Il Pane che noi spezziamo
Preghiera litanica
Let. Pane vivo, spezzato per noi.
Tutti Ti lodiamo e ti benediciamo.
Let. Vino di salvezza, versato per noi.
Tutti Ti lodiamo e ti benediciamo.
Let. Agnello di Dio,
che ti fai presente sull’altare per la potenza dello Spirito santo.
Tutti Ti lodiamo e ti benediciamo.
Lett. Dio infinito ed eterno, disceso dal cielo.
Tutti Ti lodiamo e ti benediciamo.
Let. Figlio dell’Altissimo, umiliato fino alla condizione di servo.
Tutti Ti lodiamo e ti benediciamo.
Let. Creatore e Signore, che hai volontariamente sofferto per noi.
Tutti Ti lodiamo e ti benediciamo.
Let. Santo dei santi, che hai condiviso la sorte di chi si era perduto.
Tutti Ti lodiamo e ti benediciamo.
Let. Redentore dell’uomo, il cui amore non conosce confini.
Tutti Ti lodiamo e ti benediciamo.
Lettura biblica
Lett. Lettura degli Atti degli Apostoli 2, 42-47
I discepoli del Signore Gesù erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere. Un senso di timore era in tutti, e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e, spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati.
Salmo Sal 144 (145)
Sol. Ti lodino, Signore, tutte le tue opere e ti benedicano i tuoi fedeli. Dicano la gloria del tuo regno e parlino della tua potenza.
Tutti Gli occhi di tutti a te sono rivolti in attesa e tu dai loro il cibo a tempo opportuno. Tu apri la tua mano e sazi il desiderio di ogni vivente.
Sol. Giusto è il Signore in tutte le sue vie e buono in tutte le sue opere. Il Signore è vicino a chiunque lo invoca, a quanti lo invocano con sincerità.
Tutti Appaga il desiderio di quelli che lo temono, ascolta il loro grido e li salva. Canti la mia bocca la lode del Signore e benedica ogni vivente il suo santo nome, in eterno e per sempre.
L’eucaristia, mistero da credere
Voce Guida
La perseveranza nello spezzare il pane chiede anzitutto l’esercizio quotidiano delle virtù teologali, in modo particolare della fede. La fede che, sostenuta dalla grazia dello Spirito Santo, professa che Gesù nel sacramento eucaristico continua ad amarci fino al dono del suo Corpo e del suo Sangue. La speranza che, certa della Parola del Signore, ci mostra il compimento delle promesse e ci fa pregustare la gloria futura. La carità che, esemplata sul sacrificio di Cristo, fa della nostra vita un servizio d’amore reso a Dio e ai fratelli.
Lettura biblica
Lett. Lettera agli Ebrei 10, 19-25
Fratelli, poiché abbiamo piena libertà di entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesù, via nuova e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne, e poiché abbiamo un sacerdote grande nella casa di Dio, accostiamoci con cuore sincero, nella pienezza della fede... Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è degno di fede colui che ha promesso. Prestiamo attenzione gli uni agli altri, per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone. Non disertiamo le nostre riunioni, come alcuni hanno l’abitudine di fare, ma esortiamoci a vicenda, tanto più che vedete avvicinarsi il giorno del Signore.
Acclamazioni a Cristo
Sol. Pane degli angeli,
pane dei pellegrini.
Pane disceso dal cielo
pane dei poveri.
Pane spezzato per noi
vero pane dei figli.
Tutti Noi crediamo al tuo amore, Signore!
Sol. Buon pastore, vero pane,
o Gesù, nostra speranza,
sazia di te la nostra fame.
Portaci alla tavola del Regno,
nella terra dei viventi,
nella gioia dei tuoi santi.
Tutti Noi speriamo nel tuo amore, Signore!
Sol. Parola di sapienza, vero cibo,
amore che dona la vita,
perdono che riscatta la colpa,
grazia che salva e redime.
Insegnaci l’umiltà del servizio,
infondi la gioia del bene.
Tutti Noi amiamo con la forza del tuo amore, Signore!
