XIX Domenica tempo ordinario "B"

Pubblicato in Domenica Missionaria
{mosimage}In questa Domenica la Chiesa continua la sua meditazione sul capitolo VI di Giovanni, proponendo alla nostra riflessione i due elementi fondamentali che furono la vita e l’attività del popolo d’Israele nel deserto: il pane e l’acqua.

Per loro questi due elementi erano la presenza e l’assistenza di Dio. Questa é anche l’idea principale di Giovanni, il quale inizia il capitolo VI presentando la gente che segue Gesú fuori nella campagna in una specie di deserto introducendo con la moltiplicazione dei pani e dei pesci, la sua presenza. Così Dio fu presente e moltiplicò il pane nel deserto con la manna e con l’acqua che scaturisce dalla roccia, per far vivere il suo popolo in viaggio alla Terra Promessa.

Non dobbiamo dimenticare che anche noi siamo viaggiatori in questo mondo e che dobbiamo prendere le cose come tali, noi siamo nella stessa situazione, nel deserto di questo mondo. Dobbiamo sentire in questi elementi fondamentali la presenza di Dio. É finissima l’osservazione che Paolo VI fece nel visitare la Casa di Nazareth.

A chi la legga da veramente l’impressione di essere viaggiatori in qualunque parte del mondo siamo.“Quanto ardentemente desidereremmo di ricominciare, vicino a Maria ad apprendere la scienza della vita e la superiore sapienza delle cose divine! Ma noi non siamo che di passaggio e ci è necessario deporre il desiderio di continuare a conoscere la mai compiuta formazione all’intelligenza del Vangelo”. (Discorso: 5/1/1964).

Elia stesso, come Mosé, e gli altri Profeti hanno sentito la loro debolezza e incapacità di aiutare quel loro popolo di “dura cervice”. Desideroso di morire, disse: “Ora basta, Signore! Prendi la mia vita, perché io non sono migliore dei nostri padri! ” Si coricò e si addormentò sotto il ginepro. Allora ecco un angelo lo toccò e gli disse: “Alzati e mangia!” Egli guardò e vide vicino alla sua testa una focaccia cotta su pietre roventi e un orcio di acqua. Mangiò e bevve quindi tornò a coricarsi. (1Re 19,4-6). Chi è che non senta le difficoltà, la stanchezza, e la paura di continuare questo viaggio nel deserto della vita, se no ci fosse questa presenza costante di Dio nella vita di ognuno?

Questi elementi che ci riportano al nutrimento della vita del corpo sono solo un insegnamento catechetico di Gesú che vuole appunto, indicare che per nutrire la vita dello spirito è necessario avere un cibo che alimenti anche lo spirito, ma per fare questo è necessaria la sua divina presenza. Gesú si presenta come il padre di famiglia che procura il cibo per la sua famiglia e come il padre e la madre che lavorano per i figli e il frutto del loro lavoro si cambia in nutrimento. É bellissima l’espressione “Chiesa come famiglia di Dio” che si nutre del cibo che Gesú, il suo Fondatore, le procura e la sostiene ed é attraverso il suo sacrifico che tutto diventa efficace. Certamente la gente di Galilea non poteva capire questo linguaggio perché guardavano alle apparenze.

É il caso di notare quello che Dio dice attraverso il profeta Isaia. Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie - oracolo del Signore. (Is: 55: 8). I Galilei non potevano certamente capire il linguaggio di Gesú, appunto perché mancava a loro quella preparazione e vera conoscenza del Messia che loro aspettavano. Vedevano le opere meravigliose che faceva, le riconoscevano, ma la loro alterigia li accecava perché si era presentato come un condottiero.
l’Evangelista che scriveva per le sue Comunità questa pagina del Vangelo, ci vuol far capire che questa Famiglia, la Chiesa, non può sussistere senza la fede, e questo nutrimento che viene da Dio come per gli antichi padri é assolutamente necessario, come lo fu l’acqua e la manna nel deserto.

È chiaro che in questa parte del Vangelo di oggi la fede é al primo posto, si capisce molto bene che è una riflessione della Chiesa Primitiva nel sapere vedere nelle cose semplici e di tutti i giorni la presenza di Dio. É una riflessione sull’Eucarestia che non può essere capita se non ci si avvicina con spirito di fede. Eventualmente questo ci porta ad una riflessione anche per noi società di oggi. Non possiamo ignorare quello che Gesú realmente é e non vedere un pò la nostra situazione come Famiglia di Dio. L’esteriore, la bella facciata, la superficialità, caratteristica della nostra società, con una sbirciata mette in linea tutto appiattendolo, il suo modo di vivere, il pensiero, il mondo, le cose e le persone.

