Il 24 gennaio, con grande gioia e gratitudine al Dio della vita, il popolo di San Antonio Juanacaxtle, nella cappellania di San Giuda Tadeo e nel decanato di San José Castillo, a Guadalajara -Messico, ha festeggiato il 90° compleanno di padre Clovis Audet, IMC.
Questa celebrazione si è svolta in tre momenti significativi. Venerdì 24 gennaio, alcuni sacerdoti del decanato hanno organizzato un piccolo incontro nella casa dei Missionari della Consolata.
Sabato 25 gennaio è stata la volta degli operatori pastorali di San Antonio, dei Missionari Laici della Consolata e degli Amici della Consolata.
Infine, gli operatori pastorali di Villa Andalucia, El Faro e La Esperanza si sono uniti in una celebrazione eucaristica presieduta da padre Alex Conti, coordinatore dei Missionari della Consolata che vivono in Messico.
Padre Clovis vive nella comunità di San Antonio Juanacaxtle insieme ai padri Felix Shitakha Mukaala, Silvanus Ngugi Omuono e Patrick Irungu Mungai. Nonostante l'età, è stato un missionario molto attivo sia nella vita comunitaria che nelle attività pastorali: è sempre stato un buon esempio da seguire.
Da sottolineare la sua vita semplice, il suo impegno nella preghiera e la sua attenzione agli altri missionari. Quando uno di noi non è in casa, è il primo che chiede dove è; il suo atteggiamento attira la nostra attenzione ed è stato una grande lezione per tutti noi.
Nel ministero pastorale della cappellania di San Giuda Taddeo, con frequenza sentiamo commenti del tipo “mi piace confessarmi con padre Clovis”, “bello come presiede l’eucaristia”, “fa delle ottime omelie”, “volevo che officiasse il nostro matrimonio perché mi ha accompagnato in diverse occasioni”, “è un ottimo sacerdote”. La gente è grata a Dio perché è stato un grande dono per ciascuna delle nostre comunità.
Siamo tutti uniti nella preghiera perché possa vivere molto bene questo decennio che sta iniziando e che lo porterà, se Dio vuole, a un secolo di vita. Certamente noi giovani missionari chiediamo a Dio di non fargli mancare il dono della salute perché possa continuare ad accompagnarci con i suoi buoni esempi. Lunga vita al padre Clovis!
* Padre Patrick Irungu Mungai, IMC, missionario in Messico.
Con gioia e speranza l’Istituto Missioni Consolata ha raggiunto i 124 anni di vita e missione e, nello stesso tempo anche la Congregazione delle Missionarie della Consolata celebra 115 anni di fondazione.
“Un saluto fraterno in questo tempo ricco di grazia, dove la benedizione di Dio si rende presente in tutta la Famiglia Missionaria della Consolata, nella Chiesa e nel mondo intero. Abbiamo celebrato da poco la Canonizzazione del nostro Fondatore, in cui ci siamo abbeverati del suo spirito in modo tutto speciale, da poco abbiamo iniziato l’anno giubilare, un’occasione speciale in cui la Chiesa mette a nostra disposizione mezzi straordinari per aiutarci a sperimentare l’immensa misericordia di Dio”.
Queste le parole di padre James Lengarin, IMC, Superiore Generale e di Suor Lucia Bortolomasi, MC, Superiora Generale, all'inizio del loro Messaggio in occasione della Festa della Fondazione dei dui Istituti celebrata il 29 gennaio, “un dono immenso da ringraziare il Signore per tutta l’eternità”.
Di seguito il testo integrale del Messagio con informazioni sulla preparazione del Centenario della morte del Fondatore (16 febbraio 2026).
Viaggio verso Kisangani e Kinshasa nella Repubblica Democratica del Congo, seconda tappa della Visita Canonica compiuta dal Superiore Generale, padre James Lengarin, accompagnato dal Vice Superiore Generale, padre Michelangelo Piovano e dal Consigliere, padre Erasto Mgalama.
