È stato l’Allamano ad introdurre al santuario la “Novena alla Consolata”, secondo la testimonianza processuale del Can. Giuseppe Cappella: «Per sua iniziativa, venne stabilita la novena solenne predicata in preparazione alla festa della Consolata».
Il modo di esporre il contenuto della novena è molto ordinato: ogni giorno, la predica inizia con una citazione generalmente presa dall’Ufficio della Consolata, che, a sua volta, spesso è desunta dalla Bibbia. Segue poi lo svolgimento della predica, diviso sempre in tre punti, con diverse citazioni dirette o indirette del pensiero di Santi Padri, o di altri santi più conosciuti dall’Allamano. Ogni punto inizia con l’esposizione dell’argomento trattato e termina con un incoraggiamento di tipo ascetico e morale. Al termine di ogni giorno c’è sempre una preghiera a Maria, con l’invito a recitare 7 “Ave Maria”. La prima di queste preghiere è la traduzione dell’oremus della Consolata, mentre le altre sono composte in relazione al tema trattato e a volte contengono concetti desunti da preghiere classiche. I temi sono suddivisi in nove giorni, più il giorno della festa, per cui le trattazioni in tutto sono dieci. Il tono generale e lo stile sono molto caldi. A volte sembra che sia più il cuore a parlare. La Madonna è abitualmente la “cara Consolata”.
C’è ancora da precisare il concetto di “consolazione” che i cristiani ricercano da Maria e che l’Allamano presuppone nel comporre questa novena. Non c’è dubbio che qui si tratta della “consolazione dalle afflizioni”. E le afflizioni umane, per l’Allamano, sono molte. Ogni giorno ne viene evidenziata una. Esse sono: il peccato, o la freddezza spirituale, o il dubbio; le preoccupazioni terrene per il lavoro, per l’educazione dei figli, per lo studio, ecc; la povertà; le indisposizioni fisiche, le malattie, le epidemie, l’abbandono; le disgrazie naturali; le guerre; la morte. L’Allamano al nono giorno sottolinea la necessità di consolare Maria, afflitta dai nostri peccati. Infine, il giorno della festa, è riservato alla gioia: “rallegrati Gerusalemme”, essere consolati con Maria.
GIORNO PRIMO
Consolamini pusillanimes, respirate miserabiles:
Virgo Deipara et humani generis advocata
Idonea, sapientissima, universalis.
Consolatevi, o pusillanimi, respirate e fatevi animo, o miserabili: La Vergine Madre di Dio è l’avvocata del genere umano Idonea, sapientissima, universale (S. Tommaso da Villanova).
Vedete anime cristiane, quanto dobbiamo consolarci, avendo presso Dio un’avvocata sì potente e sì desiderosa di ottenerci ogni bene. Penetriamoci di tale verità e colla S. Chiesa supplichiamo la Vergine di volgere a noi i suoi sguardi misericordiosi.
Vedi anima Cristiana dove devi cercare consolazione nelle tue tribolazioni. Hai finora così operato? O non piuttosto Maria Consolata fu l’ultima a Cui ricorresti ne’ tuoi bisogni. Quale danno per te! Incomincia oggi a ricorrere a Lei, che ben conosce tutte le tue angustie e può, se il tuo bene non esige altrimenti, liberartene, sempre può consolarti.
Felice tu che leggi queste parole; Maria, come vedi, è anche per te; anche te vuole a parte delle Sue grazie e delle Sue consolazioni. Se abbisogni di consolazioni, e chi non ne ha bisogno? Vieni a Maria Consolata, entra nel caro Santuario, accostati al Suo Altare e con una preghiera di nove giorni, sta certo che ne tornerai consolato […].
Ave Maria ….
Preghiera (Tutti insieme)
Signor nostro Gesù Cristo, il Quale per una provvidenza ineffabile avete stabilito che ogni bene noi ricevessimo per mano della Madre vostra Maria, concedeteci di grazia, che venerandola noi sotto il soavissimo titolo della Consolazione possiamo continuamente godere dell’aiuto e del potere della Medesima. Così sia.
GIORNO SECONDO
Quomodo si qui Mater blandiatur, ita ego
Consolabor vos, et in Jerusalem consolabimini:
Videbitis et gaudebit cor vestrum (Off. – Respons. Matut.)
Come una madre accarezza il bambino, così io
Consolerò voi e sarete consolati in Gerusalemme:
Voi vedrete e si rallegrerà il vostro cuore.
Prega questa buona madre ad ottenerti un cuore di figlio per non essere ingrato e meritare i salutari e consolanti effetti del Suo amore.
E tu anima cristiana quale premura avesti finora di ricorrere a Maria ne’ tuoi bisogni? Accorrono da lungi al caro Santuario i popoli e ne ottengono grazie abbondanti e tu che vi abiti sì dappresso come approfitti di questa fonte di ogni consolazione, come è chiamata Maria da S. Efrem? […]. Proponi di accorrere sovente a Maria SS. Consolata nel Santuario.
