La Santa Messa di ringraziamento per la Canonizzazione di San Giuseppe Allamano è stata celebrata il 16 marzo 2025 nella parrocchia Maria Regina Immacolata (Mary Immaculate Queen Parish) di Osizweni, nella diocesi di Dundee, periferia della città di Newcastle in Sudafrica.

Questa comunità è stata l'ultima delle parrocchie che ha visto la presenza dei Missionari della Consolata nella diocesi di Dundee. Era stata riconsegnata alla diocesi il 17 ottobre 2021. In quell’occasione il vescovo della diocesi, mons. Graham Rose, ha ringraziato l’Istituto per il servizio dato alla comunità.

Quattro anni dopo, il parroco, padre Mthokozisi Ndlovu, i leaders e i parrocchiani ci hanno accolti per celebrare insieme il dono alla Chiesa e alla Congregazione della canonizzazione di San Giuseppe Allamano, nostro Fondatore, tenutosi il 20 ottobre 2024 a Roma.

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La Diocesi di Dundee occupa un posto molto speciale nel cuore del nostro Istituto, in particolare della nostra Delegazione di Sudafrica-eSwatini. Anche i fedeli cattolici delle varie parrocchie della diocesi hanno sempre apprezzato il contributo dei missionari della Consolata nell'opera di evangelizzazione e promozione umana. Questi ricordi non sono mancati nemmeno durante quest'ultima celebrazione.

Padre Mthokozisi Ndlovu ha sottolineato l'importanza di custodire la spiritualità dei missionari del passato, poiché essa è parte integrante della storia della parrocchia e della diocesi. Ha insistito sul fatto che, il lavoro dei missionari della Consolata nella parrocchia ha contribuito alla crescita e maturità delle parrocchie di Osizweni e della diocesi in generale. “Questa storia, il contributo dei missionari e la crescita in tutti gli ambiti, meritano di essere apprezzati e vissuti. Non possiamo dimenticare la storia e il grande lavoro dei missionari”, ha detto il parroco.

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Di fatto, le celebrazioni sono iniziate il sabato, 15 marzo, quando sono arrivati i rappresentanti dei missionari della Consolata, tra cui sei studenti professi del Seminario Teologico di Merrivale: Fr. Ribeiro Mario Rupeque, Stanley Kiarie, Vincent Odida, Nordinho Andre Waissone, Kouadio Ghislain Kouame e Kelvin Ng'ang'a Gitau. Erano presenti anche, il Superiore delegato, padre Nathaniel Kagwima, il Vice Superiore, padre Didier Sunda, il padre Anthony Muinde, che ha consegnato la parrocchia a padre Mthokozisi e il padre Boniface Ondiek.

Siamo stati accolti nella parrocchia che era in piena attività a causa dei preparativi. Siccome stavano arrostendo la carne per i visitatori, ci hanno invitato ad assaggiare questa delizia. Così la festa è iniziata ancor prima della celebrazione stessa e questo è stato un bel gesto di benvenuto!

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Domenica 16 marzo, abbiamo avuto la gioiosa celebrazione Eucaristica presieduta da padre Nathaniel Kagwima che ha lavorato in quella parrocchia dove era comunemente chiamato padre “Nathi”. L'intenzione della Santa Messa era quella di pregare per tutti i missionari della Consolata e in modo particolare per il riposo eterno del padre Rocco Marra, IMC, e di tutti gli altri missionari deceduti che hanno lavorato nella diocesi di Dundee.

Padre Nathaniel ha richiamato le parole di San Giuseppe Allamano, “Il bene deve essere fatto bene e senza rumore. Questa frase molto nota è la mappa della strada verso la santità come quella del santo Fondatore. Questo percorso - ha affermato padre Nathi - è fatto di ‘cose ordinarie  da realizzare in modo straordinario’. Per San Giuseppe Allamano appunto, fare bene le cose ordinarie in modo straordinario e senza rumore, era la strada sicura per la santità e per il bene comune”. Quindi lui ci è maestro di vita, ha detto Padre Nathaniel, e da lui dobbiamo imparare molto in qualsiasi professione svolgiamo il nostro servizio nella società o nella Chiesa.

