Nella tormentata Nazione del Myanmar, attraversata da un conflitto civile da oltre tre anni, si registra un'esplosione del fenomeno del lavoro minorile, come rilevano osservatori della comunità internazionale, rapporti delle Nazioni Unite, e come confermano fonti dell'Agenzia Fides nella Nazione.

La guerra civile, infatti, ha generato una carenza di lavoratori e inoltre, negli ultimi mesi, il fenomeno dell'emigrazione dei giovani - che fuggono dal paese per evitare la legge di leva obbligatoria, approvata nel febbraio scorso - ha ulteriormente aggravato il fenomeno della scarsità di lavoratori, che si cerca di colmare ricorrendo al reclutamento di minori, da impiegare nelle mansioni più disparate. Si tratta di una grave violazioni dei diritti dell'infanzia e delle categorie più vulnerabili , hanno affermato esperti dell'Onu.

Secondo gli osservatori, l'aumento del lavoro minorile è anche uno degli effetti collaterali della controversa legge sul servizio militare obbligatorio con cui la giunta militare al potere ha cercato di rimpolpare i ranghi delle sue forze armate, in seguito alle pesanti perdite subìte a causa degli attacchi coordinati delle Forse di difesa popolare e degli eserciti legati alle minoranze etniche. Per evitare di combattere nelle file dell'esercito birmano, migliaia di giovani sono fuggiti nei territori controllati dai ribelli oppure all'estero.

In un recente rapporto pubblicato dall'Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), si rileva l'aumento dei livelli di lavoro minorile e, sebbene l’ILO non sia stata in grado di fornire cifre esatte, il testo ricorda che “i tassi di lavoro minorile nei paesi colpiti da conflitti sono superiori del 77% rispetto alle medie globali”. L'ILO ha invitato il Myanmar ad adottare misure decisive per porre fine al lavoro minorile, mentre nel paese la situazione della sicurezza è peggiorata, con oltre tre milioni di sfollati interni, un terzo dei quali sono bambini.

"Siamo profondamente preoccupati per il deterioramento della situazione e l'escalation del conflitto in Myanmar", ha affermato Yutong Liu, rappresentante dell'ILO per il Myanmar. "Sempre più bambini vivono in povertà, subiscono restrizioni di movimento o sono costretti a spostarsi, il che li rende sempre più vulnerabili al lavoro minorile. I bambini devono essere protetti e devono essere un faro di speranza per il futuro del Paese", ha ricordato.

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Il lavoro minorile è diffuso in vari settori, come la produzione di abbigliamento, l'agricoltura, la ristorazione, il lavoro domestico, l'edilizia, la vendita ambulante. La Federazione dei lavoratori del Myanmar nota che, in un paese in cui i lavoratori hanno già una tutela limitata dei diritti, i bambini sono particolarmente vulnerabili allo sfruttamento. Nonostante le diffuse violazioni, sono tuttavia ben poche le denunce degli abusi e le patenti violazioni dei diritti dei minori vengono spesso ignorate nelle fabbriche o dalle aziende dove spesso i minorenni cercano lavoro utilizzando carte d'identità appartenenti a parenti o amici più anziani.

Va notato che, nel 2020, il Myanmar ha ratificato la disposizione dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro sull'età minima lavorativa, ma il colpo di stato e poi l'esplosione del conflitto civile ha creato un autentico sconvolgimento nel tessuto sociale della Nazione.

"Le famiglie, ridotte in povertà a causa del conflitto, spesso non hanno altra scelta che mandare i propri figli a lavorare", nota una fonte di Fides, mentre un rapporto pubblicato nel giugno scorso dal Programma Onu per lo sviluppo ha rilevato che il 75% della popolazione del Myanmar, ovvero 42 milioni di persone, vive in povertà.

Riferisce un sacerdote di Yangon: "Nelle parrocchie cattoliche, laddove è ancora possibile, nelle aree meno interessate dal conflitto, si cerca di avere un'attenzione speciale per i bambini, celebrando ad esempio una speciale messa per loro, portandoli a essere vicini a Gesù in questa condizione di sofferenza per loro e per le loro famiglie, cercando di venire incontro i loro bisogni materiale, relazionali, spirituali. I bambini sono coinvolti nel canto e nella preghiera. La parrocchia è un'oasi per la loro anima e per la loro vita. Sacerdoti consacrati, laici e catechisti si prendono cura di loro".

* Agenzia Fides. Originalmente pubblicato in: www.fides.org/it

Lavoro minorile, infanzia negata per 160 milioni di bambini. Secondo le agenzie della Nazioni Unite il fenomeno è in crescita a causa dell’aumento della povertà assoluta tra le famiglie. Manteniamo i nostri impegni, poniamo fine al lavoro minorile!

Ogni anno, il 12 giugno, l’Organizzazione internazionale del lavoro si associa ai suoi costituenti e partner in tutto il mondo per celebrare la Giornata mondiale contro il lavoro minorile.

La Giornata mondiale di quest’anno si concentrerà sulla celebrazione del 25º anniversario dell’adozione della Convenzione OIL n. 182 sulle forme peggiori di lavoro minorile (1999), che, nel 2020, è stata la prima Convenzione dell’OIL ad essere ratificata universalmente. Mentre inviteremo tutti gli Stati membri che non l'hanno ancora fatto a ratificare la Convenzione n. 138, la Giornata mondiale sarà anche un'occasione per ricordare a tutte le parti interessate di migliorare l'attuazione delle due Convenzioni fondamentali dell'OIL sul lavoro minorile: la Convenzione n. 182 e la Convenzione n. 138 sull'età minima per l'ammissione al lavoro (1973).

Sebbene nel corso degli anni siano stati compiuti molti progressi nella riduzione del lavoro minorile, negli ultimi anni si è assistito a un’inversione di tendenza a livello mondiale e, ora più che mai, è importante unire le forze per accelerare l’azione volta a porre fine al lavoro minorile in tutte le sue forme.    

Con l’adozione dell’Obiettivo di sviluppo sostenibile 8.7, la comunità internazionale si è impegnata ad eliminare il lavoro minorile in tutte le sue forme entro il 2025.  I governi di tutto il mondo hanno ratificato le Convenzioni OIL sul lavoro minorile (Convenzione n. 182 ratificata da tutti i 187 Stati membri dell’OIL e Convenzione n. 138 ratificata da 176 Stati membri) e si impegnano alla loro attuazione. L’appello all’azione di Durban, adottato dai delegati a seguito della V Conferenza mondiale sull’eliminazione del lavoro minorile, nel 2022, indica la strada.  

È arrivato il momento di fare dell’eliminazione del lavoro minorile una realtà.

Fonte: Organizzazione internazionale del lavoro (OIL). Originalmente pubblicato in: www.ilo.org

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