In una dichiarazione pubblicata mercoledì 11 dicembre 24, la Conferenza Episcopale del Mozambico (CEM) riconosce che “il Paese sta attraversando tempi estremamente difficili, segnati da manifestazioni che generano instabilità e sofferenza per tutti, una situazione che richiede un atteggiamento di umiltà, sincerità, unità, riflessione e una sincera ricerca di soluzioni pacifiche”.

Per far fronte a questa situazione, i vescovi invitano tutti, indipendentemente dal loro credo religioso, a unirsi in una catena di preghiera per la pace e l'armonia nazionale.

Nel comunicato dal titolo “Pregate senza sosta” (1 Tess 5,17), firmato dal vescovo Inácio Saure, IMC, arcivescovo di Nampula e presidente della CEM, i vescovi mozambicani propongono che la giornata di preghiera si svolga tra il 15 e il 23 dicembre, in tutto il Paese, alle ore 12.00.

Sempre nel comunicato, i vescovi chiedono che questo sforzo comune, guidato da uno spirito di unità, solidarietà e sincero desiderio di bene comune, contribuisca a costruire una società più giusta, pacifica e fraterna nel Paese.

Leggi qui il testo integrale della dichiarazione della CEM.

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Pellegrinaggio diocesano al Santuario di Zobuè nella diocesi di Tete, Mozambico. Foto: Diocesi di Tete

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Come già per Siria, RD Congo e Sud Sudan, Libano, Afghanistan, Ucraina e Terra Santa dal 2013 al 2023, Francesco indice per il prossimo lunedì, primo anniversario dell'attacco terroristico di Hamas a Israele, una giornata di orazione e astensione di pasti per invocare il dono della pace.

E annuncia una visita domenica 6 ottobre a Santa Maria Maggiore per recitare il Rosario e pregare la Madonna, chiedendo la partecipazione di tutti i membri del Sinodo

Nel crescendo di tensioni nella polveriera mediorientale, tra le bombe e i missili che continuano a piombare nella “martoriata” Ucraina, in mezzo ai tanti piccoli e grandi conflitti che lacerano e affamano i popoli dell'Africa, mentre insomma “i venti della guerra e i fuochi della violenza continuano a sconvolgere interi popoli e Nazioni”, il Papa chiama alle “armi” del digiuno e della preghiera – quelle che la Chiesa indica come potenti - milioni di credenti nel mondo per implorare da Dio il dono della pace in un mondo sull’orlo dell’abisso. Lo fa, il Pontefice, al termine della Messa solenne in Piazza San Pietro per l’apertura della seconda sessione dell’Assemblea generale, annunciando una Giornata di preghiera e di digiuno per la pace nel mondo il 7 ottobre, primo anniversario dell'attacco terroristico perpetrato da Hamas in Israele che ha fatto esplodere le brutalità a cui da un anno si assiste in Terra Santa. "Chiedo a tutti di vivere una giornata di preghiera e di digiuno per la pace nel mondo"

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Papa Francesco durante la celebrazione eucaristica per l'Inaugurazione della XVI Assemblea Generale del Sinodo

La supplica alla Madonna a Santa Maria Maggiore

Sempre a fine omelia, il Papa ha annunciato pure una nuova visita nella Basilica di Santa Maria Maggiore il 6 ottobre per elevare alla Madonna una supplica di pace. Un appuntamento spirituale per il quale ha chiesto la partecipazione di tutti i membri del Sinodo riuniti a Roma. "Per invocare dall’intercessione di Maria Santissima il dono della pace, domenica prossima mi recherò nella Basilica di Santa Maria Maggiore dove reciterò il Santo Rosario e rivolgerò alla Vergine un’accorata supplica".

