“Il monte, luogo dei grandi incontri tra Dio e l’uomo, è anche il posto dove Gesù trascorse ore e ore in preghiera (cfr. Mc 6, 46), a unire terra e Cielo, noi suoi fratelli al Padre. Che cosa dice a noi il monte? Che siamo chiamati, nel silenzio, nella preghiera, ad avvicinarci a Dio e agli altri, che dal monte si vedono in un’altra prospettiva, quella di Dio che chiama tutte le genti. Il monte lega Dio e i fratelli in un unico abbraccio, quello della preghiera. La missione inizia sul monte: lì si scopre ciò che conta: salire sul monte a pregare per tutti e scendere dal monte per farsi dono a tutti”. (Papa Francesco, Omelia per la Giornata Missionaria Mondiale, 20 ottobre 2019)

L’equilibrio tra assiduità con il Signore e missione verso gli uomini è delicato, e a esso occorre prestare continuamente attenzione, come a un equilibrio instabile che deve essere ogni giorno re-instaurato. Gli Atti degli apostoli ci testimoniano che gli apostoli stessi ben presto si resero conto di una patologia che minacciava gravemente il loro ministero:

“I Dodici convocarono il gruppo dei discepoli e dissero: «Non è bene che noi trascuriamo la Parola di Dio per servire alle tavole. Dunque, fratelli, cercate tra voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di sapienza, ai quali affideremo questo incarico. Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al ministero della Parola” (At 6,2-4).

Preghiera come vicinanza a Dio e alla gente 

Alcuni, per pregiudizi spiritualisti, pensano che la preghiera dovrebbe essere una pura contemplazione di Dio, senza distrazioni, come se i nomi e i volti dei fratelli fossero un disturbo da evitare. Al contrario nella vicinanza a Dio noi rafforziamo la vicinanza alla nostra gente; e viceversa, nella vicinanza alla gente viviamo anche la vicinanza al Signore. 

La preghiera del missionario si nutre e si incarna nel cuore dei popoli con cui condivide la vita, porta i segni delle ferite e delle gioie della sua gente che nel silenzio presenta ogni giorno davanti al Signore. Un missionario deve avere un cuore “allargato” da fare spazio al dolore e a tutta la miseria del popolo che gli è affidato e, nello stesso tempo, come sentinella annunciare l’aurora della Grazia di Dio che si manifesta proprio in quel dolore. 

Preghiera di intercessione 

Nell’intercessione, il missionario porta davanti a Dio i cristiani della comunità, le persone in difficoltà e i bisogni dei popoli e dell’umanità, come parte integrante del servizio missionario. 

Davvero, dunque, la preghiera per gli altri è esercizio di sollecitudine e responsabilità e lotta contro la nostra indifferenza nei confronti della realtà dell’altro, una tentazione che l’avanzare degli anni rende più concreta e forte.

Ce lo ricorda il papa Francesco: "La preghiera non è un rinchiudersi con il Signore per truccarsi l'anima: no, questo non è preghiera, questa è finta di preghiera. La preghiera è un confronto con Dio e un lasciarsi inviare a servire i fratelli. Il banco di prova della preghiera è l'amore concreto per il prossimo. E viceversa: i credenti agiscono nel mondo dopo aver prima taciuto e pregato; altrimenti la loro azione è impulsiva, è priva di discernimento, è un correre affannoso senza meta. I credenti si comportano così, fanno tante ingiustizie, perché non sono andati prima dal Signore a pregare, a discernere cosa devono fare". (Papa Francesco, Udienza, 7 ottobre 2020)

La preghiera missionaria

Ma, esiste una preghiera tipicamente missionaria? E se esiste, quali potrebbero esserne i tratti caratteristici? Non cambiano i contenuti teologici, ma è il contesto, la prospettiva e l’orizzonte che differenziano la preghiera “tradizionale” da quella missionaria. 

Nella preghiera tradizionale, il contesto è dato dalla mia situazione, dal mio stato d’animo, dai miei bisogni; la prospettiva è data dall’ambiente prossimo che mi circonda; l’orizzonte è costituito dalla porzione di chiesa a cui appartengo. 

Nella preghiera missionaria il contesto è determinato dalle situazioni dell’altro in quanto altro, diverso da me, dai suoi bisogni e dalle sue speranze; la prospettiva è il mondo intero, con tutte le sue sfide, contraddizioni e aspirazioni di pace, equità e giustizia; l’orizzonte è il Regno, fattosi carne in Gesù Cristo, ma non ancora compiuto. 

In altre parole, è preghiera missionaria:

1. quella preghiera in cui vi si trova descritta la vita delle persone, luogo in cui riconoscere l’impronta misteriosa e operante di Dio;

2. quella preghiera che continuamente educa a dilatare gli spazi del cuore e della mente; preghiera che diventa incessante esercizio di ascolto, di contemplazione, ma anche di apertura e di azione nella storia;

3. quella preghiera in cui trovano spazio i gemiti, i lamenti, le gioie e le speranze degli uomini e donne di oggi e di sempre; in cui il grido dei poveri, degli oppressi, dei migranti di questo nostro mondo è tenacemente portato al cospetto di Dio;

4. quella preghiera che sa riconoscere, anche in mezzo alle tempeste della vita e agli orrori del mondo, l’azione dello Spirito; che ne coglie la forza anche nella debolezza, che rafforza la sua fede donandola;

5. quella preghiera che ardentemente spera contro ogni umana speranza, che invita ad assumere le proprie responsabilità e a tradurle in un impegno concreto di cambiamento per il bene comune.

