Solennità dell'Ascensione del Signore / B - “Il signore fu elevato in cielo …”

At 1,1-11; Sal 46; Ef 4,1-13; Mc 16,15-20

La solennità dell'Ascensione di Gesù, che oggi celebriamo, ci ricorda che al termine del cammino terreno percorso nell'amore e nella donazione, ci sarà la vita di comunione definitiva con Dio. E che c’è un mandato che Gesù ha lasciato a tutti noi, suoi discepoli, quello di portare avanti la realizzazione del progetto liberatore di Dio per l’umanità.

Nella prima lettura (At 1,1-11) si ribadisce il messaggio centrale di questa festa: Gesù, dopo aver portato nel mondo la Buona Notizia, è entrato nella comunione con Dio Padre - la stessa che attende tutti coloro che seguono il Signore. E i discepoli non possono rimanere immobili a guardare il cielo, bloccati da una religiosità alienante, ma devono andare tra gli uomini per continuare il progetto di amore di Gesù.

Il nostro testo inizia con un prologo (vv. 1-2) che mette in relazione il libro degli “Atti” con il terzo Vangelo - sia nel riferimento allo stesso Teofilo a cui il Vangelo era dedicato, sia nell'allusione a Gesù, ai suoi insegnamenti e alle sue opere nel mondo (tema centrale del terzo Vangelo). Questo prologo presenta quelli che saranno i protagonisti del libro degli Atti: lo Spirito Santo e gli apostoli chiamati a vivere la missione in comunione con il Signore.

Dopo il prologo, segue il tema dell’addio di Gesù (vv. 3-8). L'autore esordisce facendo riferimento ai “quaranta giorni” intercorsi tra la risurrezione e l'ascensione, durante i quali Gesù parlò ai discepoli “del Regno di Dio” (il che sembra essere in contraddizione con il Vangelo, dove la risurrezione e l'Ascensione vengono presentate proprio nel giorno di Pasqua – cfr Lc 24). Il numero quaranta è un numero certamente simbolico, perché definisce il tempo necessario affinché un discepolo impari bene e ripeta alla perfezione, le lezioni del maestro. In questo senso si fa riferimento al tempo simbolico dell'iniziazione cristiana, necessario per apprendere bene l'insegnamento del Risorto.

Le parole di congedo di Gesù (vv. 4-8) mettono in luce due aspetti: la venuta dello Spirito Santo e la testimonianza che i discepoli saranno chiamati a rendere “fino ai confini del mondo”. Abbiamo qui riassunta l'esperienza missionaria della comunità di Luca: lo Spirito si riverserà sulla comunità credente e donerà la forza per testimoniare Gesù nel mondo, da Gerusalemme a Roma. In realtà è questo il programma che Luca presenterà in tutto il libro degli Atti, messo in bocca a Gesù risorto. In questo modo l'autore vuole mostrare con la sua opera che la testimonianza e la predicazione della Chiesa sono radicate in Gesù stesso e saranno sospinte dall’azione dello Spirito.

L’ultimo tema è quello dell'ascensione vera e propria (vv. 9-11) che altro non è che un modo di esprimere simbolicamente che l'esaltazione di Gesù è totale e raggiunge dimensioni sovrumane; che è il culmine di una vita vissuta per Dio e che ora rientra nella gloria della comunione con il Padre. Il significato fondamentale dell'ascensione non sta nell’ammirare, a testa in su, l'elevazione di Gesù; ma è invitarci a seguire la “strada” di Gesù, guardando al futuro e impegnandoci, tra la gente, nella realizzazione del suo progetto di salvezza.

L'ascensione di Gesù ci assicura, innanzitutto, che una vita vissuta nella fedeltà ai disegni del Padre è una vita destinata alla glorificazione, alla comunione definitiva con Dio. Chi segue la stessa “via” di Gesù ascenderà, come Lui, alla vita piena.

La seconda lettura (Ef 4,1-13) invita i discepoli a prendere coscienza della speranza alla quale sono stati chiamati (cfr. una vita piena di comunione con Dio). Essi devono camminare verso questa “speranza” insieme ai loro fratelli – membra dello stesso “corpo” – e in comunione con Cristo, “capo” di questo “corpo”. Cristo risiede nel suo “corpo” che è la Chiesa; ed è in esso che diventa presente tra gli uomini di oggi.

In questo testo, vengono presentati due concetti molto significativi per definire il rapporto tra Cristo e la Chiesa: quello di “capo” e quello di “pienezza” (in greco, “pleroma”).

Dire che Cristo è il “capo” della Chiesa significa, innanzitutto, dire che i due formano una comunità indissolubile e che tra i due vi è una totale comunione di vita e di destino; significa anche che Cristo è il centro attorno al quale si articolano i vari movimenti del “corpo”, da cui e verso cui il “corpo” cresce e si orienta; Significa inoltre che la Chiesa/corpo è soggetta all'obbedienza a Cristo/capo: da Cristo solamente dipende la vita della Chiesa e solo a Lui deve obbedienza.

Dire che la Chiesa è la “pienezza” (“pleroma”) di Cristo significa dire che in essa risiede la “pienezza”, la “totalità” di Cristo. Ella è il ricettacolo, la dimora, dove Cristo si fa presente nel mondo; è attraverso questo “corpo” che Cristo continua ogni giorno a realizzare il suo disegno di salvezza in favore degli uomini. Presente in questo “corpo”, Cristo abbraccia il mondo e attira a sé l'intero universo, finché Cristo stesso sia “tutto in tutti” (v. 23).