Intanto i Giudei mormoravano di lui perché aveva detto: “io sono il pane disceso dal cielo” e dicevano… ”Costui non é forse Gesú, il figlio di Giuseppe? Di lui conosciamo il padre e la madre, come può dire: Sono disceso dal Cielo?” (Gv 6,41-42). La risposta di Gesú non si fa attendere. Il Padre avrebbe voluto ammaestrarli ma loro si sono rifiutati di accettare il suo insegnamento che veniva dato attraverso Cristo. Gesú rispose: “Non mormorate tra di voi. Nessuno può venire a me se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: E tutti saranno ammaestrati da Dio. Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da Lui viene a me” (Gv 6,43-45). Gesú chiarisce che vi é un passaggio obbligatorio per conoscerlo e accettarlo. Il Padre deve rivelarlo.

Il motivo della venuta di Gesú nel mondo é l’adempimento del disegno misericordioso del Padre che ha il suo compimento nella resurrezione di Cristo. “L’afflusso interiore della grazia non deriva da nessun altro se non dal solo Cristo, la cui umanità, in quanto unita alla divinità ha l’energia di rendere giusti”. (St.Tommaso d’Acquino, III,8). Vedere il Figlio non basta é necessario accoglierlo e credere in lui.
Infatti Gesú sottolinea chiaramente che la fede é un dono che viene da Dio e che ci apre la via per andare a Dio. Ma se si è distratti o disturbati da altre cose, come possiamo ascoltare il Padre che ci chiama per rivelarci il Figlio che diventa così via per noi al Padre? Forse noi come i Giudei dovremmo chiederci: quali sono le priorità nella nostra vita, vedendo come Gesú abbia provveduto anche al nutrimento materiale nella moltiplicazione dei pani e dei pesci?

Sappiamo quanto non sia facile entrare nella logica di Dio. Non bastano i rotocalchi, le riviste o i romanzi di stagione senza parlare dei films o video o altri mezzi di comunicazione per avere la risposta. La risposta é riposta alla nostra attenzione alla chiamata di Dio, alla quale dobbiamo rispondere con la nostra fede, si vogliamo veramente entrare in comunicazione con Lui. Allora potremmo approfondire e interiorizzare la nostra relazione per mezzo di Cristo che prosegue dicendo che noi possiamo avere solo attraverso lui questa relazione col Padre cibandoci del Pane della vita cioè l’Eucarestia che lui ci da.

Infatti quel pane che era la manna che ha nutrito i Giudei nel deserto, non era il pane della vita perché loro sono morti, la vera manna che nutre e da la vita é il cibo del suo Corpo e del suo Sangue, il suo sacrificio offerto al Padre per la vita del mondo. A questo punto é opportuno sottolineare quello che la seconda lettura ci suggerisce.
Vediamo come questa esortazione alla Chiesa di Efeso, voglia sottolineare scendendo a dettagli ciò che il discepolo di Cristo deve evitare, é l’aspetto positivo, praticamente quello che si deve fare o lasciare. “Non vogliate rattristare lo Spirito Santo di Dio… Scompaia da voi ogni asprezza, ira clamore e maldicenza… Siate invece benevoli gli uni gli altri, misericordiosi perdonandovi a vicenda… Comminate nella carità, nel modo che Cristo vi ha amato e ha dato se stesso per voi”. (Ef 4,30-5:2).

Questa pagina ci fa riflettere quanto siamo lontani da quello che Dio vuole da noi. Solo al pensiero di vedere continuamente nel Medio Oriente, e altri posti in questo pianeta, lo spettro della guerra che non risparmia la vita di persone innocenti, come si prenda in mano le armi con odio, per non voler mettere in pratica questi principi. Il brutto è che ci si appella alla grandezza di Dio. Come può Dio mettere uno contro l’altro essendo sue creature? Non saranno certo gli incontri diplomatici, o il correre da una parte all’altra del pianeta che possono riconcigliare le Nazioni. Un pizzico di umanità e tanto amore di Dio può fare questo.
Quella manna, che da vita, che é il Corpo di Cristo che ci fa fratelli in una vera comunione d’intenti, ci fa capire quali sono in nostri diritti e doveri con grande rispetto vicendevole e questo può avvenire solo se si fa ritorno agli insegnamenti di Cristo.
Senza di Lui non ci sarà pace. Dicevamo poco sopra che la via é unica. La via di Dio é diritta, la parola del Signore è provata al fuoco; egli è scudo per chi in lui si rifugia. (Sal. 18: 31). E ancora. Gli disse Gesú: “Io sono la via, la verità, e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Gv. 14: 6).

Abbiamo smarrito la via per andare al Padre? Lui ce la indicherà.
Ultima modifica il Giovedì, 05 Febbraio 2015 20:12
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