I Missionari della Consolata in Colombia inaugurano l'Anno dell'Accompagnamento e del Discernimento Vocazionale e presentano il documento guida con un itinerario di formazione, riflessione ed esperienze di missione.
In un contesto globale segnato da disuguaglianze, crisi ambientali e conflitti sociali, la vocazione cristiana emerge come risposta concreta alle sfide del mondo di oggi. La chiamata a costruire un futuro basato sulla solidarietà, sulla pace e sulla cura del creato diventa sempre più urgente, sia nella vocazione alla vita religiosa che laica, familiare o professionale.
Fedeli al loro carisma di evangelizzazione e promozione umana, i Missionari della Consolata in Colombia hanno assunto questo impegno portando il messaggio della Consolazione alle comunità dove la vita grida giustizia, speranza e amore. Ispirandosi all'insegnamento di San Giuseppe Allamano, il lavoro si concentra sulla formazione di comunità di fede, sulla promozione dei più vulnerabili e sulla costruzione di una società più fraterna e giusta.
In occasione della festa di San Giuseppe sposo della Vergine Maria, la Regione IMC Colombia ha inaugurato l'Anno dell'Accompagnamento e del Discernimento Vocazionale con la presentazione di un documento guida preparato dall'Animazione Missionaria Giovanile Vocazionale (AMGV). Il sussidio contiene informazioni sulle attività programmate, riflessioni sulla vocazione e un calendario dettagliato di incontri ed esperienze che permetteranno ai giovani di avvicinarsi alla missione. Inoltre, il documento contiene i contatti dei missionari disponibili ad accompagnare i giovani che disiderano fare un discernimento vocazionali nelle diverse zone del Paese.
Padre Óscar Medina, coordinatore dell'AMGV a Florencia (Caquetá), ci invita a iniziare questo tempo insieme e ci ricorda che “la nostra risposta e disponibilità sono un segno di speranza per la Chiesa e per l'umanità”.
Tutti gli interessati sono invitati a seguire le attività e i contenuti attraverso i social network all'indirizzo @amjvcolombia su Instagram o sugli account ufficiali dei Missionari della Consolata in Colombia.
* Ufficio Comunicazioni ed Equipe AMJV Colombia.
Nelle intenzioni di preghiera del mese di febbraio 2025, Papa Francesco esorta ad affiancare quanti si sentono chiamati “a vivere la missione di Gesù nella vita” e, ricordando la sua esperienza personale all’età di 17 anni, spiega che “Dio continua a chiamare i giovani anche oggi, in certi casi con delle modalità che non immaginiamo”.
“Preghiamo perché la comunità ecclesiale accolga i desideri e i dubbi dei giovani che sentono la chiamata a vivere la missione di Gesù nella vita: sia la vita sacerdotale, sia la vita religiosa”.
Nel videomessaggio realizzato dalla Rete Mondiale di Preghiera del Papa in collaborazione con l’Arcidiocesi di Los Angeles, Francisco spinge a parlare dei giovani e della necessità di un accompagnamento nel loro cammino di discernimento.
“Quando avevo 17 anni, ero uno studente e lavoravo, avevo i miei progetti. Non pensavo affatto di diventare sacerdote. Ma un giorno entrai in parrocchia… e lì c'era Dio, ad aspettarmi!
Dio continua a chiamare i giovani anche oggi, in certi casi con delle modalità che non immaginiamo. A volte non lo ascoltiamo perché siamo troppo occupati con le nostre cose, con i nostri progetti, persino con le nostre cose della Chiesa.
Ma lo Spirito Santo ci parla anche attraverso i sogni e ci parla attraverso le inquietudini che i giovani sentono nel loro cuore. Se accompagniamo il loro cammino, vedremo come Dio fa cose nuove con loro. E potremo accogliere la sua chiamata in modi che servano meglio la Chiesa e il mondo di oggi.
Confidiamo nei giovani! E, soprattutto, confidiamo in Dio: perché Lui chiama ciascuno! Preghiamo perché la comunità ecclesiale accolga i desideri e i dubbi dei giovani che sentono la chiamata a vivere la missione di Gesù nella vita: sia la vita sacerdotale, sia la vita religiosa”. Queste le parole di Papa Francesco nel videomessaggio.
* Ufficio per la Comunicazione con informazioni di Rete Mondiale di Preghiera del Papa
Un sì per sempre. Sei giovani missionari della Consolata, provenienti dal Kenya, Uganda e Colombia, si apprestano a vivere due momenti fondamentali del loro cammino vocazionale. Il 6 dicembre 2024, nella chiesa di Corpus Domini a Porta Pia, emetteranno i voti perpetui, consacrando per sempre la loro vita a Dio e alla missione.
