Il vescovo coadiutore della diocesi di Isiolo, di passaggio a Roma per la visita ad limina dei vescovi del Kenya, ha lasciato questo messaggio sulla canonizzazione.

“Siamo qui per ringraziare per tutte le benedizioni che Dio ci ha concesso, soprattutto per la canonizzazione del Beato Allamano il 20 ottobre di quest'anno. Vi invitiamo a unirvi a noi nella Giornata Missionaria Mondiale. L'Allamano voleva che la Buona Novella del Vangelo raggiungesse tutto il mondo e per questo ha fondato le nostre due congregazioni e per questo siamo grati al Signore”.

* Video realizzato dall'equipe di comunicazione per la Canonizzazione

Arrivederci e a presto

C'è un tempo per ogni cosa”, dice il libro del Qoelet (3,1). Quindi, dopo un anno a Roma è tempo per me di partire per Kinshasa nella Repubblica Democratica del Congo. Il 19 giugno 2023 ero arrivato in Italia per un periodo sabbatico dopo alcuni anni in Venezuela; questo tempo è stato per me un vero momento di grazia. Come non ringraziare la mia Congregazione per avermi offerto questa esperienza prima di ritornare in missione!

Quando sono arrivato a Roma ho cominciato subito a studiare la lingua italiana per tre mesi. Anche questa prima tappa è stata importante perché non solo stavo imparando la lingua ma mi stavo anche immergendo nella cultura italiana. La scuola, che ringrazio, ci ha permesso di conoscere la grande città di Roma, mostrando località storiche e turistiche e spiegandoci ogni luogo in cui siamo stati.

Appena terminato lo studio della lingua, sono andato in Piemonte, per vedere con i miei occhi e calpestare con i miei piedi il luogo dove tutto ha avuto inizio. Per prima cosa sono andato a Castelnuovo dove è nato il Beato Giuseppe Allamano, il nostro Fondatore. Che emozione! Sono entrato nella casa dove viveva, ho visto il letto dove dormiva, la cucina... insomma la terra dov’era nato. Poi, di ritorno a Torino, è stata la volta di visitare il bel santuario della Consolata e inginocchiarmi e pregare davanti alla tomba del padre Fondatore in Casa Madre. Un altro momento commovente, memorabile e indimenticabile per me.

Per concludere c’è stata anche una tappa importante ad Alpignano nella quale ho potuto visitare i grandi combattenti della missione. In quel municipio torinese la comunità ha una casa destinata ai missionari anziani che hanno donato tutta la loro vita al Signore e alla missione. Si tratta quindi di un ambiente fatto apposta per il  riposo e la tranquillità di persone cariche di anni e con qualche problema di salute. Ne ho trovati tanti: alcuni conosciuti e altri a me sconosciuti. Ma una cosa è chiara: tutti aspettano la corona; perché, come dice l'apostolo Paolo: “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti coloro che attendono con amore la sua manifestazione” (2 Tim 4,7-8). Questa è la sensazione che ho provato parlando con alcuni di loro; sono l’esempio vivente di cosa vuol dire donare la propria vita al Signore! È stato un onore per me averli conosciuti.

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Padre Genaro Ardila, padre Innocent Mbisamulo e padre Edilberto Meza Olivera

Tutte queste esperienze mi hanno rinnovato; arrivare alle fonti ha prodotto in me una importante ricarica spirituale e vocazionale.

Ora mi sto preparando per andare in Congo, la mia nuova destinazione. Posso dire che grazie a questo periodo sabbatico mi sento fresco e pronto ad iniziare una nuova sfida  missionaria. Vorrei quindi cogliere l'occasione per ringraziare tutti i confratelli della casa generalizia per avermi accolto. Con loro ho trascorso momenti piacevoli. Ho imparato molto da ciascuno di loro. Vi porterò sempre nelle mie umili preghiere quotidiane.

In particolare, ringrazio padre José Martins Fernandes, superiore della comunità, che per me è stato davvero un padre e mi ha messo in condizione di vivere questo periodo in modo proficuo. E anche Padre Gabriele Casadei, economo della casa, per avermi sempre accolto e servito con un sorriso contagioso e caloroso.

Vorrei anche ringraziare tutti coloro che collaborano alla manutenzione quotidiana della casa: cucina, pulizia delle camere, portineria, lavanderia, giardino. Vi porterò tutti nel mio cuore.

Lo Spirito del nostro Padre Fondatore, che presto sarà proclamato santo, possa sempre mantenerci uniti. Saluto tutti e ci vediamo la prossima volta!

* Padre Innocent Bakwangama Mbisamulo, IMC, missionario nella RD del Congo.