6. quella preghiera che non fa ripiegare mai su sé stessi, non fa attorcigliare sull’io, ma apre a prospettive nuove: invita ad andare sempre “oltre”, ad altri villaggi, ad altri bisogni, ad altre incarnazioni, ad altri rischi di novità.

(canto)

Rit:     Gloria a te, Cristo Gesù, oggi e sempre Tu regnerai!
         gloria a te! Presto verrai: sei speranza solo Tu!

 

* Sia lode a te! Figlio diletto, dolce presenza nella tua Chiesa:
   tu ami l'uomo come un fratello.
   Solo in te pace e unità! Amen! Alleluia!   Rit.

 

* Sia lode a te! Pietra angolare, seme nascosto, stella nel buio:
   in nessun altro il mondo si salva.
   Solo in te pace e unità! Amen! Alleluia!   Rit.

 

(vescovo)

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Amen.

 

A tutti voi, amati in Dio Padre e custoditi da Gesù Cristo, siano date in abbondanza mise­ricordia, pace e carità.

E con il tuo spirito.

 

(guida)

In questo tempo di grazia in cui la famiglia costituisce un vero e proprio segno dei tempi, abbiamo voluto accogliere l’invito del Papa e dei nostri Vescovi per invocare il dono dello Spirito sul Sinodo che si aprirà domani. Sarà proprio lo Spirito Santo il vero protagonista di questa Assemblea straordinaria dei Vescovi, voluta perché la Chiesa tutta sappia cogliere le attuali sfide sulla famiglia come nuove opportunità per testimoniare il Vangelo.

Papa Francesco già da alcuni mesi ha invitato Famiglie e Comunità cristiane a pregare per questo evento. Ascoltiamo un passo della lettera indi­rizzata da lui alle famiglie nello scorso 2 Febbraio:

(lettore)

"Questo importante appuntamento coinvolge tutto il Popolo di Dio, vescovi, sacerdoti, persone consacrate e fedeli laici delle Chiese particolari del mondo intero, che parteci­pano attivamente alla sua preparazione con suggerimenti concreti e con l’apporto indi­spensabile della preghiera. Il sostegno della preghiera è quanto mai necessario e signifi­cativo specialmente da parte vostra, care famiglie... Pertanto vi chiedo di pregare inten­samente lo Spirito Santo, affinché illumini i Padri sinodali e li guidi nel loro impegnativo compito... Preghiamo dunque tutti insieme perché, attraverso questi eventi, la Chiesa compia un vero cammino di discernimento e adotti i mezzi pastorali adeguati per aiutare le famiglie ad affrontare le sfide attuali con la luce e la forza che vengono dal Vangelo"

(guida)

Il nostro Vescovo, accogliendo questo invito del Papa, così ha scritto in un messaggio alla Diocesi:

(lettore)

La sera del 4 Ottobre, vigilia dell’apertura del Sinodo, tutta la Chiesa italiana è invitata a partecipare alla “veglia di preghiera” che si terrà a Roma con la presenza del Santo Padre. Tutte le parrocchie troveranno modo di unirsi a questa preghiera corale. Per le parrocchie della città di Cremona l’appuntamento è presso la parrocchia di Sant’Abbondio nel Santua­rio della “Santa Casa”. Qui si ritroveranno a turno le varie parrocchie della Città nei giorni successivi per tutta la durata del Sinodo, cioè dal 5 al 18 Ottobre.

Ma oltre a questi momenti comunitari programmati, vi esorto a trovare uno spazio di pre­ghiera all’interno di ogni famiglia, recuperando e manifestando la caratteristica della casa come “chiesa domestica”. La casa è luogo segnato dalla presenza di Dio per le tante cop­pie di sposi che hanno voluto iniziare la loro vita coniugale con il sacramento del Matrimo­nio, per le tantissime persone che, in forza del Battesimo ricevuto, vivono la di­gnità di figli di Dio. […] Molte e gravi sono le sfide che riguardano la famiglia e che il Si­nodo dovrà affrontare. Sosteniamo i suoi lavori con la nostra preghiera quotidiana. Anche in famiglia.

(vescovo)

Preghiamo.

O Padre, che guidi e custodisci la tua Chiesa, dona ai tuoi servi radunati in Sinodo lo Spi­rito di intelligenza, di verità, di pace, perché si sforzino di conoscere la tua volontà, e ti servano con totale dedizione. Per Cristo nostro Signore.

Amen.

 

- possiamo sedere -

 

(lettore 1)

Ascoltate la parola del Signore dal libro del profeta Osea                                               

2, 16. 17b-22

 

Così dice il Signore: «Ecco, la attirerò a me, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore; là canterà come nei giorni della sua giovinezza, come quando uscì dal paese d’Egitto. E avverrà, in quel giorno – oracolo del Signore – mi chiamerai: Marito mio, e non mi chiamerai più: Mio padrone. Le toglierò dalla bocca i nomi dei Baal, che non sa­ranno più ricordati. In quel tempo farò per loro un’alleanza con le bestie della terra e gli uccelli del cielo e con i rettili del suolo; arco e spada e guerra eliminerò dal paese; e li farò riposare tranquilli. Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nella benevolenza e nell’amore, ti fidanzerò con me nella fedeltà e tu conosce­rai il Signore».

 

(lettore 2)

Dal discorso di Papa Francesco ai fidanzati in preparazione al matrimonio, 14 febbraio 2014.

