Il Simposio delle Conferenze Episcopali di Africa e Madagascar (SECAM) ha rilanciato il suo Ufficio di Collegamento dell'Unione Africana (SECAM-AU Liaison Office) con sede ad Addis Abeba e ha nominato padre Stephen Okello, IMC, (il primo ufficiale) capo ufficio di collegamento.

Una delegazione guidata dal Segretario generale del SECAM, padre Rafael Simbine Junior, vicesegretario generale, padre Jean Germain Rajoelison e dalla signora Mavis Anima Bonsu, responsabile delle finanze e dell'amministrazione del Segretariato SECAM, è stata presente in Etiopia dal 9 al 14 febbraio, per rilanciare il rivitalizzato l’ufficio che era rimasto inattivo negli ultimi anni.

Nel 2015, al SECAM è stato concesso lo status di osservatore presso l’Unione Africana (UA) per amplificare la voce della Chiesa dall’Africa, dal Madagascar e dalle Isole su questioni cruciali come il buon governo, lo sviluppo sostenibile e la promozione della leadership di servizio in tutto il continente.

Pertanto, l’ufficio di collegamento svolgerà il ruolo di osservatore della missione del SECAM presso l’UA e avrà sede presso il Segretariato della Conferenza episcopale cattolica dell’Etiopia (CBCE) ad Addis Abeba.

Secondo padre Simbine, “l’attuale leadership ha scelto strategicamente di istituire l’Ufficio di collegamento dell’UA ad Addis Abeba come punto focale per le attività della Commissione Giustizia, Sviluppo e Pace (JDPC) del Simposio… Di conseguenza, la stretta collaborazione tra il SECAM e l’Unione Africana è ritenuta essenziale per raggiungere l’unità, la pace, la coesistenza armoniosa e lo sviluppo continuo in tutto il continente e nelle sue isole”.

Alla luce di questo nuovo sviluppo, padre Stephen Okello, sacerdote missionario della Consolata del Kenya, è stato nominato (primo ufficiale) capo ufficio di collegamento per assistere il SECAM nella gestione della missione, il cui rappresentante ufficiale presso l'UA è Sua Eminenza il cardinale Souraphiel Berhaneyesus, arcivescovo metropolita. di Addis Abeba.

“Contando sulla vostra consueta disposizione fraterna e comprensione, affidiamo questo nuovo ufficio alla vostra piena supervisione, con l’aspirazione che possa servire come ulteriore strumento della Chiesa in Africa, finalizzato all’impianto e alla crescita del Regno di Dio sul continente e nelle Isole” ha affermato don Simbine durante la firma di un protocollo d'intesa tra il SECAM e il Superiore Generale dei Padri della Consolata in Etiopia che ha delegato padre Okello all'ufficio di collegamento.

Il Superiore Gdenerale dei Padri della Consolata – Etiopia firma il Memorandum d'Intesa con il SECAM alla presenza del Segretariato del SECAM. Il protocollo d'intesa ha nominato padre Stephen Okello come ufficiale di collegamento per l'ufficio SECAM-AU ad Addis Abeba.

Secondo il SECAM, il rilancio dell’ufficio di collegamento ad Addis Abeba è la prova della collaborazione esemplare tra il Simposio e la Conferenza Episcopale dell’Etiopia in vari ambiti, in particolare nel promuovere un rapporto positivo tra la Chiesa cattolica in Africa e l’Unione Africana.

Fonte: CISA

Valutare e programmare la missione ad gentes per i prossimi sei anni. Questo è stato l'obiettivo principale della XII Conferenza regionale dei Missionari della Consolata in Tanzania. L'incontro si è svolto dal 2 al 9 febbraio 2024 presso il Consolata Mission Centre Bunju, a Dar es Salaam.

Alla conferenza hanno partecipato 35 missionari di diverse comunità con la presenza del Superiore Generale, padre James Lengarin, del Consigliere Generale per l'Africa, padre Erasto Mgalama, e dell'Amministratore Generale, padre Fredrick Agalo.

