L'incontro, tenutosi a Newcastle in Sudafrica è iniziato il 13 e durerà fino al 17 maggio 2024 con la partecipazione di 18 missionari e del Vice Superiore Generale, padre Michelangelo Piovano e dei Consiglieri Generali, i padri Erasto Mgalama e Mathews Odhiambo Owuor.
Il primo giorno dell’ VIII Conferenza della Delegazione Sudafrica-Eswatini dei missionari della Consolata (IMC) è stato caratterizzato da diversi eventi. La prima metà della giornata è stata dedicata al ritiro spirituale facilitato da padre Mathews Odhiambo, consigliere generale, che ha invitato i missionari ad essere "impegnati nel Signore".
Usando l'esempio dell'alleanza tra Yahweh e il popolo d'Israele (Esodo 19, 20 - 24), padre Mathews ha esposto meticolosamente come l'impazienza e l'infedeltà abbiano portato gli israeliti alla non osservanza dei loro obblighi del patto dell’alleanza. Egli ha quindi affermato che l'impegno richiede un'adesione responsabile e coerente all’ insieme dei valori definiti come principi vincolanti.
Collegando il tema “dell'Impegno nel Signore" alla spiritualità dell’Istituto, padre Mathews ha riflettuto sulla visione e sul sogno del Beato Allamano su come e chi dovrebbe essere un missionario della Consolata. A questo proposito, ha evidenziato due elementi che erano centrali nella nozione di missione e missionario nella mente del Fondatore.
Padre Mathews ha definito questi elementi come "il di più" del missionario.
Così prima di tutto per il Beato Allamano la qualità del missionario ha la precedenza su tutto il resto. "Prima santo, poi missionario". Pertanto, la santità di vita diventa un prerequisito per essere un buon missionario. La seconda implica l'essere “straordinari nell'ordinario”. Padre Mathews ha poi aggiunto che questi elementi hanno fatto sì che il Beato Allamano valutasse la vocazione missionaria al di sopra delle altre vocazioni cristiane, inoltre, ha affermato il padre, anche nell'attuale orientamento della Chiesa sinodale, il missionario dovrebbe dare un di più rispetto agli altri.
Padre Mathews ha concluso la sua riflessione con una breve analisi della situazione attuale dell'Istituto. Ha condiviso i dati demografici dei missionari nel mondo, con particolare attenzione al Continente africano, che attualmente conta il maggior numero di missionari (originari dell’Africa sono 524; di questi 362 lavorano nel Continente).
Tuttavia, ha sfidato i missionari a fare in modo che l'alto numero di missionari africani si traduca proporzionalmente al livello di impegno dei missionari nel Continente.
In conclusione, ha affermato che la realizzazione del sogno del Beato Allamano dipende oggi esclusivamente dall'impegno del missionario. Questo impegno è necessario a tutti i livelli: individuale, comunitario, di Delegazione e di Istituto. Il ritiro si è concluso con la celebrazione della Santa Messa presieduta dallo stesso padre Mathews.
La seconda parte della giornata è stata caratterizzata da una sessione generale durante la quale il Superiore della Delegazione, padre Nathaniel Kagwima, ha dato il benvenuto a tutti i partecipanti alla conferenza e in modo particolare ai membri della Direzione Generale. Ha poi esortato tutti i missionari a fare uno sforzo concordato per pianificare bene la missione e il progresso della Delegazione nei prossimi sei anni.
Il vice Superiore Generale, padre Michelangelo Piovano, ha espresso la sua gioia per la visita alla Delegazione e per l'incontro con missionari, secondo lui “vivaci”. Ha poi trasmesso i saluti del Superiore Generale, padre James Lengarin e del Consigliere Generale, padre Juan Pablo che in questo momento sono in visita nel Continente America. Ha inoltre spiegato che i membri presenti della Direzione Generale, partecipano alla Conferenza in qualità di osservatori.
Da parte sua, il Consiglieri per l’Africa, padre Erasto Mgalama, ha evidenziato i punti del Progetto Continentale per Africa che pone grande enfasi sulla vita del missionario nella comunità. Poi ha invitato i missionari a favorire la condivisione di vita nelle comunità.