Andiamo anche noi con fiducia a questo trono di grazia per essere aiutati nelle nostre necessità (Messa Off. B. V. d. Misericordia). L’anima nostra sitibonda, dice S. Bernardo, si rechi a questa Fonte di misericordia, la nostra miseria ricorra con tanta sollecitudine a questo cumulo di misericordia (Off. Om.) Proponiamo che ogni qualvolta vedremo disgrazia e infortuni sospesi per cader su di noi, staremo alla tua presenza, o Maria, in questa Casa, dov’è invocato il Nome tuo; alzeremo i nostri clamori a Te nelle tribolazioni, e Tu ci farai lieti. In Te hanno sperato i nostri Padri e Tu li liberasti; così anche noi instaremo a pregare in questo S. Luogo e Tu ci rallegrerai. Sì, Non cesseremo di pregarti e Tu a gloria del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo ci consolerai (Off. Vesp.).
Ave Maria ….
Preghiera (Tutti insieme)
O Maria Consolata, Madre di Gesù e Madre mia, permettetemi che colla confidenza di figlio ricorra a voi oggi nelle mie pene. Voi non avete mai respinto dal vostro materno Cuore chiunque venne a Voi per grazie in questo Santuario. Mia cara Madre spargete anche su di me abbondanti le vostre consolazioni, le quali mi confortino e rallegrino in vita e mi dispongano alla letizia sempiterna. Così sia.
GIORNO TERZO
Ecce Maria erit spes nostra, ad quam confugimus
In auxilium, ut liberet nos, et veniat in adiutorium
Nostrum , et consoletur nos. (Off. Ant. Ad Magnif.)
Ecco che Maria è nostra speranza, alla quale
Ricorriamo per aiuto, affinché ci liberi e
Venga in nostro soccorso e ci consoli.
Se tu che leggi sei peccatore, per quanto carico di peccati tu sia, concepisci fiducia nel patrocinio di Maria, non aver timore o vergogna di rivolgerti a Lei, che è la speranza di tutti i peccatori anche disperati di ancor guarire, come la chiama il devoto Blosio: “disperantium spes” (Cynel I ad Mar.). Maria invocata verrà in tuo aiuto per liberarti dalle catene del peccato e farà di te un trofeo di più delle Sue Consolazioni. Che se tu non sei peccatore, ringrazia Maria, per cui protezione certamente sei stato sostenuto a non cadere in tale stato, od un tempo caduto, ne sei poi risorto.
Anima cristiana, se tu sei una di costoro, che uscito dal peccato ti senti ancora fiacco nel bene e per la veemenza delle cattive abitudini quasi disperi di perseverare, vieni per aiuto a Maria Consolata. Maria, madre nella santa speranza solleverà il tuo spirito abbattuto; e tu sotto i suoi occhi riprenderai nuovo vigore nella via della tua conversione e della santificazione. Che se per tua disgrazia per non essere stato pronto ad accorrere alla Vergine, ricadesti nella colpa dopo aver ottenuta la grazia, neppure in questo caso non devi disarmarti; Maria è ancora per te, poiché è vena inesauribile di perdono e ricorrendo a Lei dopo le ricadute purché con desiderio di emendarti sarai sempre ben accolto.
Anima devota, prega instantemente per la conversione de’ tuoi cari; se fortunatamente non ne hai di tali, prega per tanti, che sono nel mondo. Con ciò quanto bene farai a’ tuoi prossimi ed a te, stando scritto, che chi salva un’anima, si predestina la propria.
Ave Maria ….
Preghiera (Tutti insieme)
A Maria, madre di consolazione e rifugio dei peccatori, a voi ricorro oggi per la conversione dei peccatori e per tutti quelli che vi furono un tempo devoti. O madre della santa speranza rivolgete su di loro i vostri occhi misericordiosi, sicché col desiderio e colla fiducia del perdono ottengano per vostro mezzo forza a pentirsi ed a perseverare nel bene. Così sia o clemente o pia o dolce Vergine Maria.
GIORNO QUARTO
Convertam luctum eorum in gaudium et consolabor
Eos, et laetificabo a dolore suo (Off. Antif.)
Cangerò il loro lutto in gaudio e li consolerò
E farò argomento di lor letizia il passato dolore.
Anima cristiana, che in queste poche parole scorgi presso a poco il tuo ritratto, hai necessità di avvicinarti a Maria Consolata; la cara Madre ti attende al suo Altare. Dal trono delle sue misericordie rimirandoti pare che ti dica: fino a quando stai lì avvilita come prostrata a terra, che soddisfatti i pochi doveri del Cristiano o poco più, perché il Direttore di tua coscienza, le convenienze o le abitudini lo esigono, non sai sollevarti o dare un passo nella via della virtù e della perfezione. Vedi quanti simili a te, bisognosi di amore si scaldano ogni giorno a quest’altare; tu sola, mia cara, sempre nelle tue quotidiane imperfezioni e freddezze; Maria è portatrice di fuoco, dice S. Caterina da Siena […]. A Lei ricorri ancora una volta, anima scoraggiata e dimmi poi se in quel giorno, in quell’ora non avrai sentito commosso e come cambiato il cuore […].