Terminata la visita Canonica alle missioni del Nord, martedì 21 gennaio, ci rimettiamo in cammino per poter raggiungere Kinshasa. Non essendoci l’aereo da Isiro facciamo nuovamente il viaggio per strada per raggiungere Kisangani passando la notte a Bayenga dove abbiamo ancora alcuni momenti di condivisione e scambio con P. Flavio Pante.
Appena usciamo da Bayenga troviamo già qualche mezzo in difficoltà a causa del fango, ma grazie a Dio riusciamo a passare e a raggiungere Kisangani dopo 13 ore di viaggio. Lungo il cammino ogni tanto si trovano dei camion in difficoltà, qualcuno fermo da più di una settimana.
Rimaniamo a Kisangani ancora quasi due giorni completando la visita ora che è anche presente P. Simon Tshimbombo Tshiani convalescente dopo l’operazione di appendicite. Come sempre i dialoghi e l’incontro comunitario con P. André e P. Simon.
Visitiamo anche il vescovo ausiliare di Kisangani mons. Leonard Ndjadi Ndjate (religioso Comboniano). Siamo accolti con molta fraternità, ci parla delle sfide e vastità della diocesi grande come metà dell’Italia come superficie ed in seguito, ci invita per il pranzo. Dopo pranzo visitiamo anche la cattedrale ed alcune strutture della Procura Diocesana.
Il 24 gennaio ci rechiamo all’aeroporto perché abbiamo l’aereo per Kinshasa dove vi arriviamo verso sera. Là ci aspettano Padre Cesar Balayulu e Padre Jacques Lwanzo. Dovuto al traffico impieghiamo ben tre ore per arrivare alla nostra casa regionale.
Visita al vescovo ausiliare di Kisangani mons. Leonard Ndjadi Ndjate
Il 25 gennaio con il superiore regionale Padre David e Padre Cesar, si fa la visita alla comunità della casa regionale con i dialoghi e la conoscenza delle sue varie attività e opere (scuole, il nuovo salone per incontri ed eventi, lo spazio commerciale Consolata Plaza per la vendita di alimentari, bevande e la distribuzione dell’acqua del pozzo). Con queste ed alcune altre attività la casa e la regione hanno quelle entrate che le sono necessarie per il suo mantenimento.
Scuola Notre Dame Consolata
Domenica 26 gennaio, nella Parrocchia Meter Dei, celebriamo la Messa in francese. Una messa con tanti giovani, ben preparata ed animata con la presenza dei nostri Laici Missionari. Questi, nel giardino della Casa Regionale, hanno preparato una festa ed il pranzo, offrendo però prima alcuni doni al superiore generale ed ai suoi accompagnatori. Il gruppo di questi laici si è anche dato un nome: “FAMICO” che sta per Famiglia Consolata ed è un bel gruppo di laici che ci sono vicini come laici missionari della Consolata. Condividono il nostro spirito e carisma vivendo con spirito missionario nelle loro famiglie e comunità parrocchiali. Un buon gruppo di loro è della parrocchia Mater Dei. Alcuni di loro sono anche stati a Roma per la Canonizzazione del Fondatore.
Incontro con i Laici Missionari nella Parrocchia Meter Dei a Kinshase
Lunedì 27 gennaio visitiamo la parrocchia e Santuario Mater Dei dove vi lavorano padre Nestor Nkulu Iland’a come parroco, Padre Stephano Nangaa Babangenge e P. Maluasa Honoré Tsiditeta come suoi collaboratori. La parrocchia, fondata nel 1979, ha un bel programma di formazione ed attività e iniziative nel decennio 2020/2030 in preparazione alla celebrazione del suo giubileo. In particolare, l’attività della Caritas per l’assistenza ai poveri ed il miglioramento di alcune strutture parrocchiali.
Come sempre il superiore incontra personalmente ogni missionario e, nello stesso tempo, prendiamo conoscenza delle varie realtà e attività della parrocchia. Visitiamo anche la nostra scuola “Notre Dame de la Consolata” in compagnia di P. Stephano, direttore di una delle sezioni e dove ci attende anche P. Jean-Marie Bakonda che in essa insegna lingua inglese. Siamo accolti da tutti i bambini e ragazzi della scuola materna e primaria con canti e messaggi di benvenuto. È una bella realtà educativa e formativa. Ritorniamo in parrocchia per l’incontro con la comunità dei missionari e poi si conclude con il pranzo.