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A sorpresa all’offertorio è stata presentata una capra! Chi lavora da queste parti del mondo capisce cosa significa, soprattutto perché le capre non sono un animale qualsiasi che può essere usato o offerto durante la Messa. La capra è un animale utilizzato esclusivamente per le attività tradizionali e soprattutto come offerta agli antenati. Al termine della Messa, la carne della capra è stata divisa tra le comunità della Consolata nella Delegazione.

Il parroco ha ricevuto in dono dai missionari una casula. Parlando a nome del gruppo, padre Didier, ha espresso gratitudine al parroco per il grande atto di amore e di accoglienza che ci ha riservato. Lo ha ringraziato per lo sforzo di organizzare un evento così grande. “Sembra quasi un evento organizzato dagli stessi Missionari della Consolata”, ha detto e ha ringraziato anche i responsabili e i parrocchiani per il loro amore verso la famiglia Consolata. “Cosa abbiamo fatto per meritare tanto amore?”

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Infine, ha chiesto ai parrocchiani di continuare a pregare per i missionari e ha assicurato loro le nostre preghiere e ha concluso con le parole:“Vi vogliamo bene!”

* Padre Ssempala Wakahora, IMC, missionario in Sudafrica. www.consolatasa.blogspot.com

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Il vescovo di Pinheiro, nello stato di Maranhão, nel nord-est del Brasile, mons. Elio Rama, IMC, ha partecipato alle celebrazioni della canonizzazione di Giuseppe Allamano nel mese di ottobre scorso. Tutti i 15 vescovi missionari della Consolata erano presenti a Roma in questo momento di gioia per i due istituti e per la Chiesa. Pubblichiamo il messaggio lasciato dal vescovo brasiliano.

“Il mio saluto a tutti coloro che ci accompagnano in questo momento di grazia e di benedizione in cui stiamo vivendo e ringraziando Dio per il dono della vita del nostro Fondatore, il padre Giuseppe Allamano, oggi dichiarato santo dalla Chiesa. È una gioia, una soddisfazione dopo tanti anni di vita, di ascolto e di preghiera perché lui diventasse Beato e ora Santo, un altro Santo nella Chiesa. Un protettore soprattutto dei missionari e delle missionarie. Un protettore del clero diocesano dove lui stesso è stato diocesano, ha fondato due istituti religiosi missionari ed è rimasto diocesano. Quindi, un grande missionario che ha fatto sì che la Chiesa si specchiasse in molti Paesi del mondo”, ha sottolineato il vescovo di Pinheiro (MA).

Mons. Elio Rama è nato a Tucunduva nel Rio Grande do Sul, il 28 ottobre 1953. Ha frequentato i Seminari IMC di Três de Maio e poi di Erexim (RS). Gli studi di filosofia ha fatto nella Facultà Assunzione a San Paolo (1975-1977) e il anno di Noviziato ad Aparecida de São Manuel. Ha studiato la teologia con specializzazione in missiologia all'Università Urbaniana di Roma. È stato ordinato sacerdote il 10 novembre 1984 a Três de Maio (RS) e, seguendo lo spirito di San Giuseppe Allamano, è stato inviato alle missioni in Mozambico nel 1985. Ha trascorso 18 anni in quel Paese africano svolgendo un lavoro pastorale e di evangelizzazione, servendo come parroco, formatore e Superiore Regionale dell’Istituto (due mandati).

Tornato in Brasile nel 2002, è stato formatore al Seminario Teologico di San Paolo, direttore del Centro di animazione missionaria e vocazionale, vicario a Cascavel (PR), parroco a San Paolo e Superiore dei Missionari della Consolata in Brasile (2011-2012). È stato nominato vescovo di Pinheiro il 17 ottobre 2012 e ordinato vescovo il 30 dicembre 2012.

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I vescovi missionari della Consolata con la Direzione Generale a Roma durante la canonizzazione di Giuseppe Allamano

Con questa vasta esperienza di missione ad gentes, Mons. Elio Rama è grato a Dio per l’opportunità di aver visto Giuseppe Allamano diventare Santo. “La mia gratitudine, la mia considerazione e allo stesso tempo la mia gioia di poter avere un protettore in più presso Dio che certamente continuerà a intercedere perché la missione continui a diffondersi nel mondo. Il mio saluto e la mia benedizione”, ha concluso il vescovo.

