Cel. Nel nome del Padre e del Figlio
e dello Spirito Santo.
Tutti Amen.
Cel. Benedetto Dio,
Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
che ci ha scelto prima della creazione del mondo
per essere suoi figli nel Figlio diletto.
Tutti Benedetto nei secoli il Signore.
Cel. Benedetto Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio,
nato dalla Vergine Maria,
nostra misericordia e nostra pace
che ci hai rivelato l’eterno mistero dell’amore.
Tutti Benedetto nei secoli il Signore.
Cel. Benedetto lo Spirito Santo,
sorgente di grazia e di consolazione,
che con il suo soffio dona vita
alla creazione e all’intera umanità
e ci conduce alla pienezza della verità.
Tutti Benedetto nei secoli il Signore.
Cel. La misericordia di Dio nostro Padre,
l’amore del Signore nostro Gesù Cristo
e la comunione dello Spirito Santo sia con tutti voi.
Tutti E con il tuo spirito.
Cel. Noi ti lodiamo, Padre santo, per la tua grandezza:
tu hai fatto ogni cosa con sapienza e amore.
A tua immagine hai formato l'uomo,
alle sue mani operose hai affidato l'universo
perché nell'obbedienza a te, suo creatore,
esercitasse il dominio su tutto il creato.
E quando, per la sua disobbedienza,
l'uomo perse la tua amicizia,
tu non l'hai abbandonato in potere della morte,
ma nella tua misericordia a tutti sei venuto incontro,
perché coloro che ti cercano ti possano trovare.
Molte volte hai offerto agli uomini la tua alleanza,
e per mezzo dei profeti
hai insegnato a sperare nella salvezza.
(cfr. Preghiera Eucaristica IV)
Voce Nella notte dei tempi,
l’orecchio attento dei patriarchi,
il cuore aperto ai sussurri celesti dei profeti,
hanno accolto Parole eterne.
Gli uni hanno raccontato
i drammi umani attraversati
gli altri hanno scritto storie di infedeltà
di un popolo che invece era eletto.
E in questa lunga storia tra umanità e suo Creatore,
tra l’amore caduco della creatura
e quello eterno del suo Dio,
si erge grandioso il progetto divino.
Alle vergogne dell’Adamo di ogni tempo
che chiama su di se vigore e castigo
si eleva più forte la voce del Dio fedele e amante.
Lettore Dal libro del profeta Isaia (58,1-2.6-11)
Grida a squarciagola, non avere riguardo;
alza la voce come il corno,
dichiara al mio popolo i suoi delitti,
alla casa di Giacobbe i suoi peccati.
Mi cercano ogni giorno,
bramano di conoscere le mie vie,
come un popolo che pratichi la giustizia
e non abbia abbandonato il diritto del suo Dio;
mi chiedono giudizi giusti,
bramano la vicinanza di Dio.
Non è piuttosto questo il digiuno che voglio:
sciogliere le catene inique,
togliere i legami del giogo,
rimandare liberi gli oppressi
e spezzare ogni giogo?
Non consiste forse
nel dividere il pane con l'affamato,
nell'introdurre in casa i miseri, senza tetto,
nel vestire uno che vedi nudo,
senza trascurare i tuoi parenti?
Allora la tua luce sorgerà come l'aurora,
la tua ferita si rimarginerà presto.
Davanti a te camminerà la tua giustizia,
la gloria del Signore ti seguirà.
Allora invocherai e il Signore ti risponderà,
implorerai aiuto ed egli dirà: "Eccomi!".
Se toglierai di mezzo a te l'oppressione,
il puntare il dito e il parlare empio,
se aprirai il tuo cuore all'affamato,
se sazierai l'afflitto di cuore,
allora brillerà fra le tenebre la tua luce,
la tua tenebra sarà come il meriggio.
Ti guiderà sempre il Signore,
ti sazierà in terreni aridi,
rinvigorirà le tue ossa;
sarai come un giardino irrigato
e come una sorgente
le cui acque non inaridiscono.
Voce Rivolgiamoci al Signore con le parole del Salmo 92
Sol. È bello rendere grazie al Signore
e cantare al tuo nome, o Altissimo,
annunciare al mattino il tuo amore,
la tua fedeltà lungo la notte,
sulle dieci corde e sull'arpa,
con arie sulla cetra.
Perché mi dai gioia, Signore, con le tue meraviglie,
esulto per l'opera delle tue mani.
Tutti Come sono grandi le tue opere, Signore,
quanto profondi i tuoi pensieri!