Anima desolata, in tali distrette la tua stella è Maria, ti grida S. Bernardo: “Mariam cogita, Mariam invoca”; nei pericoli di peccare, nelle angustie delle tentazioni, nei dubbi della mente pensa a Maria, invoca Maria (Hom. 2 super Missus). Maria solleva la nostra trepidazione, eccita la fede, rafforza la speranza, respinge da noi la diffidenza e ci solleva dalla nostra pusillanimità (S. Bernardo Om. In Nat. B. V. M.). […] Se tu che hai intrapreso la novena di Maria, sei di queste anime provate, prendi la santa abitudine di ricorrere a Maria ne’ tuoi bisogni; venendo poi la prova troverai pronta Maria a consolarti: “et consolabor eos”.
“Uomo chiunque tu sei, ti dice S. Bernardo, che in questa vita ti pare piuttosto di ondeggiare fra pericoli e procelle, che camminare su fermo terreno, se non vuoi restare sommerso non voler ritorcere gli occhi dal fulgore di questa stella; tenendole dietro non errerai sulla retta via, raccomandandoti a Lei, non ti dispererai, sotto la sua protezione non temerai di perderti, ed essendoti Maria propizia, giungerai certamente al Paradiso” (Hom. 2 super Missus). Pertanto qualunque sia il nostro stato spirituale, veniamo a Maria per conforto, lume e coraggio […].
Ave Maria ….
Preghiera (Tutti insieme)
A Maria, madre mia dolcissima, voi conoscete che io vorrei essere buono, vorrei amare il mio Dio con tutto il mio cuore. Voi, o cara Madre, foste testimone de’ sacrifizi che feci per essere tutto del Signore e di Voi.. Ebbene non permettete che al presente mi senta lontano da Voi, unica meta del mio cuore. Rasserenate, o madre, il cielo dell’anima mia, e ditemi, che io amo tuttora il mio Dio e Voi. Questo mi sarà bastante per ripetervi i sacrifici passati ed abbandonarmi alla vostra misericordia. Così sia.
GIORNO QUINTO
Ave spes, consolatio, refugium nostrum,
O Maria (Off. Ant.)
Vi saluto, o Maria, nostra speranza,
Nostra consolazione e nostro rifugio.
Tu, o cristiano che leggi tali cose, qual premura avesti finora di ricorrere a Maria nelle tue miserie? Non sei stato di quelli, che nelle distrazioni e ne’ piaceri del mondo cercano conforto e sollievo, non in Maria tutta propensa al tuo bene e spargere su di te le sue misericordie. Cambia tenore di vita e spera in sì buona Madre.
Col tuo volto, ci fa dire la Chiesa, Tu, o Maria ci riempi di allegrezza e nella tua mano sono ogni sorta di diletti. Vedi anima addolorata il frutto della vera e costante devozione alla Vergine: pregala per tutti i dolori, che ti affliggono e spera nella madre della grazia e nella Fonte di ogni consolazione.
Coraggio adunque o tutti che siete tristi ed afflitti, accostatevi a Maria, fonte d’ogni consolazione; […] Anima cristiana vieni da Maria e dimmi poi se non ne partisti rasserenata.
Ave Maria ….
Preghiera (Tutti insieme)
Vergine Santissima, Madre mia Maria, in voi ripongo oggi tutte le mie speranze e le mie pene verso nel vostro cuore. Vedete, o cara Madre, come i miei giorni passano nel dolore ed i miei anni ne’ gemiti. Voi sarete d’ora in poi l’unico mio rifugio dopo Dio. Confortatemi, consolatemi nelle dure prove, acciò non mi smarrisca, ma con pazienza sopportandole, giunga al premio eterno in Paradiso. Così sia.
GIORNO SESTO
In sinu Mariae, infirmus invenit remedium
(Kempis presso S. Alfonso – Glorie di Maria)
Nel cuore di Maria l’infermo trova il rimedio.
Se qualche malanno ti tormenta ricorri a Maria, nel Cuore pietosissimo di sì buona Madre troverai rimedio. O voi, anime desolate, che da mesi e forse anni gemete in un letto e vi pare di non essere abbastanza curate da’ vostri di casa e poco compatite, ricorrete alla Consolata per consolazione e sollievo ne’ vostri mali. È Maria Consolata anche per voi, che in un ospedale vi sentite dimenticati da tutti anche dai congiunti e dagli amici: quale angoscia questo totale abbandono! Maria sola non vi lascia, ella invocata si asside ai vostri fianchi e vi sostiene a non disperarvi, vi anima a continuare la preghiera per la non lontana guarigione. Che se la Vergine benedetta vi fa aspettare alquanto ad esaudirvi e qualche volta anche non vi ottiene la grazia, non è già sorda alle vostre preghiere, ma pel vostro meglio vi concede la pazienza nella tribolazione ed altre grazie più utili o necessarie.
Maria onorata nel tempo della prosperità verrà a’ nostri fianchi ammalati, e con quanto nostro conforto ed aiuto.[…].