* Padre Jaime C. Patias, IMC, Ufficio per la Comunicazione

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Non appena abbiamo saputo la data della canonizzazione del nostro Fondatore, il nostro Superiore Regionale, padre Clement Gachoka, è andato visitando i vescovi delle tre diocesi della Corea del Sud in cui operiamo come Missionari della Consolata, per dare la bella notizia e anche per accordare in ogni diocesi una data per poter celebrare degnamente una messa solenne di ringraziamento.

Il vescovo della diocesi di Daejeon ha scelto per la celebrazione la data dell’8 dicembre, Solennità dell’Immacolata, e così proprio ieri, abbiamo avuto il nostro grande evento.

Il luogo prescelto per la celebrazione è stata la parrocchia di Jon-min-dong, il cui attuale parroco, padre Byeon Yun Chui Damiano, è stato missionario in Mongolia per vari anni, e conosce bene i nostri missionari di quel Paese. Lui si è subito detto entusiasta dell’iniziativa e davvero ha fatto tutto quanto in suo potere per accogliere questo evento nella sua parrocchia e facilitarci al massimo le cose.

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Il Superiore della Regione Asia, padre Clement Gachoka, si rivolge all'assemblea durante la Messa

Una volta stabiliti data e luogo della celebrazione abbiamo cominciato a pensare alla preparazione. E qui sono venute alla luce le caratteristiche dei coreani quando c’è da fare qualcosa insieme: organizzazione, suddivisione delle responsabilità, serietà nell’attuazione delle stesse.

I membri del nostro Gruppo Amici IMC non sono certo stati un’eccezione, e ci ha fatto bene al cuore vedere con quanta passione, senso di partecipazione, e gioia si siano dedicati a preparare la festa, fin nei minimi dettagli: dalla tradizionale offerta di un mazzo di fiori al vescovo, al momento del suo arrivo in parrocchia per la celebrazione… fino al momento della benedizione finale alla fine del pranzo per gli invitati. Passando per la meticolosa attenzione a come disporre davanti all’altare il quadro grande di San Giuseppe Allamano, fino agli striscioni da appendere all’ingresso della parrocchia e nel grande salone dove si sarebbe tenuto il pranzo. E senza tralasciare il modo migliore di consegnare ad ogni persona che sarebbe venuta alla messa il libretto sulla vita dell’Allamano, con il santino-ricordo, e, all’uscita, il regalino-ricordo che avevamo preparato.

Insomma, ognuno aveva qualcosa da fare, e tutti hanno svolto il proprio compito, piccolo o grande che fosse, con attenzione ed amore. Siamo davvero fieri del nostro Gruppo di Amici!

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Un altro dato che ci ha riscaldato il cuore è stato vedere la partecipazione delle più diverse realtà della diocesi e della Corea in generale. Mentre la partecipazione dei sacerdoti diocesani è stata molto ridotta (ma si sapeva già, essendo domenica…), i religiosi/e hanno invece risposto molto bene.

C’erano suore di varie comunità, religiosi dei Salesiani, dei Francescani Missionari (un Istituto radicato qui a Daejeon); i Focolarini consacrati; diversi rappresentanti dei Neo catecumenali… e non mancava neppure un nutrito gruppo di Migranti, appartenenti alla locale comunità cattolica dei Migranti “Moyse”, i quali non sanno il coreano, ma hanno partecipato bene lo stesso, fino alla fine. Tutta questa partecipazione ci ha dato la piacevole e grata sensazione di essere ben “radicati” nel tessuto ecclesiale locale!

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Il vescovo, Mons. Kim Jong-su Agostino (foto), ha fatto una bella omelia, ripercorrendo le varie tappe della vita di San Giuseppe Allamano, e mettendo in risalto i vari aspetti della sua santità: dall’obbedienza ai suoi vescovi, alla costante ricerca della volontà di Dio, fino alla grande passione missionaria. La gente ascoltava con grande attenzione, e poteva avere la riprova di quanto il vescovo andava dicendo, nel libretto sull’Allamano che avevano ricevuto all’entrare in chiesa.