L'uomo insensato non li conosce
e lo stolto non li capisce:
se i malvagi spuntano come l'erba
e fioriscono tutti i malfattori,
è solo per la loro eterna rovina,
ma tu, o Signore, sei l'eccelso per sempre.
Sol. Ecco, i tuoi nemici, o Signore,
i tuoi nemici, ecco, periranno,
saranno dispersi tutti i malfattori.
Tutti Tu mi doni la forza di un bufalo,
mi hai cosparso di olio splendente.
I miei occhi disprezzeranno i miei nemici
e, contro quelli che mi assalgono,
i miei orecchi udranno sventure.
Sol Il giusto fiorirà come palma,
crescerà come cedro del Libano;
piantati nella casa del Signore,
fioriranno negli atri del nostro Dio.
Tutti Nella vecchiaia daranno ancora frutti,
saranno verdi e rigogliosi,
per annunciare quanto è retto il Signore,
mia roccia: in lui non c'è malvagità.
Canto
Orazione
Cel. Padre santo, Dio di infinità bontà,
tu continui a chiamare i peccatori
a rinnovarsi nel tuo Spirito
e manifesti la tua onnipotenza
soprattutto nella grazia del perdono.
Molte volte gli uomini
hanno infranto la tua alleanza,
e tu invece di abbandonarli
hai stretto con loro un vincolo nuovo
per mezzo di Gesù, tuo Figlio e nostro redentore:
un vincolo così saldo che nulla potrà mai spezzare.
Anche a noi offri un tempo
di riconciliazione e di pace,
perché affidandoci unicamente alla tua misericordia
ritroviamo la via del ritorno a te,
e aprendoci all’azione dello Spirito Santo
viviamo in Cristo la vita nuova,
nella lode perenne del tuo nome
e nel servizio dei fratelli.
(cfr. Prefazio Preghiera Eucaristica Riconciliazione I)
Noi ti benediciamo, Dio onnipotente,
Signore del cielo e della terra,
per Gesù Cristo tuo Figlio venuto nel tuo nome:
egli è la mano che tendi ai peccatori,
la parola che ci salva,
la via che ci guida alla pace.
(cfr. Preghiera Eucaristica Riconciliazione II)
LA PIENEZZA DEI TEMPI
ANNUNCIO del NATALE
Lettore Da lunghi secoli dopo la creazione del mondo
quando Dio all’inizio creò il cielo e la terra
da lunghi secoli ancora dopo la disobbedienza
del primo uomo
e dopo la purificazione della terra
con le acque del diluvio
1850 anni dopo la chiamata di Abramo
e la sua partenza sorretto soltanto dalla fede
senza alcun’altra umana sicurezza
1250 anni dopo la rivelazione del Nome adorabile
a Mosè nel fuoco del roveto ardente
dopo la redenzione del popolo
strappato alla schiavitù d’Egitto
e la sua liberazione
attraverso le acque del mar Rosso
e la sua lunga peregrinazione
nel deserto nella grazia dell’alleanza
1000 anni dopo l’unzione del re David
e la promessa del Messia
752 anni dopo la fondazione di Roma
587 anni dopo la caduta di Gerusalemme
e la deportazione del popolo a Babilonia
per la purificazione dei cuori
attraverso l’esilio e la parola dei profeti
500 anni dopo il ritorno del «piccolo resto»
e la ricostruzione del tempio di Gerusalemme
150 anni dopo le sofferenze dei martiri d’Israele
sotto la dominazione ellenistica
essendo i poveri del Signore nell’attesa
in questi giorni che sono gli ultimi
in cui si compirono i secoli della pazienza di Dio.
Cel. Quando venne la pienezza dei tempi
essendo Cesare Augusto imperatore di Roma
Erode re di Giudea, sotto il pontificato di Anna
tutto l’universo essendo in pace
nei giorni del grande censimento
GESU’ CRISTO, DIO ETERNO
E FIGLIO DELL’ETERNO PADRE
volle santificare il mondo
con la sua misericordiosa venuta
SI FECE UOMO
essendo stato concepito
DALLA POTENZA DELLO SPIRITO SANTO
NACQUE DALLA VERGINE MARIA
a Betlemme di Giuda, la città di David.
E’ LA NATIVITA’
DEL NOSTRO SIGNORE GESU’ CRISTO.
Venite, adoriamo!
