Presenti in Mongolia dal 2003, i Missionari e le Missionarie della Consolata presentano le loro attività di evangelizzazione svolte in quel Paese dell’Asia centrale che confina con Cina e Russia. Pubblichiamo un estratto del “giornalino” inviato agli amici della missione in occasione del Natale 2024.
“È sempre bello fare memoria dell’anno passato e di tutto ciò che la vita ci ha presentato, attraverso eventi ed incontri che trasformano e toccano i cuori. La nostra gratitudine e il nostro ringraziamento vanno a voi per il vostro generoso e sentito sostegno in questa Missione. Per quanto fisicamente lontani, siete vicini al cuore della missione. Sentiamo la vostra presenza.
Dovuto all’inverno particolarmente duro e alle pesanti nevicate, l’anno è iniziato con l’emergenza dello Dzuud. Questo ha lasciato molte persone nel dolore per la perdita dei loro cari e di migliaia di animali che ha causato una grave crisi economica. Abbiamo cercato di collaborare in diversi modi e di unire le forze insieme agli altri missionari presenti sul territorio, in una costruttiva collaborazione con Caritas Mongolia e con la commissione di Giustizia, pace e integrità del creato.
Un altro evento che ha fortemente marcato questo anno è stata la canonizzazione del nostro padre fondatore Giuseppe Allamano il 20 ottobre 2024 in piazza san Pietro. Due sorelle e un padre hanno avuto l’opportunità di prendere parte a tutte le celebrazioni tenutesi in Italia e il resto di noi ha celebrato con gioia qui, nelle nostre parrocchie, condividendo questo grande dono con la comunità ecclesiale e seguendo online quello che accadeva dall’altra parte del mondo. Sono stati momenti indimenticabili.
Questa festa ci ha incoraggiati molto e ci ha dato la speranza di raggiungere lo scopo della nostra vita donata come Missionari e Missionarie della Consolata. La santità di Giuseppe Allamano riconosciuta dalla chiesa ha confermato che abbiamo origini sante. È un appello per noi ad essere testimoni credibili e a continuare ad annunciare Gesù a tutte le nazioni, soprattutto a coloro che ancora non lo conoscono.
Un altro evento che ci ha visti tutti coinvolti è stato l’incontro con il gruppo del Gen Rosso verso la fine di novembre. Sono rimasti con noi 10 giorni organizzando tre giorni di workshop di canto e danza per i giovani, momenti di testimonianza, di preghiera e poi un concerto finale dal tema Hoping together a cui hanno partecipato 850 persone.
Siamo coinvolti anche nell’aiuto alla Chiesa locale con tanti piccoli e grandi servizi nella Caritas e nelle diverse commissioni (Liturgica, Dialogo ecumenico e interreligioso, Giustizia e pace, Giovani). Il fatto di essere una comunità cristiana piccola permette di conoscerci bene e di avere tanti momenti di riflessione, preghiera, condivisione e fraternità insieme a tutti gli altri missionari; momenti che marcano il nostro camminare come Chiesa.
La nostra presenza, nella sua piccolezza, cerca di essere una presenza di condivisione di vita e di amore, attraverso la quale la consolazione diventa un’esperienza concreta nel cuore delle persone nelle diverse realtà in cui siamo inseriti.
Nel nostro centro-biblioteca “Il sole che nasce”, a Chingeltei, abbiamo portato avanti le attività con i bambini tra compiti, giochi, feste e uscite. Il centro è un bel punto di riferimento e un luogo dove loro si sentono a casa.
Durante l’estate abbiamo organizzato una speciale settimana di giochi e formazione a cui hanno partecipato circa 50 energetici e gioiosi bambini di tutte le età. Abbiamo poi deciso di tenere aperto il centro per tutto il mese di luglio, dando la possibilità ai bambini rimasti in città, di avere un luogo dove passare il tempo e impegnarsi in alcune attività. Ad agosto, poi, abbiamo organizzato due settimane di corso di inglese a cui circa 25 bambini hanno partecipato.
