Domenica 23 febbraio 2025, il padre Godfrey Msumange, IMC, è stato insediato come parroco della Parrocchia di Maria Immacolata e San Gregorio Magno, nuova missione dei missionari della Consolata a Londra, Inghilterra.

Il vescovo ausiliare dell'arcidiocesi di Westminster, mons. John Sherrington ha presieduto la celebrazione eucaristica insieme ai padri della Consolata della comunità di Finchley, Enrique Rituerto e Carlo Bonelli, al padre Jean-Pascal dei missionari Spiritani e all’amico della Consolata, il diacono Donal Hopkins.

20250226Londra

Il gioioso evento è stato benedetto anche dalla presenza degli amici provenienti da diverse parti, compresi gli amici della Consolata di diverse comunità africane che vivono a Londra e dall'Alto Commissario della Tanzania nel Regno Unito, SE. Mbelwa Kairuki.

I parrocchiani di Maria Immacolata e San Gregorio hanno riempito la chiesa per accogliere il loro nuovo parroco con grande gioia. È stata letta la Lettera di nomina da parte del Cardinale arcivescovo di Westminster, Vincent Nichols, seguita dalla professione di fede e dal giuramento di fedeltà di padre Godfrey, dalle firme da parte di entrambi, il nuovo parroco e il vescovo, dalla consegna del libro del Vangelo e delle chiavi della chiesa.

Alla processione dell'offertorio si è unita una comunità africana, donne e uomini, con i loro meravigliosi canti e danze fino all'altare portando i doni. È stato un momento gioioso.

Nella sua omelia, il vescovo ha invitato tutti a continuare a “formare una chiesa in cui al centro ci siano la comunione, la partecipazione e la missione”. Padre Godfrey ha chiesto ai parrocchiani di “lavorare insieme per rendere la comunità vibrante e forte nella fede, aperta al mondo tenendo sempre presente che la Chiesa esiste per evangelizzare”.

20250226Londra5

La presenza dei Missionari della Consolata a Londra risale al 1952. Numerosi missionari studenti sono passati in questa città come parte della loro formazione e dopo l'ordinazione sono stati inviati in missione nei vari Paesi dove i missionari della Consolata lavorano nel mondo. Dall'anno 2024, oltre all'animazione missionaria che continua, i missionari della Consolata hanno assunto anche questa parrocchia, che si trova nella parte settentrionale, alla periferia della città, il punto più a nord di Londra conosciuto come High Barnet, vicino all’antico Seminario Internazionale IMC di Totteridge.

* Michael Shen e padre Godfrey Msumange, IMC, parroco a High Barnet, Londra.

20250226Londra6

 Parrocchia di Maria Immacolata e San Gregorio Magno, nuova missione dei missionari della Consolata a Londra.

I missionari della Consolata sono arrivati in Polonia nel 2008 e si sono stabiliti a Kielpin nella Diocesi di Varsavia con la missione di lavorare nell’animazione missionaria della Chiesa locale. Nel 2022 è stata creata una seconda comunità nella città di Białystok centro della diocesi che porta lo stesso nome, ai confini con la Bielorussia.

“La nostra presenza è anche un segno di consolazione e perciò, in questa comunità si svolgono altri tipi di attività che non sono solo di evangelizzazione e animazione, ma anche di consolazione”, spiega il padre argentino, Juan Carlos Carmona, in una intervista rilasciata all’Ufficio per la Comunicazione durante la sua recente visita a Roma. “La nostra casa a Białystok è diventata anche parte della Caritas ed offre servizi ai migranti, soprattutto quelli che hanno dovuto uscire dell’Ucraina”, dice il missionario che da nove anni opera in Polonia e insieme al suo confratello, il padre Dirick Julius Sanga, visitano diversi luoghi del Paese per “fare animazione nella Chiesa locale con i giovani, con i bambini nelle scuole, realizzare incontri nelle parrocchie e organizzare le Domeniche Missionarie con ritiri spirituali”.