 

«Il matrimonio è anche un lavoro di tutti i giorni, potrei dire un lavoro artigianale, un la­voro di oreficeria, perché il marito ha il compito di fare più donna la moglie e la moglie ha il compito di fare più uomo il marito. Crescere anche in umanità, come uomo e come donna. E questo si fa tra voi. Questo si chiama crescere insieme. Questo non viene dall’aria! Il Signore lo benedice, ma viene dalle vostre mani, dai vostri atteggiamenti, dal modo di vivere, dal modo di amarvi. Farci crescere! Sempre fare in modo che l’altro cresca. Lavorare per questo.

E così, non so, penso a te che un giorno andrai per la strada del tuo paese e la gente dirà: «Ma guarda quella che bella donna, che forte!…». «Col marito che ha, si capisce!». E an­che a te: «Guarda quello, com’è!…». «Con la moglie che ha, si capisce!». È questo, arri­vare a questo: farci crescere insieme, l’uno l’altro. E i figli avranno questa eredità di aver avuto un papà e una mamma che sono cresciuti insieme, facendosi – l’un l’altro – più uomo e più donna!».

 

- segue una pausa di silenzio per la riflessione personale, quindi tutti si alzano e insieme recitano la se­guente preghiera -

 

Dio e Padre di tutti gli uomini, tu sei la fonte inesauribile di ogni vita:

nella santità e nella semplicità della Santa Famiglia di Nazareth

tu ci doni l’immagine più viva di un’esistenza vissuta generosamente e con pienezza.

Donaci oggi di lasciarci intimamente ispirare

dall’amore che Gesù, Maria e Giuseppe

hanno intensamente condiviso nella loro vita di famiglia.

Essi intercedano per noi, che ora ci affidiamo a te, nostro Padre,

tu che vivi e regni, con il Figlio e lo Spirito Santo,

Dio per tutti i secoli dei secoli. Amen.

 

- possiamo sedere -

 

(lettore 1)

Ascoltate la parola del Signore dal libro della Genesi

1, 26-28. 31

 

Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i ret­tili che strisciano sulla terra». Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e disse loro: «Siate fecondi e moltipli­catevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra». Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona.

 

(lettore 2)

Dall’udienza generale di Papa Francesco, 2 aprile 2014, e dal Messaggio del Santo Padre Francesco al primo Congresso latinoamericano di pastorale familiare, 4 agosto 2014.

 

«L’immagine di Dio è la coppia matrimoniale: l’uomo e la donna; non soltanto l’uomo, non soltanto la donna, ma tutti e due. Questa è l’immagine di Dio: l’amore, l’alleanza di Dio con noi è rappresentata in quell’alleanza fra l’uomo e la donna. E questo è molto bello! Siamo creati per amare, come riflesso di Dio e del suo amore. E nell’unione coniu­gale l’uomo e la donna realizzano questa vocazione nel segno della reciprocità e della comunione di vita piena e definitiva. Quando un uomo e una donna celebrano il sacra­mento del Matrimonio, Dio, per così dire, si “rispecchia” in essi, imprime in loro i propri lineamenti e il carattere indelebile del suo amore. Il matrimonio è l’icona dell’amore di Dio per noi. […] Inoltre, l’amore familiare è fecondo, e non soltanto perché genera nuove vite, ma perché amplia l’orizzonte dell’esistenza, genera un mondo nuovo; ci fa credere, contro ogni scoraggiamento e disfattismo, che una convivenza basata sul rispetto e la fi­ducia è possibile. Di fronte a una visione materialista del mondo, la famiglia non riduce l’uomo allo sterile utilitarismo, ma offre un canale per la realizzazione dei suoi desideri più profondi».

 

- segue una pausa di silenzio per la riflessione personale, quindi tutti si alzano e insieme recitano la se­guente preghiera -

 

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,

affidiamo a Te la causa della vita:

guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,

di poveri cui è reso difficile vivere,

di uomini e donne vittime di disumana violenza,

di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.

Fa' che quanti credono nel tuo Figlio

sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo

il Vangelo della vita.

Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,

la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza

e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,

insieme con tutti gli uomini di buona volontà,

la civiltà della verità e dell'amore

a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita. Amen.

(Dalla Lettera Enciclica Evangelium Vitæ)

 

- possiamo sedere -

 

(lettore 1)

Ascoltate la parola del Signore dal libro della Genesi                                                                                        

2, 18-24

 

Il Signore Dio disse: «Non è bene che l’uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile». Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all’uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualun­que modo l’uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. Così l’uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutte le bestie selvatiche, ma l’uomo non trovò un aiuto che gli fosse simile. Allora il Si­gnore Dio fece scendere un torpore sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una delle co­stole e rinchiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo. Allora l’uomo disse: «Questa volta essa è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa. La si chiamerà donna perché dall’uomo è stata tolta». Per questo l’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne.

 

(lettore 2)

Dalla Conferenza Stampa durante il volo di Papa Francesco di ritorno da Rio de Janeiro, 28 luglio 2013, e dall’Intervista a Papa Francesco di Antonio Spadaro, 19 agosto 2013.