Gli ultimi missionari arrivati continuano a impegnarsi con passione nello studio della lingua mongola.
Ringraziamo Dio che ci accompagna nel portare avanti le attività sociali nella nostra Parrocchia: il progetto di cucito, il programma di doposcuola, le docce pubbliche, il gruppo alcolisti anonimi, l'asilo, le lezioni di lingua inglese e di musica per i giovani. Insegniamo anche inglese nell' Ufficio dell'Agenzia Esecutiva generale della Corte del nostro distretto. Questi sono per noi molti modi che ci aiutano ad entrare in comunione con la vita delle persone rafforzando la nostra amicizia.
Quest'anno abbiamo organizzato un campo estivo a cui hanno partecipato un buon numero di bambini e ragazzi. Abbiamo invitato alcuni professionisti mongoli come medici di primo soccorso, psicologi, medici odontoiatri etc… per dare loro qualche input. Hanno anche avuto una giornata fuori con i giovani. Abbiamo aiutato alcuni giovani bisognosi del nostro distretto dando loro materiale scolastico
Quest'anno la nostra parrocchia ha accompagnato sei persone nel cammino di conoscenza e approfondimento della fede. Alcuni hanno ricevuto il sacramento del Battesimo e altri la prima Comunione durante la Pasqua. Ringraziamo Dio per questo dono prezioso nella nostra Famiglia cristiana. Continuiamo a vivere e testimoniare la nostra fede con la nostra piccola comunità cristiana, insegnando catechismo, visitando le famiglie, con la preghiera quotidiana e con la formazione continua attraverso vari seminari.
La nostra Casa dell'Amicizia a Kharkhorin quest'anno ha ricevuto tante visite da gruppi stranieri e da persone mongole. Abbiamo avuto l'opportunità di incontrare persone diverse: religiose e non. Il nostro centro è sempre la loro casa ogni volta che vengono. Si tratta di ampliare le opportunità di amicizia, come suggerisce il nome di questo centro. La nostra ospitalità coltiva buone relazioni che portano al dialogo interreligioso e alla ricerca culturale in questa missione.
Continuiamo ad avvicinarci alle persone insegnando loro l'inglese e aiutandole nella traduzione di alcuni testi, soprattutto collaborando con il personale del museo storico della città.
Il vostro gesto d'amore per le persone che serviamo ha un grande impatto nelle loro vite e nelle nostre. La vostra amicizia, le vostre preghiere e il vostro aiuto concreto danno anche a noi la certezza che non siamo soli e ci spingono a donarci sempre di più a Cristo attraverso il servizio alla gente. Vi siamo davvero grati e preghiamo affinché Cristo, l'Emmanuele, sia veramente Dio tra voi e tra noi. Possa la gioia e la pace del Natale riempire i vostri cuori e le vostre famiglie. Grazie a voi tutti.
A voi i nostri migliori auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo 2025.
* I Missionari e le Missionarie della Consolata in Mongolia: www.consolatamissionmongolia.net
“Nel cammino dell’Avvento, ci fermiamo per riflettere sul significato profondo del Natale, sull’orizzonte contemplato dai nostri occhi, contenuto nell’annuncio degli Angeli ai pastori, giunto a noi, attraverso i secoli, con il suo messaggio di speranza: ‘Oggi è nato per voi nella città di Davide un Salvatore, che è il Cristo Signore” (Lc 2, 11).
Queste le parole del Superiore Generale, padre James Lengarin, IMC, nel suo messaggio di Natale 2024 dal titolo “Celebriamo la speranza e la salvezza” inviato alle missionarie, missionari, familiari, amici e benefattori, il 16 dicembre 2024 da Nairobi in Kenya.
“Il Natale è radicato nell'amore del Signore donato gratuitamente all’umanità - ha ricordato il Padre Generale - una festa speciale che fa memoria dell’irrompere del divino nell’umano, dell’abbassamento di Dio che sceglie di farsi uomo, in Gesù di Nazaret, nostro Salvatore”.