Pellegrini di speranza

In quest’anno del Giubileo della Speranza, la Chiesa in Polonia ricorda la figura del Papa San Giovani Paolo II, che “è ancora viva e continua ad essere per noi quel pellegrino che ci accompagna ed è vicino a noi. Anche noi missionari della Consolata, tutti gli anni, ripetiamo questo bel gesto di fare un pellegrinaggio al Santuario della Madonna di Czestochowa. È un pellegrinaggio che dura dieci giorni, lo facciamo insieme alla gente ed è ormai una tradizione della Chiesa di Polonia che ogni anno se mette in strada verso la Vergine di Czestochowa. La particolarità di quest’anno come proposto da Papa Francesco, è appunto essere “Pellegrini di Speranza”. Ci troviamo in questa vita in pellegrinaggio verso il Padre, ed è un pellegrinaggio pieno di speranza. La speranza non è una caratteristica che soltanto da un colore al nostro pellegrinare. È anche qualcosa di più. La speranza è proprio il senso, il potere muovere i nostri passi già sapendo dove arriveremo e con chi saremo, con il Padre, il Figlio e con lo Spirito Santo.

20250223Polonia

Gruppo del pellegrinaggio al Santuario della Madonna di Czestochowa reunito nella Cappella dei missionari della Consolata a Kielpin. Foto: IMC Polonia

Questa speranza ha un volto concreto, il Signore nostro Gesù Cristo. Con questo spirito noi in Polonia vogliamo essere pellegrini di speranza nella nostra quotidianità, nel nostro vivere questa vita intensamente, cioè, essere e vivere la presenza del Signore Gesù”.

Leggi anche: Ucraina. In viaggio tra Fastow e Kherson

La santità di Giuseppe Allamano

“Quest’anno abbiamo una grazia in più perché l’Allamano è stato proclamato Santo. La santità dell’Allamano, fin dall’inizio la percepivamo ed eravamo già convinti che lui era con il Signore non soltanto perché era beato, ma anche per le sue stesse parole, quando  ripeteva ai missionari: ‘Prima santi, poi missionari’. Avendo vissuto la sua canonizzazione poco tempo fa, ricominciamo un tempo nuovo, un tempo nel quale diciamo: sì, la santità del nostro Fondatore è confermata, quindi, le radici sono sante e sane; quindi, l’albero da lui piantato e i suoi frutti sono santi. Questo è molto bello perché ci fa percepire ancora di più il carisma ricevuto dell’Allamano: portare la consolazione, essere come Maria, portare il Signore Gesù alla gente. Quindi, con questo augurio di uscire, di andare, di trovare l’altro, di esser portatori di speranza, di essere portatori del Signore Gesù, viviamo questo tempo de grazia insieme con il nostro Padre Fondatore”.

20250223Polonia2

Padre Juan Carlos è nato nel 1984 in Argentina a San Juan, nella provincia che porta lo stesso nome. Sentendo la chiamata di Dio entra nell’Istituto e dopo la formazione iniziale, nel 2007 ha fatto il Noviziato a Martin Coronado. Di seguito viene destinato a Roma per lo studio della teologia (2008-2013). La sua ordinazione sacerdotale è avvenuta in Argentina il 23 agosto 2014.

* Padre Jaime C. Patias, IMC, Ufficio per la comunicazione.

 20250223Polonia6

 Santuario della Madonna di Czestochowa

 

Il 16 febbraio 2025, l’Istituto inizierà un anno di celebrazioni in occasione del centenario della morte del nostro Fondatore, San Giuseppe Allamano. Forse sarebbe più appropriato dire che inizieremo un cammino per celebrare 100 anni dalla nascita al cielo del Fondatore.

Ci si potrebbe chiedere il motivo per cui questo sia importante, soprattutto se si considera che abbiamo recentemente celebrato la sua canonizzazione, che dovrebbe essere il massimo livello di onore che avremmo voluto vedergli attribuire.

Ebbene, mentre celebreremo i 100 anni dalla nascita del nostro Fondatore celebreremo anche i 125 anni di esistenza dei missionari della Consolata e, nello stesso tempo anche la Congregazione delle Missionarie della Consolata celebra 115 anni di fondazione. Le due cose non possono essere separate, perché l'esistenza oggi delle due congregazioni missionarie fondate da Padre Allamano, dice qualcosa su di lui. La presenza e il lavoro di evangelizzazione dei Missionari e delle Missionarie della Consolata nei quattro continenti che in questi 100 anni ha cambiato la vita di tante persone e popoli, proclama indirettamente i tratti della ricca personalità del Fondatore quando era in vita.