Le riflessioni sono state guidate dagli Atti del XIV Capitolo Generale, dal Progetto Missionario Continentale (PMC) e dal Documento della Assemblea Continentale Post XIV Capitolo Generale.

Prima di questo incontro, era stata conclusa un'indagine per elaborare un Instrumentum Laboris che servisse da documento guida. Per tale valutazione sono state create quattro commissioni corrispondenti alle seguenti dimensioni: Formazione di base, Formazione continua, Evangelizzazione e promozione dello spirito missionario ed Economia per la missione.  Le stesse commissioni hanno condiviso fra loro un'esperienza arricchente e allo stesso tempo impegnativa.

Formazione

Dal settore della formazione di base sono state comunicate alcune notizie positive, come l'aumento del numero di giovani che vogliono entrare nel nostro Istituto. Si tratta di una buona notizia, ma allo stesso tempo di una sfida dovuta alla mancanza di spazi sufficienti per accogliere un numero maggiore di giovani. Per questo, la Conferenza ha proposto un Piano di Formazione che prevede la disponibilità di formatori qualificati, un fondo per la formazione, con la collaborazione di tutti i missionari in termini di sostenibilità economica, la costruzione di un nuovo Seminario Filosofico, ecc.

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Il settore formazione continua ha elencato una serie di risultati come, per esempio, alcuni missionari hanno fatto il corso di formazione permanente (Bunju, Sagana, Italia) come parte del piano dell'Istituto. Inoltre, sono stati forniti materiali sufficienti e sono state tenute alcune conferenze sul Biennio della persona, è però anche emerso che l'inserimento nella missione è ancora un problema per alcuni missionari. Inoltre, per quanto riguarda i missionari che stanno affrontando alcune particolari situazioni nella loro vita, è stata evidenziata la mancanza di un piano chiaro relativo ai programmi e agli esperti destinati ad aiutarli.

Riguardo a questo, la Conferenza ha aderito al piano proposto dalla XIII Capitolo Generale cercando di capire come concretizzarlo. Inoltre alcune delle questioni che richiedono ancora un'attenzione particolare sono la vita comunitaria, l'importanza della lingua locale per i nuovi missionari, l'accompagnamento dei missionari in difficoltà e di gruppi particolari in base agli anni di professione religiosa o di sacerdozio.

Missione ad gentes

L'ambito dell'evangelizzazione ha rivelato la dedizione e lo zelo apostolico di alcuni missionari nelle attività ad gentes. Tuttavia, è stato valutato che negli ultimi sei anni non abbiamo aperto nessuna presenza ad gentes. Al contrario, abbiamo consegnato una parrocchia ad gentes (Tosamaganga) alla diocesi di Iringa e mentre la parrocchia di Sanza, anch’essa, una significativa presenza ad gentes, è in processo di essere consegnata alla diocesi di Singida.

In questo senso, la Conferenza ha avanzato la proposta di aprire una nuova presenza ad gentes nei prossimi sei anni. Inoltre, ha suggerito il gemellaggio delle parrocchie, in modo che le parrocchie economicamente stabili possano sostenere quelle bisognose. Allo stesso modo, le attività di “consolazione”, come per esempio l’ospedale di Ikonda sono preziose e quindi riteniamo sia necessario continuare a mantenerle. Il contributo dei laici è importante per la nostra evangelizzazione e quindi è necessario formarli e coinvolgerli nella nostra missione ad gentes. Come benefattori locali, possono essere di grande aiuto.

L'amministrazione

20240221Tanzania4L'economia per la missione ha svelato alcune realtà positive ma anche impegnative. Così le positive sono: le comunità sono in grado di soddisfare le esigenze dei missionari (vacanze, salute, ecc.). Inoltre, ogni missionario ha un'assicurazione sanitaria che può coprire le spese mediche anche al di fuori della Tanzania (almeno in Africa orientale). Allo stesso modo, il 5% delle decime e delle offerte viene restituita all'Istituto. Tuttavia, quanto già si fa non dovrebbe essere un ostacolo per contribuire maggiormente alle case di formazione, soprattutto se si considera la generosità che alcune delle nostre comunità hanno dimostrato negli ultimi sei anni.