Canto del GLORIA
È ormai giunta alle battute finali l'Assemblea continentale pre-capitolare per l'Africa che si sta svolgendo a Sagana (Kenya) dal 12 dicembre scorso.
è questo il terzo e penultimo appuntamento in preparazione al prossimo Capitolo Generale, dopo le Assemblee dell'Asia e dell'Europa, svoltesi in Corea ed Italia nei mesi di ottobre e novembre, e in attesa di quella dell'America che si terrà a Bogotá (Colombia dal 9 al 14 gennaio 2017.
All'incontro di Sagana partecipano i Superiori di Circoscrizione, i missionari eletti come rappresentanti al prossimo Capitolo, la Direzione Generale e tre missionari esterni invitati come moderatori e segretario. Molte erano le aspettative intorno a questa Assemblea, aspettative condivise dagli stessi partecipanti ed espresse nel primo momento insieme in cui ci si è presentati raccontando qualcosa delle passate e presenti esperienze di ognuno.
Lunedì 12 tutto il gruppo si è recato ad Isiolo, invitato dal "nostro" Vescovo Mons. Anthony Mukobo per condividere il pranzo insieme al clero della sua Diocesi. È stato un bel momento di fraternità, preceduto dalla visita alla nostra missione di Campi Garba dove i nostri due confratelli, p. Frederick Nidirangu (parroco) e p. Joseph Kihwaga (vice parroco) hanno accolto il gruppo, mostrando le strutture principali della missione stessa.
Il giorno seguente, martedì 13, la giornata è iniziata con un input biblico-teologico offerto da p. Vojcieh Szypula, Missionario del Verbo Divino e professore di Sacra Scrittura al Tangaza College, sulla figura di Paolo e Barnaba, nostre guide sul cammino verso il prossimo Capitolo Generale. In realtà, nel suo intervento, estremamente vibrante e coinvolgente, il relatore si è soffermato prevalentemente sulla figura di Barnaba, descritto come "architetto" della chiesa delle origini e della missione verso i gentili, nonché come mentore e formatore di Paolo; una figura, quella di Barnaba, di fondamentale importanza, eppure sovente dimenticata e sottovalutata.
All'illuminazione biblica ha fatto seguito un intervento di carattere organizzativo da parte di p. Marco Marini, Consigliere Generale per l'Africa, in cui l'Assemblea ha accettato con il voto la presenza dei Moderatori (p. Ouma e p. Okello) e dei segretari (p. Kasinzi e p. Bernardi).
Il pomeriggio è stato dedicato all'ascolto della Direzione Generale. Padre Pozzoli, Consigliere generale per l'Europa e l'Asia, ha presentato i risultati delle due Assemblee precedenti, mentre p. Medina ha spiegato come si sta preparando il prossimo Meeting pre-capitolare dell'America. I due interventi sono stati ritenuti utili dai partecipanti perché hanno permesso di aprire una finestra e ampliare gli orizzonti dell'Assemblea sulle realtà degli altri continenti, anticipando quello che sarà il lavoro principale del Capitolo: armonizzare i cammini dei continenti in un'unica visione di Istituto. Lo sforzo di creare unità nella molteplicità e diversità dei percorsi continentali come parte dello sforzo di rivitalizzazione della missione e della vita dei missionari è stato l'oggetto dell'intervento di p. Stefano, Superiore generale. Padre Stefano ha ripreso i temi principali del documento scritto l'anno scorso dalla Direzione generale: "Il nostro futuro come discepoli missionari della Consolata. Progetto missionario di rivitalizzazione e di ristrutturazione dell'Istituto", come testo base di preparazione al XIII Capitolo Generale.
Questi interventi hanno rubato tempo al dibattito, ma hanno aiutato i futuri capitolari ad entrare nello spirito del lavoro che da tempo si sta portando avanti e che non da tutti sembrava essere stata inizialmente ben assimilato.
Mercoledì 14, l'Assemblea ha preso in esame la bozza del testo del Progetto, preparato a suo tempo dal Consigliere continentale e da un'apposita commissione, discutendo punto per punto, apportando modifiche o aggiunte e preparando quello che sarà il contributo finale del Continente Africa per il prossimo Capitolo.
I quattro pilastri o punti di maggior interesse e priorità su cui si articola il progetto sono: la missione ad gentes, l'animazione missionaria e vocazionale, la formazione e l'economia di comunione per la missione. Oggi, giovedì 15, i lavori continuano, procedendo con una certa lentezza dovuta al desiderio di tutti di dare il proprio contributo e allo stesso tempo di offrire il testo più completo possibile alla riflessione capitolare, un testo che sia espressione della realtà di un continente variegato e complesso come quello africano.