Innanzitutto, la celebrazione del centenario della morte del fondatore è un'occasione per riflettere sulla sua vita. Gli esseri umani passano, ma il fatto che una persona venga ricordata 100 anni dopo la sua morte indica il suo contributo nel mondo, ma soprattutto nella vita delle persone. Coloro che non fanno molto durante la loro vita vengono dimenticati non appena le loro tombe vengono coperte.

20250212Centinario8

Il funerale di Giuseppe Allamano avvenuto il 18 febbraio 1926 a Torino

Il cammino verso la celebrazione di questo centenario ci ricorda che il nostro Fondatore è stato quindi un uomo santo, mentre viveva, ed è per questo che la sua vita, i suoi insegnamenti e il suo lavoro sono stati al centro di molti sforzi che hanno trasformato la vita delle persone. Ecco perché le sue opere gli sono succedute. Ora possiamo dire con sicurezza di aver scoperto la ragione per cui ha avuto successo: la sua santità. Solo così il suo progetto, che all'inizio non convinceva molti, ha finito per dare vita a due istituti missionari che oggi lavorano in diversi Paesi del mondo.

In secondo luogo, la celebrazione del centenario è un'occasione per riflettere sui 125 anni di esistenza dell'Istituto. È un'opportunità per rivedere il cammino fatto, la sfida affrontata e le pietre miliari raggiunte. Celebrando pubblicamente le pietre miliari raggiunte, l'Istituto non solo rafforzerà la sua reputazione di strumento di Dio nell'evangelizzazione del mondo, ma ispirerà anche i membri attuali e futuri. Una riflessione su tutti questi aspetti onora l'eredità del passato e infonde un senso di orgoglio in coloro che sono ancora in vita. Inoltre, una riflessione sul cammino fatto finora ci ricorda le fondamenta su cui è stato costruito l'istituto, rafforzando i valori e le tradizioni che persistono fino ad oggi.

20250212Centenario5In terzo luogo, le celebrazioni del centenario promuovono lo spirito comunitario. In realtà, l'essenza di qualsiasi evento celebrativo risiede nella sua capacità di riunire le persone. Le celebrazioni del centenario coltivano lo spirito comunitario unendo vari soggetti interessati. La famiglia dei Missionari della Consolata è una vasta rete di entità consolatrici, che comprende i missionari, i genitori e i parenti dei missionari, i gruppi associati alla famiglia della Consolata, i missionari laici della Consolata, il popolo di Dio che serviamo, gli ex alunni delle nostre istituzioni accademiche, i dipendenti delle nostre varie comunità, i benefattori, le persone di buona volontà e gli altri beneficiari delle istituzioni sanitarie e di altri progetti caritatevoli.

Celebrando l’eredità condivisa, gli eventi del centenario dovranno aiutarci a superare le sensazioni di isolamento o le frammentazioni a volte presenti nelle nostre comunità, favorendo la rivitalizzazione dello zelo missionario e il senso di appartenenza alla famiglia dell’Istituto. Riunendoci per festeggiare ci aiuterà a portare avanti la missione di consolazione dell’Istituto, rafforzandone l’efficacia per la gente e le prospettive di evangelizzazione.

In quarto luogo le celebrazioni del centenario dovranno stimolarci a guardare al futuro. È proprio nell’onorare la figura del Fondatore e nel celebrare la storia dell’Istituto che siamo chiamati a scoprire gli stimoli e le indicazioni per ridisegnare il futuro della missione ad gentes e del nostro Istituto. I risultati raggiunti, il cammino fatto dall’Istituto, sono un incoraggiamento per lanciare nuove iniziative, rinnovare i nostri progetti missionari continentali, creare nuove collaborazioni che ci aiuteranno a dare forma al nostro futuro. Questa prospettiva lungimirante è fondamentale per garantire la sostenibilità e la continuità della rilevanza in un mondo dinamico.