Maria ci darà la forza per sopportare l’acerbità del male […], ci darà forza a rassegnarci alle divine disposizioni. Maria verrà a confortare quel giovane e quella giovane suoi devoti, che vedono spegnersi la vita loro in sul fiorir degli anni e non posson rassegnarsi al duro sacrificio; consolerà quel padre e quella madre, che si vedono mancare alla famiglia ancora giovane e tanto bisognosa di loro […].
Proponiamo oggi colla Chiesa e diciamo: “Se c’incoglierà qualche male, noi verremo e staremo alla tua presenza; o Maria, in questa tua Casa, nella quale è continuamente invocato il tuo santo nome: alzeremo i nostri clamori a Te nelle nostre tribolazioni, e tu ci ritornerai alla letizia […].
Ave Maria ….
Preghiera (Tutti insieme)
Vergine cara, Consolatrice degli afflitti e salute degli infermi, volgete i vostri occhi di misericordia sulle nostre miserie corporali. Io vi prego per la sanità corporale e per quanti soffrono nelle nostre case e negli ospedali; Madre tenerissima, tutti consolate. Particolarmente raccomando me stesso per le mie corporali miserie e più per quel tempo, che sarò dal Signore chiamato alla prova dell’infermità, cara Madre venite allora a confortarmi, e consolarmi. Così sia.
GIORNO SETTIMO
Tu mater gratiae, Consolatrix omnium
Ad Te clamantium. (Off. Ant.)
Tu la madre della grazia, la Consolatrice
Di tutti quelli che t’invocano.
O Cristiano, che leggi, opera quanto puoi rettamente e poni in Maria la tua coscienza. Maria Consolata difenderà la tua innocenza e ti consolerà.
Ricorri o giovane studente a Maria nell’approssimarsi de’ tuoi esami; Ella, la buona madre, ascolterà la tua preghiera, sebben interessata e un po’ tardiva […]. E voi, o genitori ed educatori, sui quali gravita la grande responsabilità della educazione intellettuale e morale de’ vostri soggetti, raccomandateli, come usavano i nostri maggiori, a Maria; a Lei consacrateli bambini, offriteli fanciulli al suo Altare […]. Maria dal suo Santuario benedirà l’opera vostra a bene comune ed a consolazione delle vostre fatiche.
O povero, è per tua consolazione, che la Madonna fu così povera, ti dice S. Bonaventura, e tu puoi ben consolarti della povertà di Maria: “pauper, multum consolari postes de paupertate Mariae”. Gesù eMaria nobilitarono e santificarono lo stato povero col loro esempio, e per esperienza propria sanno compatire e consolare i poveri […].
Ave Maria ….
Preghiera (Tutti insieme)
O Maria, Madre delle grazie e consolatrice di tutti coloro che a voi ricorrono, vengo io da Voi per quest’affare che tanto mi sta a cuore, e per cui non ho quiete né riposo. Madre dolcissima, porgete orecchio alle mie domande, e ponetele nel vostro buon Cuore. No, che non debbo essere deluso nella mia aspettazione, né essere a voi ricorso invano. Consolatemi, o madre di Gesù e madre mia. Così sia.
GIORNO OTTAVO
Si consolari in omni tribulatione quaeritis
Accedite ad Mariam, Mariam invocate, Mariam
Onorate, Mariae vos commendate.
(Kempis, Paciucch. Es. 22)
“Se cercate di essere consolati in ogni tribolazione,
Accostatevi a Maria, invocate Maria,
Onorate Maria, raccomandatevi a Maria”.
Maria Consolata è per voi, desolati superstiti. Ella desolata dopo la crudele morte del suo Gesù è per voi esempio e conforto […]. Voi piangete, o abbandonati, se pur potete piangere, e questo non è male, pianse anche il nostro Divin Redentore sulla tomba di Lazzaro, fu addolorata anche Maria, ma non lasciate troppo contristarvi, come coloro che non hanno la speranza di rivedere i loro cari un dì in Cielo, dice S. Paolo. Una visita al Santuario della Consolata calmerà il vostro dolore e ne ritornerete sollevati.
Cos’ è o cari cristiani, non solamente per le anime sante e senza difetti; ma per noi tutti ancora, se saremo in vita devoti di Maria, sebbene fossimo stati pel passato peccatori e freddi verso sì buona madre. Incominciamo oggi la nostra conversione e la nostra devozione alla gran Vergine, e se non avremo la sorte di avere visibilmente Maria presente al nostro letto di morte, l’avremo certamente invisibile protettrice in quel terribile punto. […].
Si rallegrino tutti coloro che Sperano in Te, o Madre di Dio; esulteranno per tutta l’eternità; abiteranno tutti in Te, sotto la tua protezione e tu farai tua abitazione in essi. Off. “Laetentur omnes qui sperant in Te; In aeternum exultabunt et abitabis in eis […] Felice te, se tanti favori e premi annessi alla devozione della Vergine, ti accenderanno di amore verso la grande regina; a lei così raccomandando tutto te stesso, sei così sicuro del Paradiso, come se già vi fossi, dice un pio autore.
Ave Maria ….