Padre Mathews ha espresso gioia e gratitudine per l'impegno e lo zelo che ha visto nei missionari in Sudafrica e Eswatini. Questa sua osservazione è stata confermata da come i vescovi e i cristiani nelle comunità visitate hanno parlato bene dei missionari della Consolata. Ha tuttavia sottolineato che “il missionario è sempre in formazione; la formazione per il missionario è un processo sempre in corso. Perciò l'ordinazione non fa altro che avviare il missionario a un'altra fase di formazione”.
Infine, la giornata si è conclusa con la conferma e l'approvazione dei moderatori e dei segretari della Conferenza, del testo dell'Instrumentum Laboris, dei gruppi e del programma di lavoro.
L'attività della giornata è stata infine conclusa con la preghiera dei Vespri.
* John Bosco Othieno, IMC, studente professo nel Seminario Teologico di Merrivale, Sudafrica.
Pubblichiamo la cronaca della visita della Direzione Generale in Eswatini e Sudafrica da parte del Vice Superiore Generale, padre Michelangelo Piovano e dei Consiglieri Generali, i padri Erasto Mgalama e Mathews Odhiambo Owuor.
Arriviamo a Johannesburg il 7 maggio, dopo una notte di volo provenienti da Abidjan, dove troviamo il superiore delegato padre Nathaniel Kagwima Mwangi che è venuto a prenderci. Ci porta nella comunità di Daveyton dove troviamo anche padre Charles Orero Ochieng e padre Michael Miriti M'longi che lavorano in questa comunità e parrocchia di San Nicholas.
Ci portano a visitare le altre parrocchie legate alla comunità di Daveyton e nelle quali essi lavorano: quella di S. Lambert, di S. Martino de Porres e la cappella dedicata a S. Monica. Ognuna ha le sue strutture per le varie attività pastorali.
Verso sera andiamo a Centurion (Pretoria) nella bella sede della Delegazione per riposare. Padre Charles Orero, da ottimo cuoco, ci prepara la cena e la colazione il mattino dopo.
Comunità di Kwaggafontein nella Diocesi di Pretoria
L'8 maggio visitiamo la comunità di Kwaggafontein nella Diocesi di Pretoria dove lavorano padre John Kapule Okula e padre Samuel Matenge Gitonga. Prestano il loro servizio in due parrocchie nella zona rurale, quella di St. Oliver e della Madonna di Lourdes a Dennilton. Due parrocchie assunte nel 2023 avendo lasciato le altre di Mamelodi che avevamo nella stessa diocesi di Pretoria.
Padre John e padre Samuel ci portano in alcune cappelle, sono molto semplici e vengono visitate periodicamente per la celebrazione della Messa, la catechesi e gli altri sacramenti.
Il mattino del 9 maggio facciamo visita all’arcivescovo di Pretoria, mons. Antony Dabula che ci accoglie con familiarità ringraziando per il lavoro che i nostri missionari fanno nella Diocesi, sia nella zona rurale che in quella urbana. Visitiamo in seguito la parrocchia di Queenswood dove ci accoglie padre Daniel Kivuw’a Mutonye. Ci mostra le varie strutture e la bella chiesa dedicata a Cristo Re. Per il pranzo arriva anche padre Gabriel Joseph Oluoch Kwdeho che lavora in altre parrocchie della diocesi della zona urbana di Tembisa insieme a padre Benedict Thomas Msigwa.
Visita all’arcivescovo di Pretoria, mons. Antony Dabula
Dopo pranzo partiamo per Eswatini, un piccolo Stato (regno) all’interno del Sudafrica, governato da Mswati III che ne è l'attuale monarca assoluto, nonché capo della famiglia reale Swazi. Anche qui abbiamo alcune presenze nella sua unica diocesi, quella di Manzini, della quale è vescovo mons. Josè Luis Ponce de Leon, missionario della Consolata argentino.