Nei prossimi giorni continueremo la visita alle altre nostre parrocchie a Kinshasa e ai seminari del propedeutico e della filosofia per poi concludere con l’assemblea con tutti i missionari.
Mentre siamo qui arrivano sempre le notizie sulla situazione di guerra nella regione di Goma dove alcuni giorni fa è anche stato ucciso il governatore. Preghiamo affinché la situazione non precipiti e si trovino cammini di pace anche perché sono sempre di più i rifugiati e coloro che devono scappare dalle zone di conflitto.
* Padre Michelangelo Piovano, IMC, è Vice Superiore Generale.
Distribuzione dell'acqua a Kisangani
Dopo ormai dieci giorni dal nostro arrivo nella Repubblica Democratica del Congo facciamo un po' di condivisione e aggiornamento su questa prima tappa della Visita Canonica compiuta dal Superiore Generale, padre James Lengarin, accompagnato dal Vice Superiore Generale, padre Michelangelo Piovano e dal Consigliere, padre Erasto Mgalama.
La visita è iniziata nel nord del paese con l’arrivo a Goma e poi a Kisangani sabato 11 gennaio 2025. Qui abbiamo incontrato il superiore regionale padre David Moke venuto ad aspettarci e che ci accompagnerà. Abbiamo fatto la visita alla missione e quasi parrocchia di Segoma dove ci accoglie padre Andre Nekpala, con lui lavora anche padre Simon Tshiani che però è all’ospedale perché deve essere operato in giornata di appendicite.
Parrocchia di Kisangani
Siamo ospitati nella casa della comunità costruita da pochi anni, molto bella ed accogliente. Padre André ci fa vedere il terreno accanto alla casa parrocchiale dove dovrà essere costruita la chiesa dedicata alla Consolata ed il resto del grande terreno della parrocchia dove potranno sorgere anche altre attività e opere. Per ora, per la messa e le altre attività, viene usato un posto all’aperto coperto da una tettoia. Domenica 12 partecipiamo alla Messa con la gente, una celebrazione ben preparata e partecipata da molte persone.
Il giorno seguente partiamo presto perché il viaggio nella foresta fino a Bayenga è lungo e la strada molto rovinata dovuto alle piogge e ai camion. Passando per vari posti di controllo e per alcuni tratti in cui la strada è pessima alla sera arriviamo alla nostra missione di Bayenga nella diocesi di Wamba. Ci accolgono padre Flavio Pante e padre Joseph Mutinda Maingi.
I missionari della Consolata sono a Bayenga da ormai 25 anni lavorando con la gente semplice di questa missione ed in particolare con un gruppo di Pigmei che vivono nella zona. Un gruppetto di loro, soprattutto bambini, al mattino presto è già alla porta della missione per chiedere un po' di cibo. Si lavora con loro soprattutto nel campo della nutrizione, della salute e dell’educazione. È importante per i missionari stare con loro per conoscerne la cultura e la loro vita e necessità.
Come in ogni comunità il Superiore Generale, padre James Lengarin, parla personalmente con ogni missionario mentre padre Erasto Mgalama e padre Michelangelo guardano gli aspetti più concreti della vita della comunità, della parrocchia e delle sue attività. Fatto questo si fa sempre un incontro comunitario finale.
Martedì 14, dopo pranzo, riprendiamo il viaggio diretti verso Isiro dove arriviamo alla sera. Siamo accolti da padre Rinaldo Do, Fratel Rombaut Ngaba e Fratel Domenico Bugatti. Fa anche parte della comunità padre Richard Larose che è in Canada per motivi di salute. Isiro è la casa procura della zona alla quale fanno riferimento tutte le missioni del Nord. Qui abbiamo modo di visitare le varie attività ed opere che la comunità segue nel campo dell’alimentazione con i bambini, dell’educazione con le scuole e nell’ospitalità.