Preghiera (Tutti insieme)
A Maria, Madre di Dio e Madre mia, così mi attrista il pensiero della mia morte e di quella de’ miei cari; eppure verrà certamente anche per me quel giorno di amaro dolore. Chi se non Voi, o cara Madre, verrà a consolarmi in quelle ore angosciose. Vi aspetto, o Madre mia, e per ottenere tanta grazia voglio molto amarvi in vita, visitarvi e consolarvi ne’ vostri dolori, acciò mi rendiate poi il centuplo in morte e nell’eternità. Così sia.
GIORNO NONO
Ite in domum Matris vestrae; faciet
Vobiscum misericordiam suam. (Off.)
Andate alla Casa della Madre vostra:
Spanderà su di vi la Sua misericordia.
Anime devote, che assistete ogni anno alla solenne Novena e Festa della Natività colla generale Processione della Consolata, siate riconoscenti a Maria che ci scampò dallo sterminio dei nemici salvando i nostri Padri. […] Preghiamo Maria Consolata a continuarci le sue misericordie con difenderci dal flagello della guerra e custodire i nostri giovani che si trovassero in simili pericoli.
Tu, o Cristiano, che passi a lato del Santuario nello scorgere la monumentale colonna ivi eretta da’ nostri Padri in memoria e riconoscenza della misericordia di Maria, ringraziala tu pure, e pregala a continuarci la sua protezione col tenerci lontani i mali temporali che sovrastano sulla patria nostra e più di preservarci dai mali spirituali […].
Ma mutarono purtroppo i tempi e la riconoscenza a Maria venne meno per la parte pubblica e sociale. Tocca a noi a supplire a questo vuoto deplorevole […].
Ave Maria ….
Preghiera (Tutti insieme)
O celeste nostra Patrona, Madonna della Consolata, noi ci gloriamo di essere vostri figli prediletti, ed a’ vostri piedi rinnoviamo l’atto di nostra sudditanza filiale a Voi, Madre sempre pronta a’ nostri bisogni. Cara Madre, perdonate a’ nostri fratelli sconoscenti, convertiteli ed a Voi riconduceteli. Noi frattanto procureremo nel nostro meglio di onorarvi ed amarvi per noi e per la città tutta, che vi scongiuriamo a conservarle il dolce titolo di città vostra, o Consolata. Così sia.
Le 95 tesi sulle indulgenze affisse da Martin Lutero sulla porta della chiesa di Ognisanti a Wittenberg il 31 ottobre 1517.
Tesi intese alla determinazione dell'efficacia delle indulgenze.
Le tesi che seguono, il cui fine è quello di chiarire la verità, formeranno oggetto di un dibattito a Wittenberg, condotto dal R. P. Martin Lutero, Maestro di Arti e di sacra Teologia, nonché lettore ordinario di questa stessa disciplina in questa città. Egli invita tutti coloro che si troveranno nell'impossibilità di parteciparvi, di inviare le loro osservazioni per iscritto.
Nel nome del nostro Signore Gesù Cristo.
Amen.
pur impossibile, che esso avesse violentato la Madre di Dio, significa essere fuori di senno.
“Come si arriva a credere”: è il titolo di un’intervista a Benedetto XVI del teologo gesuita Jacques Servais, pubblicata oggi su "L’Osservatore Romano", dove si affrontano temi cruciali della fede - giustificazione, salvezza, misericordia - che interpellano l’uomo contemporaneo. Il servizio di Roberta Gisotti:
Si parte dalla giustificazione e dalla questione centrale su che cosa sia la fede e come si arrivi a credere. Da una parte, spiega il Papa emerito, “la fede è un contatto profondamente personale con Dio”, “al tempo stesso” “ha a che fare con la comunità” “dei fratelli e delle sorelle”. “L’incontro con Dio” ci fa infatti aprire, strappare dalla “chiusa solitudine”, per essere accolti “nella comunità vivente della Chiesa”. “La fede – aggiunge Benedetto XVI – non è un prodotto della riflessione e neppure un cercare nelle profondità” del nostro essere. E “la comunità non si crea da sola”, “non è un’assemblea di uomini che hanno delle idee in comune” da diffondere. “La Chiesa non è fatta da sé” ma “è stata creata da Dio” e “continuamente formata da Lui”. Si entra infatti nella Chiesa “non con un atto burocratico ma mediante il Sacramento”.
E se nei tempi odierni, ricorda Joseph Ratzinger, sovente “non è più l’uomo che crede di aver bisogno della giustificazione al cospetto di Dio” e sarebbe invece Dio a doversi giustificare “a motivo di tutte le cose orrende presenti nel mondo”, che “in ultima analisi dipenderebbero da Lui”, pure l’uomo ha in generale “la sensazione che Dio non possa lasciar andare in perdizione la maggior parte dell’umanità”. In altro modo continua “ad esistere la percezione che noi abbiamo bisogno della grazia e del perdono”. “Segno dei tempi”, “il fatto che l’idea della misericordia di Dio diventi sempre più centrale e dominante”, come rivelano Giovanni Paolo II e Papa Francesco. “Sotto la patina della sicurezza di sé e della propria giustizia – scrive Benedetto XVI – l’uomo di oggi nasconde una profonda consapevolezza delle sue ferite e della sua indegnità di fronte a Dio”. “Nella durezza del mondo tecnicizzato nel quale i sentimenti non contano più niente, aumenta però l’attesa di un amore salvifico che venga donato gratuitamente”.