Canto di ascolto
Lett. Dall’esortazione apostolica Sacramentum caritatis di papa Benedetto XVI
«Mistero della fede!». Con questa espressione pronunciata immediatamente dopo le parole della consacrazione, il sacerdote proclama il mistero celebrato e manifesta il suo stupore di fronte alla conversione sostanziale del pane e del vino nel Corpo e nel Sangue del Signore Gesù, una realtà che supera ogni comprensione umana. In effetti, l’eucaristia è per eccellenza «mistero della fede»: «è il compendio e la somma della nostra fede». La fede della Chiesa è essenzialmente fede eucaristica e si alimenta in modo particolare alla mensa dell’eucaristia… Per questo, il sacramento dell’altare sta sempre al centro della vita ecclesiale e «grazie all’eucaristia la Chiesa rinasce sempre di nuovo!». Quanto più viva è la fede eucaristica nel popolo di Dio, tanto più profonda è la sua partecipazione alla vita ecclesiale mediante la convinta adesione alla missione che Cristo ha affidato ai suoi discepoli. Di ciò è testimone la stessa storia della Chiesa. Ogni grande riforma è legata, in qualche modo, alla riscoperta della fede nella presenza eucaristica del Signore in mezzo al suo popolo.
Preghiera
Sol. Signore Gesù,
credo che sei nell’eucaristia, vivo e vero.
Tutto ciò che fa di te una Persona,
il Figlio dell’uomo e il Figlio di Dio,
tutto è presente.
Tutti Credo Signore, accresci la mia fede.
Credo che sei presente tu,
nato a Betlemme dalla Vergine,
crocifisso sul Calvario,
risorto il terzo giorno
ed ora nella gloria alla destra del Padre.
Tutti Credo Signore, accresci la mia fede.
La tua presenza, Signore,
è misteriosa e invisibile;
se anche non vedo nulla,
se anche non sento nulla,
credo fermamente, o Signore,
che tu sei realmente presente,
perché tu l’hai detto!
Tutti Credo Signore, accresci la mia fede.
Quando sei venuto in mezzo a noi,
in terra di Palestina,
nascosta era la tua divinità,
evidente la tua umanità.
Ora nel mistero eucaristico,
velata rimane anche la tua umanità.
Questo esige fede grande,
questo reclama fede viva.
Tutti Credo Signore, accresci la mia fede.
Signore donami una fede che ama.
Tu che mi vedi, tu che mi ascolti,
Tu che mi parli, illumina la mia mente
perché creda di più;
riscalda il mio cuore perché ti ami di più!
La tua Presenza, mirabile e sublime,
mi attragga, mi afferri, mi conquisti.
In ginocchio professo la mia fede in te:
«Mio Signore e mio Dio»!
Tutti Credo Signore, accresci la mia fede.
Canto: Crediamo nel Signore
Crediamo nel Signore, che veglia su di noi:
ci nutre nella fame, ci strappa dalla morte.
Chi spera in lui per sempre avrà
la gioia del suo Regno,
con Cristo nella gloria!
La grazia ci sostiene di un pane che dà vita;
la forza ci è donata di un vino che ristora.
Introduzione
Come essere uomini e donne che testimoniano nella storia la speranza? L’interrogativo concerne il rapporto tra testimone e destinatario. Il testimone è una sorta di “narratore della speranza.” Il racconto della speranza ha un duplice scopo: narrare l’incontro del testimone con il Risorto e far sorgere il desiderio di Gesù in chi vede e ascolta e a sua volta decide di farsi discepolo.
Ci esorta la prima lettera di Pietro:”Adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi.” Nel tempo della ragione debole e del disincanto, occorre riuscire a dire che Cristo è la ragione della speranza che è in noi. Se tutto appare fluido e flessibile, Cristo è saldo e stabile. Se tutto appare passeggero, Cristo è per sempre e promette l’eternità.
Affidiamo a Lui, durante questa preghiera, tutte le religiose e i religiosi. A Lui si riferiscano tutti i giovani in ricerca di senso per la propria vita.
Canto ed Esposizione
Invocazione allo Spirito Santo
O Spirito di sapienza
donaci la luce per scegliere con gioia le vie del Signore.
O Spirito d’intelletto,
rendici capaci di leggere nelle vicende della vita e nei segni dei tempi la volontà del Signore.
O Spirito di consiglio,
guidaci con docilità e radicalità nei solchi del nostro avvenire.
