Una “messa nazionale per sollecitare la Corte costituzionale ad emettere una sentenza di impeachment” si è tenuta il 31 marzo 2025, nella Piazza Verde di Songhyeon, vicino alla sede della Corte, a Yeouido.
Il Tribunale Costituzionale ha destituito il presidente Yoon Suk-yeol con un’opinione unanime degli 8 giudici.
Oggi 4 aprile mattina alle 11:22, ora locale, il Tribunale Costituzionale ha finalmente pronunciato la destituzione del presidente Yoon con l’opinione unanime di tutti i giudici. Yoon, 64 anni, è stato protagonista lo scorso dicembre di un clamoroso quanto maldestro tentativo di auto-colpo di Stato che ha precipitato la quarta economia asiatica in una crisi istituzionale senza precedenti. Il presidente è sotto processo per insurrezione (e abuso di potere), un reato non coperto dall'immunità presidenziale.
In questo grave momento di crisi per la Corea del Sud la piazza risuonava delle grida ferventi del popolo che trafiggevano il cielo – forse per la certezza che Yoon Suk Yeol, il presidente in questione, sarebbe stato rimosso, o magari solo per pregare – mentre la leadership della Chiesa rimaneva costantemente in silenzio.
Non molto tempo fa, abbiamo ricevuto un messaggio dal Cardinale Lazzaro You Heung-sik, Prefetto del Dicastero per il Clero a Roma, che affermava: “Non c’è neutralità nella giustizia”, esortando la Corte costituzionale ad agire senza indugio nel pronunciare una sentenza di impeachment. Sebbene questo sia stato molto apprezzato, non è stato sufficiente a spegnere la sete ardente del popolo. Una dichiarazione nazionale che riflettesse la posizione della Chiesa Cattolica sulla questione delle accuse al presidente e una messa per la nazione erano necessarie. Forse per questo, ancora più fedeli si sono aggiunti alla celebrazione, e le voci che chiedevano la rimozione di Yoon Suk Yeol sono risuonate con una forza tale da trafiggere il cielo.
Mentre guardavo innumerevoli sacerdoti che portavano croci dietro di me, non ho potuto fare a meno di scoppiare improvvisamente in lacrime. Quanto avevamo atteso con ansia questa messa nazionale che non è solo per i credenti cattolici, ma per l’intera comunità – coloro che cercano di proteggere una nazione in crisi, per rifiutare il male e lottare per la giustizia – offrendo il loro desiderio collettivo a Dio. Vescovi e sacerdoti sono chiamati e consacrati proprio per questo compito. Eppure, rifiutare tale azione per qualsiasi motivo è venir meno al loro dovere sacerdotale.
All’apparenza pare diventare più forte e acquisire influenza nel mondo, ma poi diventa un’entità che non ha più alcun messaggio né nulla da offrire al mondo. Questo perché il mondo è capace di generare potere da sé.
E quando noi utilizziamo Cristo per condurre crociate e perseguire il potere, questo diventa un’autodistruzione per la Chiesa, un errore fatale che essa stessa compie. Quando ciò accade, la Chiesa gradualmente svanisce.
Anche il clericalismo è considerato una forma di potere, ed è per questo che accade. San Agostino ha detto che il sacerdozio trova il suo significato nel servizio. Tuttavia, nella storia della Chiesa, quanti sono stati davvero liberi da questo potere? Guardando me stesso, vedo che non sono libero. Il chicco di grano deve cadere in terra e morire, ma io non voglio morire. Se rifiuto di marcire, non porterò frutto e alla fine sarò scartato. Tutto questo dipende anche dalla mia lotta interiore, dall’egoismo che porto dentro di me.
* Padre Kyoung Ho Han, IMC, membro della Commissione di riconciliazione nazionale.
La storia sembra ripetersi sempre, ma oggi la nostra nazione e il nostro popolo si trovano a dover affrontare un momento doloroso, scrivendo una pagina di storia infelice che non avremmo mai voluto. Per la seconda volta nella nostra storia, un presidente eletto dal popolo è stato nuovamente destituito tramite impeachment.