La veglia per "l'amata Siria" nel 2013

Giornate di digiuno e preghiera per terre lacerate dalle violenze sono una costante del pontificato di Jorge Mario Bergoglio. Neppure sei mesi dopo dalla sua elezione sul Soglio di Pietro, il 7 settembre 2013, il Papa argentino aveva raccolto in Piazza San Pietro migliaia di persone, cattoliche e non solo, per pregare, con fiaccole, candele, bandiere, per la pace “nell’amata nazione siriana, nel Medio Oriente, in tutto il mondo!”. La Siria si trovava allora dinanzi all’eventualità di una guerra feroce, già radicalizzata da oltre un anno e acuita dopo l’attacco a civili con gas nervino. Il conflitto, fortunatamente, non deflagrò mai. Dalla Piazza cuore della cristianità, il giorno prima, si era alzato un grido silenzioso.

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Il Papa durante la recita del Rosario a Santa Maria Maggiore

“Abbiamo perfezionato le nostre armi, la nostra coscienza si è addormentata, abbiamo reso più sottili le nostre ragioni per giustificarci. La violenza, la guerra portano solo morte, parlano di morte! La guerra è sempre una sconfitta per l’umanità”

Insieme per RD Congo e Sud Sudan

Ancora il Papa, con eguale vigore e preoccupazione, il 23 febbraio 2017 aveva invocato un’azione immediata dei cristiani, declinata appunto nella preghiera e nel digiuno, per il Sud Sudan e la Repubblica Democratica del Congo. Le due nazioni africane, che il Pontefice ha visitato personalmente nel gennaio e febbraio 2023, erano e sono tuttora piagate da fame, sfruttamento, emigrazione, violenze. Era il primo venerdì di Quaresima e Papa e Curia avevano terminato gli Esercizi Spirituali. Francesco quel giorno aveva invitato ad unirsi all’evento anche i cristiani di altre Chiese e seguaci delle altre religioni, “nelle modalità che riterranno più opportune, ma tutti insieme”. 

La Chiesa unita per il Libano, un Paese "messaggio... martoriato"

Stessa formula usata per invitare i fratelli e le sorelle di altre confessioni nella grande giornata per il Libano, indetta per il 4 settembre 2020, quando il mondo si rialzava a fatica dalla devastante prima ondata di pandemia di Covid-19 ed, esattamente un mese prima, aveva assistito attonito alla esplosione nel porto di Beirut. Un evento di cui il Paese dei Cedri - già appesantito da una crisi politica, sociale ed economica, ora sotto attacco dai raid israeliani e per questo definito dal Papa “un messaggio… martoriato" - paga ancora le conseguenze . Francesco aveva annunciato la Giornata universale per il Libano due giorni prima, all’udienza generale del 2 settembre. Con a fianco un sacerdote che teneva in mano la bandiera libanese, il Papa si appellava a politici e leader religiosi: "Impegnarsi con sincerità e trasparenza nell’opera di ricostruzione, lasciando cadere gli interessi di parte e guardando al bene comune e al futuro della nazione"

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La comuntà congolesa di Roma riengrazia il Papa Francesco per la vicinanza e preghiera. Via della Conciliazione, 11 febbraio 2018. Foto: Jaime C. Patias

In preghiera per l'Afghanistan

Ancora nel 2021, il 29 agosto, in quell’estate drammatica per l’Afghanistan, travolto dal violento ritorno al potere dei talebani, da attentati e dalla fuga disperata di centinaia di persone arrivati ad arrampicarsi anche sugli aerei in decollo, Francesco dal Palazzo Apostolico per l’Angelus – ma anche dalla più ampia finestra virtuale del suo account su X @Pontifex – tornava a domandare ai fedeli del mondo di raccogliersi in preghiera e astenersi dai pasti.

Rivolgo un appello a tutti a intensificare la preghiera e a praticare il digiuno. Preghiera e digiuno, preghiera e penitenza, questo è il momento di farlo. Sto parlando sul serio, intensificare la preghiera e praticare il digiuno, chiedendo al Signore misericordia e perdono.

Il dramma dell'Ucraina

Resta impressa poi nella memoria collettiva la giornata del 2 marzo 2022, un Mercoledì delle Ceneri, in cui il Papa chiese alla Chiesa universale di intensificare il digiuno e la preghiera da rivolgere soprattutto alla Vergine Maria, Regina della Pace, perché “preservi il mondo dalla follia della guerra”. Parole drammaticamente realistiche a neppure una settimana dal primo attacco russo su Kyiv, che ha dato inizio all’orrore – ormai perdurante da circa due anni – in Ucraina.

