“Nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco io mando su di voi colui che il Padre ha promesso” (Lc 24,47-49). 

Espansione geografica

Queste sono le ultime parole di Gesù nel vangelo di Luca. Parole riprese in Atti 1,8, come le ultime parole di Gesù prima dell’Ascensione: “Riceverete la forza dello Spirito Santo e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra”. “Tutti i popoli”, “fino ai confini della terra”. 

Queste parole sono come l’indice del contenuto del libro degli Atti. Gli Atti degli Apostoli, infatti, descrivono come questa testimonianza si allarga geograficamente da Gerusalemme a tutta la regione della Giudea, alla Samaria, regione semi pagana e in cattivi rapporti con Gerusalemme, e si chiude con l’arrivo di Paolo prigioniero a Roma. A Roma Paolo arriva dopo un ampio “girovagare” in Asia, in Grecia, nelle isole di Cipro, Malta, Sicilia. La grande transizione non è però solo geografica ma anche sociale e religiosa, dai Giudei ai pagani (Greci, Licaoni), sempre più ad gentes, cioè verso tutti.

Espansione culturale

Interessante anche guardare allo strato sociale delle persone toccate dalla testimonianza cristiana: autorità religiose e civili, gente comune, militari, commercianti, schiavi e carcerieri, poveri e persone agiate. Nella prima comunità cristiana di Gerusalemme si registrano già differenze tra giudei e greci e la crisi comunitaria che porta alla scelta dei “diaconi” (6,1-5). La persecuzione seguita al martirio di Stefano allarga ancora la prospettiva. Il battesimo del funzionario etiope (At 8), già simpatizzante della fede giudaica, si fa opportunità non prevista di arrivare ai pagani. A lui Filippo annunciò Gesù e lo battezzò ed egli “pieno di gioia proseguì per la sua strada” (8,39). L’evento più impensabile della conversione/vocazione di Saulo alle porte di Damasco (9,1-19) apre sviluppi sempre più vasti: il più feroce oppositore di Gesù di Nazaret diventerà il più appassionato testimone di Gesù ai pagani (proprio lui “accanito sostenitore delle tradizioni dei padri”, Gal 1,14) fino ai confini del mondo.

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Alcuni mometi significativi

CORNELIO: Si ritiene, e giustamente, che il battesimo di Cornelio “centurione della coorte detta “Italica”, la narrazione più lunga di Atti (10,1-11,18) sia il centro del libro di Atti. Cornelio, il primo pagano battezzato, riceve lo Spirito prima di essere battezzato da Pietro. Più che di conversione di Cornelio si può parlare di conversione di Pietro, il quale più tardi saprà difendersi a Gerusalemme, davanti alle accuse di essere entrato in casa di un pagano (11,1-18). La conversione di Pietro porta alla conversione della comunità: “Dunque anche ai pagani Dio ha concesso che si convertano perché abbiano la vita”. 

ANTIOCHIA: Subito dopo la conversione di Pietro e della comunità di Gerusalemme, il libro degli atti narra in modo significativo la nascita della comunità di Antiochia (11,19-26) che prende il posto di Gerusalemme come comunità missionaria da cui partiranno e dove faranno ritorno i viaggi missionari di Paolo. “Appena arrivati (ad Antiochia) riunirono la Chiesa e riferirono tutto quello che Dio aveva operato per mezzo loro e come avesse aperto ai pagani la porta della fede” (14,29). Questa esperienza sarà confermata nel concilio di Gerusalemme (At 15).

GLI ATTI di PAOLO: La seconda parte di Atti (At 13-28) si può chiamare “Atti di Paolo” perché Luca si concentra nel raccontare le sue missioni o viaggi che lo porteranno a Roma prigioniero. Nulla può sostituire l’emozione suscitata dalla lettura di questo stupendo “romanzo” dei viaggi missionari di Paolo, tuttavia uno sguardo sintetico su questi racconti permette alcune osservazioni sulla modalità dell’ad gentes di Paolo stesso.

A. I progetti di Paolo vengono quasi sempre sconvolti (si può dire che son quasi sempre un fallimento e questo ci fa coraggio!): progetta il secondo viaggio con Barnaba, ma poi litigano a causa di Giovanni Marco e fanno due teams (15,36-40). Anche i litigi e gli scontri di personalità fanno parte della missione ad gentes, come tutti ben conosciamo.

B. I suoi soggiorni nelle varie città sono brevi (con le eccezioni di Corinto ed Efeso) e quasi ovunque deve scappare senza aver completato le istruzioni, perché perseguitato e cacciato. E non scappa secondo un suo piano predeterminato, la tappa successiva è spesso determinata dalle circostanze. Paolo, tuttavia, affronta le persecuzioni come cosa normale

C. Notevole la capacità di Paolo di scegliere collaboratori: Timoteo, Sila, Luca, Aquila e Priscilla. La missione è contagiosa, è comunitaria. 

D. I progetti di Paolo vengono sconvolti ma risultano sempre più aperti, ogni chiusura segna un’apertura ad altri, ai diversi, ad gentes 

E. Senza lasciarsi turbare da tutti questi apparenti fallimenti, la preoccupazione costante di Paolo è che Gesù sia conosciuto: questo è particolarmente visibile nell’ultima parte di Atti (21-28) spesso denominata “passio Pauli”: ben quattro anni di prigione due a Gerusalemme-Cesarea e due a Roma. La prigione non chiude le porte della missione.

E. Due volte Paolo racconta in prima persona l’evento della sua vocazione/conversione. Lo fa prima ai Giudei nel Tempio (22,1-19), non per difendersi ma per invitarli a conoscere Gesù e poi più tardi, prigioniero a Cesarea, racconta la sua conversione in un discorso missionario alle autorità romane e giudaiche (26,1-29, il procuratore e il re Agrippa, Berenice, comandanti e cittadini più in vista). Le reazioni al suo discorso appassionato: il procuratore Festo: “tu sei pazzo Paolo, la troppa scienza ti ha dato al cervello”, e Agrippa: “ancora un poco e mi convinci a farmi cristiano” cui Paolo risponde: “Io vorrei supplicare Dio che non soltanto tu ma tutti coloro che mi ascoltano diventassero come sono anch’io, eccetto queste catene” (26,29). Partendo dalla sua esperienza personale di conversione Paolo vorrebbe che tutti potessero incontrare Gesù. Il vero “ad gentes” è testimoniare Gesù a tutte le persone e in questa avventura Colui che guida, il pilota che trasforma i fallimenti in opportunità è lo Spirito Santo: “riceverete lo Spirito Santo e sarete testimoni’ (1,8).

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