Il tempo della giustizia, rappresentato dal processo di impeachment del presidente Yoon Suk-yeol, si è concluso. Ora, nel tempo della politica che segue immediatamente, dobbiamo raccogliere la saggezza per eleggere con cura un nuovo presidente che guiderà il nostro Paese.
Dobbiamo scegliere un presidente che riconosca profondamente che il potere presidenziale è un potere delegato dal popolo, un potere che deve servire il popolo, e che sia pronto a sacrificarsi in ogni momento per proteggere la vita e i beni dei cittadini, considerandolo il fondamento della politica.
Prima di tutto ciò, esortiamo le autorità nazionali a fare ogni sforzo per recuperare la fiducia del popolo e promuovere l’armonia. In particolare, i politici non devono dimenticare che esistono per servire il popolo, rispettando gli altri, ascoltando le reciproche opinioni e avanzando verso una politica di cooperazione e mutuo beneficio. Così, il processo di selezione di leader responsabili e moralmente integri, per realizzare la riconciliazione sociale e il bene comune, deve essere attuato in modo democratico e maturo.
La Chiesa Cattolica Coreana prega con tutto il cuore e accompagnerà il popolo affinché le scelte future possano diventare una pietra miliare per la realizzazione della giustizia e di una vera pace nel nostro Paese.
4 aprile 2025
Conferenza Episcopale Cattolica Coreana
Presidente, Vescovo Lee Yong-hoon
I dati distribuiti dall'Annuario Pontificio e dall'Annuario di statistica si riferiscono al biennio 2022-2023. In leggero calo i sacerdoti, le religiose professe e i seminaristi. E sempre in Africa e anche in Asia si registra un incremento dei sacerdoti, diminuiti invece in Europa e Oceania.
L’Annuario Pontificio 2025 e l’Annuarium Statisticum Ecclesiae 2023, la cui redazione è stata curata dall’Ufficio Centrale di Statistica della Chiesa, della Segreteria di Stato, sono ora disponibili nelle librerie, editi dalla Tipografia Vaticana. Esaminando i dati riportati nell’Annuario Pontificio si possono ricavare le informazioni relative alla vita della Chiesa Cattolica nel mondo per il 2024. Durante questo periodo è stata creata una Metropolia; tre sedi vescovili sono state elevate a Sedi Metropolitane; sono state erette 7 nuove diocesi; è stata elevata ad arcidiocesi una Sede Vescovile e a Diocesi una Amministrazione Apostolica. Invece l’Annuarium Statisticum Ecclesiae offre un’istantanea dei principali fenomeni quantitativi che riguardano l’azione pastorale della Chiesa Cattolica nel mondo. In quanto segue si riportano le informazioni statistiche relative al biennio 2022-2023.
1. La popolazione cattolica mondiale è aumentata dell’1,15% fra il 2022 e il 2023, passando da circa 1.390 a 1.406 milioni, percentuale molto simile a quella del biennio precedente. La distribuzione dei cattolici battezzati, in accordo con il differente peso demografico dei continenti, è diverso nelle varie aree geografiche. L’Africa raccoglie il 20% dei cattolici dell’intero pianeta e si caratterizza per una diffusione della Chiesa Cattolica assai dinamica: il numero dei cattolici passa da 272 milioni nel 2022 a 281 milioni nel 2023, con una variazione relativa pari a +3,31%. Tra i paesi del continente africano, in particolare la Repubblica Democratica del Congo si conferma al primo posto per numero di cattolici battezzati con quasi 55 milioni di unità, seguita dalla Nigeria con 35 milioni; anche Uganda, Tanzania e Kenya registrano cifre di tutto rispetto.