O Spirito di fortezza, dacci il coraggio di testimoniare la fede e la carità in ogni circostanza ed età della vita
O Spirito di scienza,
mostraci la strada che Dio ha scelto per noi in questo tempo.
O Spirito di pietà, fa che cresciamo sempre
nell’amicizia e nella comunione del Signore e tra di noi.
O Spirito del santo timore di Dio,
apri il nostro cuore alla fiducia e alla speranza che sostengano il nostro cammino.
Testimoni di Gesù
Dal Vangelo di Marco (Mc 16,1-8)
Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a imbalsamare Gesù. Di buon mattino, il primo giorno dopo il sabato, vennero al sepolcro al levar del sole. Esse dicevano tra loro: «Chi ci rotolerà via il masso dall'ingresso del sepolcro?». Ma, guardando, videro che il masso era già stato rotolato via, benché fosse molto grande. Entrando nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d'una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l'avevano deposto. Ora andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto».
Ed esse, uscite, fuggirono via dal sepolcro perché erano piene di timore e di spavento. E non dissero niente a nessuno, perché avevano paura.
Da “La chiesa del grembiule” di don Tonino Bello
Che cosa è la speranza? Speranza significa forza di rinnovare il mondo, forza di cambiare le cose. La speranza è l’atteggiamento di colui che, mentre si addensano le tribolazioni sulle sue spalle, non lascia spegnere il canto sulla sua bocca. ….. Annunciare la speranza significa anche giudicare gli avvenimenti alla luce della Parola di Dio, e non semplicemente avallarli alla fioca lucerna dei calcoli umani. La comunione con Gesù Cristo, la comunione con i fratelli, il servizio e la convivialità e infine, la gioia Pasquale. Sono questi i segni di speranza.
SALMO 39
Ho sperato: ho sperato nel Signore
ed egli su di me si è chinato,
ha dato ascolto al mio grido.
Mi ha tratto dalla fossa della morte,
dal fango della palude;
i miei piedi ha stabilito sulla roccia,
ha reso sicuri i miei passi.
Mi ha messo sulla bocca un canto nuovo, lode al nostro Dio.
Molti vedranno e avranno timore
e confideranno nel Signore.
Beato l'uomo che spera nel Signore
e non si mette dalla parte dei superbi,
né si volge a chi segue la menzogna.
Quanti prodigi tu hai fatto, Signore Dio mio,
quali disegni in nostro favore:
nessuno a te si può paragonare.
Se li voglio annunziare e proclamare
sono troppi per essere contati.
Esultino e gioiscano in te quanti ti cercano,
dicano sempre: «Il Signore è grande»
quelli che bramano la tua salvezza.
Io sono povero e infelice;
di me ha cura il Signore.
Tu, mio aiuto e mia liberazione,
mio Dio, non tardare.
Canone meditativo
Testimoni di speranza
Dalla Prima Lettera di Giovanni (1Gv 1,1-4)
Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita (poiché la vita si è fatta visibile, noi l'abbiamo veduta e di ciò rendiamo testimonianza e vi annunziamo la vita eterna, che era presso il Padre e si è resa visibile a noi),quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. La nostra comunione è col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia perfetta.
I Santi testimoni di speranza.
Dal Discorso del Papà Benedetto XVI
durante la Veglia nella spianata di Marienfeld (Agosto 2005)
I beati e i santi sono stati persone che non hanno cercato ostinatamente la propria felicità, ma semplicemente hanno voluto donarsi, perché sono state raggiunte dalla luce di Cristo. Essi ci indicano così la strada per diventare felici, ci mostrano come si riesce ad essere persone veramente umane. Nelle vicende della storia sono stati essi i veri riformatori che tante volte l’hanno risollevata dalle valli oscure nelle quali è sempre nuovamente in pericolo di sprofondare; essi l’hanno sempre nuovamente illuminata quanto era necessario per dare la possibilità di accettare – magari nel dolore – la parola pronunciata da Dio al termine dell’opera della creazione: “È cosa buona”.[…] I santi, sono i veri riformatori. Ora vorrei esprimerlo in modo ancora più radicale: solo dai santi, solo da Dio viene la vera rivoluzione, il cambiamento decisivo del mondo. Nel secolo appena passato abbiamo vissuto le rivoluzioni, il cui programma comune era di non attendere più l’intervento di Dio, ma di prendere totalmente nelle proprie mani il destino del mondo. E abbiamo visto che, con ciò, sempre un punto di vista umano e parziale veniva preso come misura assoluta d’orientamento. L’assolutizzazione di ciò che non è assoluto ma relativo si chiama totalitarismo. Non libera l’uomo, ma gli toglie la sua dignità e lo schiavizza. Non sono le ideologie che salvano il mondo, ma soltanto il volgersi al Dio vivente, che è il nostro creatore, il garante della nostra libertà, il garante di ciò che è veramente buono e vero. La rivoluzione vera consiste unicamente nel volgersi senza riserve a Dio che è la misura di ciò che è giusto e allo stesso tempo è l’amore eterno. E che cosa mai potrebbe salvarci se non l’amore?