Il messaggio mette in evidenza le difficoltà che l'umanità si trova ad affrontare oggi con “una “economia che uccide”, ma d'altra parte la certezza che “la luce di Gesù Bambino illumina l’oscurità, alimenta la speranza e ci chiede di lottare per un mondo più giusto, con ‘la luce’ della consolazione del Signore”.
Padre James Lengarin esprime il suo desiderio di vedere il dono del Natale del Signore “trasformarsi in gesti di servizio e amore fraterno nelle nostre comunità e verso i poveri, i bisognosi, i migranti e i senza fissa dimora delle grandi città. Noi crediamo che nessuno sia così povero da non avere nulla da dare o da condividere a Natale: un sorriso, farsi prossimo, tendere la mano, un cuore accogliente, soprattutto durante le festività per essere ‘luce nell’oscurità’ per chi è emarginato e ha perso la speranza”.
Il Padre Generale ricorda anche, che questo sarà il primo Natale in compagnia di Giuseppe Allamano Santo e invita a continuare “a ringraziare il Signore per la canonizzazione del nostro amato Padre e Fondatore e per le migliaia di altre grazie che il Buon Dio ha elargito a noi e a tutto l’Istituto, attraverso di Lui”.
“Oggi per tutti noi sarà un Natale speciale, nella misura in cui la preghiera personale e comunitaria, i momenti di convivialità e di festa saranno accompagnati e illuminati dalla santità del nostro Fondatore. Immaginiamolo nel presepe che ci invita ad ‘Esercitarci in quelle virtù che sono proprie del santo Bambino: la semplicità e l’umiltà’ e che poi ci indica la strada per incontrarlo e servirlo nei più poveri e nei più lontani”.
Padre James conclude auspicando che il “Natale sia pieno di pace, gioia e benedizioni” e che il “Anno Nuovo 2025 sia pieno di speranza e di rinascita nello Spirito”.
Il vescovo di Pinheiro, nello stato di Maranhão, nel nord-est del Brasile, mons. Elio Rama, IMC, ha partecipato alle celebrazioni della canonizzazione di Giuseppe Allamano nel mese di ottobre scorso. Tutti i 15 vescovi missionari della Consolata erano presenti a Roma in questo momento di gioia per i due istituti e per la Chiesa. Pubblichiamo il messaggio lasciato dal vescovo brasiliano.
“Il mio saluto a tutti coloro che ci accompagnano in questo momento di grazia e di benedizione in cui stiamo vivendo e ringraziando Dio per il dono della vita del nostro Fondatore, il padre Giuseppe Allamano, oggi dichiarato santo dalla Chiesa. È una gioia, una soddisfazione dopo tanti anni di vita, di ascolto e di preghiera perché lui diventasse Beato e ora Santo, un altro Santo nella Chiesa. Un protettore soprattutto dei missionari e delle missionarie. Un protettore del clero diocesano dove lui stesso è stato diocesano, ha fondato due istituti religiosi missionari ed è rimasto diocesano. Quindi, un grande missionario che ha fatto sì che la Chiesa si specchiasse in molti Paesi del mondo”, ha sottolineato il vescovo di Pinheiro (MA).
Mons. Elio Rama è nato a Tucunduva nel Rio Grande do Sul, il 28 ottobre 1953. Ha frequentato i Seminari IMC di Três de Maio e poi di Erexim (RS). Gli studi di filosofia ha fatto nella Facultà Assunzione a San Paolo (1975-1977) e il anno di Noviziato ad Aparecida de São Manuel. Ha studiato la teologia con specializzazione in missiologia all'Università Urbaniana di Roma. È stato ordinato sacerdote il 10 novembre 1984 a Três de Maio (RS) e, seguendo lo spirito di San Giuseppe Allamano, è stato inviato alle missioni in Mozambico nel 1985. Ha trascorso 18 anni in quel Paese africano svolgendo un lavoro pastorale e di evangelizzazione, servendo come parroco, formatore e Superiore Regionale dell’Istituto (due mandati).