“Prego tutte le parti coinvolte perché si astengano da ogni azione che provochi ancora più sofferenza alle popolazioni, destabilizzando la convivenza tra le nazioni e screditando il diritto internazionale”

Era quello il primo di migliaia di appelli elevati al cielo in questi anni di guerra a favore del “martoriato” Paese, affidato insieme alla Russia al Cuore Immacolato di Maria in una celebrazione a San Pietro, il 25 marzo dello stesso anno, partecipata da migliaia di fedeli in presenza in Basilica o virtualmente collegati dal mondo.

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La consacrazione di Russia e Ucraina al Cuore Immacolato di Maria

La veglia a San Pietro nell'"ora buia" per la terra di Gesù

Da ultimo una giornata per “fermarsi” e invocare il dono della pace attraverso l’orazione e astensione dal cibo, il Papa l’ha indetta il 27 ottobre 2023, venti giorni dopo l’orrore deflagrato in Terra Santa e nei giorni conclusivi della prima sessione del Sinodo. In quella occasione, il Papa volle organizzare una veglia in Basilica - denominata “Pacem in Terris”, dal titolo della storica enciclica di Giovanni XXIII di cui ricorrevano i 60 anni - a cui presero parte i membri dell’assise ma anche esponenti delle altre confessioni cristiane e di altre fedi. Quella sera, il Papa, in una cerimonia intima e partecipata, si pose ai piedi della “Madre” chiedendone l'intercessione per il mondo che attraversa “un’ora buia”.

Ora, Madre, prendi ancora una volta l’iniziativa; prendila per noi, in questi tempi lacerati dai conflitti e devastati dalle armi. Volgi il tuo sguardo di misericordia sulla famiglia umana, che ha smarrito la via della pace, che ha preferito Caino ad Abele e, perdendo il senso della fraternità, non ritrova l’atmosfera di casa. Intercedi per il nostro mondo in pericolo e in subbuglio. Insegnaci ad accogliere e a curare la vita – ogni vita umana! – e a ripudiare la follia della guerra, che semina morte e cancella il futuro.

Il Papa: preghiamo per uno stile di vita sinodale e per la missione della Chiesa

Intenzione di preghiera di ottobre diffusa attraverso la Rete Mondiale di Preghiera del Papa.

* Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano. Originalmente pubblicato in: www.vaticannews.va

“La Terra ha la febbre. E si sente male”, dice Francesco, e chiede “risposte non solo ecologiche, ma anche sociali, economiche e politiche”.

Nel videomessaggio pubblicato oggi 30 agosto con le intenzioni di preghiera per il mese di settembre, periodo che si incrocia con il Tempo del Creato, il Papa invita ciascuno a impegnarsi in prima persona a custodire il pianeta.

L'evocazione della condizione di un vero e proprio malato è quella a cui il Papa fa ricorso per sensibilizzare su un tema diventato pilastro del suo Magistero: la custodia del pianeta. Un'azione che deve vedere ciascuno impegnato "in prima persona".

Pubblichiamo di seguito il Video del Papa con l’intenzione di preghiera per il mese di settembre diffusa attraverso la Rete Mondiale di Preghiera del Papa sul tema “Per il grido della Terra”. Preghiamo perché ciascuno di noi ascolti con il cuore il grido della Terra e delle vittime dei disastri ambientali e della crisi climatica, impegnandosi in prima persona a custodire il mondo che abitiamo.

La Terra ha la febbre

Nel videomessaggio la voce di Francesco si incastra con le immagini uragani, siccità, incendi, maremoti: persone in fuga dalle catastrofi ambientali, migranti ambientali, c'è un bambino che cammina sulle crepe profonde del terreno in cerca di un poco d'acqua. Con le intenzioni di preghiera, Papa Francesco scandisce un forte appello chiedendosi innanzitutto, di fronte alle evidenze, se l'umanità non sia diventata sorda, anestetizzata.