Silenzio
Diamo voce alla nostra speranza
Non Ti annoio Signore con le mie richieste di don Tonino Bello.
Non ti annoio con le mie richieste Signore. Ti chiedo solo tre cose per adesso:
Dà a questi miei fratelli la forza di osare di più. La capacità di inventarsi. La gioia di prendere il largo. Il fremito di speranze nuove.
Facci provare l’ebbrezza del camminare insieme. Facci sentire che per crescere insieme non basta tirar dall’armadio del passato i ricordi splendidi e festosi di un tempo, ma occorre spalancare la finestra del futuro progettando insieme, sacrificandosi insieme.
Liberaci dal pensare che basti un gesto di carità a sanare tanta sofferenza. I poveri li avremo sempre con noi, essi sono il segno della nostra povertà di viandanti. Sono il simbolo delle nostre delusioni …..li avremo sempre con noi, anzi dentro di noi.
Preghiere spontanee
Padre Nostro
Canto e Benedizione finale.
Dopo aver riconosciuto e contemplato il tuo volto di Risorto, anch’io come quei due discepoli voglio correre dai miei fratelli per portare a tutti il grande annuncio: “Abbiamo visto il Signore!” Questa è la buona notizia che i cristiani hanno predicato per secoli col loro esempio, ed è il dono più bello che i miei fratelli attendono.
Guida: lasciamoci illuminare dalla Parola del Signore e dalla luce del suo Spirito per divenire, innanzitutto, comunità cristiana che si riunisce per pregare con la sua santa Madre, e perché come Lei i giovani possano rispondere alla loro vocazione e donarsi generosamente al servizio della Chiesa. Lo facciamo proprio guardando alla Vergine Maria, donna che accoglie il dono e non lo tiene per sé, ma lo condivide con il mondo.
“Ogni cristiano che eleva lo sguardo a Maria, trova in essa un modello perfetto nel conoscere il disegno di Dio; nel porsi con animo risoluto a seguire il Signore secondo la sua volontà; nell’accettare con umiltà e gioia i sacrifici che comporta questa sua scelta di servizio e di amore” (Giovanni Paolo II).
Canto d’Ingresso: Lo Spirito e la Sposa Lo Spirito e la Sposa
dicono: "vieni Signore"
chi ha sete venga ed attinga
ed avrà acqua della vita.
Vieni o Santo Spirito dal Cielo, manda un raggio della tua luce divina per noi,
vieni o Padre dei poveri,
vieni o luce dei cuori.
Consolatore perfetto ospite dolce dell'anima sollievo dolcissimo
sei riposo e riparo,
nel pianto conforto.
Celebrante: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Tutti: Amen.
C: Il Dio della speranza, che ci riempie di ogni gioia e pace nella fede per la potenza dello Spirito Santo, sia con tutti voi.
T: E con il tuo spirito.
C: Il Signore, sull’esempio della Vergine Maria, vi faccia crescere e abbondare nell’amore reciproco e verso tutti.
T: Renda saldo e irreprensibile il nostro cuore nella santità.
C: Ringraziamo con gioia Dio, fonte di ogni santità, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi ha parlato per mezzo dei profeti e dei suoi servi, testimoni fedeli della sua Parola... T: ...e ci ha resi capaci di partecipare alla sorte dei santi nella luce.
C: Nella pienezza dei tempi, Dio ha mandato il suo Figlio, nato dalla Vergine Maria, umile ancella del Signore, custode fedele della sua Parola, Madre della Chiesa.