Tornato in Brasile nel 2002, è stato formatore al Seminario Teologico di San Paolo, direttore del Centro di animazione missionaria e vocazionale, vicario a Cascavel (PR), parroco a San Paolo e Superiore dei Missionari della Consolata in Brasile (2011-2012). È stato nominato vescovo di Pinheiro il 17 ottobre 2012 e ordinato vescovo il 30 dicembre 2012.
I vescovi missionari della Consolata con la Direzione Generale a Roma durante la canonizzazione di Giuseppe Allamano
Con questa vasta esperienza di missione ad gentes, Mons. Elio Rama è grato a Dio per l’opportunità di aver visto Giuseppe Allamano diventare Santo. “La mia gratitudine, la mia considerazione e allo stesso tempo la mia gioia di poter avere un protettore in più presso Dio che certamente continuerà a intercedere perché la missione continui a diffondersi nel mondo. Il mio saluto e la mia benedizione”, ha concluso il vescovo.
* Padre Jaime C. Patias, IMC, Ufficio per la Comunicazione
Non appena è stata annunciata la notizia della canonizzazione di Giuseppe Allamano, una luce ha cominciato a brillare negli occhi di tutti coloro che lo conoscevano o ne avevano sentito parlare. Un'energia contagiosa ha cominciato a permeare i continenti, e tutti gli angoli della terra dove c'erano missionari, missionarie, laici e amici della famiglia Consolata.
Così è stato nella piccola comunità ecclesiale il cui Patrono è San Giuseppe Allamano, situata tra le case ed edifici in São Miguel Paulista, San Paolo, in Brasile. La piccola cappella può passare inosservata per i passanti che percorrono la via Espírito Santo do Dourado - Vila Clara, ma non per i devoti di San Giuseppe Allamano.
Quando sono entrata per la prima volta nella piccola cappella, sono stata colpita innanzitutto dalla luce del tabernacolo al centro e dalle immagini della Consolata e dell'Allamano in alto. Come non commuovermi? Come non vibrare? Come non ricordare le parole dell'Allamano? Piccola chiesa, umile, semplice, ma molto curata, non manca dell'essenziale per celebrare degnamente i misteri della salvezza; rispecchia lo stile di San Giuseppe Allamano, che dava grande valore alla liturgia e alla cura dell'altare, “al bene fatto senza rumore”.
Venuti a conoscenza di un evento così grande (la canonizzazione), i leaders della comunità hanno iniziato a riflettere e a pianificare la preparazione della giornata. Tutto è stato molto semplice, ma fatto con impegno, immensa gioia ed entusiasmo.
Fin dagli inizi, questa comunità ha avuto la presenza delle Missionarie della Consolata che hanno piantato radici di fede e di amore per la Madonna Consolata e per l'Allamano, alcune di loro già nell'eternità, altre molto fragili, ma molto amate da chi le ha conosciute.
Quando scelsero l'Allamano come patrono, erano sicure che un giorno sarebbe stato canonizzato, e quindi avrebbero poi potuto invocarlo con il titolo di San Giuseppe Allamano, spiega qualcuno della comunità. Essendo anche il mese missionario, si è ripreso la recita del Rosario in famiglia, con le suore che si alternavano per partecipare, incoraggiate da ciò che stava per accadere.
I preparativi più stretti riguardavano la liturgia del giorno: prove di canti appropriati, scelta di simboli per la celebrazione e dinamiche per pubblicizzare il grande evento, coinvolgendo così la gente nella preparazione.
Sono state confezionate magliette per l’occasione con le parole del nuovo santo: “Coraggio, ti benedico”, con la certezza che lui era e sarà sempre presente.
Il parroco, Fra Ailton Araújo (trinitario), ha invitato il vescovo diocesano, monsignor Algacir Munhak (missionario scalabriniano), a presiedere la celebrazione di ringraziamento. La risposta, per la gioia di tutti, è stata affermativa. Mons. Algacir ha fatto il possibile per essere presente, sebbene lo stesso giorno avesse la celebrazione della Cresima in un'altra parrocchia.
