“Sinodo: un cammino di discernimento che si apre alla Parola". Questo è stato il tema dell’incontro con Suor Simona Brambilla, MC, Prefetta del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica tenutosi il 28 febbraio nel Seminario Teologico Internazionale dei missionari della Consolata di Bravetta a Roma.
Nominata Prefetta da Papa Francesco il 6 gennaio 2025, la missionaria della Consolata, originaria di Monza, è la prima donna disegnata capo di un dicastero vaticano.
Nell’incontro Sr.Simona ha condiviso con gli studenti l’esperienza vissuta nel Sinodo sulla Sinodalità (2-27 ottobre 2024), e il percorso e la visione sul futuro della Chiesa cattolica dopo tutta la consultazione del popolo di Dio. Ha ricordato che “Sinodo” è una parola antica di origine greca, legata alla tradizione della Chiesa, composta delle parole “σύν” (con, insieme), e “ὁδός” (via, cammino); cioè, "camminare insieme" come un unico popolo di Dio.
Suor Simona ha citato le parole di Papa Francesco nella Messa di apertura della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi sul tema “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione, missione”. Nella sua omelia, Francesco sottolineava l'invito ad “ascoltarsi e a non chiudersi nelle proprie convinzioni”.
Il Sinodo è uno spazio “per discernere insieme la voce di Dio che parla alla Chiesa”; il Sinodo “non è un’assemblea parlamentare, ma un luogo di ascolto nella comunione”.
In questo Sinodo si è applicato il fondamento della Regola Benedettina nel capitolo III sulla consultazione della comunità: "consultare tutta la comunità, perché spesso è proprio al più giovane che il Signore rivela la soluzione migliore", ha spiegato Suor Brambilla. Quindi, si sono ascoltati tutti: vescovi, preti, religiosi, consacrate, laici e laiche, anziani e giovani. Il Santo Padre nell’Assemblea sottolineava, a più riprese, che ogni parola andava “accolta con gratitudine e semplicità, per farsi eco di ciò che Dio ha donato a beneficio dei fratelli e delle sorelle".
Insomma, sr. Brambilla ci ha incoraggiati a “diventare pastori che camminano davanti al gregge per proteggere le pecore dal pericolo fisico o spirituale, camminare in mezzo per prenderne l'odore ed essere uno che accompagna, e camminare dietro del gregge per lasciarsi guidare dal popolo di Dio e fidarsi della loro esperienza, dentro il contesto di vita”.
Allo stesso modo, ci ha invitati “ad essere attenti ai segni dei tempi e a non lasciarci governare da teorie e paradigmi, ad avere invece un cuore aperto per sentire e ascoltare. Credo che il valore delle donne nella Chiesa e la ricchezza che hanno apportato alla nostra storia di fede siano indiscutibili. Siamo chiamati a continuare a camminare insieme, tutti, tutti, tutti”.
A fine ottobre 2024 si è conclusa la XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi, ma il processo sinodale che era iniziato prima dell'Assemblea stessa, è destinato ad andare avanti. “Continuiamo ancora il cammino sinodale. Siamo una Chiesa in comunione, partecipazione e missione!”
* Jhonny José González Briceño, IMC, è studente venezuelano del Seminario Teologico Internazionale di Bravetta, Roma.
Su L'Osservatore Romano una riflessione della prefetta del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica sul contributo dei religiosi alla crescita della sinodalità nella Chiesa
Il Documento Finale del Sinodo sulla sinodalità afferma che: «La vita consacrata è chiamata a interpellare la Chiesa e la società con la propria voce profetica. Nella loro secolare esperienza, le famiglie religiose hanno maturato sperimentate pratiche di vita sinodale e di discernimento comunitario, imparando ad armonizzare i doni individuali e la missione comune. Ordini e Congregazioni, Società di vita apostolica, Istituti secolari, come pure Associazioni, Movimenti e Nuove Comunità hanno uno speciale apporto da dare alla crescita della sinodalità nella Chiesa. Oggi molte comunità di vita consacrata sono un laboratorio di interculturalità che costituisce una profezia per la Chiesa e per il mondo» (DF, 65).