Visita all’ospedale di Neisu
Da Isiro andiamo a Neisu, missione nella quale siamo ormai da più di 40 anni. Siamo accolti da padre Willy Ipan, padre Giuseppe Fiore, padre Jaques Babaya Abayo, padre Jean de Dieu Madjaje e dal laico missionario Ivo Lazzaroni che è amministratore dell’ospedale. La gente ci accoglie con gioia in questa grande e antica missione con più di 80 cappelle che i missionari seguono raggiungendole con le loro moto e con non poca fatica.
Visitiamo in particolare l’ospedale nel mezzo del quale si nota subito la tomba di padre Oscar Goapper che ne è stato l’ideatore e fondatore. Con più di 200 posti letto accoglie ogni giorno le persone che vengono anche da lontano sapendo di poter fare analisi, radiografie, ecografie e consulte mediche di qualità. Un nuovo reparto di cardiologia con gli strumenti necessari per questa specialità e una buona farmacia per ogni tipo di trattamento. Una vera e propria opera di consolazione che il laico missionario Ivo in questi hanno ha amministrato con capacità e intraprendenza.
La comunità della Parrocchia di Somana a Isiro
Venerdi 17 gennaio, dopo la messa con i numerosi fedeli, ripartiamo per Isiro per visitare la comunità della Parrocchia di Somana. Ci accolgono padre Patrick Sawela, padre Francis Obwoge e padre Sabastien Ntoto Ntoto. Una grande parrocchia in sviluppo e crescita nella città di Isiro. La grande presenza e partecipazione di fedeli ha dovuto far ingrandire la chiesa aggiungendo due navate che sono in fase di costruzione. Inoltre, in un altro settore, sempre della parrocchia, sorgerà una grande chiesa dedicata a San Giuseppe Allamano. Per ora vi è già la struttura coperta dove la gente ogni domenica si trova per la messa e alla quale sta lavorando per fare le pareti e completare l’opera. Anche qui la comunità cristiana è molto numerosa.
Queste sono le nostre comunità della zona di Isiro, una realtà molto distante da Kinshasa e con i mezzi di trasporto aereo sempre molto incerti.
Ordinazione sacerdotale
Domenica 19 gennaio abbiamo avuto la gioia di partecipare alla ordinazione sacerdotale del diacono Jean-Baptiste Kambale Bahamwiti originario della parrocchia di Bayenga e del diacono Remi Beyokomu Anotengo dei Missionari Comboniani della parrocchia di Ibambi, entrambi della diocesi di Wamba. Dovuto all’assenza del vescovo della loro diocesi di Wamba sono stati ordinati dal vescovo di Isiro nella nostra parrocchia S. André Kaggwa di Somana-Isiro. Una bella e lunga celebrazione con moltissima gente accolta sia in chiesa che all’esterno.
Le parrocchie dei due neo-sacerdoti si sono fatte presenti con una buona partecipazione. Il coro ha animato con forza ed entusiasmo tutta la celebrazione. La nostra parrocchia ed i nostri missionari con la loro gente hanno fatto un grande lavoro per la preparazione della celebrazione e l’accoglienza di tutti gli invitati. Essendo entrambi missionari, padre Jean-Baptiste partirà per l’Angola e padre Remi (Comboniano) è stato destinato in Colombia.
La nostra vista alla zona di Isiro si è conclusa lunedì 20 gennaio con una assemblea insieme a tutti i missionari della zona nella quale inizialmente il superiore e l’amministratore regionali hanno fatto una relazione sulla regione.
In seguito, il superiore generale, insieme ai visitatori, ha ringraziato per il grande lavoro che ogni missionario sta facendo con amore e dedicazione, ha inoltre fatto alcune osservazioni per ogni comunità e dato anche indicazioni per la nostra vita religiosa, comunitaria e missionaria.
Missionari della Consolata insieme al vescovo ed alcuini padri diocesani
Nel pomeriggio, sempre nella casa procura, insieme ad un centinaio di persone invitate, sacerdoti, religiose e religiosi si è celebrata la Festa della Fondazione dell’Istituto e di San Giuseppe Allamano, presieduta dal vescovo di Isiro, Mons. Dieudonné Madrapile Tanzi.