Finalmente è arrivato il grande giorno. Un gruppo di suore della Consolata, dopo aver assistito alla canonizzazione attraverso la TV (20 ottobre), si è recato alla comunità “Allamano” per la solenne celebrazione. La pioggia benedetta non ha impedito la partecipazione della gente che traboccava di gioia, insieme a noi Missionarie.
Anche la presenza dei Laici Missionari della Consolata (LMC) di São Miguel Paulista è stata caratterizzata da gioia ed entusiasmo. La cappella che già era piccola, è diventata ancora più piccola per ospitare così tante persone provenienti da altre comunità.
Era impossibile non commuoversi quando è stata intronizzata l'immagine di San Giuseppe Allamano nella processione d'ingresso e collocata nel luogo preparato con grande cura, così come la sua Reliquia, accompagnata dalla canzone: “Allamano le tue benedizioni si riversano...”.
Il vescovo, pieno di ardore missionario e di gioia per la canonizzazione, ha contagiato il popolo con un saggio messaggio. Esprimendo la sua ammirazione per San Giuseppe Allamano, ha detto che l'anno prossimo tornerà in questa comunità per celebrare solennemente la Messa con la liturgia del nuovo Santo e consacrare l'altare e la cappella, se non ancora consacrati. Questa promessa del vescovo impegna la comunità a rimanere salda nel cammino.
Dopo la Messa, è stata benedetta la targa al cancello d'ingresso, tra gli applausi della comunità.
Come è consuetudine dopo la Messa, è stata servita la colazione, condividendo ciò che la gente aveva portato con generosità, così come la deliziosa torta con la foto dell'Allamano! E la gente non aveva fretta di andarsene, perché questo giorno era molto speciale e resterà memorabile.
Già prima della canonizzazione, partecipando alle Messe della comunità, ho avuto modo di ascoltare alcune storie di persone che sono state benedette per intercessione del Beato Giuseppe Allamano. Tutto senza “rumore”.
“Guardate questo santo semplice, gentile e paterno nella Chiesa. E Gesù Cristo gli ha dato l'amore per le cose celesti”.
Per questo siamo immensamente grati a Dio per le meraviglie che opera nei suoi santi e in special modo nella persona di San Giuseppe Allamano!
* Suor Dinalva Moratelli, MC, São Miguel Paulista (San Paolo) in Brasile.
Più di 600 amici dei Missionari e delle Missionarie della Consolata si sono riuniti nel Collegio Giuseppe Allamano di Bogotà, il 16 novembre 2024, per esprimere pubblicamente la loro gratitudine al Dio della Missione, fonte di ogni consolazione, per tanti doni ricevuti.
In primo luogo, ringraziamo Dio per il dono di suo Figlio, missionario inviato e incarnato, ucciso e risorto, vera consolazione da condividere con tutti i popoli della terra, specialmente quelli che camminano nelle tenebre della morte e cercano la pace.
In secondo luogo, ringraziamo per Giuseppe Allamano, per la sua vita, vissuta in ordinaria semplicità, ma in modo straordinario. Riconosciuta dalla Chiesa cattolica come una vita in santità e proposta alla Chiesa e a tutta l'umanità come spirito, stile e metodo per diventare santi.
Nunzio Apostolico, Presidente della Conferenza Episcopale, Superiore Regionale IMC Colombia, tutti al ritmo afro.
Allo stesso tempo, ci ringraziamo a vicenda, incontrandoci di nuovo, nel Collegio Giuseppe Allamano, guardandoci negli occhi, abbracciandoci, ricordando i tempi passati e vivendo il momento presente, come memoriale di amicizia e gratitudine.
Tutta questa gratitudine è stata celebrata alla mensa dell’Eucaristica, presieduta dal Nunzio Apostolico in Colombia, mons. Paolo Rudelli, dal Presidente della Conferenza Episcopale Colombiana, mons. Francisco Múnera, dal Superiore Regionale IMC, dal Vicario Apostolico della zona ecclesiastica e condivisa con molti altri, ministri ordinati, religiosi e laici, tutti impregnati nella missione con spirito “allamaniano”, e sccessivamente seduti a tavola per il brindisi e per la cena condivisa.
