La nostra risposta deve essere drastica, intensa e con l'impegno di tutti! (cfr. Laudato Si' 59).
La Rete Ecclesiale Pan-Amazzonica (Repam) ci siamo riuniti a Florencia, (nella regione del Caquetá – Colombia), con rappresentanti della Bolivia, del Brasile, della Colombia, dell’Ecuador, della Guyana Francese, del Perù e del Venezuela e con la presenza di organizzazioni alleate internazionali. In un mondo inorridito dall'aumento della violenza e dalla guerre, chiediamo innanzitutto un cessate il fuoco immediato a Gaza e in altri luoghi di conflitto, per promuovere meccanismi e accordi internazionali per la costruzione della pace. È in gioco il futuro della democrazia e dei diritti umani!
La Repam, che festeggia 10 anni di vita, è una risposta profetica sorta dal messaggio evangelico e vuole promuovere la cura della casa comune; far risuonare la voce dei popoli che la abitano e impegnarsi nella difesa dei diritti umani. Siamo ispirati dalla spiritualità incarnata nel territorio, impegnati in nuove modalità di sinodalità, per una Chiesa dal volto amazzonico.
In questi dieci anni, la situazione in Amazzonia è diventata critica e abbiamo raggiunto un punto di non ritorno. Profondamente addolorati per l'agonia di questo bioma e dei suoi popoli, consapevoli della sua importanza per il pianeta, esprimiamo la nostra preoccupazione riguardo a:
1. La CRISI CLIMATICA e il collasso sistemico dell'Amazzonia marcato dai recenti periodi di caldo anomalo, incendi incontrollati, gravi siccità, livelli record di fiumi e laghi che hanno isolato numerose comunità e lasciato migliaia di persone senza accesso all'acqua potabile, ai servizi sanitari, all’istruzione e al cibo.
2. L'ESTRATTIVISMO, la deforestazione accelerata, le concessioni minerarie, lo sfruttamento dei corsi d'acqua, i progetti idroelettrici e le autostrade che sono promosse senza l’approvazione della popolazione residente previamente e liberamente informata delle conseguenza ambientali di ogni decisione. L'espansione della frontiera agricola, le monocolture e l'agrobusiness causano una gigantesca perdita di biodiversità e ostacolano i modi di produzione locali, minacciando la sovranità alimentare. L'uso di prodotti agrochimici e il mercurio inquinano le fonti d'acqua, l'aria e il suolo, compromettendo l'accesso alle risorse naturali e causando gravi malattie tra la popolazione.
3. Lo SVILUPPO MINERARIO ED ENERGETICO dell’Amazzonia, sovrapposto alle aree protette e ai territori comunitari, minaccia l'integrità culturale e territoriale dei popoli indigeni, contadini, costieri e afro-discendenti; la situazione dei popoli in contatto iniziale o in isolamento volontario è ancora più preoccupante.
4. Le false soluzioni dell'ECONOMIA VERDE, con la promozione dei crediti di carbonio e la mercificazione della biodiversità dell'Amazzonia, che non producono contributi effettivi al cambiamento necessario.
5. Il TRAFFICO DI DROGA, gli attori armati legali e illegali che minacciano e assassinano i difensori dei diritti umani e dell'ambiente. La protezione di questi leader deve essere una priorità, anche dopo l'attuazione e la ratifica dell'accordo di Escazú. Siamo inoltre preoccupati per l'aumento dei femminicidi, della perdita di prospettive e dei suicidi tra i giovani.
Di fronte a questa situazione di emergenza, sollecitiamo l'attuazione di un Piano d'azione integrale per la protezione e la difesa del Pan-Amazzonia e dei suoi popoli, con un serio impegno delle autorità pubbliche e della società civile per prevenire nuove violenze, aiutare le vittime e invertire la situazione.
Le comunità e i popoli amazzonici chiedono alla Chiesa un'alleanza nella ferma difesa dei loro territori, affinché i loro progetti di vita siano garantiti di fronte ai progetti di morte. Apprezziamo il risultato positivo del referendum, che ha mobilitato la Repam e molte organizzazioni per proteggere dallo sfruttamento petrolifero il parco naturale di Yasuní, punto di riferimento mondiale per la biodiversità nell'Amazzonia ecuadoriana.
La Repam ratifica l'appello di Papa Francesco per una governance globale in tempi di crisi climatica, chiedendo che le Conferenze sul clima delle Nazioni Unite (COP) prendano decisioni efficaci, vincolanti e facilmente controllabili.
Chiediamo l'unità dei popoli e delle reti ecclesiali per l'ecologia integrale, un percorso di mobilitazione e sensibilizzazione dalla COP-28, attraverso il Forum Sociale Pan-Amazzonico (FOSPA) di giugno 2024 in Bolivia, fino alla COP-30 nell'Amazzonia brasiliana. La nostra risposta deve essere "drastica, intensa e con l'impegno di tutti" (cfr. Laudato si' 59).
Restiamo legati al Dio della Creazione, il cui Spirito rafforza la nostra cura per la vita dei popoli e per la nostra casa comune!
*Messaggio della Repam riunita in Florencia (Caquetá, colombia) dall'otto al 10 novembre 2023