I lavori continuano.
Se realizó en la ciudad de Puerto Leguízamo Putumayo sede episcopal del Vicariato de Puerto Leguízamo Solano. Fue coordinado por el P. José Fernando Flórez Arias IMC y el Misionero Izaías Melo Nascimento IMC, este encuentro se llevó a cabo entre los días 24 al 28 de noviembre de 2016; a él, asistieron 62 animadores y animadoras de las fronteras de Perú, Ecuador y Colombia representando 35 comunidades de los grupos étnicos Coreguaje, Inga, Múrui, Muina, Kichwa, Shuar pertenecientes a las parroquias de Nuestra Señora del Carmen, Divino Niño, Nuestra Señora de Las Mercedes y Nuestra Señora de Fátima del Vicariato de Puerto Leguízamo Solano e igualmente, comunidades de los Vicariatos de San Miguel de Sucumbíos – Ecuador y San José del Amazonas – Perú.
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O Dio, che ci hai insegnato che tutte le nostre opere senza amore non hanno alcun valore, manda il tuo Spirito e infondi nel nostro cuore il dono sublime dell’amore
O Dio, che ci hai insegnato che tutte le nostre opere senza amore non hanno alcun valore,
manda il tuo Spirito e infondi nel nostro cuore il dono sublime dell’amore,
vincolo essenziale della pace e di ogni virtù,
senza cui i viventi sono come morti al tuo cospetto.
Concedici questo dono per amore del tuo unico Figlio Gesù Cristo.
Liturgia anglicana
Uno dei fenomeni sociali, che sta avvelenando il cammino della umanità e che si é convertito in una cultura, cioè in un maniera di essere, di pensare e di agire, é la “mafia”, é la “corruzione”. Tradizionalmente questo fenomeno si considerava come proprio di alcune zone del sud di Italia, pero oggi é diventato un fenomeno nazionale, anzi universale. Quasi ogni giorno appare sui giornali o nei notiziari televisivi qualche notizia relazionata con questo fenomeno.
Nella Bolla di indizione del Giubileo straordinario della Misericordia, papa Francesco ha scritto: “ Il mio invito alla conversione si rivolge con ancora più insistenza verso quelle persone che si trovano lontane dalla grazia di Dio per la loro condotta di vita. Penso in modo particolare agli uomini e alle donne che appartengono a un gruppo criminale, qualunque esso sia. Per il vostro bene, vi chiedo di cambiare vita. Ve lo chiedo nel nome del Figlio di Dio che, pur combattendo il peccato, non ha mai rifiutato nessun peccatore. Non cadete nella terribile trappola di pensare che la vita dipende dal denaro e che di fronte ad esso tutto il resto diventa privo di valore e di dignità. E’ solo un’illusione. Non portiamo il denaro con noi nell’aldilà. Il denaro non ci dá la vera felicità. La violenza usata per ammassare soldi che grondano sangue non rende potente né immortali. Per tutti, presto o tardi, viene il giudizio di Dio a cui nessuno potrà sfuggire.
Lo stesso invito giunga anche alle persone fautrici o complici di corruzione. Questa piaga putrefatta della società é un grave peccato che grida verso il cielo, perché mina fin dalle fondamenta la vita personale e sociale. La corruzione impedisce di guardare il futuro con speranza, perché con la sua prepotenza e avidità distrugge i progetti dei deboli e schiaccia i più poveri. E’ un male che si annida nei gesti quotidiani per estendersi poi negli scandali pubblici. La corruzione é un accanimento nel peccato, che intende sostituire Dio con l’illusione del denaro come forma di potenza. E’ un’opera delle tenebre, sostenuta dal sospetto e dall’intrigo. Corruptio optimi pessima, diceva con ragione san Gregorio Magno per indicare che nessuno può sentirsi immune da questa tentazione. Per debellarla dalla vita personale e sociale sono necessarie prudenza, vigilanza, lealtà, trasparenza, unite al coraggio della denuncia. Se non la si combatte apertamente, presto o tardi rende complici e distrugge l’esistenza.