Con una crescita di 0,9%, nel biennio, l’America consolida la sua posizione quale continente a cui appartiene il 47,8% dei cattolici del mondo. Di questi, il 27,4% risiede nell’America del Sud (dove il Brasile, con 182 milioni, rappresenta il 13% del totale mondiale e continua a essere il paese con la più alta consistenza di cattolici), il 6,6% nell’America del Nord e il restante 13,8% nell’America Centrale. Se si rapporta il numero dei cattolici alla consistenza degli abitanti, Argentina, Colombia e Paraguay emergono con una incidenza dei cattolici pari a oltre il 90% della popolazione. Il continente asiatico registra una crescita dei cattolici di 0,6% nel biennio, il suo peso nel 2023 è attorno all’11% nel mondo cattolico. Il 76,7% dei cattolici del Sud Est Asiatico nel 2023 si concentra nelle Filippine con 93 milioni e in India, con 23 milioni di unità. L’Europa, pur ospitando il 20,4% della comunità cattolica mondiale, si conferma l’area meno dinamica, con una crescita del numero dei cattolici nel biennio pari ad appena 0,2%. Questa variazione, d’altra parte, a fronte di una quasi stagnazione della dinamica demografica, si traduce in un lieve miglioramento della presenza sul territorio che raggiunge nel 2023 quasi il 39,6%. Italia, Polonia e Spagna vantano un’incidenza dei cattolici superiore al 90% della popolazione presente. I cattolici dell’Oceania sono pari, nel 2023, a poco più di 11 milioni superiori dell’1,9% rispetto a quelli del 2022.
Celebrazione della canonizzazione di Giuseppe Allamano nella Piazza San Pietro a Roma. Foto: Jaime C. Patias
2. Il numero di vescovi nel mondo cattolico si è accresciuto nell’ultimo biennio con una variazione complessiva di 1,4%, passando da 5.353 unità del 2022 a 5.430 del 2023. Tale movimento di crescita si riscontra in tutti i continenti, con l’eccezione dell’Oceania in cui il numero dei Vescovi non è mutato nel biennio. La variazione relativa si presenta un po' più accentuata per Africa e per Asia e al di sotto della media mondiale per Europa e per America. Si può anche segnalare che il peso relativo di ciascun continente rimane, nel periodo, pressoché invariato, e commisurato all’importanza relativa delle singole realtà continentali, con una maggiore concentrazione sul totale dei Vescovi in America e in Europa. In Africa la quota dei Vescovi sul totale mondiale passa dal 13,8% nel 2022 al 14,2% nel 2023.
Si rileva, altresì, che il numero dei cattolici per ogni Vescovo, al 2023, risulta non poco diverso da continente a continente: mentre la media mondiale è pari a 259 mila cattolici per Vescovo, si registrano valori di 365 mila e 334 mila, rispettivamente per Africa e per America. Particolarmente favorevole è la situazione in Oceania in cui ad ogni Vescovo fanno capo 87 mila cattolici, segno da questo punto di vista, di un lieve eccesso di vescovi comparativamente agli altri continenti.
3. Alla fine del 2023 sono presenti nelle 3.041 circoscrizioni ecclesiastiche nel mondo cattolico 406.996 sacerdoti, con una flessione di 734 unità rispetto al 2022, pari a -0,2%. L’esame per singola area geografica evidenzia un incremento in Africa (+2,7%) e in Asia (+1,6%) e una diminuzione in Europa (-1,6%), in Oceania (-1,0%) e in America (-0,7%). Se oltre ai continenti si tiene conto anche della distinzione dei diocesani e dei religiosi, si nota che nell’Asia e nell’Africa l’incremento dei sacerdoti nel complesso è da attribuire alla dinamica sia dei sacerdoti diocesani che di quelli religiosi. Per l’Africa, in particolare, l’aumento complessivo dei sacerdoti risulta da un incremento di circa il 3,3% dei diocesani e di 1,4% dei religiosi. Nel continente americano spicca l’incremento, nel corso del biennio, del clero diocesano nell’America Centrale e nell’America Latina. In Europa, si osserva però una riduzione dell’1,6% tanto nel complesso quanto nelle singole componenti (diocesani e religiosi); la stessa coincidenza, anche se il decremento è inferiore (-1,0%) si osserva in Oceania.