Vi arriviamo dopo quattro ore di viaggio passando attraverso immense estensioni di prati, campi coltivati a granoturco e bestiame al pascolo. Entriamo nello stato di Eswatini dopo aver fatto i vari controlli di frontiera e dei passaporti. È già notte ed attraverso ad una veloce autostrada arriviamo nella comunità di Kwaluseni accolti da padre Peterson Mwangi Muriithi.
Il giorno dopo, 10 maggio, partiamo con padre Nathaniel Mwangi e padre Peterson Mwangi per visitare la parrocchia dei Santi Pietro e Paolo della quale padre Peterson è parroco e per continuare poi il viaggio verso le altre nostre due presenze nella Diocesi Manzini.
Raggiungiamo la parrocchia della Madonna del Rosario attraverso una bella strada asfaltata tra grandi piantagioni di pini piccoli e grandi che si perdono a vista d'occhio tra colline e montagne molto simili a quelle dei nostri paesaggi alpini. È una delle bellezze di Eswatini e di questo piccolo regno. Su un pianoro appare la missione con la sua bella chiesa, la nuova casa parrocchiale e la scuola primaria e secondaria della Diocesi. Lì ci attende padre Giorgio Massa, un nostro missionario cuneese di 82 anni che ha lavorato per 40 anni in Sudafrica ed ora da quasi 10 anni in Eswatini facendo comunità con il vescovo e lavorando anche in alcune parrocchie.
Dopo il pranzo, tutti insieme partiamo per l'antica Missione di Florens, fondata dai Servi di Maria della Provincia di Firenze. È una Parrocchia e Santuario che il vescovo ci ha affittato all'inizio di quest'anno e dove è anche stata costituita una nostra comunità IMC. Ci accolgono padre Samuel Francis Awuor Oniango e padre Antony Mulwa Muinde, due giovani missionari keniani.
La parrocchia e Santuario (foto) ha più di cento anni di fondazione perché il primo battesimo è registrato al 14 gennaio 1923. È dedicata alla Santissima Annunziata raffigurata anche da una bella pala dell'altare che rappresenta il mistero dell'Annunciazione. Da tempo è anche Santuario mariano ed ogni anno la Diocesi vi si reca in pellegrinaggio. La presenza di una nostra comunità è stata voluta dal vescovo affinché si dia un rinnovato impulso al Santuario facendone anche un luogo di spiritualità, preghiera ed evangelizzazione. Nell' ampio spazio della missione è anche stata costruita recentemente una grotta della Madonna di Lourdes. È anche presente una comunità religiosa di suore locali che si prende cura del dispensario.
La parrocchia ha anche sette cappelle, alcune già con la loro chiesetta, altre da costruire. Una di queste è quella di S. Gregorio ed è la più frequentata perché in mezzo ad un centro abitato vivace con alcune strutture commerciali. Per un'altra, che ora funziona in una piccola struttura circolare a forma di capanna, una famiglia della comunità ha già donato al vescovo il terreno per la costruzione della chiesa. Ecco le sfide pastorali e missionarie per padre Francis e padre Antony che hanno assunto questo servizio con molta disponibilità e passione vivendo anche in una casa molto semplice e povera.
La donatrice del terreno (in centro) per costruire la nuova cappella appartenente alla Parrocchia dell'Annunziata
Certamente la Consolata li benedirà in questo luogo mariano che ci è stato affidato e che ha già anche donato alla diocesi alcune vocazioni. Mentre lasciamo la cappella di S. Gregorio all'orizzonte delle montagne ammiriamo lo spettacolo di un tramonto di fuoco; ci ricorda che stiamo iniziando la novena dello Spirito Santo che invochiamo anche per la nostra presenza a Eswatini e per tutta la Diocesi ed il suo vescovo.
Il mattino di sabato 11 maggio nella curia di Manzini celebriamo la Messa presieduta da Mons. José Luis. Attorno all'altare e con la presenza del vescovo ci sentiamo chiesa, corpo e famiglia. Facciamo colazione insieme e poi visitiamo la cattedrale spaziosa, luminosa e accogliente. Termina così la nostra visita a Manzini e siamo molto grati per ciò che abbiamo visto e vissuto. Salutiamo il vescovo e i padri Giorgio, Peterson e Francis e riprendiamo il cammino per ritornare in Sudafrica. Ci affidiamo alla Consolata affinché tutti benedica e protegga.