Questo é il momento favorevole per cambiare vita! Questo é il tempo per lasciarsi toccare il cuore . Davanti al male commesso, anche a crimini gravi, é il momento di ascoltare il pianto delle persone innocenti depredate dei beni, della dignità, degli affetti, della stessa vita. Rimanere sulla via del male é solo fonte di illusione e di tristezza . La vita é ben altro. Dio non si stanca di tendere la mano. E’ sempre disposto ad ascoltare, e anch’io lo sono, come i miei fratelli vescovi e sacerdoti. È sufficiente solo accogliere l’invito alla conversione e sottoporsi alla giustizia, mentre la Chiesa offre la misericordia.” (MV, 19)
Alla luce delle parole del Papa è per noi un dovere in quest’Anno Santo della Misericordia riflettere su questo fenomeno sociale e ricordarne le vittime. La lista delle vittime a livello mondiale é lunghissima. Fra le tante, ho scelto don Pino Puglisi che é stato beatificato il 25 maggio 2013. Ricordandolo il girono dopo, il 26 maggio 2013, Papa Francesco ha detto: “Don Puglisi é stato un sacerdote esemplare, dedito specialmente alla pastorale giovanile. Educando i ragazzi secondo il Vangelo vissuto li sottraeva alla malavita e così questa ha cercato di sconfiggerlo uccidendolo. In realtà però é lui cha ha vinto con Cristo risorto”.
Don Pino Puglisi é stato Parroco di frontiera nel difficile quartiere Brancaccio di Palermo. Era nato proprio in quel quartiere il 15 settembre 1937 e fu ucciso il giorno del suo compleanno, il 15 settembre 1993,quando compiva i 56 anni. Fu ucciso per la sua azione pastorale in aperta contrapposizione al regime di terrore, morte e sopraffazione imposto nel quartiere dalla mafia. La colpa peggiore di don Pino era quella di aver dato vita al Centro Padre Nostro, situato in un crocevia strategico del quartiere di Brancaccio, il Centro don Pino cercava di offrire ai bambini e ai giovani uno spazio educativo alternativo. Una persona disarmata, non violenta, sorridente, che usa la parola e la educazione per ribellarsi e per insegnare a ribellarsi a un sistema di morte, si convertì in una spina nel fianco della mafia, e per questo doveva essere eliminato. Però, come ha detto l’arcivescovo d Palermo, il card. Romeo :” La mano mafiosa che lo ha barbaramente assassinato ha liberato la vita vera di questo “chicco di grano” che nella sua opera di evangelizzazione moriva ogni giorno per portare frutto. Quella mano assassina ha amplificato oltre lo spazio e il tempo la sua delicata voce sacerdotale, e lo ha donato martire non solo a Brancaccio ma al mondo intero”.
Il migliore commento alla figura e all’azione del beato Pino Puglisi lo incontro in un documento di un altro martire, don Giuseppe Diana, ucciso dalla camorra a Casal di Principe il 19 marzo 1994, mentre si accingeva a celebrare messa.
Questo documento che si intitola “PER AMORE DEL MIO POPOLO”, fu diffuso a Natale del 1991 in tutte le chiese di Casal di Principe della diocesi di Aversa da don Peppino Diana e dai parroci della forania di Casal di Principe:
“Siamo preoccupati.
Assistiamo impotenti al dolore di tante famiglie che vedono i loro figli finire miseramente vittime o mandanti delle organizzazioni della camorra. Come battezzati in Cristo, come pastori della Forania di Casal di Principe ci sentiamo investiti in pieno della nostra responsabilità di essere “segno di contraddizione”. Coscienti che come Chiesa dobbiamo educare con la parola e con la testimonianza di vita alla prima beatitudine del Vangelo che é la povertà, come distacco dalla ricerca del superfluo, da ogni ambiguo compromesso o ingiusto privilegio, come servizio fino al dono di sé, come esperienza generosamente vissuta di solidarietà.
La Camorra.
La camorra oggi é una forma di terrorismo che incute paura, impone le sue leggi e tenta di diventare componente endémica nella società campana. I camorristi impongono con la violenza, armi in pugno, regole inaccettabili, estorsioni che hanno visto le nostre zone diventare sempre più aree sussidiate, assistite senza alcuna autonoma capacità di sviluppo, tangenti al 20 per centro e oltre sui lavori edili, che scoraggerebbero l’imprenditore più temerario; traffici illeciti per l’acquisto e lo spaccio delle sostanze stupefacenti il cui uso produce a schiere giovani emarginati, e manovalanza a disposizione delle organizzazioni criminali, scontri tra diverse fazioni che si abbattono come veri flagelli devastatori sulle famiglie delle nostre zone, esempi negativi per tutta la fascia adolescenziale della popolazione, veri e propri laboratori di violenza e di crimine organizzato.