La distribuzione nel 2023 per area geografica evidenzia come a fronte del 38,1% del totale dei sacerdoti presenti in Europa sta il 29,1% appartenenti al continente americano, mentre le altre aree continentali seguono con 18,2% per l’Asia, 13,5 per l’Africa e 1,1 per l’Oceania. All’analisi strutturale dei sacerdoti si può aggiungere quella dei cattolici per evidenziare eventuali squilibri tra domanda e offerta di servizio pastorale. Nel caso di perfetto equilibrio tra presenza e richiesta di attività pastorale, le percentuali di composizione dei sacerdoti dovrebbero coincidere per ogni area territoriale esaminata con quella dei cattolici. In realtà, dal confronto tra le due percentuali di composizione dei sacerdoti e dei cattolici, risulta che nel 2023 si registrano dei larghi divari. In particolare, le percentuali dei sacerdoti superano quelle dei cattolici nel Nord America (10,3% di sacerdoti contro 6,6% di cattolici), in Europa (38,1% di sacerdoti e 20,4% di cattolici) e in Oceania (1,1% di sacerdoti e 0,8% di cattolici). Le più evidenti carenze di sacerdoti si localizzano nell’America Meridionale (12,4% di sacerdoti e 27,4% di cattolici), in Africa (13,5% di sacerdoti e 20,0% di cattolici) e nell’area Centrale Continentale dell’America (5,4% di sacerdoti e 11,6% di cattolici).
4. I diaconi permanenti costituiscono il gruppo di chierici che si accresce con vivacità. Nel 2023 il loro numero ha raggiunto le 51.433 unità rispetto ai 50.150 registrati nel 2022, con un incremento del 2,6%. I divari territoriali restano accentuati: i ritmi di crescita significativi si manifestano in Oceania (+10,8%) e in America (+3,8%), mentre si registrano tassi di variazione in leggero calo in Africa e in Europa. Non si segnalano variazioni di rilievo nella distribuzione planetaria dei diaconi durante il biennio considerato: si verifica solo una diminuzione del numero relativo di diaconi in Europa ed una crescita di quello dell’America, dovuta sostanzialmente ad uno sviluppo cospicuo dell’America del Nord. Questa figura di operatore pastorale è particolarmente presente in America (specialmente quella del Nord con il 39% di tutti i diaconi del mondo), ed anche in Europa (31%).
Per evidenziare il ruolo di sostegno di questi operatori all’azione pastorale a fianco dei sacerdoti, si può considerare il rapporto del numero dei diaconi permanenti ragguagliato, area per area, al numero dei sacerdoti presenti. Si trova, così, che nel mondo la distribuzione dei diaconi ogni cento sacerdoti presenti è pari a 13 nel 2023 e va da un minimo di appena 0,5 in Asia ad un massimo di 29 in America. In Europa il quoziente è attorno a 10, mentre in Africa solo un diacono permanente presta servizio a fianco di cento sacerdoti. La dimensione di tale indice, pur apprezzabile, risulta ancora del tutto modesta perché l’opera di tale categoria di operatore pastorale possa incidere in maniera significativa sull’equilibrio tra la domanda e l’offerta di servizio ai cattolici presenti nel territorio. In termini evolutivi, tuttavia, si nota che i diaconi permanenti tendano a manifestare una maggiore presenza sul territorio proprio in quelle aree dove più problematico appare il ricambio sacerdotale.
Il clero della diocesi di Roraima in Brasile con il vescovo, mons. Evaristo Spengler. Foto: Diocesi di Roraima
5. La diminuzione sia dei religiosi professi non sacerdoti che delle religiose professe verificatasi nel corso del tempo è proseguita anche nel 2023, seppure ad un ritmo meno intenso. In particolare, va rilevato per quanto riguarda i religiosi professi non sacerdoti che mentre in Africa si è manifestato un incremento fra il 2022 e il 2023, in tutti gli altri continenti si è assistito ad una flessione. È bene sottolineare che il calo dell’America Meridionale si è attenuato rispetto al decremento medio annuo del periodo trascorso, e che si assiste persino ad una situazione di stazionarietà nell’America Centrale. Il peso relativo nelle varie aree della presenza di religiosi professi non sacerdoti risulta tale, quando diacronicamente considerato, da ribadire la diminuzione dell’Europa che continua a calare nel corso del 2023.