Papa Francesco ha più volte parlato della chiamata a passare dall’io al noi, del bisogno di «incontrarci in un noi che sia più forte della somma di piccole individualità» (Fratelli tutti, 78), della «sfida di scoprire e trasmettere la “mistica” di vivere insieme» (Evangelii Gaudium, 87), dell’«esperienza liberante e responsabile di vivere come Chiesa la “mistica del noi”» (Veritatis gaudium circa le Università e le Facoltà ecclesiastiche, 4). Il processo sinodale ha ripreso, tra altre, l’immagine paolina dell’unico corpo (DF, 16, 21, 26, 27, 36, 57, 88) e «ci ha fatto provare il “gusto spirituale” (EG 268) di essere Popolo di Dio, riunito da ogni tribù, lingua, popolo e nazione, che vive in contesti e culture diverse. Esso non è mai la semplice somma dei Battezzati, ma il soggetto comunitario e storico della sinodalità e della missione» (DF, 17.).
Il Papa durante la celebrazione dei Primi Vespri della Festa della Presentazione del Signor. Foto: Vatican Media
«Tutto è in relazione», «tutto è collegato», «tutto è connesso»: questo è il ritornello che attraversa la Laudato si’ di Papa Francesco. L’immagine del corpo esprime in modo plastico e chiaro la connessione che esiste fra noi: noi creature, noi umani, noi cristiani, noi membra del Corpo di Cristo che è la Chiesa, noi appartenenti a un Istituto di Vita Consacrata, a una Società di Vita Apostolica, a una Famiglia spirituale animata da un carisma unico e originale. Proprio come in un corpo fisico, ogni parte, ogni organo, ogni cellula di un “corpo carismatico” ha influenza sul resto. Ciò che succede in una parte del corpo ha ripercussione sul tutto. E ciò che capita a tutto il corpo come tale, si ripercuote in qualche modo in ogni sua parte.
Nel “corpo carismatico” circola ciò che i membri immettono. Ogni nostro atto e parola, ogni nostro pensiero e sentimento è energia che percorre la fitta rete dei nostri rapporti, e arriva a interessare tutti, perché tutti siamo uniti in un solo corpo, irrorati dallo stesso sangue del carisma vivo. Nessuna parola, nessun gesto, nessun pensiero e sentimento sono neutri: ogni espressione vitale ha conseguenze, nel bene e nel male. Misteriosamente, in virtù del fatto che siamo tutti connessi — a livello profondissimo, di spirito, di carisma — ciò che sento, penso, dico, faccio, desidero, viene immesso nella circolazione del corpo e porta le sue conseguenze, benefiche o malefiche. Accompagnare un “corpo carismatico”, organismo vivente, a esprimere la sua generatività, la sua fecondità, il fine per cui è venuto al mondo, significa anzitutto accompagnarlo a connettersi e riconnettersi continuamente con ciò che lo anima, al carisma. E significa curare ciò che circola all’interno delle connessioni vitali.
Il carisma non è proprietà di un Istituto, di una Società, di una Famiglia carismatica. Esso è dono di Dio al mondo, è Spirito, è Vita. L’Istituto (o Società, o Famiglia) e ogni sorella e fratello che ne è membro, lo riceve come dono gratuito, forza vitale da lasciar scorrere in sé creativamente, liberamente, non certo da “mummificare” o imbalsamare come un pezzo da museo. Nelle parole di Papa Francesco: «Ogni carisma è creativo, non è una statua di museo, no, è creativo. Si tratta di rimanere fedeli alla fonte originaria sforzandosi di ripensarla ed esprimerla in dialogo con le nuove situazioni sociali e culturali. Ha radici ben fisse, ma l’albero cresce in dialogo con la realtà. Quest’opera di aggiornamento è tanto più fruttuosa quanto più viene realizzata armonizzando creatività, saggezza, sensibilità verso tutti e fedeltà alla Chiesa» (Al Movimento dei Focolari, 6 febbraio 2021).
