"Esprimiamo solidarietà e rinnoviamo il nostro impegno per la vita dei Popoli Indigeni dell'Amazzonia, in particolare degli Yanomami che si trovano ad affrontare gravi minacce alla loro sopravvivenza". Questo è un estratto del messaggio diffuso dai Missioni Consolata giovedì 16 febbraio, festa del Fondatore, a conclusione dell'Assemblea del Continente Americano in preparazione del prossimo Capitolo Generale. 

L'incontro online ha riunito per tre giorni 35 missionari che lavorano in diversi Paesi del continente e la Direzione Generale da Roma. "Siamo indignati per questa tragedia inflitta a un popolo che conosciamo da tempo, pieno di vitalità, bellezza e ricchezza spirituale, senso della festa e della condivisione. Questa barbarie è il risultato di un progetto di sfruttamento che la società non indigena ha imposto agli Yanomami", sottolinea la nota della Congregazione che da 75 anni accompagna i popoli indigeni in Amazzonia.

A continuazione il messaggio completo diffuso il 16 febbraio. Festa del Beato Giuseppe Allamano:

NOTA DI SOLIDARIETÀ CON IL POPOLO YANOMAMI

"Dobbiamo ascoltare di più i popoli indigeni e imparare dal loro modo di vivere per capire bene che non possiamo continuare a divorare avidamente le loro risorse naturali" (Papa Francesco, 6° Incontro Mondiale del Forum dei Popoli Indigeni, Roma, 10/02/2023).

Noi, Missionari della Consolata riuniti online per l'Assemblea Continentale dal 14 al 16 febbraio 2023 in preparazione al XIV Capitolo Generale, esprimiamo solidarietà e rinnoviamo il nostro impegno per la vita dei popoli indigeni dell'Amazzonia, in particolare degli Yanomami che si trovano ad affrontare gravi minacce alla loro sopravvivenza.

Le immagini e le informazioni diffuse sugli Yanomami, all'interno del loro territorio legalmente riconosciuto nello stato del Roraima, hanno avuto grande risonanza in Brasile e in tutto mondo, generando diverse manifestazioni di indignazione, solidarietà e richieste di indagini sui vari crimini che sono stati commessi. Siamo indignati per questa tragedia che è stata inflitta a un popolo che conosciamo da molto tempo, pieno di vitalità, bellezza e ricchezza spirituale, senso di festa e condivisione. Questa barbarie è il risultato di un progetto di sfruttamento che la società non indigena ha imposto agli Yanomami.

Ciò che è emerso dai mezzi di comunicazione non è nuovo. Negli ultimi cinque anni, le organizzazioni indigene e i loro alleati hanno fatto innumerevoli denuncie: dall'invasione delle terre degli Yanomami fino all'abbandono della assistenza sanitaria pubblica

Senza ottenere una risposta adeguata, che avrebbe potuto evitare questa situazione di sterminio,  l'omissione delle autorità pubbliche è stata notoria.

Le prove indicano che negli ultimi anni la combinazione di incentivi sistematici per l'estrazione mineraria, la negligenza con rispetto all’assistenza sanitaria hanno finito per minacciare la vita fisica e culturale del popolo Yanomami. Questi fattori hanno generato, tra gli altri mali, una crescente violenza contro le comunità, la distruzione dell'ambiente, la contaminazione dei fiumi, l'aumento della malaria, della malnutrizione, della verminosi e delle malattie respiratorie.

Come fratelli e sorelle degli Yanomami, ribadiamo gli appelli della Chiesa in Amazzonia, del Consiglio Missionario Indigeno (Cimi), delle organizzazioni indigene e dei loro alleati, affinché le autorità governative competenti affrontino il problema alla radice con misure volte allo smantellamento dell’attività mineraria illegale, all'immediata espulsione dei garimpeiros dal territorio indigeno, alla protezione permanente del territorio, nonché all'indagine e alla punizione rigorosa dei responsabili dei crimini commessi contro il popolo Yanomami.

Appoggiamo tutte le misure di emergenza adottate dal governo federale per salvare vite umane, ma allo stesso tempo chiediamo la ripresa dell'assistenza sanitaria all'interno del territorio in conformità con la Costituzione.  

In spirito di comunione, esprimiamo anche il nostro sostegno e la nostra solidarietà alla Diocesi di Roraima e a quei Missionari della Consolata che da 75 anni accompagnano le popolazioni indigene del Roraima. La missione svolta con rispetto, dialogo e testimonianza profetica contribuisce alla difesa delle comunità, dei loro territori e delle loro culture, e alla cura integrale della Casa Comune. L'opzione storica per i popoli indigeni e l'Amazzonia ci aiuti a essere più fedeli alla missione ad gentes e al carisma ereditato dal Fondatore.

I partecipanti all'Assemblea Precapitolare IMC del Continente Americano.

Il dottor André Siquiera, specialista in medicina tropicale, è arrivato nelle terre dove vivono gli indiani Yanomami lunedì 16 gennaio. "Il nostro obiettivo era fare una diagnosi rapida della situazione e creare un piano d'azione con il Ministero della Salute e i leader Yanomami per mitigare o risolvere questi problemi", Visibilmente colpito, il medico ha confessato che è molto difficile affrontare questa situazione, che descrive come "catastrofica" e "disastrosa". "Assistere a questo livello di sofferenza –ha detto– è una esperienza molto pesante. Quando è il momento di affrontarlo, lo facciamo, come se avessimo il pilota automatico. Ma è solo dopo quando ci si rende conto di quanto sia drammaticca la situazione". (intervista a BBC News Brazil)

Il giornalista Wilker Oliveira, introducendo l’intervista a padre Corrado Dalmonego, Missionario della Consolata descrive in questi termini ciò che sta accadendo nella più estesa riserva indigena del Brasile: “Nella comunità Yanomami, c'è in corso una crisi umanitaria senza precedenti legata allo sfruttamento illegale delle risorse minerarie (garimpo), la denutrizione, l’epidemia della malaria, la mancanza delle medicine più elementari, la corruzione, l’abbandono da parte dello stato... solo l’anno scorso sono morti di fame e polmonite 99 bambini Yanomami.

Nel seguente video, in portoghese, ascoltiamo l’intervista al padre Corrado

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