* Padri Michelangelo Piovano, Erasto Mgalama e Mathews Odhiambo Owuor. Daveyton, 12 maggio 2024, Solennità dell’Ascensione del Signore
Cappella di San Gregorio al tramonto del sole.
Il primo missionario della Consolata arrivato in Brasile nel 1937 è stato il padre Giovanni Batista Bisio. Attualmente lavorano nel Paese, 85 missionari tra cui 59 sacerdoti, 4 fratelli, 2 vescovi, 2 novizi e 18 giovani professi che studiano teologi.
I missionari della Consolata sono presenti in 22 comunità che evangelizzano attraverso specifiche scelte e servizi missionari negli stati di Amazonas, Bahia, Paraná, Rio de Janeiro, Roraima, São Paulo e nel Distretto Federale.
Lo scopo di questa Conferenza che si svolge tra il 6 e il 10 maggio 2024, presso la casa Regionale di San Paolo è esaminare la situazione della Regione, stabilire un programma di vita e di lavoro basato sulle opzioni e sui servizi missionari nel Continente America.
"Benvenuti alla nostra prima Conferenza regionale della Regione Brasile. Dichiaro ufficialmente aperta questa Conferenza", ha esordito il Superiore Regionale, padre Paulo Mzé, durante la sessione di apertura nel salone della casa.
Si tratta della prima Conferenza della "Regione Brasile", che riunisce i missionari delle ex regioni dell’Amazzonia e del Brasile, unificate nel 2019. Vale la pena ricordare che la Regione Amazzonica dal 1948 aveva già tenuto in precedenza nove Conferenze mentre la Regione Brasile aveva tenuto dodici Conferenze regionali da quando era stata eretta nel 1960 e dedicata alla S.S. Vergine Aparecida.
Padre Pauolo Mzé, Superiore della Regione Brasile e padre Juan Pablo de los Ríos, Consigliere Generale per l'America
Alla Conferenza partecipano in totale 54 missionari tra padri e fratelli che rappresentano le 22 comunità IMC e servizi particolari quali: Animazione missionaria e Vocazionale, Pastorale Afro, Pastorale indigena e amazzonica, Pastorale urbana, Periferie esistenziali, Migranti, Formazione di base e continua, Comunicazione ed Economia di comunione.
La presenza dei padri James Lengarin e Juan Pablo de los Ríos, rispettivamente Superiore e Consigliere Generale, è degna di nota come espressione dell'unità di intenti con gli altri missionari di America, Africa, Asia ed Europa.
"La Conferenza si riunisce in forma ordinaria ogni sei anni, circa un anno dopo il Capitolo Generale", afferma il nostro Direttorio (Dir. IMC, n. 142.1). Il XIV Capitolo Generale si è tenuto nei mesi di maggio e giugno 2023 a Roma, indicando negli "Atti Capitolari" diverse linee di azione, motivazione e riflessione per i progetti particolari in ogni continente e circoscrizione.
Nel novembre 2023, i delegati delle cinque circoscrizioni del Continente America si sono riuniti nell'Assemblea Continentale per rinnovare le linee di azione del Progetto Missionario Continentale (PMC) alla luce degli Atti Capitolari, che hanno indicato le strade da percorrere e hanno avanzato nuove proposte per alleggerire e qualificare la gestione e l'organizzazione missionaria nel Continente.
È in questo contesto che si svolge questa Conferenza dei missionari in Brasile, della durata di cinque giorni. L’incontro, come si è detto, ha lo scopo di "esaminare la situazione della Regione, per stabilire un programma di vita e di lavoro, in accordo con i propri fini e con le direttive del Capitolo e della Direzione Generale, come si legge nelle Costituzioni dell’IMC (n. 142).