Suor Simona Brambilla, MC. Foto: Jaime C. Patias
L’energia del carisma attraversa ogni cellula del corpo: ogni sorella/fratello ne è portatore ed espressione. Non solo. Il “corpo carismatico”, quale organismo vivo, ha i propri “sensi”, e tra essi il “senso del carisma”, un “fiuto”, per dirla ancora con Papa Francesco, che gli permette di distinguere il profumo del carisma, di sentirne la melodia, di scorgerne la luce, di gustarne il sapore, di riconoscerne il tocco. E di vibrare a contatto con esso, di lasciarsene attrarre e di seguirlo. Come corpo, come organismo. Quanto è importante allora che la/il leader di una Famiglia carismatica, come buon pastore, cammini col gregge «a volte davanti, a volte in mezzo e a volte dietro: davanti, per guidare la comunità; in mezzo, per incoraggiarla e sostenerla; dietro, per tenerla unita perché nessuno rimanga troppo, troppo indietro, per tenerla unita, e anche per un’altra ragione: perché il popolo ha “fiuto”!» (Assisi, 4 ottobre 2013).
La vibrazione e il movimento di un organismo in risposta a ciò che il suo “fiuto” e tutti i suoi sensi percepiscono non è semplicemente la somma delle vibrazioni e dei movimenti di ogni sua parte; è ben di più. Un po’ come succede per una sinfonia suonata da un’orchestra: essa non è semplicemente la somma dei vari suoni degli strumenti; è molto di più. Parlando ai neo cardinali durante il Concistoro del 30 settembre 2023, il Santo Padre propose proprio questa immagine, legandola alla sinodalità: «il Collegio Cardinalizio è chiamato ad assomigliare a un’orchestra sinfonica, che rappresenta la sinfonicità e la sinodalità della Chiesa. Dico anche la “sinodalità”, non solo perché siamo alla vigilia della prima Assemblea del Sinodo che ha proprio questo tema, ma perché mi pare che la metafora dell’orchestra possa illuminare bene il carattere sinodale della Chiesa. Una sinfonia vive della sapiente composizione dei timbri dei diversi strumenti: ognuno dà il suo apporto, a volte da solo, a volte unito a qualcun altro, a volte con tutto l’insieme.
La diversità è necessaria, è indispensabile. Ma ogni suono deve concorrere al disegno comune. E per questo è fondamentale l’ascolto reciproco: ogni musicista deve ascoltare gli altri. Se uno ascoltasse solo sé stesso, per quanto sublime possa essere il suo suono, non gioverà alla sinfonia; e lo stesso avverrebbe se una sezione dell’orchestra non ascoltasse le altre, ma suonasse come se fosse da sola, come se fosse il tutto. E il direttore dell’orchestra è al servizio di questa specie di miracolo che ogni volta è l’esecuzione di una sinfonia. Egli deve ascoltare più di tutti gli altri, e nello stesso tempo il suo compito è aiutare ciascuno e tutta l’orchestra a sviluppare al massimo la fedeltà creativa, fedeltà all’opera che si sta eseguendo, ma creativa, capace di dare un’anima a quello spartito, di farlo risuonare nel qui e ora in maniera unica».
L'assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi nell'Aula Paolo VI a Roma. Foto: Jaime C. Patias
Un organismo vitale è necessariamente sempre in movimento, in adattamento e in rinnovamento. Quando il movimento, l’adattamento e il rinnovamento cessano, subentra la morte. Per dirla ancora con Papa Francesco: «chi è fermo finisce per corrompersi. Come l’acqua: quando l’acqua è ferma lì, vengono le zanzare, mettono le uova, e tutto si corrompe. Tutto» (Omelia, Cappella di Casa Santa Marta, 2 ottobre 2018).
La/il leader di una Famiglia di consacrati/e è chiamato a facilitare un continuo ritorno e re-immersione nel carisma, nell’energia vitale che anima il “corpo carismatico”, nella musica che lo sostiene, nelle origini vive e palpitanti da cui è possibile ripartire, essere rilanciati nell’oggi dalla fecondità inesauribile dell’ispirazione da cui si è nati. Allora, la musica può esprimersi oggi nell’orchestra, dando vita e anima allo spartito nel qui ed ora. Allora, sciolto da strutture, geometrie e geografie che forse lo appesantivano, il flusso vitale del carisma può liberarsi in una danza che muove, accende, vivifica l’intero corpo, la Chiesa, il mondo.