Nei prossimi sei anni, la Conferenza ha dato priorità alle seguenti attività ad gentes:

  • Formazione, conoscenza e applicazione del Direttorio di Amministrazione, e l’attuazione di strategie di sostenibilità con investimenti e cura del nostro patrimonio.

  • Inoltre, ha incoraggiato un'accurata preparazione ed esecuzione dei vari progetti delle missioni

  • la preparazione dei missionari in campo amministrativo,

  • l'attuazione del principio della cassa comune a tutti i livelli, che riguardano le donazioni libere dei benefattori, gli stipendi dei servizi religiosi, il 5% dei progetti, la raccolta di fondi e le adozioni di seminaristi da parte di parrocchie, gruppi e individui. Inoltre, sono importanti i contributi delle varie istituzioni IMC per far fronte al funzionamento quotidiano della Regione.

  • Per migliorare la trasparenza e la responsabilità, la Conferenza ha proposto che l'Amministrazione lavori come una squadra a tutti i livelli, fornendo rapporti progressivi su questioni riguardanti l'amministrazione e promuovendo frequenti revisioni interne per verificare il funzionamento delle missioni e delle istituzioni.

  • Infine, le comunità sotto la cura pastorale dell’Istituto devono avere due conti bancari: uno per la comunità IMC e l'altro per la parrocchia e di conseguenza ci devono essere due scritture contabili diverse: una per l'IMC e l'altra per la parrocchia.

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Altri temi

Altri temi affrontati durante la Conferenza sono stati l'Animazione Missionaria e vocazionale, la missione nella comunità e la Giustizia Pace e l'integrità del Creato (GPIC). Uno sguardo critico alla prima ha rivelato che la commissione di animazione deve avere un piano chiaro e definito e un programma concreto di attività e deve condividerlo con tutti i missionari della Regione.

Per migliorare la vita missionaria, la Conferenza ha stabilito che ogni comunità deve avere un chiaro Progetto di Vita Comunitario in cui siano delineate alcune attività concrete. Questo permette ai suoi membri di dare concretezza ad alcune proposte come la preghiera, le attività pastorali, la formazione permanente, la correzione fraterna, ecc.

Per quanto riguarda il settore GPIC, la Conferenza ha proposto che questioni come la violenza di genere, l'abuso dei minori, le varie dipendenze, il traffico di esseri umani, le questioni legali a livello delle comunità cristiane, lo sfiducia per la diffusa corruzione in tutte le sue forme, la riconciliazione soprattutto tra famiglie e persone, siano condivise e trattate a livello continentale. Inoltre, i missionari sono invitati a utilizzare i mass media come la rivista Enendeni, per educare e diffondere informazioni su questi temi.

Ringraziamo la famiglia Consolata per i suoi instancabili sforzi affinché il messaggio di consolazione sia diffuso in tutto il mondo. La realizzazione delle proposte sollevate da questa Conferenza richiede un approccio sinodale alla missione. Impariamo a lavorare e a camminare insieme.

* Paulino Madeje, IMC, è direttore della rivista Enendeni.

L’Istituto Missioni Consolata è nato dal desiderio del Beato Giuseppe Allamano di aprire missioni in Etiopia, dove voleva inviare i suoi missionari da Torino in Italia. Ma il suo desiderio si è realizzato solo nel 1913, quando venne affidato all’Istituto parte del Vicariato di Oromo, eretto in Prefettura Apostolica il 28 gennaio 1913 con il nome di Kaffa Meridionale. Il primo Prefetto Apostolico, Mons. Gaudenzio Barlassina, IMC, fu eletto il 6 maggio 1913, ma raggiunse Addis Abeba, la capitale del paese verso la fine del 1916 e dovette attendere circa un anno prima di poter entrare nel territorio della sua missione.