Aprendo i lavori il Superiore regionale, padre Paulo Mzé, ha ringraziato i missionari della Regione per la loro presenza e disponibilità al servizio delle missioni e li ha invitati a "vivere attivamente questo momento di grazia che è la nostra prima assemblea unificata della Regione Brasile".
Padre Juan Pablo de los Ríos, Consigliere generale per l'America, ha ricordato che " questa prima Conferenza unificata del Brasile è un kairos” e dunque per vivere questo tempo di grazia, abbiamo bisogno di "molta disponibilità e tempo, ma anche del coraggio di lasciare alcune cose e assumerne altre, mantenendo il cammino di unità e identità per rispondere alle grandi sfide che il Continente deve affrontare in ogni momento".
Padre Paulo Mzé e il Superiore Generale, padre James Lengarin
Il Superiore Generale, padre James Lengarin, ha ricordato che "viviamo in una mentalità e in un tempo di cambiamenti, in cui dobbiamo sempre mantenere la qualità e la fedeltà alla vita religiosa e al cristiana e cercare di rispondere efficacemente alle nuove sfide della missione". Presentando la realtà attuale dell'Istituto nel mondo "che è cambiata dalla sua fondazione, ma sempre rinnovata", ci invita a "migliorare il nostro servizio missionario nel mondo attraverso la continentalità, sempre in comunione con tutti coloro che sono nel mondo intero".
Durante questa prima giornata sono state organizzate le commissioni, presentate le relazioni della Direzione generale e i messaggi del Superiore e del Consigliere generale. I lavori della giornata si sono conclusi con la celebrazione eucaristica, presieduta dal padre Paulo Mzé. La riunione durerà fino a venerdì 10 maggio, con la presentazione e la definizione delle linee di azione per i prossimi sei anni in Brasile.
* Padre Julio Caldeira, IMC, è missionario nell'Amazzonia brasiliana.
I missionari della Consolata della Delegazione di Canada, Stati Uniti e Messico (DCMS) si sono riuniti dall'8 al 13 aprile per la loro Conferenza Regionale presso la sede delle Pontificie Opere Missionarie a Città del Messico.
Con grande gioia e animata dallo spirito di risurrezione, la Conferenza ha visto la partecipazione di 15 missionari della Delegazione, di un missionario laico e di tre ospiti provenienti dalle zone di missione. Erano presenti anche il Superiore Generale, padre James Bhola Lengarin, il Consigliere Generale per l'America, padre Juan Pablo de los Rios, padre Luis Mauricio Guevara, formatore del Seminario Teologico in Brasile, invitato come moderatore, e padre Elmer Pelaez Epitacio, il primo missionario messicano della Consolata che lavora in Italia.
Il programma è iniziato con la Messa presieduta dal Superiore della Delegazione, padre Peter Ssekajugo. Ssekajugo, presidente della Conferenza, ha aperto ufficialmente i lavori invitando il signor Wilmer José Hernández, missionario laico della Consolata, a presentare i partecipanti e a distribuire i materiali.
Il secondo giorno, dopo la preghiera del mattino, padre Salvador Padilla ha fatto una breve presentazione delle Pontificie Opere Missionarie del Messico. Juan Manuel Quintana ha spiegato la "Metodologia Guadalupana", punto di partenza delle riflessioni della Conferenza. Si tratta di una metodologia di evangelizzazione presente nel documento Nican Mopohuanm (uno scritto in lingua nahualt), che è tratto dalle parole della Madre di Dio a Juan Diego: "Voglio e desidero fortemente che in questo luogo sorga un Eremo per me... in esso mostrerò e darò tutto il mio AMORE, la mia COMPASSIONE, il mio AIUTO e la mia DIFESA... lì ascolterò i vostri lamenti e rimedierò e curerò tutte le vostre MISERIE, i vostri dolori e le vostre pene".
Nello spirito della metodologia guadalupana, padre Juan Pablo de los Rios presiede la Messa nella Basilica di Nostra Signora di Guadalupe concelebrata da tutti i sacerdoti presenti alla Conferenza. Nell'omelia ha spiegato alla gente chi sono i Missionari della Consolata e quali sono le loro missioni nel mondo, in particolare nella Delegazione di Canada, Stati Uniti e Messico.
