V Domenica di Quaresima / B - Ubbidienza nel vivere la nuova alleanza

Ger 21,31-34
Eb 5,7-9
Gv 12,20-33

Un’ alleanza nuova scritta nel profondo del cuore

Il tema dell’alleanza è stato oggetto della meditazione nella prima domenica di Quaresima quando Dio, nel libro della Genesi, dopo il diluvio, stabilisce la sua alleanza.  Partendo dalla profezia di Geremia, il Signore promette di concludere una nuova alleanza molto diversa di quella che aveva stabilito con i padri.

Sarà un’alleanza nuova caratterizzata dall’obbedienza, dalla fedeltà, in contrapposizione a quella della disobbedienza e dell’infedeltà del passato. La Nuova Alleanza verrà scritta da Dio dentro il cuore dell’essere umano. Come è noto, nella Bibbia, “il cuore è la sede più intima della persona, delle sue decisioni: organo del pensare, del volere, del discernere, del percepire, del sentire”. La nuova alleanza verrà osservata e vissuta perché Dio stesso interiorizzerà la sua legge e scriverà sul cuore dell’uomo questa alleanza e dal cuore scaturirà la volontà di viverla, di obbedire. Essendo scritto nel cuore della persona umana tutti potranno conoscere il Signore; ognuno potrà sentire dentro di sè il desiderio di conoscere il Signore. Dice il Signore Dio “non dovranno più istruirsi l’un l’altro, dicendo: ‹Conoscete il Signore›, perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande”. Ci sarà dunque “una connaturalità” con la volontà di Dio. È in questo che consiste la Nuova Alleanza.

La legge, iscritta nel cuore della persona umana, dev’essere vissuta ed ubbidita. L'ideale di Ger 31,31-34 è diventato piena realtà umana nel cuore e nella vita di Gesù, come ha ben detto l’autore della Lettera agli Ebrei. Cristo “pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono”. Tutti gli uomini devono imparare ad ubbidire come fece Gesù. Egli imparò ad obbedire all'interno di un'esperienza drammatica, nel momento della sua sofferenza e in presenza di tanti dolori. Anche in quei momenti, Gesù obbedì. Avrebbe potuto ritornare indietro, chiedere di essere liberato ma scelse di ubbidire fino in fondo, si addentrò totalmente nel progetto della salvezza dell’uomo, ubbidienza imparata attraverso la sofferenza. Avendo imparato l'ubbidienza con la sofferenza, Gesù era perfettamente qualificato per essere il sacrificio e Sommo Sacerdote per la garanzia della nostra salvezza. Se Gesù ha imparato l’ubbidienza, a maggior ragione dobbiamo imparare noi, impariamo a vivere l’ubbidienza per vivere da figli nella logica della Nuova Alleanza.

Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo

Il brano evangelico si apre con la domanda che rivela un grande desiderio di vedere e conoscere l’identità profonda di Gesù: ‘Vogliamo vedere Gesù’. Coloro i quali fecero la richiesta erano un gruppo di greci che credevano in Dio e nella sua Alleanza.  A tale domanda segue un lungo discorso di Gesù: “E’ giunta l’ora che sia glorificato il figlio dell’uomo. In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto per terra non muore rimane solo; se invece muore produce molto frutto. Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna”. Gesù parla del chicco di grano che deve morire, parla cioè dell’ora della sua morte: “è giunta l’ora”.

L’ora in cui, nonostante le difficoltà e la sofferenza, ubbidirà al Padre per la salvezza dell’umanità. È l’ora dell’ubbidienza. Quell’ora in cui i pagani, i greci, gli stranieri vanno a cercarlo per conoscerlo.  La semente gettata deve dunque morire per dare frutto. È l’ora in cui si capirà il vero senso della Sua esistenza: dare la vita per gli altri. È l’ora dell’angoscia e, paradossalmente, è l’ora della gloria: “Ecco il Figlio dell’uomo sta per essere glorificato” (Gv 12,22). Spogliamento ed esaltazione. È nell’ora della croce che Dio unirà il cielo e la terra, facendo cose nuove di ogni cosa. È l’ora della nuova ed eterna alleanza. Infatti, nell’ora della morte, Gesù dirà “Padre, è giunta l'ora, glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio glorifichi te”. L’alleanza nuova che Dio stabilisce con il suo popolo, una alleanza di perdono per ogni uomo, si realizza nella passione di Cristo, il chicco di grano che muore per produrre il frutto del perdono. Dobbiamo imparare da Cristo l’ubbidienza.

Il discepolo missionario è quello che sceglie di ascoltare ed obbedire Dio. Infatti, come afferma Papa Francesco, “«obbedire viene dal latino, e significa ascoltare, sentire l’altro. Obbedire a Dio è ascoltare Dio, avere il cuore aperto per andare sulla strada che Dio ci indica. L’obbedienza a Dio è ascoltare Dio. E questo ci fa liberi». In questa scelta di obbedienza a Dio e non al mondo, senza cedere al compromesso, il cristiano non è solo”.

* Mons. Osório Citora Afonso, IMC, è vescovo ausiliare dell’Archidiocesi di Maputo, Mozambico.

Ultima modifica il Domenica, 17 Marzo 2024 22:13

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