Nel suo videomessaggio, che la Rete Mondiale di Preghiera del Papa ha realizzato questo mese con il sostegno del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, Francesco si chiede se “ascoltiamo” il dolore della Terra, “il dolore dei milioni di vittime dei disastri ambientali”, e chiede all’umanità “risposte non solo ecologiche, ma anche sociali, economiche e politiche“.

Le preoccupazioni del Papa sono confermate da studi autorevoli: secondo il Forum Economico Mondiale, i Paesi a basso reddito producono un decimo delle emissioni, ma sono i più colpiti dal cambiamento climatico. Si stima che, entro il 2050, il cambiamento climatico incontrollato costringerà oltre 200 milioni di persone a migrare all’interno dei propri Paesi e spingerà 130 milioni di persone nella povertà.

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“Lotta contro la povertà” e “protezione della natura”, per Francesco, sono due cammini paralleli, che vanno percorsi allo stesso modo: “cambiando le nostre abitudini personali e quelle della nostra comunità”. L’essere umano, vittima della crisi ambientale, può essere dunque anche l’artefice del cambiamento, e le immagini del Video del Papa lo mostrano: dalla gestione dei rifiuti alla mobilità, passando per l’agricoltura e la stessa politica, c’è molto da fare e dipende tutto da noi. Perché il destino dell’uomo e quello della creazione – come ha ribadito Francesco nel suo Pontificato, prima con l’enciclica Laudato si’ (2015) e poi con l’esortazione apostolica Laudate Deum (2023) – non possono essere separati.

Sperare e agire con il Creato

Queste riflessioni sono in linea anche con il messaggio del Papa per la Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato 2024, il cui tema quest’anno è una riflessione teologica ispirata alla Lettera di San Paolo ai Romani: “Spera e agisci con il creato”. “La salvaguardia del creato è dunque una questione, oltre che etica, eminentemente teologica: riguarda, infatti, l’intreccio tra il mistero dell’uomo e quello di Dio”, dice il Papa nel suo messaggio, e aggiunge: “in gioco non c’è solo la vita terrena dell’uomo in questa storia, c’è soprattutto il suo destino nell’eternità”.

Il Tempo del Creato – un’iniziativa del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale che promuove la celebrazione della vita e la protezione della creazione di Dio – inizierà il prossimo 1° settembre e si concluderà il 4 ottobre, giorno della festa di San Francesco d’Assisi, patrono dell’ecologia.

* Con informazioni della Rete Mondiale di Preghiera del Papa.

Nel nome del Padre, del Figlio, e dello Spirito Santo. Amen.

Dio nostro Padre, ti ringraziamo per aver annoverato Giuseppe Allamano tra i Beati della Chiesa. Egli ha fatto risplendere tra di noi la tenerezza della tua paternità; ha onorato Maria Consolata come madre piena d'amore e ispiratrice della Missione tra i popoli.

Ti chiediamo ora di donare alla Chiesa la gioia di venerarlo tra i santi come testimone esemplare dell'annuncio di Gesù e del suo vangelo. Umilmente ti supplichiamo di esaudire per sua intercessione quanto il nostro cuore, con fiducia, ti chiede. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male.

Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell'ora della nostra morte.

Amen.

Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio ora e sempre nei secoli dei secoli.

Amen.

Beato Giuseppe Allamano, prega per noi.

L'anno 2024 è stato dichiarato dal Santo Padre, Papa Francesco, come l'Anno della Preghiera. La preghiera è un pilastro fondamentale nella sequela di Gesù Cristo. Il discepolo missionario di Gesù Cristo deve essere una persona di preghiera.

La preghiera è uno degli aspetti che il Beato Giuseppe Allamano ha sottolineato ai missionari della Consolata: la loro vita è totalmente inseparabile dalla preghiera e lo spirito di preghiera fa parte della vita quotidiana delle comunità locali in cui i missionari della Consolata vivono. È un aspetto indispensabile della loro vita personale e apostolica.