Tutto il Creato e, con esso, tutti i popoli con le loro culture e spiritualità messi insieme per la celebrazione: la “madre terra” con le sue piante verdi e i suoi bei fiori, con il pane e il vino dell'Eucaristia, la torta e il vino per il brindisi, la cena ricca e semplice con i suoi dolci e le sue bevande. Una festa di varia e integrale abbondanza, servita con un sorriso condiviso tra i ministri ordinati e i servitori della festa, con gli ospiti gioiosi e riconoscenti di ogni età, categoria, cultura e colore, espressione del legame vitale, della “comunità di vita” e della “fratellanza universale”. Tutti e tutte serviti tra reciproci gesti di “ringraziamento” per la canonizzazione di San Giuseppe Allamano, patrono e protettore del luogo.
Durante il memoriale principale, l'Eucaristia, abbiamo ricordato il Fratello maggiore, Gesù, i fratelli e le sorelle in successione, gli antenati in cielo, loro già in uno stato di piena consolazione. Il vescovo Francisco Javier Múnera, IMC, li ha chiamati alla celebrazione con le parole di Cecilia Castro, giunta per l'occasione dagli Stati Uniti:
“Carissima Famiglia Missionaria della Consolata
è con grande gioia e gratitudine che invio le mie più sentite congratulazioni a questa grande famiglia in occasione della canonizzazione di Giuseppe Allamano, ora San Giuseppe Allamano. La Chiesa, nella sua saggezza, ha riconosciuto le sue virtù esemplari e la sua immensa opera di formatore di santi missionari. “Prima santi, poi missionari”, era solito dire. Così, ora che il Padre e Maestro dei missionari è arrivato agli altari, è bene seguire l'esempio delle sue virtù. Prendendo spunto dalla biografia intitolata Padre y Maestro de Misioneros, scritta da monsignor Luis Augusto Castro Quiroga,IMC, (edizione Missioni Consolata, Torino, 1986), la prima biografia di Giuseppe Allamano in lingua spagnola.
Innanzitutto, è importante sottolineare le virtù di San Giuseppe Allamano. La sua bontà, la sua dolcezza e la sua prudenza spiccano in tutto ciò che fece. “La bontà di cuore era alla base della sua fondazione missionaria” (185). Così diceva ai suoi missionari: “Desidero il meglio per tutti voi, per i quali solo vivo in questo mondo” (206).
Per lui il primato della pedagogia missionaria è “l'amore, lo spirito di universalità e la qualità del lavoro. La qualità non è la quantità”. Ricordando sempre che “il bene deve essere fatto bene”. Questo significa con una forte motivazione, con una mistica, con una passione evangelica, in una parola, con spirito”. (210).
“Voglio che crescano con uno spirito di lavoro. Faremo le vacanze in Paradiso” (211).
Il suo obiettivo è la santità, formare missionari santi: “Il missionario è chiamato a crescere globalmente fino a raggiungere la statura stessa di Cristo” (209).
“Aumentare il numero dei missionari, sì, ma soprattutto aumentare la virtù. Solo la virtù sostiene la comunità” (217).
I miei più fervidi auguri per un'evangelizzazione alla maniera del nostro San Giuseppe Allamano. Non posso non ricordare monsignor Luis Augusto, il nostro caro fratello che amiamo e che fu missionario sull'esempio del suo Padre e Maestro, Giuseppe Allamano” (Cecilia Castro Lee).
La participazione della Pastorale Afro
Rinnoviamo così la nostra alleanza con Dio e tra di noi, impegnandoci a continuare a servire la sua Missione ispirati dal Santo Fondatore e chiedendo al “Signore della messe” di inviare nuovi operai per continuare a seminare il Suo Regno nei sei continenti, compreso quello digitale.
* Padre Salvador Medina, IMC, Comunicazione Regione Colombia.
Il Nunzio Apostolico in Colombia, sua Ecc.za mons. Paolo Rudelli
Il Presidente della Conferenza Episcopale Colombiana, mons. Francisco Múnera, IMC, arcivescovo di Cartagena