Riguardo il tema della salvezza, dopo il Concilio Vaticano II - rammenta Benedetto XVI - si è affermata la “consapevolezza che Dio non può lasciare andare in perdizione tutti i non battezzati”. “Cristo, in quanto unico, era ed è per tutti e i cristiani”, che “costituiscono il suo corpo in questo mondo” e “partecipano di tale essere per”. “Ciò non significa – chiarisce Joseph Ratzinger – un biglietto speciale per entrare nella beatitudine eterna, bensì la vocazione a costruire l’insieme, il tutto”. “Noi assieme al Signore che abbiamo incontrato – conclude il Papa emerito – andiamo verso gli altri e cerchiamo di render loro visibile l’avvento di Dio in Cristo”.
Benedetto XVI: “È la misericordia che ci muove verso Dio”
«Per me è un “segno dei tempi” il fatto che l’ idea della misericordia di Dio diventi sempre più centrale e dominante». Parola di Benedetto XVI. Arriva in libreria il volume «Per mezzo della fede. Dottrina della giustificazione ed esperienza di Dio nella predicazione della Chiesa» (San Paolo editore, pp. 199, euro 20), curato dal gesuita Daniele Libanori, che riporta gli atti di un convegno teologico tenutosi a Roma lo scorso ottobre. In quell’ambito venne letto dall’arcivescovo Georg Gänswein il testo di un’intervista con Ratzinger realizzata dal teologo gesuita Jacques Servais su «cosa è la fede e come si arriva a credere», nella quale Papa Benedetto cita il suo successore e parla diffusamente della misericordia.
In una prima risposta, Ratzinger ribadisce che cosa sia la Chiesa e il fatto che la Chiesa non si è fatta da sé. «Si tratta della questione: cosa sia la fede e come si arrivi a credere. Per un verso la fede – spiega il Papa emerito – è un contatto profondamente personale con Dio, che mi tocca nel mio tessuto più intimo e mi mette di fronte al Dio vivente in assoluta immediatezza in modo cioè che io possa parlargli, amarlo ed entrare in comunione con lui. Ma al tempo stesso questa realtà massimamente personale ha inseparabilmente a che fare con la comunità: fa parte dell’ essenza della fede il fatto di introdurmi nel noi dei figli di Dio, nella comunità peregrinante dei fratelli e delle sorelle. La fede deriva dall’ ascolto (fides ex auditu), ci insegna san Paolo. L’ascolto a sua volta implica sempre un partner. La fede non è un prodotto della riflessione e neppure un cercare di penetrare nelle profondità del mio essere. Entrambe le cose possono essere presenti, ma esse restano insufficienti senza l’ ascolto mediante il quale Dio dal di fuori, a partire da una storia da Lui stesso creata, mi interpella. Perché io possa credere ho bisogno di testimoni che hanno incontrato Dio e me lo rendono accessibile».
«La Chiesa non si è fatta da sé – ribadisce Ratzinger – essa è stata creata da Dio e viene continuamente formata da Lui. Ciò trova la sua espressione nei sacramenti, innanzitutto in quello del battesimo: io entro nella Chiesa non già con un atto burocratico, ma mediante il sacramento. E ciò equivale a dire che io vengo accolto in una comunità che non si è originata da sé e che si proietta al di là di se stessa. La pastorale che intende formare l’esperienza spirituale dei fedeli deve procedere da questi dati fondamentali. È necessario che essa abbandoni l’idea di una Chiesa che produce se stessa e far risaltare che la Chiesa diventa comunità nella comunione del corpo di Cristo. Essa deve introdurre all’ incontro con Gesù Cristo e portare alla Sua presenza nel sacramento».
Rispondendo a un’altra domanda, il Papa emerito parla della centralità della misericordia. «L’uomo di oggi ha in modo del tutto generale la sensazione che Dio non possa lasciar andare in perdizione la maggior parte dell’ umanità. In questo senso la preoccupazione per la salvezza tipica di un tempo è per lo più scomparsa. Tuttavia, a mio parere, continua a esistere, in altro modo, la percezione che noi abbiamo bisogno della grazia e del perdono. Per me è un “segno dei tempi” il fatto che l’idea della misericordia di Dio diventi sempre più centrale e dominante – a partire da suor Faustina, le cui visioni in vario modo riflettono in profondità l’immagine di Dio propria dell’uomo di oggi e il suo desiderio della bontà divina».