T: E il Verbo si fece carne: dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto grazia su grazia.
C: Gesù Cristo è il testimone fedele, l’Amen del Padre, il Primo e l’Ultimo, il Vivente, Colui che è, che era e che viene!
T: A Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Ameni
Canto :Re di Gloria Ho incontrato Te Gesù
e ogni cosa in me è cambiata tutta la mia vita ora ti appartiene
tutto il mio passato io lo affido a Te Gesù Re di gloria mio Signor.
Tutto in Te riposa,
la mia mente il mio cuore Trovo pace in Te Signor,
Tu mi dai la gioia
Voglio stare insieme a te, non lasciarti mai
Gesù Re di gloria mio Signor.
Dal Tuo amore chi mi separerà sulla croce hai dato la vita per me una corona di gloria mi darai quando un giorno ti vedrò.
PRIMO MOMENTO
IL SI DI MARIA
Dal vangelo secondo Luca (1,26-38)
Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine che si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l’angelo partì da lei.
Riflessione
Maria è colei che portò Gesù fisicamente nel mondo, colei che forma e alimenta il Cristo mistico: la Chiesa. Ella è la vera apostola con Gesù Cristo e in dipendenza da Gesù Cristo. Quando il cuore è afflitto, quando la mente è turbata, quando ci assale la tentazione, quando ci sembra essere smarriti, di non trovare più la via giusta e quasi ci sembra che anche il Cielo sia oscurato, allora chiamiamo Maria. E speriamo. (don Giacomo Alberione)
PREGHIERA (insieme)
Madre mia Maria,
a te consegnato ai piedi della croce
per un disegno d’amore,
mi offro e mi consacro con te e per te al figlio tuo Gesù,
per essere nello Spirito Santo tutto del Padre, tutto nel Padre. Il tuo “eccomi”, Maria, sia il mio “eccomi”,
il tuo “fiat” il mio “fiat”,
il tuo “amen” il mio “amen”,
la tua vita la mia vita,
per accogliere, generare,
donare il Verbo della Vita,
per diventare “Verbo”. Amen!
Canto: Nada te turbe
Nada te turbe, nada te espante quien a Dios tiene nada le falta. Nada te turbe, nada te espante solo Dios basta.
SECONDO MOMENTO
LA GIOIA DELL'ANNUNCIO
Dal vangelo secondo Luca (1,39-46)
In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore».
Allora Maria disse:
«L'anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l'umiltà della sua serva.
D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente
e Santo è il suo nome:
di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato a mani vuote i ricchi.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri padri,
ad Abramo e alla sua discendenza,
per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
Riflessione
Santa Maria, donna accogliente, aiutaci ad accogliere la Parola nell’intimo del cuore. A capire, come hai saputo fare tu, le irruzioni di Dio nella nostra vita. Egli non bussa alla porta per intimarci lo sfratto, ma per riempire di luce la nostra solitudine. Lo sappiamo: è la paura del nuovo a renderci spesso inospitali nei confronti del Signore che viene. I cambiamenti spesso ci danno fastidio. E siccome lui scombina sempre i nostri pensieri, le nostre certezze, ogni volta che sentiamo i suoi passi evitiamo di incontrarlo, nascondendoci dietro la siepe come Adamo tra gli alberi dell’Eden. Facci comprendere che Dio, se ci guasta i progetti, non ci rovina la festa; se disturba i nostri sonni, non ci toglie la pace. E una volta che l’avremo accolto nel cuore, anche il nostro corpo brillerà della sua luce. (don Tonino Bello)
PREGHIERA (insieme)
Maria, vergine santa,
che guidata dallo Spirito ti mettesti in cammino per raggiungere in fretta una città di Giuda, dove abitava Elisabetta,
e divenisti così la prima missionaria del Vangelo, fa’ che, sospinti dallo stesso Spirito,
abbiamo anche noi il coraggio di entrare nella città per portarvi annunci di liberazione e di speranza,
per condividere con essa la fatica quotidiana,
nella ricerca del bene comune.
Donaci oggi il coraggio di non allontanarci,
di non imboscarci dai luoghi dove ferve la mischia, di offrire a tutti il nostro servizio disinteressato
e guardare con simpatia questo mondo
nel quale nulla vi è genuinamente umano
che non debba trovare eco nel nostro cuore.