 

«La cosa di cui la Chiesa ha più bisogno oggi è la capacità di curare le ferite e di riscaldare il cuore dei fedeli, la vicinanza, la prossimità. Io vedo la Chiesa come un ospedale da campo dopo una battaglia. […] Le persone vanno accompagnate, le ferite vanno curate […]. La Chiesa è Madre: deve andare a curare i feriti, con misericordia. Ma se il Signore non si stanca di perdonare, noi non abbiamo altra scelta che questa: prima di tutto, curare i feriti. È mamma, la Chiesa, e deve andare su questa strada della misericordia. E trovare una misericordia per tutti […]. I ministri della Chiesa devono essere misericordiosi, farsi carico delle persone, accompagnandole come il buon samaritano che lava, pulisce, sol­leva il suo prossimo. Questo è Vangelo puro. Dio è più grande del peccato».

 

- segue una pausa di silenzio per la riflessione personale, quindi tutti si alzano e, a cori alterni, recitano le seguenti invocazioni -

 

O Santa Famiglia di Nazareth, conduci i giovani innamorati che iniziano un cammino in­sieme.

Lo Spirito Santo illumini i loro passi verso un amore pienamente umano, maturo e stabile affinché nella gioia di un sì per sempre formino una nuova famiglia, piccola Chiesa e sa­cramento del tuo amore.

 

O Santa Famiglia di Nazareth, non abbandonare le giovani coppie di sposi che stanno vi­vendo un momento di crisi o di solitudine.

Lo Spirito Santo susciti la compagnia di altre famiglie che nella prossimità del buon sa­maritano si facciano vicine nell’ascolto e nella solidarietà.

 

O Santa Famiglia di Nazareth, riscalda il cuore degli sposi che sentono il peso della vita insieme o che non sentono più il gusto del buon vino di Cana.

Lo Spirito Santo doni loro una rinnovata freschezza affinché nel riscoprire la bellezza del loro Sacramento, sappiano accogliere le tante stagioni dell’amore.

 

O Santa Famiglia di Nazareth, dona una rinnovata speranza a tutti i papà e le mamme che sentono il peso dell’educazione dei figli.

L’attuale pressione culturale non sia fonte di scoraggiamento, ma con l’aiuto dello Spirito Santo diventi un’occasione propizia per costruire ponti tra famiglie e coinvolgere l’intera comunità cristiana.

 

(insieme)

O Santa Famiglia di Nazareth, solleva tutte le famiglie ferite.

Lo Spirito Santo doni loro una luce nuova perché sentano il calore di una comunità che li accoglie e li accompagna.

 

(canto)

 

(sacerdote/diacono)

Ascoltate la parola del Signore dal Vangelo secondo Giovanni                                                                      

2, 1-11

 

In quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu in­vitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli.

Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le ri­spose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai ser­vitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».

Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempi­rono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono.

Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono fi­nora».

Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.

Parola del Signore.

Lode a te, o Cristo.

 

- riflessione del Vescovo -

 

- segue una pausa di silenzio per la riflessione personale, quindi tutti si alzano per l’invocazione allo Spi­rito -

 

(vescovo)

Fratelli e sorelle, siamo qui raccolti in preghiera per invocare dal Signore della vita grazia e sapienza, prudenza e audacia per il Sinodo che si aprirà domani.

Rivolgiamo la nostra supplica allo Spirito Santo, perché doni a tutti i partecipanti luce per comprendere la volontà di Dio, amore indefettibile per la Chiesa, franchezza nell’annunciare il Vangelo.

 

- Durante il canto delle invocazioni allo Spirito Santo, vengono portate sette lampade -

 

 

(canto)

Veni Sancte Spiritus, tui amoris ignem accende.

Veni Sancte Spiritus, veni Sancte Spiritus.

 

(cantore)

- Spirito del Padre, dono di sapienza,

tu, che hai rivelato la presenza del Messia al suo popolo nel battesimo al fiume Giordano.

 

- Spirito del Risorto, dono d’intelletto,

tu che hai trasformato il cuore degli apostoli e dei discepoli, riuniti con Maria il giorno della Pentecoste. Rit.

 

- Spirito effuso sulla Chiesa, dono di consiglio,

tu che operi nei nostri pastori, in Papa Francesco e in tutti i vescovi uniti a lui, dando loro ispirazione e parola profetica.  Rit.

 

- Spirito sostegno degli umili, dono di fortezza,

tu che sai sciogliere i cuori più chiusi e rinnovare lo sguardo verso un avvenire di frater­nità e di pace.    Rit.

 

- Spirito invocato dal popolo santo di Dio, dono di scienza,

tu che non hai mai lasciato la Chiesa priva della tua presenza lungo i secoli.    Rit.

 

- Spirito luce dei fedeli, dono di pietà,

tu che sei la fonte dell’amore di cui vivono e crescono le nostre famiglie.    Rit.

 

- Spirito vivificante, dono del santo timore di Dio,

tu, che hai dato inizio alla nostra redenzione, rendendo Maria la Madre del nostro Signore Gesù.    Rit.

 

(vescovo)

L’amore di Cristo sostiene le nostre comunità cristiane perché, come famiglie di famiglie, siano una casa accogliente per tutti nell’amore e nella fraternità. Preghiamo insieme e di­ciamo: Signore, ascolta la nostra preghiera.

 

(sacerdote/diacono)

Per il nostro papa Francesco e per tutti i Padri sinodali.

Il Signore li guidi con la sua sa­pienza nell’annunciare la bellezza del Vangelo del matrimonio e della famiglia.

Pre­ghiamo.

 

 

Per tutti i sacerdoti.

Il Signore doni loro la paternità dello Spirito per guidare tutte le fa­miglie e il popolo di Dio nel cammino verso l’unità e la comunione fraterna.