Nel 1941, con la fine dell’esperienza coloniale italiana, anche i missionari della Consolata vennero espulsi dal paese. Nel 1970 l’Istituto ritorna in Etiopia assumendo la cura spirituale de alcune missioni del Vicariato di Harrar.

Attualmente lavorano nel paese 17 missionari della Consolata in cinque distinti missioni nella capitale Addis Abeba, nel Vicariato di Meki e nel Vicariato di Nekemte. Svolgono essenzialmente una missione fatta di evangelizzazione e promozione umana, come disiderava il Fondatore. Questo è ciò che ci spiega il Padre Marco Marini, IMC, in un'intervista rilasciata al Segretariato per la Comunicazione a Roma prima di tornare ad Addis Abeba, dove lavora.

Vedi il video realizzato da Fratel Adolphe Mulengezi

Monsignor Francisco Javier Múnera Correa, Missionario della Consolata e Arcivescovo di Cartagena de Indias, Colombia, il 11 febbraio ha compiuto il suo 25° anniversario di ministero episcopale.

La celebrazione gioiosa e fraterna si è svolta sabato 10 febbraio, nella parrocchia Madre delle Missioni, del quartiere di Modelia (Bogotá, Colombia) al suono di tamburi, tastiere e chitarre; il beato Giuseppe Allamano e María Consolata erano molto presenti nell’aria.

Alla tavola dell’eucaristia, Mons. Francisco è stato accompagnato, come pellegrino in processione, da alcune delle sue famiglie: membri della famiglia episcopale; della famiglia dei Missionari della Consolata e anche da Carlos Alberto, della sua famiglia di origine. Lui ha avuto parole di ringraziamento per tutti questi che, in diverso modo, lo hanno accompagnano nel suo cammino missionario.

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In questa occasione è bene ricordare alcune parole del rimpianto Mons Luis Augusto Castro Quiroga IMC che il 16 maggio 2013 diceva: "così come voi mettete al servizio della missione i vostri due occhi, i vostri due piedi, le vostre due mani, tutto il vostro essere; allo stesso modo la vita episcopale vi chiede di mettere al servizio della vostra missione due passioni: quella per Gesù Cristo inviato perché tutti abbiano la vita e la passione e l'amore per il popolo che vi è affidato come buon pastore".

Il video che segue racconta come è stata vissuta questa giornata speciale, ringraziando e celebrando la traiettoria umana, religiosa, missionaria ed episcopale di monsignor Francisco.

In un messaggio social l'arcivescovo di Cartagena ha espresso la sua gratitudine a tutti coloro che hanno festeggiato con lui: "...una gratitudine immensa alla mia cara famiglia della Consolata che in questo giorno mi ha accompagnato con il ricordo, l'affetto e le preghiere. Allo stesso modo ringrazio i giovani in formazione che erano presenti, le Missionarie della Consolata, i confratelli della casa provinciale, il superiore regionale, p. Venanzio Mwangi e il suo consiglio, la Parrocchia Maria madre delle missioni. Il Signore vi ricompensi per la vostra gentilezza. Un abbraccio fraterno e abbondanti benedizioni. Fratello e servitore, Francisco Javier".

Poi rivedere di seguito l'intervista che padre Salvador Medina, IMC, ha realizzato con monsignor Francisco Múnera nel 2021 prima del suo insediamento come arcivescovo di Cartagena de Indias.

* Con informazione del Gruppo di comunicazione IMC di Bogotà

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Tutti siamo sorpresi per l’impresa della nazionale della Costa d’Avorio che è riuscita ad andare in finale della Coppa d'Africa 2024. La sfida decisiva si terrà domenica 11 febbraio nella capitale Abidjan contro la Nigeria. Quest’ultima è senz’altro la squadra favorita, dovrà giocarsela alla pari con la squadra ivoriana che potrà contare sull’arrivo di un grande rinforzo: stiamo parlando di Padre Stefano Camerlengo, IMC, che atterrerà nella Capitale del Paese degli elefanti proprio questo sabato, 10 febbraio, la vigilia della grande inaspettata finale.