Ho pensato di condividere con voi alcune esperienze personali che mi portano a concludere che Dio è sempre presente nella mia vita.

Dall’11 al 15 marzo 2024 abbiamo vissuto un’esperienza speciale chiamata: “settimana della fraternità”. Con altri 53 compagni e tre insegnanti siamo andati a Varseglia, ex noviziato salesiano, per fare il corso e mettere in pratica quanto impariamo ogni giorno. Il tema principale della settimana è stato “rileggere la tua storia”.

Condivido qui con voi il frutto della mia riflessione dopo questa esperienza di quasi una settimana. Sono entrato nell'Istituto nel 2002 e in questi anni sono passato da Maputo (Mozambico), San Paolo, Curitiba (Brasile), Tucupita e Caracas (Venezuela). Oggi sono a Roma e tra poco partirò per Kinshasa, la mia nuova destinazione. Queste città sono quasi tutte capitali nei rispettivi paesi o province. Eppure, sono nato in un piccolo villaggio chiamato Bovobosaa, nella provincia di Haut-Uélé nella Repubblica Democratica del Congo. Poiché il Signore mi ha chiamato, vivo solo nelle capitali dei Paesi dove Lui mi manda. Un viaggio eccezionale! Non l'avevo mai capito.

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Grazie a questo corso di “formazione continua”, ho dovuto riflettere profondamente sulla mia vita. Il corso mi ha aiutato a tornare alle origini, invitandomi a saper leggere e rileggere positivamente il mio passato, per dare importanza alla mia storia. Quando ho osato farlo, i miei occhi addormentati si sono aperti per vedere come Dio è così presente in ogni dettaglio della mia vita.

Appena arrivato a Roma, vedo sfilare tanti pellegrini e turisti che vengono da diversi angoli del mondo, solo per visitare questa grande città storica e la Città del Vaticano. Magari rimangono anche solo qualche ora ma portando con sé souvenir, foto, e cercano di essere presenti alla preghiera dell'Angelus e vedere il Santo Padre.

Non è facile venire in Italia, se lo possono permettere solo quelli che hanno sufficienti mezzi economici, eppure io, per un anno, ho vissuto nella nostra casa generalizia, che si trova proprio in diagonale rispetto al Vaticano, un luogo che tutti sognano di vedere. Posso andarci tutti i giorni, giorno e notte, perché vivo proprio accanto al Santo Padre. Mi sembra addirittura strano dirlo perché è un sogno che molti vorrebbero vedere realizzato un giorno. Nel caso mio è Lui che mi ha fatto lasciare il villaggio per portarmi dove sono adesso; Dio è sempre con me nei dettagli della mia vita e mi cerca in ogni momento.

Faccio mia anche la domanda che Dio ha fatto ad Adamo: “dove sei?”. Questa domanda mostra la preoccupazione di Dio per me. La rilettura della mia vita mi ha rimandato a Sant'Agostino che diceva: “Tu eri dentro di me, e io fuori. E là ti cercavo. Deforme, mi gettavo sulle belle forme delle tue creature. Tu eri con me, ma io non ero con te. Mi tenevano lontano da te quelle creature che non esisterebbero se non esistessero in te”. (Tratto da internet). E aggiungere: «Ci hai fatti per te, Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te». Dio non è mai in pace quando mi perdo; anch’io, quando mi allontano da Lui, non sono mai in pace.

Rileggere la mia storia mi ha aiutato a sentire Dio vicino a me in ogni momento della vita. Lui mi ha preso e mi ha portato dall'ignoto al conosciuto; mi ha fatto capire che può sollevare qualcuno quando vuole e portarlo dove vuole. Per questo devo essere attento a tutto ciò che accade intorno a me, soprattutto ai piccoli dettagli della vita. Lo ringrazio per essere sempre presente in ogni fase della mia vita.

E ho capito anche che la Consolata è la via attraverso la quale Dio ha voluto raggiungermi. Un'occasione per ringraziare la mia Congregazione per ogni dettaglio nei miei confronti!

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I participanti del corso di formazione continua nella Pontificia Università Salesiana di Roma. Foto: UPS

* Padre Innocent Bakwangama Mbisamulo, IMC, è congolese e ha appena terminato un corso di formazione a Roma.

Un paio di sandali, una lampada, la Bibbia e un'immagine della Madonna di Aparecida, la patrona del Brasile. Questi erano alcuni dei simboli portati nella processione d'ingresso per ricordare l'essenziale della consacrazione a Dio vissuta nella diversità dei carismi. Il coro della comunità brasiliana intonava melodie familiari. L'atmosfera di preghiera si è creata nella bellissima Basilica di Sant'Andrea della Valle a Roma, dove più di 200 religiosi e religiose di diverse congregazioni si sono riuniti nel pomeriggio di domenica 11 febbraio per una Messa di ringraziamento.