Preghiamo.

 

Per tutte le coppie di sposi.

Il loro sì sia accompagnato quotidianamente dalla forza della grazia e diventi per tutti noi esempio di luminosa fedeltà e di perseveranza nell’affrontare le sfide della vita.

Preghiamo.

 

Per le tante sfide che oggi vive la famiglia.

Il Signore accenda la luce della fede in tutte le piccole chiese domestiche perché affrontino le difficoltà della vita senza mai perdere la speranza.

Preghiamo.

 

(guida)

Il Vescovo, ora, si porta nella “Santa Casa”.

Ai piedi della Vergine lauretana accenderà un cero che arderà per tutta la durata del Si­nodo. E’ il segno di quel cero che noi siamo invitati ad accendere sul davanzale della fi­nestra di casa nostra come segno di comunione con Papa Francesco, con tutte le famiglie in preghiera a Roma, nei gruppi parrocchiali o diocesani e nelle loro abitazioni.

Il lume sia anche un richiamo per i passanti: la famiglia è un bene prezioso non solo per i cristiani, ma per tutti gli uomini, per l’intera società.

Accompagniamo questo gesto con il canto del Magnificat.

 

(canto)

L'anima mia magnifica il Signore *
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,

perché ha guardato l'umiltà della sua serva. *
D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente *
e Santo è il suo nome:

di generazione in generazione la sua misericordia *
si stende su quelli che lo temono.

Ha spiegato la potenza del suo braccio, *
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;

ha rovesciato i potenti dai troni, *
ha innalzato gli umili;

ha ricolmato di beni gli affamati, *
ha rimandato i ricchi a mani vuote.

Ha soccorso Israele, suo servo, *
ricordandosi della sua misericordia,

come aveva promesso ai nostri padri, *
ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, e ora e sempre *
nei secoli dei secoli. Amen.

 

 

 

Il Vescovo, dopo aver acceso il cero e incensato la Vergine Lauretana, introduce la preghiera:

 

E ora, ci affidiamo alla Santissima Trinità, mistero di amore assoluto, che si è rivelato in Cristo e che ci è stato partecipato per mezzo dello Spirito Santo. L’amore di Dio ri­splende in modo peculiare nella Famiglia di Nazareth, punto di riferimento sicuro e di conforto in ogni famiglia. In essa rifulge il vero amore a cui tutte le nostre realtà familiari devono guardare, per attingere luce, forza e consolazione. Alla Santa Famiglia di Naza­reth, vogliamo affidare la III Assemblea generale straordinaria del Sinodo dei Vescovi, con le parole di Papa Francesco:

 

(tutti)

Gesù, Maria e Giuseppe,

in voi contempliamo lo splendore dell’amore vero,

a voi con fiducia ci rivolgiamo.

 

Santa Famiglia di Nazareth,

rendi anche le nostre famiglie luoghi di comunione e cenacoli di preghiera,

autentiche scuole del Vangelo e piccole Chiese domestiche.

 

Santa Famiglia di Nazareth,

mai più nelle famiglie si faccia esperienza di violenza, chiusura e divisione:

chiunque è stato ferito o scandalizzato conosca presto consolazione e guarigione.

 

Santa Famiglia di Nazareth,

il prossimo Sinodo dei Vescovi possa ridestare in tutti la consapevolezza

del carattere sacro e inviolabile della famiglia,

la sua bellezza nel progetto di Dio.

 

Gesù, Maria e Giuseppe, ascoltate, esaudite la nostra supplica.

Amen.

 

- Il Vescovo ritorna alla sede per impartire la benedizione finale -

 

(guida)

Papa Francesco concede, per la circostanza del Sinodo, l’Indulgenza Plenaria alle solite condizioni (confessione e comunione eucaristica, preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre) a chi, in spirito di penitenza e con sincera contrizione dei peccati, visita in forma di pellegrinaggio i luoghi di culto lauretano esistenti nel mondo cattolico (tra que­sti a Cremona la Santa Casa di Loreto presso S. Abbondio e la parrocchiale della Beata Vergie Lauretana a Borgo Loreto) e recita la Preghiera alla Santa Famiglia, composta per il Sinodo dallo stesso Papa Francesco.

L’indulgenza Plenaria può essere lucrata anche in suffragio delle anime dei defunti.

Gli anziani, gli infermi e tutti coloro che, per grave motivo, non possono uscire di casa e spiritualmente si uniscono a coloro che visitano tali luoghi di culto, possono acquistare l’Indulgenza Plenaria, alle stesse condizioni, recitando la Preghiera alla Santa Famiglia e offrendo a Dio, per mezzo di Maria, le proprie sofferenze e i propri disagi.

 

(vescovo)

Il Signore sia con voi.

E con il tuo spirito.

 

Il Padre, Creatore del cielo e della terra, il Figlio, nato, morto e risorto per noi, lo Spirito, che è Signore e dà la vita, siano presenti nei vostri cuori e nelle vostre famiglie.

Amen.

 

 

E la benedizione di Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo, discenda su di voi, e con voi rimanga sempre.

Amen.

 

(sacerdote/diacono)

Andate in pace.

Rendiamo grazie a Dio.

 

(canto)

* O santissima, o piissima Madre nostra, Maria!

   Tu, preservata immacolata, prega, prega per i figli tuoi.

 

* Tu confortaci, tu difendici, Madre nostra, Maria!

   Con te chiediamo, con te speriamo: prega, prega per i figli tuoi.