Aiutaci a guardare con simpatia il mondo, e a volergli bene. (don Tonino Bello)
Canto: Ubi Caritas
Ubi caritas et amor, ubi caritas Deus ibi est.
Orazione
Signore Gesù Cristo, che nel mirabile sacramento dell’eucarestia ci hai lasciato il memoriale della tua pasqua, fa’ che adoriamo con viva fede il santo mistero del tuo corpo e del tuo sangue, per sentire sempre in noi i benefici della redenzione. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen
CANTO FINALE: Salve Regina Salve regina,
Madre di misericordia.
Vita, dolcezza, speranza nostra, salve! Salve Regina (x2)
A te ricorriamo, esuli figli di Eva A te sospiriamo, piangenti
in questa valle di lacrime. Avvocata nostra,
volgi a noi gli occhi tuoi, mostraci dopo quest’esilio il frutto del tuo seno Gesù.
Salve Regina, Madre di misericordia.
O clemente, o pia,
o dolce Vergine Maria.
Salve Regina! Salve Regina! Salve, salve!
O Vergine Immacolata, Madre di Misericordia,
salute degli infermi, consolatrice degli afflitti,
Tu conosci i miei bisogni, le mie sofferenze;
degnati di volgere su di me uno sguardo a mio sollievo e conforto.
Con l'apparire nella grotta di Lourdes,
hai voluto ch'essa divenisse un luogo privilegiato,
da dove diffondere le tue grazie,
Anch'io vengo pieno di fiducia ad implorare i tuoi materni favori;
esaudisci, o tenera Madre, la mia umile preghiera,
e colmato dei tuoi benefici, mi sforzerò d'imitare le tue virtù,
per partecipare un giorno alla tua gloria in Paradiso. Così sia.
Dal Vangelo secondo Matteo:
Venite a me voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo su di voi e imparate da me che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il carico leggero.
Una Signora mi ha parlato
Un giorno, recatami sulla riva del fiume Gave per raccogliere legna insieme con due fanciulle, sentii un rumore. Mi volsi verso il prato ma vidi che gli alberi non si muovevano affatto, per cui levai la testa e guardai la grotta. Vidi una Signora rivestita di vesti candide. Indossava un abito bianco ed era cinta da una fascia azzurra. Su ognuno dei piedi aveva una rosa d’oro, che era dello stesso colore della corona del rosario. A quella vista mi stropicciai gli occhi, credendo a un abbaglio. Misi le mani in grembo, dove trovai la mia corona del rosario. Volli anche farmi il segno della croce sulla fronte, ma non riuscii ad alzare la mano, che mi cadde. Avendo quella Signora fatto il segno della croce, anch’io, pur con mano tremante, mi sforzai e finalmente vi riuscii. Cominciai al tempo stesso a recitare il rosario, mentre anche la stessa Signora faceva scorrere i grani del suo rosario senza tuttavia muovere le labbra. Terminato il rosario la visione subito scomparve. Domandai alle due fanciulle se avessero visto qualcosa, ma quelle dissero di no; anzi mi interrogarono cosa avessi da rivelare loro. Allora risposi di aver visto una Signora in bianche vesti, ma non sapevo chi fosse. Le avvertii però di non farne parola. Allora anch’esse mi esortarono a non tornare più in quel luogo, ma io mi rifiutai. Vi ritornai pertanto la domenica, sentendo di esservi interiormente chiamata. Quella Signora mi parlò soltanto la terza volta e mi chiese se volessi recarmi da lei per quindici giorni. Io le risposi di sì. Ella aggiunse che dovevo esortare i sacerdoti perché facessero costruire là una cappella; poi mi comandò di bere alla fontana. Siccome non ne vedevo alcuna, andavo verso il fiume Gave, ma ella mi fece cenno che non parlava del fiume e mi mostrò col dito una fontana. Recatami là, non trovai se non poca acqua fangosa. Accostai la mano, ma non potei prender niente; perciò cominciai a scavare e finalmente potei attingere un pò d’acqua; la buttai via per tre volte, alla quarta invece potei berla. La visione allora scomparve, ed io me ne tornai verso casa. Per quindici giorni però ritornai colà e la Signora mi apparve tutti i giorni tranne un lunedì e un venerdì, dicendomi di nuovo di avvertire i sacerdoti che facessero costruire là una cappella di andare a lavarmi alla fontana e di pregare per la conversione dei peccatori. Le domandai più volte chi fosse, ma sorrideva dolcemente. Alla fine, tenendo le braccia levate ed alzando gli occhi al cielo mi disse di essere l’Immacolata Concezione.