Il giorno successivo, il 7 dicembre, saranno ordinati diaconi da Monsignor Ignazio Sanna durante una celebrazione che si terrà alle ore 10:30 presso la parrocchia Natività di Maria a Roma-Bravetta. Saranno giornate di grande gioia e significato per la famiglia dei Missionari della Consolata e per l’intera Chiesa.
I voti perpetui rappresentano uno dei momenti più solenni e significativi nella vita di un missionario. Questi sei giovani consacreranno la loro vita a Dio, abbracciando con totale dedizione i consigli evangelici di povertà, castità e obbedienza. In particolare, nella famiglia dei Missionari della Consolata, i voti perpetui sono un atto di amore e di fiducia, un sì definitivo alla missione universale di portare il messaggio del Vangelo ai popoli di ogni cultura e nazione. Questo impegno non è solo una scelta personale, ma anche un dono alla Chiesa, che si arricchisce della testimonianza di uomini e donne pronti a vivere per gli altri, specialmente per gli ultimi e i più bisognosi.
Il giorno seguente, l’ordinazione diaconale segnerà un ulteriore passo nel loro cammino vocazionale. Il diaconato, infatti, è un ministero di servizio che richiama profondamente la missione stessa di Cristo, che "non è venuto per essere servito, ma per servire" (Mc 10,45). Come diaconi, i sei missionari saranno chiamati a proclamare il Vangelo, assistere il popolo di Dio nei sacramenti e testimoniare la carità cristiana attraverso un servizio concreto alle comunità che saranno loro affidate.
Questo ministero, seppur transitorio prima dell’ordinazione sacerdotale, è un momento fondamentale per comprendere e vivere il cuore della missione. I diaconi sono chiamati a essere segni visibili di Cristo servo, impegnati nel servizio alla Parola, all’altare e alla carità.
La provenienza internazionale dei giovani missionari – dal Kenya, Uganda e Colombia – sottolinea la natura universale della vocazione missionaria. I Missionari della Consolata, seguendo l’eredità di San Giuseppe Allamano, loro Fondatore, si dedicano all’annuncio del Vangelo nelle periferie del mondo, superando confini culturali, geografici e linguistici. La loro testimonianza di vita è un richiamo alla bellezza di una Chiesa missionaria, chiamata a essere segno di speranza per l’umanità.
Questi momenti di grazia ci ricordano l’importanza della preghiera e del sostegno della comunità cristiana. La Chiesa si unisce in gioia per celebrare questi passi fondamentali nel cammino vocazionale di questi giovani. Possano il loro sì essere luce per il mondo e strumento di pace e amore, secondo la missione che Cristo stesso ci ha affidato.
* Fratel Adolphe Mulengezi, IMC, studia Comunicazioni Sociali a Roma.
I formatori riuniti a Roma per il corso di formazione permanente, questo martedì 10 settembre, hanno avuto l’opportunità di confrontarsi su alcune tematiche molto presenti nelle comunità religiose: la motivazione e l’affettività.
Lo studio è stato condotto dal missionario della Consolata, padre Renzo Marcolongo, psicologo, con anni di esperienza nelle missioni della RD Congo, Colombia e in Inghilterra, dove è stato formatore e professore. Attualmente fa parte dell’equipe formativa nel seminario teologico di Bravetta a Roma.
Il padre Renzo ha iniziato il suo intervento affermando che le motivazioni sono importanti per capire la nostra vocazione. “La motivazione è una forza che ci spinge ad andare avanti, a dare direzione alla vita e quando le cose vano male, ci sostiene”.
Tredici sono i formatori che partecipano al corso che si svolge a Roma dal 2 al 17 settembre.
Poi, a mo’ di esercizio pratico ha invitato i formatori a scrivere in un foglio le motivazioni che li avevano portati a diventare missionari della Consolata e le motivazioni che oggi li fanno rimanere nella congregazione. L’esercizio aveva lo scopo di mostrare come le motivazioni iniziale cambiano con gli anni. Questo a causa degli eventi personali, politici sociali, culturali, incontri con persone diverse e studio.
In un'intervista rilasciata al Segretariato per la Comunicazione al termine della giornata, padre Renzo Marcolongo ha evidenziato i due aspetti a tema nella sua relazione: la motivazione e l’affettività.
Dal latino: “motus” = movimento. “Muoversi verso qualcosa considerato importante”, ha spiegato padre Marcolongo. “L’importanza è data dal bisogno percepito come strutturante. É sempre espressione di una necessità da soddisfare e deve produrre piacere”. Ci sono le motivazioni primarie che svolgono la funzione di soddisfare i bisogni primari quali fame, sete, sonno, ecc; poi ci sono le motivazioni secondarie apprese dal contesto e dall’ambiente di vita: il bisogno di essere connesso con qualcuno o qualcosa; il senso de trascendenza, l'autorealizzazione, e stima, appartenenza o sicurezza.