 

Consacrazione di sé e dei propri cari al Cuore di Gesù

Gesù mio, 

oggi e per sempre

 io mi consacro al Tuo Sacratissimo Cuore.

 

Accetta l’offerta di tutto me stesso,

di quanto sono e di quanto possiedo.

 

Accoglimi sotto la Tua  protezione assieme a tutti i miei cari:

ricolma della Tua Benedizione tutta la nostra vita

e tienici sempre uniti nel Tuo Amore e nella Tua Pace.

 

Allontana da noi ogni male e guidaci sulla via del bene:

rendici piccoli nell’umiltà di cuore

ma grandi nella fede, nella speranza e nell’amore.

 

Soccorrici nelle nostre debolezze;

sostienici nella fatica del vivere

e sii il nostro conforto nel dolore e nel pianto.

 

Aiutaci a compiere ogni giorno la Tua Santa Volontà,

per renderci degni del Paradiso

e per vivere, già qui in terra,

sempre uniti al Tuo Soavissimo Cuore.

 

Imprimatur in Curia Archiep. Mediolanensi die 22 iunii 2010

+ Angelo Mascheroni, Ordinarius Dioecesanus

Il Pane che noi spezziamo

 Preghiera litanica

Let.    Pane vivo, spezzato per noi.

Tutti   Ti lodiamo e ti benediciamo.

Let.    Vino di salvezza, versato per noi.

Tutti   Ti lodiamo e ti benediciamo.

Let.    Agnello di Dio,
che ti fai presente sull’altare per la potenza dello Spirito santo.

Tutti   Ti lodiamo e ti benediciamo.

Lett.   Dio infinito ed eterno, disceso dal cielo.

Tutti   Ti lodiamo e ti benediciamo.

Let.    Figlio dell’Altissimo, umiliato fino alla condizione di servo.

Tutti   Ti lodiamo e ti benediciamo.

Let.    Creatore e Signore, che hai volontariamente sofferto per noi.

Tutti   Ti lodiamo e ti benediciamo.

Let.    Santo dei santi, che hai condiviso la sorte di chi si era perduto.

Tutti   Ti lodiamo e ti benediciamo.

Let.    Redentore dell’uomo, il cui amore non conosce confini.

Tutti   Ti lodiamo e ti benediciamo.

Lettura biblica

Lett.   Lettura degli Atti degli Apostoli  2, 42-47

I discepoli del Signore Gesù erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere. Un senso di timore era in tutti, e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e, spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati.

Salmo  Sal 144 (145)

Sol.    Ti lodino, Signore, tutte le tue opere e ti benedicano i tuoi fedeli. Dicano la gloria del tuo regno e parlino della tua potenza.

Tutti   Gli occhi di tutti a te sono rivolti in attesa e tu dai loro il cibo a tempo opportuno. Tu apri la tua mano e sazi il desiderio di ogni vivente.

Sol.    Giusto è il Signore in tutte le sue vie e buono in tutte le sue opere. Il Signore è vicino a chiunque lo invoca, a quanti lo invocano con sincerità.

Tutti   Appaga il desiderio di quelli che lo temono, ascolta il loro grido e li salva. Canti la mia bocca la lode del Signore e benedica ogni vivente il suo santo nome, in eterno e per sempre.

 

L’eucaristia, mistero da credere

Voce Guida

La perseveranza nello spezzare il pane chiede anzitutto l’esercizio quotidiano delle virtù teologali, in modo particolare della fede. La fede che, sostenuta dalla grazia dello Spirito Santo, professa che Gesù nel sacramento eucaristico continua ad amarci fino al dono del suo Corpo e del suo Sangue. La speranza che, certa della Parola del Signore, ci mostra il compimento delle promesse e ci fa pregustare la gloria futura. La carità che, esemplata sul sacrificio di Cristo, fa della nostra vita un servizio d’amore reso a Dio e ai fratelli.

Lettura biblica

Lett.   Lettera agli Ebrei  10, 19-25

Fratelli, poiché abbiamo piena libertà di entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesù, via nuova e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne, e poiché abbiamo un sacerdote grande nella casa di Dio, accostiamoci con cuore sincero, nella pienezza della fede... Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è degno di fede colui che ha promesso. Prestiamo attenzione gli uni agli altri, per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone. Non disertiamo le nostre riunioni, come alcuni hanno l’abitudine di fare, ma esortiamoci a vicenda, tanto più che vedete avvicinarsi il giorno del Signore.

Acclamazioni a Cristo

 

Sol.    Pane degli angeli,

pane dei pellegrini.

Pane disceso dal cielo

pane dei poveri.

Pane spezzato per noi

vero pane dei figli.

 

Tutti   Noi crediamo al tuo amore, Signore!

 

Sol.    Buon pastore, vero pane,

o Gesù, nostra speranza,

sazia di te la nostra fame.

Portaci alla tavola del Regno,

nella terra dei viventi,

nella gioia dei tuoi santi.

Tutti   Noi speriamo nel tuo amore, Signore!

Sol.    Parola di sapienza, vero cibo,

amore che dona la vita,

perdono che riscatta la colpa,

grazia che salva e redime.

Insegnaci l’umiltà del servizio,

infondi la gioia del bene.

Tutti   Noi amiamo con la forza del tuo amore, Signore!