Il Beato Giuseppe Allamano sottolinea che lo spirito di preghiera deriva direttamente dalla disposizione di Gesù Cristo di pregare costantemente (cfr. Lc 18,1). Essere rivestiti dello spirito di preghiera dimostra maturità nella sequela di Gesù Cristo e nell'apostolato missionario.

Gesù Cristo, modello di preghiera

Il Signore Gesù è l'esempio supremo di preghiera; è la principale autorità in materia di insegnamento della preghiera. Gesù Cristo ci ha lasciato la preghiera più grande e potente dell'universo: il “Padre Nostro” (Mt 6,9-13). Ha raccontato una parabola per mostrare la necessità di pregare sempre e incessantemente (Lc 18,1-8). Gesù pregava molto in compagnia dei suoi discepoli (Mt 26,36-38); nel silenzio e nella solitudine cercava la comunione con il Padre (Mc 1,35).

San Paolo ha imparato da Gesù l'importanza della preghiera. Seguendo l'esempio di Gesù, egli esorta i discepoli di Gesù a pregare senza sosta (cfr. 1 Tes 5,17) “con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, e a vegliare con ogni perseveranza e supplica per tutti i santi” (Ef 6,18).

I santi della storia della Chiesa ci hanno lasciato anche il più grande esempio di preghiera e di intimità con Dio. Una delle principali virtù dei santi è una profonda vita di preghiera. Sant'Agostino d'Ippona diceva che “senza la preghiera la vita dell'anima non può essere conservata; la preghiera è la chiave che apre le porte del cielo”. San Giovanni Crisostomo ricordava che “l'uomo più potente è colui che prega, perché si rende partecipe di Dio” e per San Tommaso d'Aquino “la preghiera continua è necessaria per entrare in paradiso; lei ci ottiene la grazia non per i nostri meriti ma per la misericordia di Dio che si è impegnato ad ascoltare coloro che gliela chiedono”. Santa Teresa d'Avila diceva: “La preghiera di intimità con Dio non è altro che morire a tutte le cose del mondo e gioire in Dio solo. Chi cessa di pregare è come se si gettasse all'inferno, senza bisogno dei demoni”. Sant'Alfonso Liguori diceva: “Chi prega si salva, chi non prega è senza dubbio condannato, lo dico e lo ripeterò sempre: finché viviamo la nostra salvezza è nella preghiera”.

L'insegnamento del Beato Allamano sullo spirito di preghiera

Il Beato Giuseppe Allamano non ha mai smesso di insegnare ai suoi missionari l'importanza dello spirito di preghiera. Seguendo l'esempio di Gesù Cristo, anche lui visse in spirito di preghiera e la sua vita sacerdotale fu una chiara testimonianza di vita di preghiera. Anche la fondazione dei Missionari e delle Missionarie della Consolata è stata frutto del suo spirito di preghiera. Ecco alcuni dei suoi insegnamenti sullo spirito di preghiera:

Il raccoglimento come punto di partenza dello spirito di preghiera

Si tratta dell'importanza della contemplazione. Secondo il Catechismo della Chiesa Cattolica, “la preghiera contemplativa è un semplice sguardo su Dio nel silenzio e nell'amore. È un dono di Dio, un momento di pura fede, durante il quale chi prega cerca Cristo, si abbandona alla volontà d'amore del Padre e raccoglie il suo essere sotto l'azione dello Spirito. Santa Teresa di Gesù lo definisce come un rapporto intimo di amicizia; essere spesso soli con colui che sappiamo che ci ama” (CIC-C #571)

Il beato Giuseppe Allamano, a proposito del raccoglimento, afferma che “è necessario vivere raccolti, evitando la dissipazione e tenendoci alla presenza di Dio. Il raccoglimento è assolutamente necessario per poter trarre profitto da quello che si fa; altrimenti ci restano quelle specie di oasi che sono le pratiche spirituali, ma fuori di quelle tutto è arido.  Quando poi non possiamo tenere la mente fissa in Dio, basta riferire le nostre azioni a Lui e tutto diventa preghiera. Ecco in che cosa consiste lo spirito di preghiera, che aiuta molto la vita interiore.(Così vi voglio, n. 181).