Così si conclude questa prima tappa della visita canonica che proseguirà con la visita alle comunità di Kinshasa.
* Padre Michelangelo Piovano, IMC, è Vice Superiore Generale
Padre Luca Bovio, missionario della Consolata italiano in Polonia, da tre anni compie viaggi di solidarietà in Ucraina.
Ci è tornato tra il 3 e il 7 gennaio 2025 per raggiungere Kharkiv, città a pochi chilometri dal confine russo, e portare medicinali e altri aiuti alla popolazione provata dalla guerra.
Oggi partiamo e ci dirigiamo a Sudest nella regione del Donbass precisamente nella città di Sloviansk. Qui ad attenderci c’è don Giulio che abita presso l’unica parrocchia latino cattolica dedicata ai SS. Cirillo e Metodio.
Don Giulio ha creato attorno alla parrocchia un centro di accoglienza per i soldati e i volontari. I militari che tornano dal vicino fronte qui possono trovare riposo e alcuni servizi come la lavanderia. Possono anche rilassarsi facendo una sauna e gustando buone cene preparate per loro. Anche i volontari trovano un luogo per fermarsi e organizzare meglio gli aiuti sul territorio.
Don Giulio ci porta in macchina per le città e i villaggi intorno: è, infatti, un cappellano militare e ha tutti i permessi per muoversi in queste zone.
Visitiamo Krematorsk e altri villaggi. Ci racconta che l’uso di tecnologie e di droni è aumentato considerevolmente dall’inizio della guerra. Nella cappella della parrocchia, ai piedi della statua di San Michele Arcangelo, vediamo un drone russo lasciato dai soldati ucraini come ringraziamento al Signore per le loro vite salvate. Quel piccolo drone, infatti, trasportava sino a due chilogrammi di esplosivo che, miracolosamente, non è esploso sopra di loro.
Visitiamo la comunità delle suore di Don Orione a Nowy Korotycz vicino a Kharkiv. Qui le suore missionarie accolgono bambini orfani o accompagnati dalle loro mamme.
Nelle tre case della comunità sono distribuite quasi 50 persone. I bambini hanno diverse età: dai neonati di pochi mesi sino all’età scolare. In questo luogo trovano rifugio e le condizioni necessarie per vivere.
Le loro storie sono varie e spesso molto tristi, anche se non per questo alcuni di loro perdono il sorriso.
I loro papà possono essere a combattere. Di alcuni di loro si sono perse le tracce.
Le storie di alcune famiglie sono segnate dal problema dell’alcolismo, molto diffuso qui.
Le suore con l’aiuto di personale e di volontari, non solo garantiscono loro i servizi, ma riescono a trasmettere quel calore e quell’amore umano così importante per la crescita di ognuno.
A loro consegniamo dei lavori di lana fatti a maglia a mano dalla signora Laura, una pensionata di Milano che, avendo molto tempo libero, si impegna a realizzare e poi a donare.
Lasciamo anche un’offerta raccolta da alcune giovani famiglie che vivono in Polonia e in Svizzera. Questa serve alle suore per organizzare una vacanza per tutti gli ospiti della loro comunità.
Nei pressi di Kharkiv, a Siruako, visitiamo il convento delle suore Carmelitane di clausura. Qui incontriamo le tre sorelle che vi vivono. Sono la madre Suor Mariola, di origine polacca, e le suore Pia e Ludmila, di origine ucraina. Le altre suore che qui abitavano, oggi si trovano per motivi di sicurezza in Polonia, pronte a ritornare quando la guerra sarà finita.
L’incontro con le monache, pur essendo breve, è molto gioioso, una gioia che nasce dalla loro totale e incondizionata appartenenza a Cristo, una gioia che è di grande aiuto per coloro che sono gravati dalla sofferenza della guerra.
Le ringraziamo per il prezioso aiuto che offrono attraverso la preghiera e il loro essere sempre disponibili all’incontro e all’ascolto per chiunque bussa alla loro porta.
Il loro è uno dei pochi i conventi contemplativi esistenti in Ucraina, e per questo è ancora più prezioso.