Organizzata dalla comunità brasiliana a Roma, dai religiosi e dalle religiose brasiliani e dalla stessa Basilica nella persona del suo Rettore, il padre João Marcos, la celebrazione aveva lo scopo di commemorare la Giornata della Vita Consacrata (celebrata il 2 febbraio). Il cardinale João Braz de Aviz, prefetto del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, ha presieduto la messa e ha incentrato la sua omelia su due immagini: "vivere la compassione e camminare insieme".

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Il cardinale brasiliano, João Braz de Aviz, prefetto del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica

"L'incontro di Gesù con il lebbroso ci dice molto sulla vita che ci ha chiamato a sperimentare", ha sottolineato il cardinale riflettendo sul Vangelo di Marco (1,40-45). "Gesù si avvicina all'uomo e lo tocca, ascolta il suo grido e lo guarisce. Gesù ha fatto questo perché aveva compassione". "Oggi –ha aggiunto– Siamo in un momento in cui la Vita Consacrata, come vita cristiana, è chiamata a cambiare il suo cammino per diventare una risposta per noi e per le persone".

Ispirandosi al Sinodo sulla sinodalità, il card. João Braz ha incoraggiato le comunità religiose a camminare insieme, con il carisma e la cultura dell'altro, valorizzando ogni gesto. "Molte delle nostre comunità di Vita Consacrata cercano Dio, ma non riescono a capire la loro sorella o il loro fratello. Ebbene: quando non capiamo più i nostri superiori e, a volte, non sappiamo cosa fare dell'obbedienza è quanto abbiamo bisogno di questa compassione e di questo camminare insieme!", "Penso –ha esclamato– che la Chiesa d'ora in poi, come già avviene in molte comunità religiose, si muoverà sempre più verso i poveri. Che Dio ci aiuti a farlo", augurò il cardinale brasiliano.

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Religiosi e religiose brasiliani durante la messa nella Basilica di Sant'Andrea della Valle a Roma.

Sempre commentando l'incontro di Gesù con l'uomo affetto da lebbra, il card. João Braz ha implorato a Dio la capacità di compassione. "Come Dio ha compassione di noi, così possiamo imparare a non essere più noi stessi, ma ad abbassarci, ad accogliere, a percepire, a guardare con maturità, a saper tacere nei momenti in cui non sappiamo spiegare e a offrire ciò che è difficile da comprendere".

Parlando del Papa che serve nel Dicastero, il cardinale ha fatto un'osservazione: "Quanti di noi hanno cominciato a dubitare del ministero di Francesco. Questo è un grande dolore, proprio del Papa che ci sta avvicinando alle pagine più preziose del Vangelo. Dobbiamo stare attenti e camminare in comunione con tutti e insieme", ha esortato.

Il 70° anniversario della Conferenza dei Religiosi del Brasile

La data della celebrazione ha coinciso con la memoria della Madonna di Lourdes e la Giornata Mondiale del Malato, ma anche con l'anniversario della creazione della Conferenza dei Religiosi del Brasile che è stata fondata precisamente l'11 febbraio 1954 a Rio de Janeiro durante la celebrazione del Congresso Nazionale dei Religiosi. Ha partecipato alla celebrazione eucaristica anche Suor Eliane Cordeiro, attuale Presidente della CRB nazionale che è a Roma per un incontro in preparazione al Giubileo della Vita Consacrata che si terrà nel 2025.

Rivolgendosi ai presenti al termine della celebrazione, ricordando il 70° anniversario della CRB, li ha invitati al Congresso che si terrà dal 30 maggio al 2 giugno di quest'anno a Fortaleza, con la partecipazione di 700 religiosi e religiose. "È un momento di festa e di ringraziamento" –ha detto suor Eliane– "e voi siete un pezzetto di Brasile qui a Roma, che indubbiamente diffonde gioia, umanizzazione e accoglienza, che sono le nostre caratteristiche".

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Suor Eliane Cordeiro (seconda da sinistra), la Presidente della Conferenza dei Religiosi del Brasile (CRB)

Ha anche spiegato che il programma del Congresso ruoterà attorno a quattro parole: Memoria, Mistica, Profezia e Speranza. Concludendo ha ricordato questi aspetti della vita religiosa: "essere sempre al servizio dei poveri, vivendo l’amore per la Chiesa, per Gesù e per il suo Vangelo".