Nello spazio di quei quindici giorni mi svelò anche tre segreti, che mi proibì assolutamente di rivelare ad alcuno cosa che io ho fedelmente osservato fino ad oggi.
Dalla lettera enciclica Evangelium vitae:
La missione di Gesù, con le numerose guarigioni operate, indica quanto Dio abbia a cuore la vita corporale dell’uomo. "Medico della carne e dello spirito", Gesù è mandato dal Padre ad annunciare la buona novella ai poveri e a sanare i cuori affranti. Inviando poi i suoi discepoli nel mondo, egli affida loro una missione, nella quale la guarigione dei malati si accompagna all'annuncio del Vangelo: "E strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demoni" (Mt 10,7-8). Certo, la vita del corpo nella sua condizione terrena non è un assoluto per il credente, tanto che gli può essere richiesto di abbandonarla per un bene superiore... Nel momento della malattia l'uomo è chiamato a vivere l'affidamento al Signore e a rinnovare la sua fondamentale fiducia in lui che "guarisce tutte le malattie". Quando ogni orizzonte di salute sembra chiudersi di fronte all'uomo - tanto da indurlo a gridare: "I miei giorni sono come ombra che declina, e io come erba inaridisco" (Sal 102,12)-, anche allora il credente è animato dalla fede incrollabile nella potenza vivificante di Dio. La malattia non lo spinge alla disperazione e alla ricerca della morte, ma all'invocazione piena di speranza: "Ho creduto anche quando dicevo: Sono troppo infelice" (Sal 116,10); "Signore Dio mio, a te ho gridato e mi hai guarito" (Sal 30,3)».
INTERCESSIONI
Anche noi oggi, come duemila anni fa le folle della Palestina, ci rivolgiamo al Signore Gesù chiedendogli la guarigione da infermità di ogni genere. Preghiamo dicendo: Ascoltaci, Signore, Dio della vita.
-Ti affidiamo, Signore, tutti coloro che nella nostra comunità parrocchiale vivono l'esperienza della malattia: dona a ciascuno serenità nell'affrontare la vita di ogni giorno e la fiducia nella tua presenza. Preghiamo
- Tu, Signore, porti insieme con noi la nostra povertà, il peso del nostro limite fisico e morale: donaci di confidare sempre nella tua misericordia e nel tuo amore. Preghiamo.
- Ti ricordiamo, Signore, i medici, gli infermieri e tutti coloro che operano nell'ambito della sanità: possano svolgere con coscienza e professionalità il loro impegno. Preghiamo
- Per tutti noi, perché sappiamo accogliere ogni persona in necessità, consapevoli che siamo chiamati a essere custodi della vita dei nostri fratelli. Preghiamo.
- Per i molti messaggi che ogni giorno vengono trasmessi con i mezzi di comunicazione sociale: possano promuovere la solidarietà e il rispetto di tutti, in modo particolare di quanti sono emarginati a causa della malattia. Preghiamo
O Vergine Immacolata di Lourdes, accorriamo ai tuoi piedi presso la grotta, ove Ti degnasti di apparire per indicare ai peccatori il cammino della preghiera e della penitenza e per dispensare ai sofferenti le grazie e i prodigi della tua sovrana bontà. O Candida Visione di Paradiso, allontana dalle menti le tenebre dell'errore con la luce della fede, solleva le anime affrante con il celeste profumo della speranza, ravviva gli aridi Cuori con l'onda divina della Carità. Fa' Che amiamo e serviamo il tuo dolce Gesù, così da meritare la felicità eterna. Amen.
IL BUIO DELL’ANIMA
Aiutami o Madre, a vedere nel buio della mia anima;
fa che il mio sguardo non sia limitato a me stesso.
