPA FRANCESCO!”
Continuano affermando che “L’iter per il riconoscimento del miracolo in favore di Sorino Yanomami è ormai concluso: manca solo la comunicazione della data di questo evento così luminoso per la nostra Famiglia Consolata!”. “Il Beato Giuseppe Allamano, nostro Padre Fondatore, - prosegue il messaggio - Colui che ci ha dato lo spirito consolatino, è sempre stato una luce per noi. Al termine della vita scrisse con convinzione: «mi consola che cercai sempre di fare la volontà di Dio» (Lettera ai Missionari e Missionarie, 1° ottobre 1923).
Ecco il suo cammino di santità! E a noi, suoi figli e figlie, indica che il primo fine dei nostri Istituti è la santificazione dei suoi membri, santità che si allarga per abbracciare e illuminare anche il cammino dei laici. L’insistenza del Fondatore per noi suoi figli e figlie è diventata uno stile di vita: “prima santi e poi missionari».
“Ora anche la Chiesa universale lo riconosce come santo, questa luce si diffonde in tutti i luoghi, e diventa sempre più un faro per noi, sulle strade della missione. Ringraziamo il Signore per questo dono per noi e per la Chiesa! Questo tempo benedetto sia un’occasione per sentirlo sempre più PADRE e godere della sua presenza viva in mezzo a noi”, conclude il Messaggio firmato della Superiora e il Superiore Generali.
Leggi qui il testo integrale del Messaggio
“Diocesi in festa insieme ai Missionari della Consolata”. È lo spirito del messaggio inviato «alla Chiesa che è in Torino e alla città» dall’arcivescovo, mons. Roberto Repole, non appena la notizia è arrivata dalla Santa Sede.
«La missione partì dall’amato Santuario della Consolata e oggi è diffusa in tutto il mondo, dove i Missionari e le Missionarie della Consolata continuano a testimoniare la fede in Gesù, spesso in condizioni di grande povertà materiale e spirituale. È l’impegno missionario di tutta la Chiesa, anche di quella torinese che sull’esempio dell’Allamano e dei “santi sociali” che illuminarono la città nell’Ottocento e nel Novecento si sente chiamata a portare il Vangelo nella vita di tutti gli uomini e tutte le donne, qui ed oggi», afferma l’arcivescovo.
“In queste ore ci uniamo alla festa dei Missionari e delle Missionarie della Consolata e rivolgiamo un pensiero riconoscente al Papa. Ha inizio il percorso verso la canonizzazione di Giuseppe Allamano, che presto avremo la gioia di vivere insieme», conclude mons. Roberto Repole.
Una “santa coincidenza” ha voluto che Papa Francesco autorizzasse la promulgazione del Decreto che attesta un miracolo attribuito all’intercessione del Beato Giuseppe Allamano, proprio nello stesso giorno, il 23 maggio 2015, in cui, una sua figlia, suor Irene Stefani, è stata proclamata beata insieme all’Arcivescovo Oscar Romero, icone di “santità” nella missione di consolazione, di giustizia e di pace.
* Padre Jaime C. Patias, IMC, Comunicazione Generale.
"Una sola comunità, una sola missione, una sola speranza" è il motto della XIII Conferenza regionale dei missionari della Consolata in Colombia, Ecuador e Perù che in corso a Bogotá dal 20 al 25 maggio 2024.
L'incontro, che si svolge ogni sei anni, ha come obiettivo "la costruzione di una visione comune della missione, alla luce del XIV Capitolo Generale (Roma, 2023) e del cammino di sinodalità proposto dalla Chiesa".
Secondo il programma, dopo un profondo processo di riflessione, la Conferenza vuole "valorizzare la comunità come spazio di conversione personale; orientare l'azione missionaria verso un obiettivo comune; vivacizzare la passione per l'ad gentes, il senso di appartenenza, l'identità e il carisma".
I partecipanti alla Conferenza nella celebrazione dell'Eucaristia di apertura nella parrocchia di Madre de las Misiones
La conferenza diventa una opportunità per rafforzare l'unità tra i missionari che riflettono su temi di vitale importanza per il futuro della missione.
L'apertura dell'incontro, che ha riunito 61 missionari, si è svolta lunedì 20 maggio con una cerimonia formale presieduta dal Superiore regionale, padre Venanzio Mwangi, e alla presenza del Superiore generale, padre James Lengarin e del Consigliere generale per l'America, padre Juan Pablo de los Rios.
Dopo l'apertura, il cardinale Luis José Rueda Aparicio, arcivescovo di Bogotá, ha tenuto una relazione dal titolo "La situazione attuale della Chiesa cattolica in Colombia, il suo impatto sulla società e la sua proiezione verso le periferie geografiche ed esistenziali nello spirito della Missione ad gentes".
La giornata si è conclusa con la celebrazione dell'Eucaristia nella parrocchia di Madre de las Misiones, presieduta dallo stesso cardinale Luis José Rueda, con la partecipazione del vescovo della diocesi di Fontibón, monsignor Juan Vicente Córdoba Villota e della comunità parrocchiale.
Ecco come è stata vissuta l'apertura della XIII Conferenza Regionale dei Missionari della Consolata della Regione Colombia, Ecuador e Perù.
Il Superiore regionale, padre Venanzio Mwangi (Video), invita i missionari a partecipare attivamente per «dare continuità e corpo al coraggio di cambiare promosso dalla Conferenza che ci porta verso il consolidamento di una Regione il cui Progetto Missionario nei prossimi sei anni (2024-2030) è caratterizzato dallo spirito di una sola Comunità, una sola Missione e una sola Speranza».
I missionari della Consolata sono arrivato in Colombia nel 1947. Attualmente vivono e lavorano nel Paese 83 missionari (2 vescovi, 1 fratelli, 66 sacerdoti e 14 studenti di teologia) nelle seguenti circoscrizioni ecclesiastiche: Bogotá, Bucaramanga, Buenaventura, Cali, Cartago, Florencia, Fontibón, Manizales, Medellin, Popayán, San Vicente del Caguán, Vicariato Apostolico di Puerto Leguízamo - Solano, Vicariato Apostolico di San José de Amazonas (Peru), Vicariato Apostolico di San Miguel de Sucumbios (Ecuador).
* Redazione SGC con Comunicazione Regione Colombia.
Padre James Lengarin, Superiore Generale