II domenica di Pasqua - Anno B: Gesù è risorto, con lui anche la sua comunità

Pubblicato in Domenica Missionaria

Duccio di Buoninsegna

Letture:
Atti 4,32-35,
Sal 117
1 Gv 5,1-6;
Gv 20,19-31

Tutte le domeniche del tempo di Pasqua ripropongono la celebrazione del mistero della morte e resurrezione di Gesù, che ci ha fatti capaci, come dice la seconda lettura di “vincere il mondo” perché colui che è nato da Dio vince il mondo. Ma quali sono le condizioni che devono far parte della vita della comunità cristiana che, come Gesù resuscitato, “vince il mondo”?

I testi che si propongono in questa seconda domenica ci permettono di rispondere a questa domanda così importante. Solo questa comunità sarà abilitata per portare la testimonianza “fino agli estremi confini della terra” e far conoscere a tutti la “misericordia” del perdono dei peccati. Conosciamo allora questa comunità.

Vince il mondo la comunità dominata dallo Spirito Santo. Nella teologia di san Giovanni la Pentecoste è immediata; già sulla croce, quando tutto è compiuto, Gesù “consegna lo Spirito” e lo stesso gesto lo ripete appena la ritrova dopo la sua resurrezione ancora spaventata e rinchiusa nel cenacolo. Alitò su di loro lo Spirito Santo: è il gesto della nuova creazione, non realizzata in sette giorni ma in un solo giorno, il primo della settimana, l’ottavo della creazione. Quando Dio fa nuove tutte le cose fa nuovo anche l’essenza più profonda del cuore del piccolo gregge che l’ha accompagnato fin dal principio della sua vita pubblica e del suo itinerario di Pastore Buono.

Vince il mondo la comunità che sa superare le sue chiusure. Non dobbiamo idealizzare questa comunità dominata dallo spirito. Continua ad essere una comunità arroccata nel cenacolo, terrorizzata per quel che potrebbe succedere, dispersa come le pecore senza pastore. Eppure, il risorto entra all’ovile passando dalla porta e senza bisogno nemmeno di aprirla perché lui è la porta delle pecore. Dopo, solo dopo, i discepoli avranno il coraggio di fare un passo oltre la porta, superando il confine che genera paura… ma prima questo confine l’ha attraversato Gesù risorto.

Vince il mondo la comunità che ha la Pace nel cuore. La Pace è il saluto della Pasqua ed è la vita della comunità che riceve da Dio questo dono. Quando “eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi” (cf Rom 5,8) e così siamo stati riconciliati: non abbiamo nemici, non abbiamo ragioni che possano giustificare il rancore, l’odio e perfino la guerra. Possiamo solo generare pace, portare pace, essere pace.

Vince il mondo la comunità che vede il Signore e le sue piaghe. “I discepoli gioirono al vedere il Signore” e il primo annuncio della Pasqua è stato “abbiamo visto il Signore”. Vedere è importante e anche toccare, così come vuol fare Tommaso che non era presente la sera stessa del giorno della Resurrezione… perché la nostra corporalità ha bisogno di queste cose, “prendete e mangiatene… prendete e bevetene”, l’eucaristia è il sacramento della corporalità, è la logica dell’incarnazione che non è affatto negata nei giorni posteriori alla Pasqua, quando Gesù mangia con i suoi discepoli. Questa comunità che vede non dimentica Gesù che è venuto alla loro vita non solo con l’acqua, ma con l’acqua e con il sangue, non solo nella gloria della resurrezione ma anche con le ferite della passione che subito mostra ai suoi discepoli.

E allora vince il mondo la comunità che crede in Cristo, nel Cristo totale. È il Cristo della Fede e della Storia, il Cristo figlio di Dio e Figlio dell’uomo, è Cristo risorto ma ancora ferito, è il Cristo seduto alla desta del Padre ma anche deposto in una mangiatoia.

Si scopre allora il mistero profondo e anche la nostalgia di quella comunità cristiana primitiva che vince il mondo non assoggettandosi alle logiche del mondo ma alla logica del Regno. Un cuore solo, un’anima sola, un solo progetto, una sola meta. È la comunità perfettamente pasquale che, come cristiani, siamo chiamati a costruire giorno dopo giorno, vincendo le paure e aprendo le porte alla Pasqua. Papa Francesco diceva, commentando questo stesso vangelo che, Gesù ci “invita ad entrare nel mistero di queste piaghe, che è il mistero del suo amore misericordioso”, il peccato “può aprire nel mondo grandi vuoti: vuoti di amore, vuoti di bene, vuoti di vita”, solo Gesù, fatto uomo e morto sulla croce, “colma l’abisso del peccato con l’abisso della sua misericordia”. (papa Francesco. Omelia 12 aprile 2015)

Preghiera

(David Maria Turoldo)

Pure per noi
sia veramente Pasqua, Signore,
vieni ed entra nei nostri chiusi cenacoli
perché abbiamo tutti e di tutto paura:
paura di credere,
paura di non credere,
paura di essere liberi.

Poiché la tentazione
di cintarci in antichi steccati è sempre grande,
vieni ed abbatti le porte dei cuori,
le diffidenze e i molti sospetti
soprattutto fra quanti dicono di crederti.

Amen.

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