«Papa Giovanni Paolo II – continua Ratzinger – era profondamente impregnato da tale impulso, anche se ciò non sempre emergeva in modo esplicito. Ma non è di certo un caso che il suo ultimo libro, che ha visto la luce proprio immediatamente prima della sua morte, parli della misericordia di Dio. A partire dalle esperienze nelle quali fin dai primi anni di vita egli ebbe a constatare tutta la crudeltà degli uomini, egli afferma che la misericordia è l’unica vera e ultima reazione efficace contro la potenza del male. Solo là dove c’è misericordia finisce la crudeltà, finiscono il male e la violenza».
«Papa Francesco – continua Benedetto citando il suo successore – si trova del tutto in accordo con questa linea. La sua pratica pastorale si esprime proprio nel fatto che egli ci parla continuamente della misericordia di Dio. È la misericordia quello che ci muove verso Dio, mentre la giustizia ci spaventa al suo cospetto. A mio parere ciò mette in risalto che sotto la patina della sicurezza di sé e della propria giustizia l’uomo di oggi nasconde una profonda conoscenza delle sue ferite e della sua indegnità di fronte a Dio. Egli è in attesa della misericordia. Non è di certo un caso che la parabola del buon samaritano sia particolarmente attraente per i contemporanei. E non solo perché in essa è fortemente sottolineata la componente sociale dell’ esistenza cristiana, né solo perché in essa il samaritano, l’uomo non religioso, nei confronti dei rappresentanti della religione appare, per così dire, come colui che agisce in modo veramente conforme a Dio, mentre i rappresentanti ufficiali della religione si sono resi, per così dire, immuni nei confronti di Dio».
«È chiaro che ciò piace all’ uomo moderno – osserva ancora Benedetto XVI – Ma mi sembra altrettanto importante tuttavia che gli uomini nel loro intimo aspettino che il samaritano venga in loro aiuto, che egli si curvi su di essi, versi olio sulle loro ferite, si prenda cura di loro e li porti al riparo. In ultima analisi essi sanno di aver bisogno della misericordia di Dio e della sua delicatezza. Nella durezza del mondo tecnicizzato nel quale i sentimenti non contano più niente, aumenta però l’ attesa di un amore salvifico che venga donato gratuitamente.Mi pare che nel tema della misericordia divina si esprima in un modo nuovo quello che significa la giustificazione per fede. A partire dalla misericordia di Dio, che tutti cercano, è possibile anche oggi interpretare daccapo il nucleo fondamentale della dottrina della giustificazione e farlo apparire ancora in tutta la sua rilevanza».
The Consolata Missionaries are a Missionary Religious Congregation founded on 29th January 1901 by Blessed Joseph Allamano, a diocesan priest, teacher and devoted to Our Lady Consolata, Mother of Jesus and of His Church. Through our Mother Mary we receive Jesus, the true consolation of humanity.
The Congregation was first made up of brothers and priests. In 1910 Blessed Allamano founded the Consolata Sisters. Priests, brothers and sisters are consecrated for the mission for life.
In the past thirty years, Consolata Lay Missionaries have joined the Congregation. They too devote their lives, abilities and talents towards the building up of the Kingdom of God all over the world.
Some Consolata Missionaries first came to South Africa in 1940 as Italian prisoners of war. They were held at Koffiefontein and deported after three years.
In 1948 instead some were sent from Italy to the University of Cape Town to validate their degrees, according to the British system, before being to Kenya and Tanzania as teachers.
In the late 60s the General Council accepted a request to start a missionary presence in the then Prefecture of Volksrust (today, Diocese of Dundee). Frs. Jack Viscardi and John Bertè were the first ones to arrive on 10th March 1971. The first Mission was Piet Retief. For 24 years they evangelized in different places, in the territory, today known as the Diocese of Dundee.
Consolata Missionaries, wherever they go, are called to stay for a relatively short time. Their aim is to announce Jesus, consolation of the world, through Mary, especially where the people don’t know Him. Then they form Christian communities, encourage them to become self-supporting and to be a ministerial and missionary church strengthened in unity by the Holy Eucharist, listening and spreading the Gospel everywhere.
Care for families, orphans, the vulnerable, the elderly and the sick, are all signs of Jesus consolation of humanity.
Consolata Missionaries contribute therefore to the Christian formation of leaders and catechists and to the general well-being of every person.
Although present in the country for so many years, there is still no South African Consolata Missionaries as, initially, the goal was the development of the local church through the promotion of the local clergy. We hope and pray that some will accept God's call to be sent from South Africa as missionaries all over the world.
The 24 years spent only in the territory today calls “diocese of Dundee”, according to an interview I did, in Italian, to Fr. John Bertè, for special issue “Sanibonani” in 1996 (silver jubilee), he said that we could divide the evangelization of the Consolatas in four stages:
The 1st Stage: starting in the Vicariate of Volksrust, guided by the Vicar Mgs. Marius Banks. The missionaries were at Piet Retief, then gradually went to Ermelo (Damesfontein), Evander, Secunda, Embalenhle, Kriel, Standerton and Bethal. One important act of consolation was to become bridge between some Mozambican men working in the mines of the Transvaal and their wives and children living in Mozambique. This was possible because the Consolatas evangelizing also in Mozambique.