Il Fondatore invita i Missionari e le Missionarie della Consolata ad essere uomini e donne di contemplazione: “un missionario e una missionaria devono essere capaci di mantenere il raccoglimento in tutti i luoghi; saper passare dallo studio o dal lavoro alla preghiera; tenersi uniti a Dio con un’elevazione del cuore continua, o almeno frequente; insomma esercitare tutto il loro impegno e insieme pregare. Se non hanno questo spirito, non saranno mai buoni missionari e buone missionarie. Potranno illudersi di esserlo, ma non lo sono. Fortunati voi se procurerete di avanzare sempre più nella vita  interiore, con lo spirito di raccoglimento e di preghiera!” (Così vi voglio N. 181).

Il raccoglimento interiore si basa sulla fede e la preghiera silenziosa è un'occasione per abbandonarsi a Dio che abita in noi. Non si tratta di ragionare su Dio, ma di stare da soli con Lui in silenzio, e Dio opera il suo lavoro di vasaio nell'anima per plasmarla secondo la sua volontà.

Lo spirito della preghiera è stare alla presenza di Dio

La vita di preghiera consiste nell'essere abitualmente alla presenza di Dio e in comunione con Lui. Questa comunione di vita è sempre possibile perché, attraverso il Battesimo, siamo diventati un solo essere con Cristo (Romani 6,5). La presenza di Dio è sempre immensa, perché “in Lui viviamo, ci muoviamo ed esistiamo” (At 17,28). Per questo il beato Giuseppe Allamano afferma che “l’ideale è che giungiamo a vivere continuamente alla presenza di Dio, che è uno dei mezzi più efficaci di santificazione (…) Ora, quando si cammina alla presenza di Dio, si fanno le cose bene, con perfezione” (Così vi voglio, n. 181).

Essere alla presenza di Dio significa considerare che Gesù Cristo è presente nei nostri templi, cappelle e oratori. Lo attesta il beato Giuseppe Allamano: “egli è nel SS. Sacramento con la Sua reale presenza, e reale è la presenza nostra davanti a Lui, perché la distanza per Lui non conta. Renderci dunque abituale e familiare la presenza di Gesù Sacramentato. Egli guarda me e io guardo Lui, e i nostri sguardi si incontrano nell’amore” (Così vi voglio, n. 182). Quindi, essere permanentemente alla presenza di Gesù Cristo è una chiara manifestazione dello spirito di preghiera.

Lo spirito di preghiera è meditare con passione

Non dobbiamo essere semplicemente persone che meditano, ma dobbiamo farlo con passione. La meditazione con passione è il fondamento dello spirito di preghiera nei discepoli del Signore. La meditazione quotidiana è sempre il fuoco con cui si accende l'anima e ha come scopo la conoscenza profonda della Parola di Dio che ci permette di conoscere la sua volontà e di aderire ad essa, imitando la vita di Cristo e dei santi. Il beato Giuseppe Allamano è molto chiaro su questo punto: “vorrei che tutti vi convinceste dell’importanza della meditazione o preghiera mentale, ne prendeste affetto e ve ne formaste l’abitudine a farla bene e con gusto. Essa è necessaria per acquistare lo spirito di pietà, crescere nell’amore di Dio e per evitare il peccato (…) Inoltre, è necessario fare del bene agli altri” (Così vi voglio, n. 179).

Conclusione

Il beato Giuseppe Allamano è stato un discepolo missionario di Gesù Cristo caratterizzato dalla preghiera. La sua vita è stata una testimonianza di preghiera e di totale fiducia nel Signore. Per questo motivo ha esortato con forza i missionari della Consolata a essere persone di preghiera tanto nella preghiera personale come nell’apostolato. In questo anno sulla preghiera indetto da Papa Francesco, gli insegnamenti del Beato Giuseppe Allamano sullo spirito di preghiera continuano a illuminare la vita dei missionari della Consolata e di tutti i discepoli missionari di Gesù Cristo nel loro incontro quotidiano con il Signore.

* Padre Lawrence Ssimbwa, IMC, parroco di San Martin de Porres a Buenaventura, Colombia.

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