La riduzione delle vocazioni in Europa e in America, il cambiamento di mentalità nei confronti della Chiesa in Paesi un tempo notoriamente cristiani, l'indebolimento dell'impegno missionario di molti missionari, la crescita dell'importanza dei social media, la disintegrazione dell'istituzione familiare, ecc. sono tra le tante realtà che ci ricordano lo sforzo necessario per essere strumenti efficaci di Dio in futuro.

Mentre procediamo con i preparativi per il centenario, è importante chiedersi quali collaborazioni dobbiamo stringere e con chi. In un mondo che sta ampiamente dimostrando la necessità di persone che lavorano insieme come gruppi e comunità, l'Istituto dovrà probabilmente chiedersi come i Missionari Laici della Consolata, gli ex-alunni della Consolata, gli Amici della Consolata, ecc. possano essere coinvolti molto meglio nello sforzo di evangelizzazione e soprattutto nella missione di consolazione dei Missionari della Consolata.

20250212Centenario12

Canonizzazione di San Giuseppe Allamano il 20 ottobre 2024. Foto: Jaime C. Patias

In conclusione, è opportuno dire che, sebbene la celebrazione del centenario celebri il traguardo raggiunto, le celebrazioni del centenario sono esse stesse tappe significative che incarnano l'essenza della riflessione, del riconoscimento e del rinnovamento. Esse onorano il percorso del passato, promuovono lo spirito comunitario e celebrano i risultati raggiunti, contribuendo a creare un senso di orgoglio e di appartenenza. Inoltre, questi eventi ispirano le aspirazioni future, assicurando che l'eredità costruita nel corso di un secolo continui a prosperare.

Quando le istituzioni e le comunità si riuniscono per celebrare il loro centenario, abbracciano un ricco arazzo di storia, riconoscono i contributi dei loro membri e guardano avanti verso nuovi orizzonti. Questa duplice attenzione al passato e al futuro definisce lo spirito delle celebrazioni del centenario, rendendole un potente catalizzatore di unità e progresso. Che l'avvio delle celebrazioni del centenario possa motivarci nel nostro sforzo di migliorare il nostro essere strumenti di consolazione nel mondo.

* Padre Jonah M. Makau, IMC, è Postulatore e direttore dell’Ufficio Storico

Il padre Antonio Gabrieli, missionario della Consolata, è deceduto a Buenos Aires all'alba del 7 febbraio 2025, all'età di 76 anni. Ha dedicato 56 anni alla vita religiosa e 51 al sacerdozio, lasciando un'eredità di fede, impegno e dedizione missionaria. 

“Con grande dolore, oggi nostro fratello ha concluso il suo pellegrinaggio sulla terra ed è passato alla casa del Padre. Ringraziamo Dio per la sua testimonianza, il suo ministero, il suo servizio, la sua consacrazione e la sua dedizione alla Missione Ad Gentes.” Così recita il comunicato della Regione IMC Argentina a proposito della morte del padre Antonio Gabrieli, avvenuta il 7 febbraio 2025. 

L'Argentina, dove arrivò per la prima volta come missionario nel 1983, divenne la sua casa. “È la mia terra, la porto nel cuore”, dichiarò nel 2023, celebrando i suoi 50 anni di sacerdozio. Durante le sue quattro decadi di missione e servizio pastorale nel Paese, ricoprì numerosi ruoli: parroco, vicario, formatore, maestro dei novizi, superiore di comunità, consigliere e superiore regionale. 

20250211Antonio4

Nelle ultime settimane di vita, il padre Antonio ebbe accanto non solo i fratelli missionari, ma anche le sue due sorelle che viaggiarono dall’Italia per stargli vicino. L'8 febbraio è stato sepolto nel cimitero “Giardino della Pace” a Luján, in Argentina, lasciando un profondo patrimonio di fede e servizio missionario. 

Fratello tra i fratelli

Il padre Antonio Gabrieli – testimonia il padre José Auletta – è stato “un fratello tra i fratelli, un missionario che ha sempre svolto il suo servizio con moderazione, rispetto e un distinto trattamento umano verso tutti coloro che lo cercavano”. 