Nel brano del Vangelo di Marco (16,15-20), Gesù risorto appare ai discepoli, li aiuta a superare la delusione e l'autocommiserazione e li invia in missione, come testimoni del progetto di salvezza di Dio. In comunione con il Padre, Gesù continuerà ad accompagnare i suoi discepoli e, attraverso di loro, offrirà agli uomini la vita nuova e definitiva.

La questione centrale affrontata nel nostro testo è il ruolo dei discepoli nel mondo, dopo l’Ascensione di Gesù. Il testo si compone di tre scene: Gesù risorto definisce la missione dei discepoli; Gesù “è elevato in cielo e siede alla destra del Padre” (v.19); i discepoli si mettono in viaggio per annunciare il Vangelo e compiere così la missione che Gesù ha loro affidato.

L'autore di questa catechesi rassicura i discepoli che non sono soli nella loro missione. Gesù, vivo e risorto, sarà con loro e si manifesterà al mondo nelle parole e nei gesti dei discepoli.

La solennità dell'Ascensione di Gesù è, soprattutto, il momento in cui i discepoli prendono coscienza della loro missione e del loro ruolo nel mondo. La Chiesa (la comunità dei discepoli, riuniti attorno a Gesù, animata dallo Spirito) è, essenzialmente, una comunità “in uscita” cioè chiamata a testimoniare al mondo il progetto di salvezza e di liberazione che Gesù è venuto a portare.

Diventare discepolo è, prima di tutto, apprendere gli insegnamenti di Gesù, imparare dalle sue parole, dai suoi gesti, un’intera vita offerta per amore. Siamo coscienti delle sfide che il mondo presenta ogni giorno, sono tante e sempre nuove; i discepoli, formati alla scuola di Gesù, sono invitati a “interpretare” queste sfide alla luce degli insegnamenti del loro Maestro. Allora chiediti: fino a che punto cerchi di conoscere gli insegnamenti di Gesù e applicarli alla vita di tutti i giorni?

Il giorno in cui sei stato battezzato, sei stato affidato a Gesù e in Lui, sei entrato a gustare la vita di comunione della Trinità. Cerchi di alimentare il tuo rapporto con il Signore e di condividere l’amore con cui la Trinità riempie la tua vita?

Proprio quando ci assale lo sconforto e la frustrazione per quello che succede nel mondo e facciamo fatica a vedere dei cambiamenti per il futuro, allora è importante ricordare le parole di Gesù: “Sarò con voi fino alla fine dei tempi”. Questa certezza deve alimentare il coraggio di testimoniare quello in cui crediamo. Shalom!

* Padre Geoffrey Boriga, IMC, studia Bibbia nel Pontificio Istituto Biblico a Roma.

Last modified on Friday, 17 May 2024 11:39

Gli ultimi articoli

Il cardinale Marengo: «Il grazie per una vita semplice»

26-07-2024 Missione Oggi

Il cardinale Marengo: «Il grazie per una vita semplice»

Il porporato, della congregazione dei Missionari della Consolata, ragiona sugli aspetti positivi e di gratitudine suscitati dall’esperienza missionaria. «Si vede...

Marocco. Momento di Vita a Oujda

26-07-2024 Missione Oggi

Marocco. Momento di Vita a Oujda

Momento di vita" è questa la ricchezzapartire, starci e veder la bellezzadi volti, di sguardi e di sorrisi, di vite...

Giuseppe Allamano Formatore

25-07-2024 Allamano sarà Santo

Giuseppe Allamano Formatore

Benvenuti a questo video dedicato a Giuseppe Allamano, una figura straordinaria nel campo della formazione. Oggi abbiamo il privilegio di...

XVII Domenica del TO / B - “C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci”

24-07-2024 Domenica Missionaria

XVII Domenica del TO / B - “C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci”

IV Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani 2 Re 4,42-44; Sal 144; Ef 4,1-6; Gv 6,1-15 Nella preghiera della colletta chiediamo...

La piaga del lavoro minorile in Myanmar

24-07-2024 Notizie

La piaga del lavoro minorile in Myanmar

Nella tormentata Nazione del Myanmar, attraversata da un conflitto civile da oltre tre anni, si registra un'esplosione del fenomeno del...

Brasile: la violenza contro i popoli indigeni

24-07-2024 Notizie

Brasile: la violenza contro i popoli indigeni

“Assumere la causa indigena come causa della Chiesa”. Il Consiglio Indigenista Missionario (Cimi) ha presentato, lunedì 22 luglio, presso la sede...

Portogallo: LMC celebrano il loro giubileo d'argento

24-07-2024 Missione Oggi

Portogallo: LMC celebrano il loro giubileo d'argento

I Laici Missionari della Consolata (LMC) del Portogallo si sono radunati questa domenica, 21 luglio, per celebrare il loro 25°...

Significato della canonizzazione del Beato Allamano nel mese di ottobre

22-07-2024 Allamano sarà Santo

Significato della canonizzazione del Beato Allamano nel mese di ottobre

Il 01 luglio 2024, il Santo Padre, Papa Francesco, ha annunciato la data prevista per la canonizzazione del Beato Giuseppe...

IV Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani

22-07-2024 Notizie

IV Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani

“Nella vecchiaia non abbandonarmi” (cfr. Sal 71,9) La Chiesa celebra, domenica 28 luglio 2024, la IV Giornata Mondiale dei Nonni e...

Articoli correlati

onlus

onlus

consolata news 2

 

Contatto

  • Viale Mura Aurelie, 11-13, Roma, Italia
  • +39 06 393 821