The 2nd Stage: at the time of the creation of the Diocese of Dundee (1980s), the missionaries went to the rural areas Pongola and Pomeroy; there was an idea to go to Amakhasi, never materialized. This was to emphasis the presence of consolation with the poorer. At that time they were, also, assisting the Bishop in Dundee Parish.
The 3rd Stage: in 1991 the Consolatas, encouraged by Bp. Michael Pascal Rowland, went to Newcastle and its townships. The energies spent in Damesfontein Pastoral Centre for the formation of Leaders and Catechists, with the new pastoral area, started to be use for the benefits of the density populated Newcastle Deanery. But soon the signs of times called the missionaries to focus on projects, workshops and retreats consoling those HIV/AIDS affected and infected.
The 4th Stage: On 20th June 1995 when a missionary presence was started in Waverley and Mamelodi-West (Pretoria), one of the aims was to strengthen the awareness of the missionary responsibility of the local church and to welcome and form young men to become Consolata Missionaries from South Africa to the world.
Having served for many years in rural areas, as it was mentioned above, from the early 1990s, aware of the phenomenon of urbanization, the Consolatas became present in different townships, initially in the Diocese of Dundee and later on in the Archdiocese of Johannesburg (Daveyton, 2004).
Several youth were accompanying in their vocation discernment, the parish communities were praying for vocations and a Diocesan Vocation Team was established in Dundee diocese, where Religious Sisters, Brothers and Priests could meet and plan periodically.
Fr. John Bertè, did not mention the 5th Stage, because he died on 5th January 2005. That time was another blessing for the Consolata Missionaries, that on the spring’s day 2008 started the intercultural Theological Seminary, at Merrivale (KZN), and one year later they were also open the Woodlands parish, in the Archdiocese of Durban. The seminary is made by religious professed Consolata students from several countries of Africa Continent, but no yet from South Africa.
Last year, on 23rd May, the Consolata Missionary Family had the first Beatification of one of its members, on the person of Sr. Irene Stefani, who spent her life as a nurse in Kenya, and died at the age od 39 in 1930.
Soon Consolata Missionaries will open officially in Swaziland, Diocesi of Manzini, already led by Bp. Jose` Luis Ponce de Leon, IMC
For sure the merciful consoler Our Lord Jesus Christ, for the intersession of the Blessed Joseph Allamano and Irene Stefani will pour his grace on the people of South Africa in order to become attentive to the Word of God and spread the Gospel to the world as we are living a new spring time of Pentecost.
Fr. Rocco Marra, IMC (up dated 30/03/2016)
Depois da realização do segundo congresso das novas gerações no santuário nossa Senhora da conceição Aparecida em 2013 a comissão dos religiosos do Brasil organizou pela terceira vez o congresso das novas gerações em Brasília que se realizou durante três dias, teve o início no dia 6 até 9 de fevereiro de 2016. Esse III Congresso das novas gerações da vida religiosa Consagrada teve como tema “ #compartilhe a alegria e o lema “ Venham para fora” ( João 11,43). Aproximadamente 500 religiosos e religiosas do Brasil inteiro: Bispo, Padres, diáconos, seminaristas e freiras. Fomos provocados a pensar como está a VRC e a assumir com alegria e paixão o ser religioso (a).
Com o mesmo espírito fomos levados a partir do mesmo tema proposto nos foi apresentado algumas pistas de como devemos compartilhar a alegria e manter o mesmo brilho nos olhos de quando ingressamos na vida religioso, ou seja, nas nossas comunidades respectivas. Iluminado pelo evangelho de João e o convite considerado como chamado incisivo de Jesus para que Lázaro venha e saia para fora para contemplar a realidade desafiadora de seu tempo, portanto nós hoje religiosos sentimo-nos animados a realizar essa dinâmica, escutar a voz de nosso salvador Jesus que chama e arriscar-se a sair.
Portanto, durante esse tempo do congresso foi marcante um momento muito importante da caminhada pelas ruas da capital Federal, com alegria nos rostos e no coração de cada religioso das novas gerações cantando e pedindo a Deus uma sociedade edificada no amor e na justiça, fazendo memória de tantos mártires que ousaram vir a fora, seguindo seu exemplo.
Porém os quatros pontos do pais (de norte a sul, leste a oeste) os religiosos nós fizemos presentes para refletir, fazer, aprender e encontrar. Com a fala do Papa Francisco que diz “ aonde a Religioso há alegria” a nossa presença foi um viver o lema do congresso pois compartilhamos a nossa alegria em cada momento do congresso. Ao terminar o congresso saímos revigorados, animados por místicas, missas, provocações e oficinas com diferentes temas que tocam a nossa realidade religiosa para podermos viver diariamente o sair para fora e compartilhar a alegria além da virtual, no encontro com o outro que me desafia. Por isso o compromisso foi tomado em que devemos e queremos ser as pessoas alegres que trazem alegria no mundo. Vivendo autenticamente o nosso compromisso sem artificialidade e com uma convicção e brilho nos olhos que podemos mudar o mundo com o nosso gesto do amor saindo para fora para encontrar outra realidade.
Josky Menga Makanda seminarista da consolata 3 ano da teologia