Padre Antonio Gabrieli, in visita a Cuore Amico il 18 luglio 2019

Il padre Auletta sottolinea in particolare come il padre Gabrieli lo abbia sempre incoraggiato e sostenuto nel suo lavoro di accompagnamento ai popoli indigeni dell'Argentina, riaffermando la sua fedeltà al carisma missionario. 

Il suo stesso impegno con le comunità indigene di Yuto lasciò un'impronta indelebile: “Mi ha segnato profondamente la sua vicinanza alla gente, in particolare ai fratelli guaraní, che oggi lo ricordano con affetto e gratitudine.” 

20250211Antonio2La serenità e la forza del padre Gabrieli – ricorda Auletta – furono evidenti anche negli ultimi giorni della sua vita. “Pochi giorni prima della sua partenza, durante il ritiro annuale di gennaio, mi colpì la sua pace nell'affrontare la malattia che lo affliggeva. Oggi, con profonda gratitudine, facciamo memoria di questo fratello che è partito verso la tierra sin males, il cielo nuovo e la terra nuova. Il nostro caro padre Antonio Gabrieli lascia un'eredità di fede, impegno e amore per gli altri.” 

Missionario vicino e amico di tutti

Anche la professoressa Diana Sosa, di Mendoza, ricorda il padre Antonio Gabrieli come “una persona molto vicina e amico di tutti, molto vicino al personale delle scuole della Consolata in Argentina dove lei lavora”. 

Secondo lei il padre Antonio fu un missionario con proposte audaci, sempre disposto a incoraggiare la comunità nei momenti difficili oltre che un formatore con una straordinaria visione della missione: “In un momento molto difficile per il Paese, quando la crisi economica colpiva la stabilità degli stipendi e l'incertezza pesava su molte famiglie, ebbe l'iniziativa di fondare il gruppo chiamato ‘Amici della Consolata’. Questo gruppo organizzava, una volta al mese, eventi comunitari per riunirci, condividere e darci coraggio a vicenda”, ricorda Sosa. 

Apprezzava la sua capacità di connettere la formazione con la realtà del momento. “Le sue proposte negli spazi di formazione e ritiri erano sempre aggiornate. Ricordo in particolare come ci avvicinò ad autori che non leggevamo abitualmente, come Pagola, permettendoci di riflettere più profondamente sulle dimensioni divine, storiche e sociali della persona di Gesù” aggiunge. 

Nel ricordare la sua partenza, la professoressa Diana sottolinea la sua forza e dedizione incrollabile: “Nonostante la malattia, non si arrese mai. Ebbe sempre una grande volontà di vivere e trasmettere il suo messaggio con forza e speranza. È stato un privilegio conoscerlo e imparare dal suo esempio”. 

20250211Antonio11

Breve biografia

Il padre Antonio Gabrieli, figlio di Paolo e Patroni Maria, nacque il 13 luglio 1948 a Darfo, Brescia (Italia) e fece il noviziato con i missionari della Consolata, emettendo la sua prima professione religiosa il 2 ottobre 1968. Ordinato sacerdote il 22 dicembre 1973, visse i suoi primi anni di missione in Italia, come formatore nelle case di Gambettola e Bedizzole, e nell'animazione vocazionale a Porto San Giorgio.  Dopo aver raggiunto l’Argentina tutta la sua vita la spese in quel paese eccetto il periodo tra il 1993 e il 1999, quando ricoprì l'incarico di Consigliere Generale dei Missionari della Consolata incaricato del continente americano.

Quando celebrò i 50 anni di ordinazione  disse che l’Argentina era la terra che “portava nel cuore”. Il paese e ognuno dei luoghi nei quali lavorò: San Francisco, Martín Coronado, Jujuy, Mendoza, Yuto, Merlo e Buenos Aires. 

* Padre Julio Caldeira, IMC, missionario a Manaus, Brasile.