Il villaggio di Tsupiwka dista da Kharkiv 40 km circa, e pochi chilometri dal confine con la Russia. Questo villaggio occupato dai russi e poi liberato, prima della guerra contava circa mille abitanti. Oggi ne sono rimasti circa sessanta.
Le condizioni di vita sono difficili. Il coprifuoco inizia alle 17.00 e termina alle 9.00 del mattino. Solo per poche ore si può uscire dalle proprie case.
Molte abitazioni sono visibilmente danneggiate, così come la scuola e la chiesa, e spesso si sentono i vicini bombardamenti.
Portiamo in questo luogo un carico di aiuti arrivato dall’Italia. Ci accolgono alcune persone nella casa parrocchiale riscaldata da una stufa. Qui il riscaldamento è prevalentemente a legna, e utilizzato soltanto nelle ore notturne. Durante il giorno il fumo che esce dal camino può diventare un segno della presenza di persone, quindi indicare ai russi un possibile bersaglio.
Un solo piccolo negozio di alimentari è aperto. Il maggiore aiuto viene portato con le macchine dalla cattedrale. Gli abitanti, molto cordiali, ci raccontano che uno dei disagi maggiori è quello della mancanza di trasporti verso la città. Lungo la strada non asfaltata e piena di buche, viaggiano le auto militari e le macchine che portano gli aiuti umanitari.
La città di Kharkiv, prima dell’inizio della guerra, contava più di 2 milioni di abitanti. Oggi la popolazione si è dimezzata. Di questa, circa mezzo milione di persone sono abitanti locali. L’altro mezzo milionè è composto da persone giunte dalle zone del fronte, costrette a lasciare i propri villaggi.
Le tre linee della metropolitana sono attive e completamente gratuite, come tutti i mezzi di trasporto pubblici della città. Le stazioni della metropolitana diventano spesso anche luoghi di rifugio durante gli allarmi e i bombardamenti. In alcune stazioni sono allestite delle scuole per bambini.
A pochi giorni dal Natale ortodosso, che si celebra il 7 di gennaio, e dalla festa del battesimo di Gesù, è tradizione immergersi in vasche di acqua gelida, oppure scavate nel ghiaccio dei laghi. Questa immersione vuole simbolicamente ricordare la purificazione che si attua nel battesimo.
Siamo ospiti della curia della diocesi di Kharkiv. Qui vive un gruppo di sacerdoti, tra cui padre Michele che è cappellano militare e svolge il suo servizio presso il grande ospedale militare della città che serve tutta la regione orientale del Paese.
Padre Michele ci racconta che vengono ricoverati mediamente 30 soldati al giorno provenienti dal fronte, per un totale di circa 1.000 ricoveri mensili.
Questi numeri non tengono presente il servizio che i tanti ospedali da campo svolgono presso il fronte.
Con il suo aiuto riusciamo a consegnare un buon numero di scatoloni di preparati rigenerativi da usare dopo le operazioni. Parte di essi sono distribuiti ai soldati, altri consegnati all’ospedale oncologico della città. Altri scatoloni di medicinali specifici li spediamo per posta ad altri ospedali del Paese.
Per la festa dell’Epifania è stato organizzato per la prima volta un concerto dei canti natalizi nella cattedrale di Kharkiv, con la partecipazione di diversi gruppi delle Chiese latino cattolica, greco cattolica e ortodossa.
Visitiamo don Andrea, il parroco di Sumy. Questa è una città di circa trecentomila abitanti posta a poche decine di chilometri dal confine con la Russia. Da questo confine, l’esercito ucraino la scorsa estate è riuscito a occupare una parte del territorio Russo. Tutta questa zona è fortemente militarizzata.
Al parroco lasciamo degli aiuti umanitari per alcune famiglie locali.
Incontriamo anche padre Romualdo, un francescano che vive a Konotop. Questa comunità è stata aiutata in passato dalla nostra fondazione. L’incontro di oggi non previsto è stata una piacevole occasione per conoscersi e continuare in futuro la collaborazione.
* Padre Luca Bovio è missionario della Consolata in Polonia. Originalmente pubblicato in: www.rivistamissioniconsolata.it