Canto di ascolto

Lett.   Dall’esortazione apostolica Sacramentum caritatis di papa Benedetto XVI

«Mistero della fede!». Con questa espressione pronunciata immediatamente dopo le parole della consacrazione, il sacerdote proclama il mistero celebrato e manifesta il suo stupore di fronte alla conversione sostanziale del pane e del vino nel Corpo e nel Sangue del Signore Gesù, una realtà che supera ogni comprensione umana. In effetti, l’eucaristia è per eccellenza «mistero della fede»: «è il compendio e la somma della nostra fede». La fede della Chiesa è essenzialmente fede eucaristica e si alimenta in modo particolare alla mensa dell’eucaristia… Per questo, il sacramento dell’altare sta sempre al centro della vita ecclesiale e «grazie all’eucaristia la Chiesa rinasce sempre di nuovo!». Quanto più viva è la fede eucaristica nel popolo di Dio, tanto più profonda è la sua partecipazione alla vita ecclesiale mediante la convinta adesione alla missione che Cristo ha affidato ai suoi discepoli. Di ciò è testimone la stessa storia della Chiesa. Ogni grande riforma è legata, in qualche modo, alla riscoperta della fede nella presenza eucaristica del Signore in mezzo al suo popolo.

Preghiera

Sol.    Signore Gesù,

credo che sei nell’eucaristia, vivo e vero.

Tutto ciò che fa di te una Persona,

il Figlio dell’uomo e il Figlio di Dio,

tutto è presente.

Tutti   Credo Signore, accresci la mia fede.

Credo che sei presente tu,

nato a Betlemme dalla Vergine,

crocifisso sul Calvario,

risorto il terzo giorno

ed ora nella gloria alla destra del Padre.

Tutti   Credo Signore, accresci la mia fede.

La tua presenza, Signore,

è misteriosa e invisibile;

se anche non vedo nulla,

se anche non sento nulla,

credo fermamente, o Signore,

che tu sei realmente presente,

perché tu l’hai detto!

Tutti   Credo Signore, accresci la mia fede.

Quando sei venuto in mezzo a noi,

in terra di Palestina,

nascosta era la tua divinità,

evidente la tua umanità.

Ora nel mistero eucaristico,

velata rimane anche la tua umanità.

Questo esige fede grande,

questo reclama fede viva.

 

Tutti   Credo Signore, accresci la mia fede.

Signore donami una fede che ama.

Tu che mi vedi, tu che mi ascolti,

Tu che mi parli, illumina la mia mente

perché creda di più;

riscalda il mio cuore perché ti ami di più!

La tua Presenza, mirabile e sublime,

mi attragga, mi afferri, mi conquisti.

In ginocchio professo la mia fede in te:

«Mio Signore e mio Dio»!

Tutti   Credo Signore, accresci la mia fede.

 

Canto: Crediamo nel Signore

Crediamo nel Signore, che veglia su di noi:
ci nutre nella fame, ci strappa dalla morte.

Chi spera in lui per sempre avrà
la gioia del suo Regno,
con Cristo nella gloria!

La grazia ci sostiene di un pane che dà vita;
la forza ci è donata di un vino che ristora.

Introduzione

Come essere uomini e donne che testimoniano nella storia la speranza? L’interrogativo concerne il rapporto tra testimone e destinatario. Il testimone è una sorta di “narratore della speranza.” Il racconto della speranza ha un duplice scopo: narrare l’incontro del testimone con il Risorto e far sorgere il desiderio di Gesù in chi vede e ascolta e a sua volta decide di farsi discepolo.

Ci esorta la prima lettera di Pietro:”Adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi.” Nel tempo della ragione debole e del disincanto, occorre riuscire a dire che Cristo è la ragione della speranza che è in noi. Se tutto appare fluido e flessibile, Cristo è saldo e stabile. Se tutto appare passeggero, Cristo è per sempre e promette l’eternità.

Affidiamo a Lui, durante questa preghiera, tutte le religiose e i religiosi. A Lui si riferiscano tutti i giovani in ricerca di senso per la propria vita.

 

Canto ed Esposizione

Invocazione allo Spirito Santo

O Spirito di sapienza

donaci la luce per scegliere con gioia le vie del Signore.

O Spirito d’intelletto,

rendici capaci di leggere nelle vicende della vita e nei segni dei tempi la volontà del Signore.

O Spirito di consiglio,

guidaci con docilità e radicalità nei solchi del nostro avvenire.

O Spirito di fortezza, dacci il coraggio di testimoniare la fede e la carità in ogni circostanza ed età della vita

O Spirito di scienza,

mostraci la strada che Dio ha scelto per noi in questo tempo.

O Spirito di pietà, fa che cresciamo sempre

nell’amicizia e nella comunione del Signore e tra di noi.

O Spirito del santo timore di Dio,

apri il nostro cuore alla fiducia e alla speranza che sostengano il nostro cammino.

 

Testimoni di Gesù

Dal Vangelo di Marco (Mc 16,1-8)

Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a imbalsamare Gesù. Di buon mattino, il primo giorno dopo il sabato, vennero al sepolcro al levar del sole. Esse dicevano tra loro: «Chi ci rotolerà via il masso dall'ingresso del sepolcro?». Ma, guardando, videro che il masso era già stato rotolato via, benché fosse molto grande. Entrando nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d'una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l'avevano deposto. Ora andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto».

Ed esse, uscite, fuggirono via dal sepolcro perché erano piene di timore e di spavento. E non dissero niente a nessuno, perché avevano paura.  

