Io sono con voi

Io sono con voi Foto SozziJA
Published in Preghiera missionaria
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Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo». (At 1,6-14)

RIFLETTI

L’azione dell’«andare» che costituisce il dinamismo missionario della Chiesa deve poter ripartire dalla «Galilea». Terra di confine, regione cosmopolita, punto d’incontro e di apertura universale, la Galilea rappresenta il «luogo simbolico» dell’andare della Chiesa. I discepoli hanno intrapreso l’esperienza della sequela dal lago di Galilea e dopo la Pasqua sono chiamati a ripartire dalla Galilea. La Galilea è rappresentata simbolicamente oggi l’apertura al processo di globalizzazione, che coinvolge le relazioni interpersonali e condiziona spesso le scelte del mondo degli adulti e dei giovani. Sul confine tra il centro e la periferia dell’esperienza della fede e dell’incontro con Cristo si colloca la Galilea. «Tornare in Galilea» significa oggi avere il coraggio di accogliere l’invito a rimettersi in cammino, rispondendo all’appello di Cristo Risorto che schiude nuovi scenari di evangelizzazione.

I discepoli sono inviati a “tutti i popoli”, cioè alle nazioni non evangelizzate. Ricordiamo l’affermazione di Gesù: «Questo vangelo del regno sarà annunciato in tutto il mondo, perché ne sia data testimonianza a tutti i popoli; e allora verrà la fine» (Mt 24,14). Gesù, in comunione con il Padre, non vuole “che neanche uno di questi piccoli si perda” (Mt 18,14). L’espressione “tutti i popoli” non esclude gli Ebrei (cf. 25,32): la chiesa è inviata al mondo intero (13,38), ma la testimonianza presso Israele non è esaurita (10,23). I popoli sono anticipati all’inizio del vangelo di Matteo dalla figura e dall’episodio dei Magi (Mt 2,1-12); è nella Galilea cosmopolita che Gesù si stabilisce (2,19-23) e svolge la prima parte del suo ministero. L’adesione dei gentili è anticipata nella fede del centurione di Cafarnao (8,10), della donna cananea (15,21-28). Tutti, ebrei, discepoli e gentili (26,2.24; 27,2.26), hanno consegnato Gesù alla morte, ma sotto la croce il centurione e i suoi e le donne giudee nascono insieme come famiglia di Gesù, chiesa (27,54-55).

L’invio a «tutti i popoli» fa emergere la necessità di riscoprire il valore della missione ad gentes. Essa deve rappresentare un «salto di qualità» della vita ecclesiale e dello stile cristiano che si apre al pluralismo culturale. Un autentico cammino di maturazione della vita di fede deve suscitare l’esigenza di un rinnovato impegno per annunciare appassionatamente il Vangelo a tutti.

Il primo impegno è il battesimo. Nell’invio dei “dodici discepoli” (10,7) non si parlava di battesimo; ora che essi partono per la missione definitiva, ne è fatto loro aperto comando. L’esplicita menzione del battesimo dà rilievo alla dimensione ecclesiale del discepolato che prende avvio dalla pasqua. “Quando l’evangelista redige la sua opera il battesimo rappresentava un momento decisivo della scelta cristiana. Segnalava in chi lo riceveva la decisione presa davanti alla comunità di seguire Cristo fino a morire per la stessa causa per cui egli aveva dato la vita. Per questo originariamente (cf. At 2,38; 10,48; 19,5) veniva amministrato ‘nel nome di Gesù’, cioè con l’intento di portare il catecumeno (…) a una diretta imitazione della persona (= nome) di Cristo”.

Il secondo impegno nel v. 20 è l’insegnamento. Ricordiamo che Gesù predicava alle folle e istruiva i giudei nelle loro sinagoghe (4,23; 12,3), ora questo compito passa ai discepoli, ma al servizio di Gesù. All’insegnamento segue l’osservare (terein significa anche “custodire”, un’azione interiore che impegna un comportamento). Matteo sottolinea l’aspetto normativo dell’adesione al vangelo.“I discepoli di Cristo debbono preoccuparsi non tanto della comprensione della ‘verità’ quanto dell’attuazione della medesima, in altre parole della piena conformità alla volontà divina (7,21-27)”. “Nella comunità cristiana la vita morale non è altro che la buona novella in atto”.

L’espressione «Io sono con voi» conclude il cammino con l’annuncio di un’attesa, come nel libro dell’Apocalisse: “Io verrò presto” (Ap 22,20). L’attesa è colma di una presenza. Il linguaggio è quello dell’alleanza, del “Dio con noi”: la fine del vangelo di Matteo si collega all’inizio (1,23). Gesù porta a compimento la promessa salvifica di Dio concentrata nel nome del discendente davidico, l’‘Emmanuele’, ‘Dio con noi’ (cf. Mt 1,23). 

DOMANDE

L’ascensione del Signore segna il compimento della sua missione nel mondo: come stai vivendo la tua missione? Ti senti contento per quello che hai realizzato finora nella vita?

I discepoli seguono Gesù risorto fino al monte dell’ascensione: devi anche tu continuare a seguire il Risorto e sarà Lui a darti la forza per continuare nel mondo il tuo cammino di ricerca. Hai bisogno di essere aiutato nel discernimento? Il tuo desiderio di ricerca sta proseguendo?

Battesimo e insegnamento: come vivi gli impegni del tuo battesimo? Come prosegui il cammino di maturazione nella comunità? Sei capaci di aprire nuove prospettive di evangelizzazione?

PREGA

Popoli tutti, battete le mani! Acclamate Dio con grida di gioia, perché terribile è il Signore, l’Altissimo, grande re su tutta la terra. Egli ci ha sottomesso i popoli, sotto i nostri piedi ha posto le nazioni. Ha scelto per noi la nostra eredità, orgoglio di Giacobbe che egli ama. Ascende Dio tra le acclamazioni, il Signore al suono di tromba. Cantate inni a Dio, cantate inni, cantate inni al nostro re, cantate inni; perché Dio è re di tutta la terra, cantate inni con arte. Dio regna sulle genti, Dio siede sul suo trono santo. I capi dei popoli si sono raccolti come popolo del Dio di Abramo. Sì, a Dio appartengono i poteri della terra: egli è eccelso. (Salmo 47)

 

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