La parola inculturata. L'ospitalità missionaria

Pubblicato in Preghiera missionaria

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ASCOLTA

Un angelo del Signore parlò a Filippo e disse: "Àlzati e va' verso il mezzogiorno, sulla strada che scende da Gerusalemme a Gaza; essa è deserta". Egli si alzò e si mise in cammino, quand'ecco un Etìope, eunuco, funzionario di Candace, regina di Etiopia, amministratore di tutti i suoi tesori, che era venuto per il culto a Gerusalemme, stava ritornando, seduto sul suo carro, e leggeva il profeta Isaia. Disse allora lo Spirito a Filippo: "Va' avanti e accòstati a quel carro". Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaia, gli disse: "Capisci quello che stai leggendo?". Egli rispose: "E come potrei capire, se nessuno mi guida?". E invitò Filippo a salire e a sedere accanto a lui. Il passo della Scrittura che stava leggendo era questo:

Come una pecora egli fu condotto al macello e come un agnello senza voce innanzi a chi lo tosa, così egli non apre la sua bocca. Nella sua umiliazione il giudizio gli è stato negato, la sua discendenza chi potrà descriverla? Poiché è stata recisa dalla terra la sua vita.

Rivolgendosi a Filippo, l'eunuco disse: "Ti prego, di quale persona il profeta dice questo? Di se stesso o di qualcun altro?". Filippo, prendendo la parola e partendo da quel passo della Scrittura, annunciò a lui Gesù. Proseguendo lungo la strada, giunsero dove c'era dell'acqua e l'eunuco disse: "Ecco, qui c'è dell'acqua; che cosa impedisce che io sia battezzato?". Fece fermare il carro e scesero tutti e due nell'acqua, Filippo e l'eunuco, ed egli lo battezzò. Quando risalirono dall'acqua, lo Spirito del Signore rapì Filippo e l'eunuco non lo vide più; e, pieno di gioia, proseguiva la sua strada. (At 8,26-39)

RIFLETTI

Con (la traduzione Vulgata), Girolamo è riuscito a “inculturare” la Bibbia nella lingua e nella cultura latina e questa sua operazione è diventata un paradigma permanente per l’azione missionaria della Chiesa. In effetti, «quando una comunità accoglie l’annuncio della salvezza, lo Spirito Santo ne feconda la cultura con la forza trasformante del Vangelo» (EG116), e si instaura così una sorta di circolarità: come la traduzione di Girolamo è debitrice della lingua e della cultura dei classici latini, le cui impronte sono ben visibili, così essa, con il suo linguaggio e il suo contenuto simbolico e immaginifico, è diventata a sua volta elemento creatore di cultura.

I diversi modi in cui la Parola di Dio è annunciata, compresa e vissuta ad ogni nuova traduzione, arricchiscono la Scrittura stessa, poiché essa, secondo la nota espressione di Gregorio Magno, cresce con il lettore, ricevendo lungo i secoli nuovi accenti e nuove sonorità. L’inserimento della Bibbia e del Vangelo nelle diverse culture fa sì che la Chiesa si manifesti sempre più quale «sponsa ornata monilibus suis» (Is 61,10). E attesta, nello stesso tempo, che la Bibbia ha bisogno di essere costantemente tradotta nelle categorie linguistiche e mentali di ogni cultura e di ogni generazione, anche nella cultura secolarizzata globale del nostro tempo.

Senza traduzione, le differenti comunità linguistiche sarebbero nell’impossibilità di comunicare tra loro; noi chiuderemmo gli uni agli altri le porte della storia e negheremmo la possibilità di costruire una cultura dell’incontro. Senza traduzione, in effetti, non si dà ospitalità, e anzi si rafforzano le pratiche di ostilità. Il traduttore è un costruttore di ponti. Quanti giudizi avventati, quante condanne e conflitti nascono dal fatto che ignoriamo la lingua degli altri e che non ci applichiamo, con tenace speranza, a questa interminabile prova d’amore che è la traduzione!

Lo sguardo si volge alla straordinaria vitalità missionaria espressa dalla traduzione della Parola di Dio in più di tremila lingue. Tanti sono i missionari ai quali si deve la preziosa opera di pubblicazione di grammatiche, dizionari e altri strumenti linguistici che offrono i fondamenti alla comunicazione umana e sono un veicolo per il «sogno missionario di arrivare a tutti». È necessario valorizzare tutto questo lavoro e investire su di esso, contribuendo al superamento delle frontiere della incomunicabilità e del mancato incontro. C’è ancora tanto da fare. Come è stato affermato, non esiste comprensione senza traduzione: non comprenderemmo noi stessi né gli altri.

(Papa Francesco. "Scriptrae Sacrae Affectus" nel XVI centenario di San Girolamo, settembre 2020)

PREGA

Apri la mia mente
Spirito Santo, Amore,
perché intenda il linguaggio
dell'eterna Parola,
tesoro da cui trarre
verità antiche e sempre nuove.

Apri le mie labbra,
Spirito d'intelletto e di consiglio,
per cantare e lodare
il santo nome di Gesù
mio Dio e Fratello,
mio scudo e fortezza.

Apri il mio cuore
Spirito di sapienza e di scienza
a una continua conversione
per gustare le meraviglie del creato,
aderire alla follia evangelica,
inebriarmi della Parola e del Pane di vita.

Apri le mie mani,
Spirito di fortezza e di pietà
per tradurre in opere di giustizia
l'affascinante proposta di fede
che mi addita, nel più piccolo dei fratelli,
il mio Signore e mio Dio.
(Valentino Salvoldi)

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