 

 

Da “La chiesa del grembiule” di don Tonino Bello

Che cosa è la speranza? Speranza significa forza di rinnovare il mondo, forza di cambiare le cose. La speranza è l’atteggiamento di colui che, mentre si addensano le tribolazioni sulle sue spalle, non lascia spegnere il canto sulla sua bocca. ….. Annunciare la speranza significa anche giudicare gli avvenimenti alla luce della Parola di Dio, e non semplicemente avallarli alla fioca lucerna dei calcoli umani. La comunione con Gesù Cristo, la comunione con i fratelli, il servizio e la convivialità e infine, la gioia Pasquale. Sono questi i segni di speranza.

 

SALMO 39

 

Ho sperato: ho sperato nel Signore

ed egli su di me si è chinato,

ha dato ascolto al mio grido.

Mi ha tratto dalla fossa della morte,

dal fango della palude;

i miei piedi ha stabilito sulla roccia,

ha reso sicuri i miei passi.

 

Mi ha messo sulla bocca un canto nuovo, lode al nostro Dio.

Molti vedranno e avranno timore

e confideranno nel Signore.

Beato l'uomo che spera nel Signore

e non si mette dalla parte dei superbi,

né si volge a chi segue la menzogna.

 

Quanti prodigi tu hai fatto, Signore Dio mio,

quali disegni in nostro favore:

nessuno a te si può paragonare.

Se li voglio annunziare e proclamare

sono troppi per essere contati.

 

Esultino e gioiscano in te quanti ti cercano,

dicano sempre: «Il Signore è grande»

quelli che bramano la tua salvezza.

Io sono povero e infelice;

di me ha cura il Signore.

Tu, mio aiuto e mia liberazione,

mio Dio, non tardare.

Canone meditativo

Testimoni di speranza

Dalla Prima Lettera di Giovanni (1Gv 1,1-4)

Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita (poiché la vita si è fatta visibile, noi l'abbiamo veduta e di ciò rendiamo testimonianza e vi annunziamo la vita eterna, che era presso il Padre e si è resa visibile a noi),quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. La nostra comunione è col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia perfetta.

I Santi testimoni di speranza.

Dal Discorso del Papà Benedetto XVI

durante la Veglia nella spianata di Marienfeld (Agosto 2005)

I beati e i santi sono stati persone che non hanno cercato ostinatamente la propria felicità, ma semplicemente hanno voluto donarsi, perché sono state raggiunte dalla luce di Cristo. Essi ci indicano così la strada per diventare felici, ci mostrano come si riesce ad essere persone veramente umane. Nelle vicende della storia sono stati essi i veri riformatori che tante volte l’hanno risollevata dalle valli oscure nelle quali è sempre nuovamente in pericolo di sprofondare; essi l’hanno sempre nuovamente illuminata quanto era necessario per dare la possibilità di accettare – magari nel dolore – la parola pronunciata da Dio al termine dell’opera della creazione: “È cosa buona”.[…] I santi, sono i veri riformatori. Ora vorrei esprimerlo in modo ancora più radicale: solo dai santi, solo da Dio viene la vera rivoluzione, il cambiamento decisivo del mondo. Nel secolo appena passato abbiamo vissuto le rivoluzioni, il cui programma comune era di non attendere più l’intervento di Dio, ma di prendere totalmente nelle proprie mani il destino del mondo. E abbiamo visto che, con ciò, sempre un punto di vista umano e parziale veniva preso come misura assoluta d’orientamento. L’assolutizzazione di ciò che non è assoluto ma relativo si chiama totalitarismo. Non libera l’uomo, ma gli toglie la sua dignità e lo schiavizza. Non sono le ideologie che salvano il mondo, ma soltanto il volgersi al Dio vivente, che è il nostro creatore, il garante della nostra libertà, il garante di ciò che è veramente buono e vero. La rivoluzione vera consiste unicamente nel volgersi senza riserve a Dio che è la misura di ciò che è giusto e allo stesso tempo è l’amore eterno. E che cosa mai potrebbe salvarci se non l’amore?

Silenzio

Diamo voce alla nostra speranza

Non Ti annoio Signore con le mie richieste di don Tonino Bello.

Non ti annoio con le mie richieste Signore. Ti chiedo solo tre cose per adesso:

  • Donaci la forza di osare di più.

Dà a questi miei fratelli la forza di osare di più. La capacità di inventarsi. La gioia di prendere il largo. Il fremito di speranze nuove.

  • Liberaci dall’usura dell’abitudine

Facci provare l’ebbrezza del camminare insieme. Facci sentire che per crescere insieme non basta tirar dall’armadio del passato i ricordi splendidi e festosi di un tempo, ma occorre spalancare la finestra del futuro progettando insieme, sacrificandosi insieme.

  • Liberaci dalle illusioni

Liberaci dal pensare che basti un gesto di carità a sanare tanta sofferenza. I poveri li avremo sempre con noi, essi sono il segno della nostra povertà di viandanti. Sono il simbolo delle nostre delusioni …..li avremo sempre con noi, anzi dentro di noi.

Preghiere spontanee

 

Padre Nostro

Canto e Benedizione finale.

Dopo aver riconosciuto e contemplato il tuo volto di Risorto, anch’io come quei due discepoli voglio correre dai miei fratelli per portare a tutti il grande annuncio: “Abbiamo visto il Signore!” Questa è la buona notizia che i cristiani hanno predicato per secoli col loro esempio, ed è il dono più bello che i miei fratelli attendono.

 

 

 

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