20250211Antonio7

Giubileo nel mondo. Pellegrino è chi si mette in cammino cercando di abbracciare la gente che incontra, come spiega padre Stefano Camerlengo, missionario della Consolata, parlando del suo impegno tra villaggi lontani nel Nord della Costa d’Avorio. “La speranza – afferma a 'Popoli e Missione' - è prima di tutto presenza”

Ha 68 anni padre Stefano Camerlengo, missionario della Consolata a Dianra, in Costa d’Avorio, ma la sua sembra una vita lunghissima, tanto è stata intensa. Ordinato sacerdote nel 1984 nella Repubblica Democratica del Congo, allora Zaire, ci è rimasto per 18 anni; poi, per nove ha svolto animazione missionaria in Italia, prima a Galatina e successivamente a Bevera. Nel 2005, è stato eletto Vice-Superiore generale dell’Istituto dei Missionari della Consolata e, nel 2011, Superiore Generale, riconfermato fino al 2017. Nel 2023 ha concluso il suo servizio presso la Direzione generale e nel 2024 è partito per la missione in Costa d'Avorio.

20250206Stefano4

Missionari della Consolata in Costa d'Avorio

“E dopo 40 anni di sacerdozio, ti chiedi cosa fare ancora, come missionario”. Per lui, la risposta più logica è stata partire. “Girare il mondo, durante il mio incarico nella congregazione, è stata un’esperienza unica, perché ogni posto diventa casa tua” ammette padre Stefano. “Ma la cosa che più mi è mancata in questi anni è la continuità delle relazioni, la quotidianità con un gruppo con cui condividere la missione, con cui crescere e diventare famiglia”. Oggi, quel desiderio sembra realtà. Dalla diocesi di Odienné, infatti, la sua voce al telefono è carica di entusiasmo.

Una fede dai gesti concreti

“Mi sono reso disponibile e sono stato mandato qui, a Nord della Costa d’Avorio”, spiega. Un territorio grande come le Marche – la sua regione d’origine – con due parrocchie che comprendono 20-25 villaggi ciascuna. Con lui, fin dall’inizio, c’era anche padre Matteo Pettinari, morto in un incidente stradale il 18 aprile 2024: “Un missionario infaticabile, il più giovane italiano del nostro Istituto”.

20250206Stefano7

Ora lo affianca un sacerdote ugandese. “è una zona prevalentemente musulmana (il 93%), dove la convivenza è pacifica. I cristiani sono il 3% della popolazione: significa che tu arrivi in un posto dopo più di un’ora di strada e hai tre fedeli in chiesa. È tuttavia interessante essere in minoranza, anche perché la speranza è prima di tutto presenza, far sentire che ci sei. Tu vai ad alimentare una fede con i pochi che ci sono, e lo fai con gesti concreti”. Per esempio, nella missione di Dianra, essendo carente l’aspetto sanitario, è stato realizzato un piccolo ospedale, che è un punto di riferimento per tutti, con campagne di prevenzione, visite nei villaggi, vaccinazioni. O, ancora, sono stati avviati progetti di scolarizzazione, principalmente rivolti a bambini e a ragazze, che sono le categorie meno rispettate.

20250206Stefano6

Missione di Dianra Village

Le donne rappresentano la speranza

“È incredibile come le donne, la cui dignità non è assolutamente riconosciuta, siano poi quelle che danno veramente speranza alla famiglia, alla comunità e al Paese. Lavorano nel silenzio, ma il loro messaggio arriva a tutti: sono il futuro dell’Africa”. È nell’accompagnare queste situazioni che si realizza il suo essere “pellegrino di speranza”. “Lo sento quando mi accolgono in un Paese che non è il mio o capitano segnali forti che ti toccano dentro e ti cambiano. Me ne accorgo davanti alla meraviglia del cuore della gente, e ogni volta che vedo qualcosa di grande in mezzo a tanta povertà e polvere, in un angolo della Terra dimenticato da tutti”. Per il missionario, già solo una messa è un’iniezione di speranza: “Celebrare è ciò che dà senso alla mia vocazione”.