La sera dello stesso martedì abbiamo ascoltato le parole del Superiore della DCMS che ha presentato le realtà dei nostri Paesi e le loro sfide.
All'inizio di mercoledì 10 aprile, il Consigliere Generale per l'America, Padre Juan Pablo de los Rios, ha spiegato il legame tra la metodologia Guadalupana e la pedagogia Allamana. Ha inoltre invitato a ricordare le ragioni principali della nostra presenza nelle terre americane.
Il Superiore generale, padre James Lengarin, ha presentato alcune informazioni sull'Istituto dalla sua fondazione a oggi, in quanto numero di membri, punti di forza, sfide e proposte per il futuro.
Mercoledì la sessione di ascolto è iniziata con la presentazione da parte di ogni comunità della propria realtà e di ciò che sta facendo: Montreal, Toronto, Riverside, New Jersey, Tuxtla Gutierrez e San Antonio Juanacaxtle. Suor Ricardina, Missionaria della Consolata, e i laici presenti hanno fatto lo stesso.
Poi abbiamo ricevuto padre José María, del Vicariato della Vita Consacrata dell'Arcidiocesi del Messico, che con le sue parole ci ha incoraggiato nel lavoro delle missioni. Mercoledì sera abbiamo ascoltato P. Eleazar López Hernández che ha approfondito la metodologia Guadalupana. È stata una riflessione a partire dalla sua esperienza personale e ciò che ha attirato la nostra attenzione è stata la sua conoscenza di due grandi missionari della Consolata morti recentemente: padre Ezio Roattino Guadalupe, il 4 aprile, e padre Josiah K'okal, il 1° gennaio 2024.
Per lavorare su diversi temi nella costruzione del documento finale della conferenza, sono stati formati quattro gruppi che si sono occupati di: missione della DCMS; missionari in comunità; animazione missionaria e giovanile; migranti e indigeni; comunicazione; continentalità; famiglia della Consolata ed economia. Elmer Peláez Epitacio, missionario messicano che lavora a Torino, Italia. Nelle sue parole ha ringraziato i Missionari della Consolata per avergli dato l'opportunità di far parte della famiglia della Consolata.
L'ultimo giorno della conferenza è stato dedicato al tema dell'amministrazione. Padre Paolo Fedrigoni ha spiegato come funzionano le finanze dell'Istituto in Canada, Stati Uniti e Messico dal 2016, quando è stata creata la Delegazione. Poi, padre James Lengarin ha fatto una panoramica sull'economia dell'intero Istituto in generale. Poi l'approvazione di tutti i punti su cui si è lavorato durante la conferenza.
Mauricio Guevarra ha ringraziato tutti per la loro partecipazione e ha invitato a continuare a lavorare per mettere in pratica quanto detto durante questa importante settimana. Mauricio ha sottolineato il contributo del Consiglio Generale, la partecipazione dei laici e di tutti i missionari, in particolare del gruppo del Messico che ha aiutato a preparare tutto. Ha ringraziato i facilitatori Juan Manuel e Padre Eleazar per averci guidato con i loro argomenti. Ha inoltre invitato i missionari a vivere sempre con dedizione lo spirito e il carisma della Consolata.
La conferenza si è conclusa con una Messa presieduta da padre Alessandro Conti, nuovo Consigliere di Delegazione. Padre Conti ha ringraziato Dio per l'illuminazione avuta durante la conferenza e, insieme a padre Timothy Gatitu e Peter Ssekajugo, ha ringraziato tutti per la fiducia. Dopo le parole conclusive del Superiore Generale, i padri Timothy e Alessandro prestano giuramento per continuare a lavorare nel Consiglio.
* Padre Irungu Mungai, IMC, lavora a Guadalajara, in Messico.