Nonostante le sue innegabili doti calcistiche, - confermate da chi lo conosce bene dai tempi del seminario - la sua "partita" si giocherà altrove, non nello Stadio All'Alassane Ouattara di Abidjan, sede della finale vera e propria, ma più precisamente nei diversi “campi” di missione che Dio ha affidato ai Missionari della Consolata nel nord del Paese, dove la maggioranza della popolazione è musulmana. A differenza di una partita di calcio, la sfida della missione durerà molto di più di 90 minuti... saranno anni…

Come un pellegrino della missione ad gentes, dopo 18 anni di generosa dedizione e servizio nella Direzione Generale, a 67 anni di età e 40 di sacerdozio, Padre Stefano riparte pieno di entusiasmo ed energia e molto bene “allenato” da questi anni di servizio all’Istituto, per continuare a condividere la gioia del Vangelo e il carisma della Consolazione ereditato dal Beato Allamano.

Prima della sua partenza, in un'intervista rilasciata al Segretariato Generale per la Comunicazione, Padre Stefano ha lanciato questo messaggio.

Vedi il video realizzato da Fratel Adolphe Mulengezi

Messa d'invio per la Costa d'Avorio

Nella Messa di saluto e di invio missionario celebrata il venerdì 09 febbraio, nella comunità di Casa Generalizia, padre Stefano ha condiviso i sentimenti che porta nel cuore. Ha fatto memoria di tutti i missionari che ha incontrato in tutti questi anni e ringraziato i Signore per il dono che sono stati per lui e l’insegnamento ricevuto per la sua vita. Il cambiamento all’inizio è stato uno spaesamento, dopo così tanti anni, ma poi si vive una spogliazione per amare e vivere dell’essenziale, l’amore per il Signore e per la gente. L’amore per la Madonna, che lo ha sempre accompagnato e protetto nel suo mandato a servizio dell’Istituto, anche in questo frangente è fonte di ispirazione. Sono tre gli atteggiamenti che Maria mi insegna, ha detto nell’omelia. Il primo: “avvolgere nelle fasce della tenerezza e della misericordia le persone che incontrerò, come Maria – ha continuato padre Stefano – che nella capanna ha avvolto nelle fasce il Bambino Gesù. Secondo, la capacità di custodire nel cuore le ispirazioni della Parola di Dio e poi, cercare di fare sempre “quello che il Signore mi dirà”, facendo mio l’esortazione che Maria ha ricolto ai servitori del banchetto di Cana. Sono tre atteggiamenti - ha concluso padre Stefano - con i quali cercherò di vivere la Missione in Cosa d’Avorio”.

Leggi l'omelia integrale di P. Stefano

Accompagneremo padre Stefano con la preghiera, affinché possa realizzare questi suoi propositi. Dunque “palla al centro”, auguri e preghiere per l’inizio della "partita" della missione.

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La comunità  IMC della Casa Generalizia a Roma accompaga Padre Stefano con la preghiera e sostegno.

Breve biografia

Nato a Morrovalle - Macerata l'11 giugno 1956, Padre Stefano Camerlengo è entrato in seminario a Varallo Sesia nel 1978, ha compiuto gli studi teologici a Torino e Roma, presso l’Università Gregoriana, ed è stato ordinato sacerdote il 19 marzo 1984 a Wamba, nell’attuale Repubblica Democratica del Congo, dove ha lavorato a più riprese, disimpegnandosi bene come parroco, formatore nel seminario e Superiore regionale. Nel suo percorso, ha lavorato in Italia nell’animazione missionaria vocazionale. Dal 2005 al 2011 ha svolto l'incarico di Vice Superiore Generale e dal 2011 al 2017 è stato Superiore Generale.

Nella Costa d'Avorio, i missionari della Consolata sono presenti dall’inizio del 1996 dove attualmente lavorano 19 missionari nelle diocesi di Odienne e di San Pedro e nell’archidiocesi di Abidjan.

* Padre Jaime C. Patias, Comunicazione IMC Roma.

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