La contrazione delle religiose professe è, come si è appena rammentato, continuata anche nel 2023. A livello globale esse passano da 599.228 nel 2022 a 589.423 nel 2023, con una variazione relativa di -1,6%. Quanto alla loro distribuzione geografica, nel 2023, quasi il 32% risiede in Europa, seguono l’Asia con il 30%, l’America con il 23% (omogeneamente distribuite nei due emisferi), l’Africa con il 14% e l’Oceania con l’1%. La contrazione registrata nel numero delle religiose professe nel mondo è sostanzialmente attribuibile ad un aumento considerevole delle morti, risultato da una elevata presenza di religiose in età avanzata, mentre il numero di abbandoni della vita religiosa diviene meno rilevante nel corso del biennio. L’Africa nel biennio 2022-2023, registra il significativo incremento di 2,2%, seguito dal Sud Est Asiatico con +0,1%. L’America del Nord manifesta, invece, una contrazione di -3,6%. Seguono da vicino l’America Meridionale, con -3%, mentre più contenuto è il calo registrato nell’America Centro Continentale e nell’America Centro Antille. L’Europa vanta il record negativo, con una variazione di -3,8%.
Questi movimenti, naturalmente, influiscono sulle variazioni dei pesi continentali delle consistenze di religiose professe. Con riferimento al periodo 2022-2023 si registra un ridimensionamento della presenza di religiose in Europa e nel Nord America, a vantaggio di Asia e Africa. In particolare, se nel 2022 il complesso delle religiose professe operanti in Europa e America rappresentava il 55,8% del totale mondiale, nel 2023 questa percentuale è scesa al 54,8%. La variazione più significativa nel periodo si osserva nel Sud Est Asiatico (da 28,7% a 29,2%) e in Africa (dal 13,9% al 14,5%).
Le religiose professe, nonostante la contrazione osservata globalmente e a livello di alcune realtà continentali, rimangono una realtà non trascurabile: l’insieme delle religiose rappresenta il 45% in più rispetto alla popolazione sacerdotale. Anche se il ruolo che esse storicamente svolgono nell’erogazione dei servizi si sia complessivamente ridimensionato nel corso degli anni trascorsi, la loro opera nella vita della comunità cristiana rimane tuttora quella di affiancare, quando addirittura sostituire, quella dei sacerdoti.
6. L’andamento temporale che si osserva nel mondo del numero dei seminaristi maggiori denota una ininterrotta decrescita che si rileva a partire dal 2012. A livello di consistenza i candidati al sacerdozio sono passati nel pianeta da 108.481 unità nel 2022 al 106.495 nel 2023, con una variazione di -1,8%. Il calo, osservato nel totale mondiale, interessa tutti i continenti, con l’eccezione dell’Africa, dove i seminaristi aumentano dell’1,1% (da 34.541 a 34.924 unità). In Europa, in Asia e in America, ma in special modo nel primo continente, le diminuzioni si mostrano significative (-4,9% in Europa, -4,2% in Asia e -1,3% in America). In Oceania l’andamento è negativo e di lieve entità.
La distribuzione percentuale dei seminaristi maggiori per continente evidenzia, nel biennio considerato, modesti cambiamenti. Africa e Asia contribuivano nel 2022 al 61,0% del totale mondiale, percentuale salita al 61,4% nel 2023. A parte il lieve aggiustamento negativo dell’Oceania, America ed Europa nel loro insieme vedono, invece, diminuire la loro incidenza: nel 2022 i 41.199 seminaristi americani e quelli europei rappresentavano quasi il 38% del totale mondiale, mentre un anno più tardi scendono al 37,7%. Per evidenziare le eccedenze positive e negative delle vocazioni a livello territoriale, è utile il confronto fra la distribuzione percentuale dei seminaristi e la corrispondente distribuzione dei cattolici.
Risulta, così, che nel 2023 si registrano dei larghi divari. In particolare, le percentuali dei seminaristi superano quelle dei cattolici in Africa (32,8% di seminaristi contro il 20% di cattolici) e in Asia (28,6% di seminaristi e 11% di cattolici). In questi continenti si tende, così, a soddisfare l’esigenza di provvedere in piena autonomia all’opera dell’apostolato locale. In Europa e in America, invece, le percentuali di seminaristi sono inferiori a quelle dei cattolici (12,0% di seminaristi e 20,4% di cattolici in Europa e 25,7% di seminaristi e 47,8% di cattolici in America). In questi due continenti risulta, pertanto, più difficile poter rispondere adeguatamente alle esigenze dei cattolici presenti, come, in particolare il ricambio generazionale sacerdotale.