Alla fine, tutti abbiamo visto un breve video, sempre sulla vita di San Giuseppe Allamano, e abbiamo ascoltato il coro della parrocchia cantare “O Consolata”, in coreano, con grande solennità!

Anche il pranzo si è svolto bene, con grande gioia. Avevamo previsto un centinaio di partecipanti, ma alla fine sono stati abbastanza di più. Poco male, perché l’impresa di catering alla quale ci eravamo affidati aveva fatto le cose con parecchia abbondanza, e non è mancato niente a nessuno.

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Alla fine i saluti, gli abbracci, gli arrivederci… e il gran lavoro delle nostre signore per rimettere a posto ogni cosa. Sono davvero ammirabili!

E così abbiamo ringraziato con gioia il Signore per la santità del nostro Fondatore. Ci rimane nel cuore la certezza che adesso lui è un po’ più conosciuto ed amato anche nella nostra diocesi di Daejeon. Come non rendere grazie al Signore anche per questo?

* Padre Diego Cazzolato, IMC, missionario in Corea del Sud.

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È stata significativa la partecipazione di molti laici e laiche, amici della famiglia Consolata provenienti da tutto il mondo, agli eventi per la canonizzazione di Giuseppe Allamano a Roma e a Torino. Condividiamo la testimonianza di Lenir Rodrigues, una insegnante che faceva parte della delegazione di Roraima.

“Sono una pellegrina di Roraima, dove è avvenuto il miracolo attribuito al nostro Padre Fondatore Giuseppe Allamano. Ho vissuto la mia infanzia nel comune di Mucajaí, dove è morto annegato padre Ricardo Silvestre, uno dei primi missionari della Consolata (arrivati a Roraima) e fondatore della chiesa di Nostra Signora di Fatima”, ricorda la signora Rodrigues. “I missionari della Consolata sono arrivati a Roraima il 14 giugno 1948, nell'allora Territorio (prima che diventasse uno Stato del Brasile). Tutta la nostra formazione adolescenziale e giovanile è stata fatta dai Missionari e delle Missionarie della Consolata, che hanno lasciato grandi contributi al nostro Stato”, dice con gratitudine e ricorda alcuni nomi importanti.

“Suor Maria Evelia, suor Maria Costa, padre Luis Palumbo, padre José Galantino, monsignor Aldo Mongiano, padre Lírio Girardi e tutti gli altri, hanno dato un grande contributo ai giovani di Roraima. Oggi sono una insegnante e difensora pubblica (avvocato d'ufficio) e sono grata di partecipare a questa canonizzazione del nostro Padre e Fondatore qui a Roma”.

* Padre Jaime C. Patias, IMC, Ufficio per la Comunicazione, Roma.

Non appena è stata annunciata la notizia della canonizzazione di Giuseppe Allamano, una luce ha cominciato a brillare negli occhi di tutti coloro che lo conoscevano o ne avevano sentito parlare. Un'energia contagiosa ha cominciato a permeare i continenti, e tutti gli angoli della terra dove c'erano missionari, missionarie, laici e amici della famiglia Consolata.

Così è stato nella piccola comunità ecclesiale il cui Patrono è San Giuseppe Allamano, situata tra le case ed edifici in São Miguel Paulista, San Paolo, in Brasile. La piccola cappella può passare inosservata per i passanti che percorrono la via Espírito Santo do Dourado - Vila Clara, ma non per i devoti di San Giuseppe Allamano.

Quando sono entrata per la prima volta nella piccola cappella, sono stata colpita innanzitutto dalla luce del tabernacolo al centro e dalle immagini della Consolata e dell'Allamano in alto. Come non commuovermi? Come non vibrare? Come non ricordare le parole dell'Allamano? Piccola chiesa, umile, semplice, ma molto curata, non manca dell'essenziale per celebrare degnamente i misteri della salvezza; rispecchia lo stile di San Giuseppe Allamano, che dava grande valore alla liturgia e alla cura dell'altare, “al bene fatto senza rumore”.