Padre Renzo ha osservato che “senza motivazione non si va da nessuna parte e senza le giuste motivazione probabilmente non inizieremo mai nulla di importante e significativo per noi, non prenderemo mai una decisione, non attueremo mai un cambiamento necessario”.
Riguardo l’affettività, padre Renzo ha ricordato dal latino: “ad ficere” = un movimento verso qualcosa, qualcuno, a cui voglio connettermi o attaccarmi. “Quindi l’affettività è la capacità di percepire un’attrazione verso una cosa, una persona, un valore, un ideale, con l’intenzione di assumerlo, di farlo mio”. Secondo il relatore, “per un processo affettivo ‘normale’ è molto importante per conoscere sé stessi e sapere integrare la propria sessualità. Viverla senza ansia o grossi problemi, vivere la vita in pienezza”.
Il tema della sessualità e del sesso, sono aspetti da considerare perché sempre nei processi formativi dei giovani. Padre Renzo ha rimarcato l’importanza di differenziare «sesso» e «sessualità». “Sesso si riferisce a tutte quelle caratteristiche biologiche o tratti anatomici e fisiologici che differenziano l’uomo dalla donna, il maschile dal femminile. La sua funzione è la riproduzione”.
La sessualità, invece, “è molto di più del semplice sesso poiché le persone hanno anche una parte emotiva o psicologica e una parte sociale o relazionale. La sessualità è molto ampia e complessa. È una dimensione molto importante che si costruisce quando ogni persona interagisce con il proprio ambiente. La sessualità appartiene alla maturità emotiva e questa appartiene alla maturità umana”.
Assieme a questo tema, padre Renzo ha anche parlato dell’individualismo, della maturità umana; sessualità e genere; forme di sessualità; sesso biologico; identità sessuale; tentazione del desiderio, espressione del genere, ecc. Sono questioni che fanno parte delle tematiche in discussione nel programma del corso di formazione permanente per i formatori nelle tappe del noviziato, teologia e specializzazione.
* Padre José Martín Serna, IMC, maestro di novizi a Manaus, Brasile.
Il centro di spiritualità Resurrection Garden a Nairobi, in Kenya, ha riunito il venerdì 23 agosto 2024 famiglie, amici, seminaristi, sacerdoti e religiosi di varie congregazioni per l'ordinazione di sette nuovi diaconi (cinque IMC e due Redentoristi) e di un nuovo sacerdote, il diacono Titus Gichohi, missionario della Consolata che stava prestando servizio pastorale in Polonia.
I missionari della Consolata ordinati diaconi sono stati: Antonio Isolindo, Samuel Kangiri Mwangi, Bene Baskalis Nebiyu, Joseph Bakabo Kpudu e Bernard Malich Okelo e insieme a loro anche i due seminaristi della Congregazione dei Redentoristi, Pius Juma Owino e Fredrick Omondi.
La celebrazione è stata presieduta dal nuovo vescovo coadiutore della diocesi di Isiolo, monsignor Peter Makau, IMC. Queste sono le prime ordinazioni da lui celebrate da quando è stato consacrato vescovo il 27 luglio 2024.
Nella sua omelia, il vescovo ha sottolineato che il ministero diaconale e sacerdotale conformano la nostra vita a quella di Cristo per “santificare il popolo di Dio. Noi sacerdoti siamo chiamati ad annunciare il Vangelo, ad essere pastori del popolo di Dio e a celebrare la sacra liturgia del sacrificio del Signore, l'Eucaristia”.
Mons. Peter Makau ha spiegato che attraverso il sacramento dell'Ordine riceviamo la triplice funzione di essere re per governare (servire), sacerdoti per santificare il popolo di Dio e profeti per insegnare al popolo la Parola di Dio, sull'esempio di Cristo, il buon Pastore. Anche noi siamo chiamati ad essere buoni pastori, sempre pronti a dare la nostra vita come Gesù ha dato la sua per l'umanità”.
Il vescovo coadiutore della diocesi di Isiolo ha poi richiamato l'attenzione sul fatto che “diventare re e sacerdote può essere relativamente facile, ma diventare profeta o essere una voce profetica, a volte diventa più difficile. Essere re, essere sacerdote è un privilegio, ma essere profeta è una grande sfida”.
Secondo Mons. Makau, le domande incluse nel rito dell’ordinazione e pronunciate dal celebrante ci ricordano “la nostra identità, la nostra consacrazione. Siamo chiamati a proclamare il Vangelo, a essere pastori del popolo di Dio e ad essere profeti”.
Mons. Peter Makua durante l'ordinazione sacerdotale del diacono Titus Gichohi, IMC.
I sette nuovi diaconi si presentano all'assemblea