Nel silenzio dell'Eucaristia, presieduta dal padre David Bambilikping Moke, Superiore Regionale, nella mattina del venerdì 12 aprile, si è aperta una finestra sulla prospettiva della Conferenza regionale, ispirata dalla saggezza del Maestro Gamaliele, Dottore della Legge. “Se infatti questo piano o quest’opera fosse di origine umana, verrebbe distrutta; ma, se viene da Dio, non riuscirete a distruggerli” (At 5, 38-39). Con queste parole evidenziano l'importanza di non opporsi alla volontà divina ma piuttosto di conformarcisi, come ha fatto Cristo nell'adempire fino in fondo la volontà del Padre per la nostra salvezza.
La Conferenza è iniziata l'8 e durerà fino al 15 aprile. Una volta terminato il ritiro guidato da padre Michelangelo Piovano, è stato presentato il regolamento e la condivisione delle comunità IMC in Congo: Somana, Neisu, Casa del Procure di Isiro e Bisengo Mwambe.
È buono condividere quello che il padre Gianfranco Testa ci ha lasciato in questi giorni come eredità a proposito del perdono e la riconciliazione. In breve, potremmo dire che perdonare significa rileggere l'offesa in un altro modo: “Quando qualcuno ci fa del male, dobbiamo scrivere questa offesa sulla sabbia, dove il vento del perdono e dell'oblio la cancellerà e la farà sparire. Invece quando ci succede qualcosa di grande, dobbiamo inciderlo nella pietra della memoria del cuore, dove nessun vento del mondo potrà cancellarla".
Perdonare significa ristabilire l’umanità di chi offende cambiando il nostro punto di vista. Non si tratta di giustificare o di diminuire il peso dell’offesa ma di cambiare il nostro atteggiamento nei suoi confronti perché possiamo accettala e continuare a vivere, oppure negarla e continuare a soffrire. Chi ci ha offeso non è un criminale, ma una persona che ha commesso un crimine; non è un ladro, ma una persona che ha commesso un furto... Vedendolo come una persona, umanizziamo colui che ci offende e capiamo che non è nato criminale o ladro...
Il perdono serve a rompere il circolo vizioso dell'offesa e ci incoraggia a costruire una nuova immagine. Il processo di riconciliazione richiede memoria, verità, giustizia e impegno. Se la persona che mi ha offeso mi chiede perdono, bene; ma se non lo chiede, non importa! Ciò che veramente conta è il fatto che mi sono liberato da un circolo vizioso che mi impedisce di progredire nella mia storia e nella mia vita!
L’azione dannosa può lasciare cicatrici indelebili se noi non siamo capaci di elaborare la rabbia e prendere il cammino del perdono. Il risentimento e la vendetta paralizzino lo sviluppo degli individui e delle comunità.
È meglio abbracciare l'irrazionalità del perdono piuttosto che l'irrazionalità della violenza. Promuovere la cultura del perdono e della riconciliazione è la via sicura per la pace.
Nell'Eucaristia presieduta dal padre Rinaldo Do, Vice-Superiore Regionale, il sabato 13 aprile, è stato posto l'accento sui conflitti emersi nelle due letture: la distribuzione disuguale e l'agitazione del mare, dove il dialogo tra gli apostoli e il dialogo con Gesù portano a soluzioni adeguate. Non agiamo a nostro piacimento (autoreferenzialità) ma dialoghiamo tra di noi per affrontare i problemi che incontriamo nella vita, senza dimenticare Cristo che è sempre presente nella nostra barca per placare le onde agitate che sconvolgono le nostre vite missionaria.
La giornata prosegue con la condivisione avviata il giorno precedente sulle nostre comunità presentate dai partecipanti alla conferenza: la parrocchia di San Giuseppe di Arimatea, il Seminario Antonio Barbero, la parrocchia Mater Dei, la Direzione Regionale e l'Economato Regionale. Dopo ogni condivisione è stato dato del tempo per domande di chiarimento, contributi e reazioni da parti dei confratelli.
Nel pomeriggio si sono svolti i lavori di gruppo sui temi del Capitolo Generale per aggiustare il testo dell'Instrumentum Laboris e fare proposte per il programma della Regione.
* Padre Nhessy Nkulu Iland, Nestor, IMC, Segretario della Regione Congo.