* Articolo a cura dell’Ufficio centrale di statistica della Chiesa.
I cattolici sono uno dei gruppi religiosi più grandi negli Stati Uniti, superando numericamente qualsiasi singola denominazione protestante. Gli Stati Uniti hanno più cattolici di tutti gli altri paesi eccetto tre (Brasile, Messico e Filippine) secondo l’Annuario statistico della Chiesa del Vaticano del 2021.
Ecco 10 dati chiave sulla popolazione cattolica degli Stati Uniti, tratti dai sondaggi del Pew Research Center a cura di Justin Nortey, Patricia Tevington e Gregory A. Smith.
1. Oggi, il 20% degli adulti statunitensi si definisce cattolico. Questa percentuale è rimasta generalmente stabile dal 2014. Ma è leggermente inferiore rispetto al 2007, quando il 24% degli adulti statunitensi si identificava come cattolico.
In totale, nel 2024 c’erano circa 267 milioni di adulti statunitensi, secondo l’U.S. Census Bureau. Ciò suggerisce che ci sono circa 53 milioni di adulti cattolici in tutto il paese.
2. La quota di cattolici americani ispanici è in aumento. Attualmente, la popolazione cattolica è composta per il 54% da bianchi, per il 36% da ispanici, per il 4% da asiatici e per il 2% da neri. Un ulteriore 2% si identifica con un’altra razza.
Dal 2007, la quota di bianchi è diminuita di 10 punti percentuali, mentre la quota di ispanici è aumentata di 7 punti.
Questo cambiamento ha implicazioni per il profilo dei cattolici americani in generale, perché i cattolici di diversa razza ed etnia hanno tratti sociali e politici distintivi, come discuteremo di seguito.
3. Più di quattro cattolici americani su dieci sono immigrati (29%) o figli di immigrati (14%). Ma alcuni gruppi razziali ed etnici hanno quote molto più elevate di immigrati di prima e seconda generazione.
Ad esempio, il 78% dei cattolici asiatici è nato fuori dagli Stati Uniti e un ulteriore 14% è nato negli Stati Uniti ma ha almeno un genitore che non lo è.
Tra i cattolici ispanici, il 58% è nato fuori dagli Stati Uniti e il 22% è nato negli Stati Uniti da almeno un genitore immigrato.
Al contrario, l’83% dei cattolici bianchi proviene da famiglie che sono negli Stati Uniti da tre generazioni o più.
(Il sondaggio del 2023-24 non includeva abbastanza cattolici neri per riferire su di loro separatamente. Fare riferimento all’analisi Pew del 2022 per maggiori informazioni sui cattolici neri).
Mercoledì delle Ceneri presso la Concattedrale del Sacro Cuore di Houston. Foto: Raquel Natalicchio/Houston Chronicle
4. I cattolici tendono a essere più anziani degli americani in generale. Quasi sei adulti cattolici su dieci (58%) hanno 50 anni o più. In confronto, il 47% di tutti gli adulti statunitensi nello studio Religious Landscape Study (RLS) del Center del 2023-24 rientra in questa fascia di età.
Ma i cattolici ispanici e i cattolici asiatici tendono a essere molto più giovani dei cattolici bianchi. Quattro cattolici ispanici su dieci e il 53% dei cattolici asiatici hanno 50 anni o più, rispetto al 70% dei cattolici bianchi. E solo il 14% dei cattolici ispanici e il 20% dei cattolici asiatici hanno 65 anni o più, rispetto al 39% dei cattolici bianchi.
5. I cattolici sono distribuiti in modo relativamente uniforme negli Stati Uniti. Circa tre su dieci (29%) vivono nel Sud, mentre il 26% vive nel Nordest, il 25% nell’Ovest e il 20% nel Midwest.
La composizione razziale ed etnica della popolazione cattolica varia a seconda della regione. Ad esempio, nel Midwest, il 78% dei cattolici è bianco e il 15% è ispanico. Nel Nordest, il 72% dei cattolici è bianco e il 20% è ispanico.