* Suor Simona Brambilla, MC, Prefetta del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica. Originalmente pubblicato in: www.vaticannews.va
Papa Francesco ha scelto la religiosa delle Missionarie della Consolata alla guida del dicastero insieme al cardinale Ángel Fernández Artime, nominato Pro-prefetto. Aumenta così il numero delle donne in posizioni di rilievo in Vaticano
Compirà 60 anni il prossimo 27 marzo suor Simona Brambilla, già superiora generale in Italia delle Missionarie della Consolata, nominata oggi dal Papa prefetta del Dicastero per la vita consacrata e le Società di vita apostolica di cui era segretario a partire dal 7 ottobre 2023; seconda donna a ricoprire questo incarico nella Curia romana dopo la nomina nel 2021 di suor Alessandra Smerilli al Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale. Francesco ha scelto come Pro-prefetto del dicastero Ángel Fernández Artime, 65 anni, creato cardinale nel Concistoro del 30 settembre 2023.
Suor Simona Brambilla, prima prefetta in Vaticano, vanta nel suo curriculum un’esperienza missionaria in Mozambico dopo aver conseguito il diploma di infermiera professionale ed essere entrata nell’Istituto Suore Missionarie della Consolata, che ha guidato dal 2011 fino al 2023. L’8 luglio 2019 il Papa ha nominato per la prima volta sette donne membri del Dicastero per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica. Poi la scelta di suor Brambilla prima come segretaria del Dicastero e oggi come prefetto.
Suor Simona Brambilla durante i lavori dell'assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi nell'Aula Paolo VI a Roma. Foto: Jaime C. Patias
Dall’inizio del magistero di Papa Francesco la presenza delle donne è sensibilmente aumentata. Secondo i dati complessivi riferiti sia alla Santa Sede che alla Città dello Stato del Vaticano e che vanno dal 2013 al 2023, la percentuale femminile è passata da quasi il 19,2 al 23,4 per cento. Un cammino tracciato con la Costituzione apostolica Praedicate Evangelium del 2022, Francesco ha reso possibile che in futuro anche i laici, e quindi anche donne, possano dirigere un dicastero e diventare prefetti, incarico che in precedenza era riservato a cardinali e arcivescovi.
Nello Stato della Città del Vaticano, Papa Francesco ha nominato due donne in posizioni di vertice nei dieci anni del suo pontificato: nel 2016, Barbara Jatta, direttore dei Musei Vaticani, da sempre guidati da laici. Risale al 2022, la nomina di suor Raffaella Petrini, segretario generale del Governatorato, ruolo solitamente assegnato a un vescovo.
Diversi sono i sottosegretari donna come Gabriella Gambino e Lina Ghisoni presso il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, mentre al Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica è sottosegretaria suor Carmen Ros Nortes delle Suore di Nostra Signora della Consolazione. Emilce Cuda è segretario della Pontificia Commissione per l’America Latina; Nataša Govekar, alla guida della direzione teologico-pastorale del Dicastero per la comunicazione; Cristiane Murray, vicedirettore della Sala Stampa della Santa Sede e Charlotte Kreuter-Kirchof è poi vicecoordinatore del Consiglio per l’economia. Anche la segreteria generale del Sinodo ha un sottosegretario donna, la religiosa francese Nathalie Becquart.
Fonte: Vatican News
Si avvicina il momento tanto atteso della canonizzazione del nostro Padre Fondatore, il Beato Giuseppe Allamano. Suor Simona Brambilla, MC, segretario del Dicastero per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica, ci propone un messaggio.
“Il motto che è stato scelto per accompagnare questo cammino verso la canonizzazione racchiude molto bene, in sintesi, quello che l’Allamano ha da offrirci: ‘Prima santi e poi missionari’. (…) Questa è una priorità… come un cammino di luce e di unificazione interiore, non per rimanere in noi stessi, ma proprio per uscire in missione”.
* Video realizzato dall'equipe di comunicazione per la Canonizzazione