Precise responsabilità politiche.
È ormai chiaro che il disfacimento delle istituzioni civili ha consentito l’infiltrazione del potere camorristico a tutti i livelli. La Camorra riempie un vuoto di potere dello Stato che nelle amministrazioni periferiche è caratterizzato da corruzione, lungaggini e favoritismi. La Camorra rappresenta uno Stato deviante parallelo rispetto a quello ufficiale, privo però di burocrazia e d’intermediari che sono la piaga dello Stato legale. L’inefficienza delle politiche occupazionali, della sanità, ecc., non possono che creare sfiducia negli abitanti dei nostri paesi; un preoccupato senso di rischio che si Va facendo più forte ogni giorno che passa, l’inadeguata tutela dei legittimi interessi e diritti dei liberi cittadini; le carenze anche della nostra azione pastorale ci devono convincere che l’Azione di tutta la Chiesa deve farsi più tagliente e meno neutrale per permettere alle parrocchie di riscoprire quegli spazi per una “ministerialità” di liberazione, di promozione umana e di servizio. Forse le nostre comunità avranno bisogno di nuovi modelli di comportamento: certamente di realtà, di testimonianza, di esempi, per essere credibili.
Impegno dei cristiani.
Il nostro impegno profetico di denuncia non deve e non può venire meno. Dio ci chiama ad essere profeti
- Il Profeta fa da sentinella: vede l’ingiustizia, la denuncia e richiama il progetto originario di Dio (Ezechiele 3,16-18)
- Il Profeta ricorda il passato e se ne serve per cogliere nel presente il nuovo (Isaia 43)
- Il Profeta invita a vivere e vive lui stesso la Soldarietà della sofferenza (Genesi 8,18-23)
- Il Profeta indica come prioritaria la via della giustizia (Geremia 22,3 – Isaia 5)
Coscienti che “ il nostro aiuto è nel nome del Signore” come credenti in Gesù Cristo il quale “al finir della notte si ritirava sul monte a pregare” riaffermiamo il valore anticipatorio della Preghiera che é la fonte della nostra Speranza.
NON UNA CONCLUSIONE: MA UN INIZIO
Appello. Le nostre “Chiese hanno, oggi, urgente bisogno di indicazioni articolate per impostare coraggiosi piani pastorali, aderenti alla nuova realtà; in particolare, dovranno farsi promotrici di serie analisi sul piano culturale, politico ed economico, coinvolgendo in ciò gli intellettuali finora troppo assenti da queste piaghe”. Ai preti nostri pastori e confratelli chiediamo di parlare chiaro nelle omelie ed in tutte quelle occasioni in cui si richiede una testimonianza coraggiosa. Alla Chiesa che non rinunci al suo ruolo “profetico” affinché gli strumenti della denuncia e dell’annuncio si concretizzino nella capacità di produrre nuova coscienza nel segno della giustizia, della solidarietà, dei valori etici e civili. (Lam.3, 17- 26) Tra qualche anno, non vorremmo batterci il petto colpevoli e dire con Geremia : “Siamo rimasti lontani dalla pace… abbiamo dimenticato il benessere … La continua esperienza del nostro incerto vagare, in alto e in basso, ….dal nostro penoso disorientamento circa quello che bisogna decidere e fare… sono come assenzio e veleno”.
Questo documento ci fa sentire il profumo della spiritualità samaritana, propria dell’Anno Santo della Misericordia, vissuta nel contesto della realtà moderna. È importante “vedere” con occhio critico e denunciare la realtà intrisa di mafia, camorra, corruzione… però è ancora più importante “sentire compassione” e cercare tutte le strade per “curare” e “salvare”.
L’esempio di don Pino Puglisi ci insegna che la spiritualità e la pratica della compassione, della misericordia, dell’amore sono il cammino che salverà il mondo. Il riassunto più bello della sua vita è nella frase del Vangelo di san Giovanni scritta sulla sua tomba: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici”. Anche noi,animati dalla spiritualità samaritana, sull’esempio del beato Pino Puglisi, dobbiamo rinnovare il nostro impegno di dare una testimonianza di compassione, di misericordia e di amore di fronte a una realtà piena di violenza, di odio e di morte.
L’esempio di don Pino Puglisi ci ricorda l’esempio di Gesù e di tanti martiri che hanno dato la vita per amore e sono stati ostinati ed ottimisti seminatori di vita.