Nel Sud, il 44% è bianco e il 45% è ispanico. E nell’Ovest, ci sono più cattolici ispanici che cattolici bianchi (58% contro 27%). L’Ovest ha anche una popolazione relativamente più grande di cattolici asiatici rispetto ad altre regioni (10%).
6. Oltre un terzo dei cattolici statunitensi (35%) ha una laurea triennale. Un altro 27% ha un po’ di esperienza universitaria ma non una laurea triennale, e il 38% ha un diploma di scuola superiore o meno. Questa distribuzione è simile a quella della popolazione adulta generale.
In media, i cattolici asiatici e i cattolici bianchi hanno livelli di istruzione più elevati rispetto ai cattolici ispanici. Circa la metà dei cattolici asiatici (53%) ha una laurea, mentre il 21% ha un diploma di scuola superiore o inferiore. Tra i cattolici bianchi, il 43% ha almeno una laurea, mentre il 29% ha un diploma di scuola superiore o inferiore. Tra i cattolici ispanici, il 20% ha una laurea e il 54% ha un diploma di scuola superiore o inferiore.
Papa Francesco durante udienza generale nell'Aula Paolo VI il 12 febbraio 2025, pochi giorni prima del suo ricovero in ospedale. Foto: Vatican Media
7. Circa tre cattolici americani su dieci (29%) affermano di partecipare alla messa ogni settimana o più spesso. Una percentuale maggiore afferma di pregare ogni giorno (51%) e che la religione è molto importante nelle loro vite (44%). Al confronto, i protestanti sono leggermente più propensi a dire di fare o credere a ciascuna di queste cose.
Nel complesso, il 21% dei cattolici americani afferma di partecipare alla messa ogni settimana e pregare ogni giorno e di considerare la religione molto importante. Al contrario, il 10% afferma di partecipare alla messa poche volte all’anno o meno, prega raramente o mai e considera la religione non troppo o non del tutto importante.
8. Circa la metà dei cattolici registrati come elettori (53%) si identifica o propende per il Partito Repubblicano, mentre il 43% è affiliato al Partito Democratico.
Ma l’affiliazione partigiana varia in base alla razza e all’etnia. Circa sei elettori registrati cattolici bianchi su dieci (61%) affermano di identificarsi o propendere per il GOP, mentre il 36% si identifica o propendere per il Partito Democratico.
Al contrario, il 56% dei cattolici ispanici che sono elettori registrati affermano di identificarsi o propendere per il Partito Democratico, rispetto al 39% che è a favore del GOP.
9. Mentre la Chiesa cattolica si oppone all’aborto, il 59% dei cattolici afferma che l’aborto dovrebbe essere legale. Questo include il 35% che afferma che dovrebbe essere legale nella maggior parte dei casi e il 25% che afferma che dovrebbe essere legale in tutti i casi.
Circa quattro cattolici su dieci affermano che l’aborto dovrebbe essere illegale nella maggior parte (26%) o in tutti (13%) dei casi. Le opinioni dei cattolici sull’aborto tendono ad allinearsi con le loro inclinazioni politiche. Tra i cattolici democratici, il 78% afferma che l’aborto dovrebbe essere legale nella maggior parte o in tutti i casi. Tra i cattolici repubblicani, il 43% afferma questo.
I cattolici democratici (78%) sono un po’ meno propensi dei democratici nel loro insieme (86%) ad affermare che l’aborto dovrebbe essere legale nella maggior parte o in tutti i casi.
10. Circa tre quarti dei cattolici (78%) hanno una visione favorevole di Papa Francesco, secondo il sondaggio Pew di febbraio 2025. Almeno l’80% dei cattolici ha espresso un’opinione favorevole su di lui in 10 dei 15 sondaggi statunitensi in cui abbiamo chiesto informazioni sul papa dal 2013.
I cattolici democratici (88%) hanno molte più probabilità dei cattolici repubblicani (69%) di vedere Francesco in modo favorevole.
Fonte: Pew Research Center Pubblicato originalmente in: www.tracieloeterra.blog