Padre Leonir Chiarello, scalabriniano, ha ringraziato il cardinale per la sua presenza fraterna e ha riassunto così le sue parole: "il carisma della compassione ci aiuta a camminare insieme in tutte le forme di vita".

A nome della coordinazione, il padre Júlio César Werlang, si è congratulato con tutti i partecipanti e ha ricordato il prossimo appuntamento dei religiosi e delle religiose brasiliani a Roma, che sarà sabato 17 febbraio, con una riflessione sulla Campagna della Fraternità 2024 dal tema "Fraternità e amicizia sociale", ispirato all'Enciclica “Fratelli Tutti" di Papa Francesco.

* Padre Jaime C. Patias, Comunicazione IMC Roma.

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Si conclude la GMG

  • , Ago 08, 2023
  • Pubblicato in Notizie
“La gioia è missionaria”

Sabato sera, 5 agosto, si è calcolato che circa un milione e mezzo di giovani erano con Papa Francesco nel Parco del Tejo (Lisbona, Portogallo) durante la Veglia che ha chiuso il penultimo giorno della GMG. Dopo diversi spettacoli e alcune testimonianze, il papa ha preso la parola e, senza leggere, come ha fatto in varie occasioni durante questo viaggio, si è diretto ai giovani presenti. La sua riflessione ci ha riportati al motto di questa GMG "Maria si alzò e partì senza indugio" (Lc 1,39)

“Perché Maria si è alzata ed è andata in fretta a trovare sua cugina? Elisabetta era incinta, ma anche Maria lo era e quindi perché si è messa in viaggio in quelle condizioni? Maria compie un gesto non richiesto e non obbligato –commenta papa Francesco–, lo fa e si mette in viaggio perché ama”.

Maria era piena di gioia, sia per la gravidanza di sua cugina Elisabetta che per la sua, e “la gioia è missionaria"; la gioia nasce dentro di noi ma è da portare, dev'essere contagiosa. "Voi siete venuti fin qui per incontrarvi –continua papa Francesco–, per cercare il messaggio di Cristo, per scoprire il senso bello della vita; quello che avete trovato, lo terrete solo per voi o lo porterete agli altri? Guardate la vostra storia e cercate di riconoscere ciò che vi ha portato alla gioia. Tutti noi, se ci guardiamo indietro in modo onesto, riconosceremo persone che sono state un raggio di luce per la nostra vita: genitori, nonni, amici, sacerdoti, religiosi, catechisti, animatori, insegnanti. Loro sono le radici della nostra gioia. Da questo deve sorgere l’appello e l’urgenza di essere noi stessi, per gli altri, le radici della gioia”.

Concludendo il Santo Padre ha lasciato ai giovani un semplice orientamento per il loro impegno missionario: camminare con una meta chiara; camminare vincendo la paura di cadere e se si cade disposti a rialzarci; allenarsi ogni giorno della vita per questo cammino perché “nella vita nulla è gratuito e tutto si paga... ma c’è una cosa che è gratuita e sicura: l’amore di Dio. Con questo amore andiamo avanti senza paura e camminiamo nella speranza”.

“Non abbiate paura”

Il giorno dopo, festa della Trasfigurazione, nella messa di invio che chiudeva la GMG 2023, papa Francesco ha invitato tutti a chiedersi quali sono stati i frutti di questi tre giorni. E facendo riferimiento al Vangelo del giorno della trasfigurazione (Mt 17,1-9) ha voluto rispondere proponendo tre verbi importanti di quel testo: “brillare, ascoltare e non avere paura”.

Per quanto riguarda il primo verbo, Francesco ha spiegato che Cristo trasfigurato “brillava” e per mezzo della sua luce infondeva valore e speranza agli apostoli ai quali aveva da poco annunciato la sua passione e morte.
Il secondo verbo “ascoltare” era offerto direttamente dal Padre e invitava tutti all'ascolto della Parola di Dio e al Vangelo; “è lì dove Gesù ci indica senza sbagliare qual è la via dell'amore".
E poi si tratta di vincere la paura. Tante volte lo stesso Gesù l'aveva detto ai suoi discepoli intimoriti e anche in questo episodio lo dice: “non temete”. “Ancora oggi, a voi giovani che siete il presente e il futuro di questa umanità, Cristo dice non abbiate paura”.

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Le prossime tappe del cammino

Concludendo la celebrazione della Giornata Mondiale della Gioventù papa Francesco invita i giovani presenti a due appuntamenti futuri: il primo sarà a Roma nel 2025, anno del giubileo ordinario, e il seguente sarà a Seul, in Corea del Sud, dove è prevista la celebrazione della prossima GMG nel 2027.

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