Il dolore mi afferra e pare che la mia vita sia terminata,
ma tu mi dici che non è così
e che ci sono ancora possibilità anche per me.
Come è possibile questo, quando il buio e l’isolamento
sono dentro il mio cuore
e l’aridità più cupa riempie il mio giorno?
Schiudimi i veli della fede,
fa’ che io veda al di là della cose della terra;
Tu mi dici che ci sono orizzonti nuovi,
possibilità nuove oltre quelle della materia.
Che io comprenda queste realtà,
che io possa uscire da me stesso
per riempire il mio isolamento e per dare anch’io
sia pure da questo letto, il mio apporto per tutti.
Ora che lo schermo è già illuminato,
e la tastiera aspetta solo il tocco diligente delle dita,
mi rivolgo a Te, Signore,
nella certezza che ti troverò anche nei cammini anonimi di Internet,
che incrociano il mondo,
cammini fatti dell'anelito dell'uomo di comunicare con altri uomini,
del proposito felice di negare le distanze.
Tu, che hai voluto incarnarti nel mistero umano,
e soffrire, come noi, la stanchezza e le vicissitudini delle vie del mondo,
accompagnaci oggi in questo viaggio,
perché anche qui
ci sono cammini difficili e faticosi,
come quei sentieri polverosi che hai calpestato in Galilea.
Accompagnaci Tu, Signore,
perché anche qui
ci sono cammini misteriosi, come quello di Emmaus,
che ci portano senza rumore alla scoperta dell'altro
e conservano ancora la luminosa facoltà di trasformarci.
Insegnaci a usare questo mezzo con profitto e in modo misurato
e aiutaci a evitare i pericoli della nostra rotta:
che tutte queste informazioni non ci frastornino,
che le vane apparenze, vuote di contenuto, non ci ingannino,
che sappiamo allontanarci da qualsiasi forma di schiavitù indegna,
dalla cecità del pensiero unico,
dai cammini senza volto della disumanizzazione.
Concedici, Signore, un giudizio chiaro
per interpretare i segni inquietanti di questa epoca,
scritti nello spazio propizio di ogni crocevia,
e mantieni il nostro cuore attento alle voci profetiche,
lì dove il tuo Spirito – che soffia dove vuole –
le incoraggi e le faccia sorgere,
a volte familiari, come le luci conosciute dei fari sulla costa,
e altre inaspettate, come bagliori della tua provvidenza nell'oscurità di certe notti.
E alla fine,
quando lo schermo si spegnerà di nuovo
e avremo la vana impressione di aver imparato qualcosa,
ricordaci che sapere e conoscenza
sono qualcosa di più di quelle informazioni frammentarie
che ci sono passate fugacemente davanti agli occhi,
e che il mondo sarà sempre più vasto
di quello che ci è sembrato di capire,
perché arriva al più profondo di ogni uomo
e si perde poi nell'orizzonte immenso del tuo cuore di Padre.
Amen.
Preghiera pubblicata in origine sulla Rete Ignaziana di Cadice (Spagna)
[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]
Fonte: ALETEIA
PREGHIERA DELL'INTERNAUTA
O Dio Onnipotente, che hai dato all’uomo l’intelligenza per esplorare il Creato e comprendere le leggi che lo governano, fa’ che questa conoscenza sia sempre utilizzata per il bene dell’umanità.
Possa l’elevazione dell’uomo accompagnare sempre lo sviluppo tecnologico, possano la scienza e la tecnica portarci a Te, attraverso lo stupore per le tue meraviglie e la riconoscenza per i tuoi doni.
Come hai guidato la mano dei primi scribi che hanno perpetuato la Tua parola, ispira oggi quanti pubblicano sul WEB, affinché, consapevoli delle immense potenzialità di questo strumento, sentano la responsabilità di diffondere messaggi conformi alla Tua volontà, alla dignità dell’uomo, al rispetto del pianeta e del Creato.
Possa questa rete avvolgere l’intera umanità con un messaggio di amore, di pace, di solidarietà, di progresso sociale. Possa questo strumento portare la Tua Parola in ogni angolo della terra e servire all’edificazione del Tuo regno, sino a che tutto il mondo, liberato dal male, non sarà una cosa sola con Te, Creatore e Signore dell’universo.
Amen
Fonte: http://www.villaschiari.it/