20250206Stefano9

E anche nei giorni feriali, quando i suoi parrocchiani vanno a lavorare nei campi fuori dal villaggio (divenendo anch’essi pellegrini), gli bastano pochi e semplici incontri, un grazie, un sorriso, per “ripartire e fare fronte alle difficoltà. Perché la speranza ricomincia sempre. Perché pellegrino è chi si mette in cammino cercando di abbracciare la gente che incontra; è chi lascia gli spazi delle proprie comodità per camminare con Lui verso luoghi sconosciuti e vivere legami significativi”.

Il senso del Giubileo

È, in fondo, il senso di ogni Giubileo, per noi e per la Chiesa essere “l’occasione per un cambiamento vero, la forza dirompente capace di aprire la porta della fede e dell’accoglienza, superando la tentazione di ritirarsi nella propria piccola vita”. Tempi difficili per la speranza, ma il sogno di padre Stefano è quello di “poter dare una mano per costruire una solida comunità cristiana, attenta ai bisogni degli altri”. E intanto fa sue le parole di san Riccardo: “Turista è chi passa senza carico né direzione. Camminatore chi ha preso lo zaino e marcia. Pellegrino chi, oltre a cercare, sa inginocchiarsi quando è necessario”.

* Originalmente pubblicato in Popoli e Missione.

20250206Stefano2

Gli ultimi articoli

La tomba del Papa sarà in marmo di provenienza ligure, "terra dei suoi nonni"

25-04-2025 Notizie

La tomba del Papa sarà in marmo di provenienza ligure, "terra dei suoi nonni"

L’annuncio del cardinale Makrickas, arciprete coadiutore della Basilica liberiana, ha profondamente commosso l’intera comunità di Cogorno, piccolo borgo affacciato sul...

II Domenica di Pasqua / C - Pace a voi!

24-04-2025 Domenica Missionaria

II Domenica di Pasqua / C - Pace a voi!

Domenica della Divina Misericordia At 5,12-16; Sal 117; Ap 1,9-11.12-13.17-19; Gv 20,19-31 La liturgia della seconda domenica di Pasqua ci parla dei...

Brasile. Francesco padre dei poveri

24-04-2025 I missionari dicono

Brasile. Francesco padre dei poveri

Papa Francesco (1936-2025) tra le braccia del Padre Il mio primo incontro con Papa Francesco è avvenuto nella Giornata Mondiale della...

Mozambico. Francesco, Papa missionario

24-04-2025 I missionari dicono

Mozambico. Francesco, Papa missionario

Papa Francesco (1936-2025) tra le braccia del Padre È stato con sorpresa e profonda tristezza che, la mattina del 21 aprile...

Francesco: profeta di misericordia e di speranza

23-04-2025 I missionari dicono

Francesco: profeta di misericordia e di speranza

Il primo Papa latino-americano è arrivato a Roma dalla “fine del mondo”. Ha scelto il nome di Francesco, ispirato al...

Kenya. Francesco e l’odore delle pecore

23-04-2025 I missionari dicono

Kenya. Francesco e l’odore delle pecore

Papa Francesco (1936-2025) tra le braccia del Padre Ringrazio Dio di aver incontrato personalmente Papa Francesco. È stato un grande regalo...

Le spoglie di Francesco traslate a San Pietro

23-04-2025 Notizie

Le spoglie di Francesco traslate a San Pietro

Questa mattina il rito di traslazione della salma del Papa da Santa Marta alla Basilica vaticana. Una cerimonia solenne ma...

Mongolia. Francesco per il cardinale missionario Marengo

22-04-2025 I missionari dicono

Mongolia. Francesco per il cardinale missionario Marengo

Papa Francesco (1936-2025) tra le braccia del Padre In queste ore siamo tutti scossi. È difficile ordinare i pensieri e tradurli...

I funerali di Papa Francesco il 26 aprile sul sagrato di San Pietro

22-04-2025 Notizie

I funerali di Papa Francesco il 26 aprile sul sagrato di San Pietro

Alle ore 10, primo giorno dei Novendiali, sul sagrato della Basilica sarà celebrata la Messa esequiale del Pontefice Francesco, secondo...

onlus

onlus

consolata news 2

 

Contatto

  • Viale Mura Aurelie, 11-13, Roma, Italia
  • +39 06 393 821