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Venuti a conoscenza di un evento così grande (la canonizzazione), i leaders della comunità hanno iniziato a riflettere e a pianificare la preparazione della giornata. Tutto è stato molto semplice, ma fatto con impegno, immensa gioia ed entusiasmo.

Fin dagli inizi, questa comunità ha avuto la presenza delle Missionarie della Consolata che hanno piantato radici di fede e di amore per la Madonna Consolata e per l'Allamano, alcune di loro già nell'eternità, altre molto fragili, ma molto amate da chi le ha conosciute.

Quando scelsero l'Allamano come patrono, erano sicure che un giorno sarebbe stato canonizzato, e quindi avrebbero poi potuto invocarlo con il titolo di San Giuseppe Allamano, spiega qualcuno della comunità. Essendo anche il mese missionario, si è ripreso la recita del Rosario in famiglia, con le suore che si alternavano per partecipare, incoraggiate da ciò che stava per accadere.

I preparativi più stretti riguardavano la liturgia del giorno: prove di canti appropriati, scelta di simboli per la celebrazione e dinamiche per pubblicizzare il grande evento, coinvolgendo così la gente nella preparazione.

Sono state confezionate magliette per l’occasione con le parole del nuovo santo: “Coraggio, ti benedico”, con la certezza che lui era e sarà sempre presente.

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Il parroco, Fra Ailton Araújo (trinitario), ha invitato il vescovo diocesano, monsignor Algacir Munhak (missionario scalabriniano), a presiedere la celebrazione di ringraziamento. La risposta, per la gioia di tutti, è stata affermativa. Mons. Algacir ha fatto il possibile per essere presente, sebbene lo stesso giorno avesse la celebrazione della Cresima in un'altra parrocchia.

Finalmente è arrivato il grande giorno. Un gruppo di suore della Consolata, dopo aver assistito alla canonizzazione attraverso la TV (20 ottobre), si è recato alla comunità “Allamano” per la solenne celebrazione. La pioggia benedetta non ha impedito la partecipazione della gente che traboccava di gioia, insieme a noi Missionarie.

Anche la presenza dei Laici Missionari della Consolata (LMC) di São Miguel Paulista è stata caratterizzata da gioia ed entusiasmo. La cappella che già era piccola, è diventata ancora più piccola per ospitare così tante persone provenienti da altre comunità.

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Era impossibile non commuoversi quando è stata intronizzata l'immagine di San Giuseppe Allamano nella processione d'ingresso e collocata nel luogo preparato con grande cura, così come la sua Reliquia, accompagnata dalla canzone: “Allamano le tue benedizioni si riversano...”.

Il vescovo, pieno di ardore missionario e di gioia per la canonizzazione, ha contagiato il popolo con un saggio messaggio. Esprimendo la sua ammirazione per San Giuseppe Allamano, ha detto che l'anno prossimo tornerà in questa comunità per celebrare solennemente la Messa con la liturgia del nuovo Santo e consacrare l'altare e la cappella, se non ancora consacrati. Questa promessa del vescovo impegna la comunità a rimanere salda nel cammino.

Dopo la Messa, è stata benedetta la targa al cancello d'ingresso, tra gli applausi della comunità.

Come è consuetudine dopo la Messa, è stata servita la colazione, condividendo ciò che la gente aveva portato con generosità, così come la deliziosa torta con la foto dell'Allamano! E la gente non aveva fretta di andarsene, perché questo giorno era molto speciale e resterà memorabile.

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Già prima della canonizzazione, partecipando alle Messe della comunità, ho avuto modo di ascoltare alcune storie di persone che sono state benedette per intercessione del Beato Giuseppe Allamano. Tutto senza “rumore”.

“Guardate questo santo semplice, gentile e paterno nella Chiesa. E Gesù Cristo gli ha dato l'amore per le cose celesti”.

Per questo siamo immensamente grati a Dio per le meraviglie che opera nei suoi santi e in special modo nella persona di San Giuseppe Allamano!

* Suor Dinalva Moratelli, MC, São Miguel Paulista (San Paolo) in Brasile.

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