58ª Giornata Mondiale della Pace

Nm 6, 22-27; Sal 66; Gal 4,4-7; Lc 2, 16-21

La traduzione dei testi biblici di questa giornata, ci mette davanti ad un verbo: custodire.  Nella cosiddetta benedizione sacerdotale di Aronne, la più antica benedizione trasmessa dalla Bibbia, si prega affinché “Dio ci custodisca”, mentre nella narrazione evangelica si dice che Maria custodiva tutte le cose nel suo cuore.

Un Dio che custodisce

Nella prima delle benedizioni ci sono due invocazioni: “Il Signore ti benedica e ti custodisca”. Si tratta, in primo luogo, di ricevere la vita stessa da Dio e Dio comunica la sua vita, come fece con Adamo, con il suo spirito, attraverso il suo soffio, il suo vento, Dio comunica e dà la vita. La benedizione, oltre a darci la felicità ci comunica la vita stessa di Dio, una vita che non va perduta e distrutta, ma va custodita. Ecco allora la seconda invocazione: Dio che ti ha comunicato la vita possa custodirla.

Qui però viene sottolineato l’aspetto passivo: quello dell’uomo che si lascia comunicare la vita e che si lasci custodire, curare da quello che è l’Autore. Siamo una custodia di Dio, un oggetto prezioso che viene custodito, protetto, come se nell’ essere umano vi fosse un’assenza di reazione. Invece, oltre a pensare alla benedizione come qualcosa che cade su di noi, pensiamo anche al nostro lasciarci andare e abbandonare nelle mani di Dio affinché Questi possa comunicare la sua vita e ci possa custodire senza la nostra resistenza. Questo è l’atteggiamento di Maria che si è rende subito disponibile e diviene una Eva, quella che ha saputo custodire il giardino di Dio: Maria custodisce perché si è lasciata creare plasmare come nuova creatura, ma anche si è lasciata custodire da Dio.

Maria custodisce meditando i disegni di Dio

Il brano del Vangelo della solennità di Maria Santissima Madre di Dio, Regina della Pace, ci offre due semplicissime ma ricchissime righe sulla figura di Maria “quella che sa custodire nel suo cuore”. Per ben due volte, Luca afferma che Maria custodisce nel suo cuore. In un primo momento, davanti a quanto era stato detto ai pastori e che essi divulgarono, Luca afferma che “Maria custodiva tutte le cose, mentre meditava nel suo cuore”. “Maria custodiva tutte queste parole, meditandole in cuor suo”.

Io preferisco questa traduzione.  Molti anni dopo Gesù dodicenne dopo lo smarrimento, è ritrovato nel tempio tra i dottori, il terzo giorno Maria e Giuseppe ritornano a Nazareth, Gesù scende con loro e Luca afferma: “sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore” (Lc 2,51).

In ambedue i versetti, Luca usa il verbo greco per definire il verbo “custodire” che assume una sfumatura più profonda quando Luca premette una preposizione diversa, in 2,19 Luca usa la preposizione syn  che dà il senso di raccogliere insieme, mettere insieme,  in 2,51, usa la preposizione dia, che dà il senso dell’ intensità e della durata. Maria custodiva intensamente e profondamente ed in modo costante

Si può dire che Maria tesoreggiasse, trattenendo insieme nel suo cuore non solo avvenimenti, ma anche notizie,  faceva memoria di ogni singola cosa che vedeva e sentiva; nel suo cuore tutto era come una reliquia. Lo stesso verbo rimanda anche a quello usato da Dio, “shamar” in ebraico, quando diede il comando ad Adamo ed Eva nel consegnare loro il giardino: “dovete custodire, curare questo giardino, dovete fare tesoro di esso”.

Maria non solo ascolta, ma mette assieme tutto, confronta, ne prende cura e ne fa tesoro senza buttare gettare nulla, Lei fa memoria o conserva. Luca sottolinea che lei non butta getta nulla di ciò che viene da Dio, di ciò che ella ha visto e udito. Maria non butta getta nulla: sia di ciò che viene sia dall’Angelo, sia da sua cugina Elisabetta, sia dai pastori, sia da quello che Gesù diceva: tutto custodiva e si domandava quale era il senso di tutto quello ciò che accadeva.

Maria ha un cuore che è la custodia di tutto ciò che le accade. Il suo cuore però non è una semplice bottiglia che trattiene un liquido, non è un semplice contenitore. Anche Papa Francesco si domanda: “Che cosa vuol dire custodire la Parola di Dio?”

Per il Santo Padre “Custodire la Parola di Dio vuol dire che il nostro cuore si apre, si è aperto a quella Parola come la Terra si apre per ricevere i semi. La Parola di Dio è un seme e viene seminata. E Gesù ci ha detto che cosa succede con il seme: “alcuni cadono lungo il cammino e vengono gli uccelli e li mangiano; questa Parola non è custodita, questi cuori non sanno riceverla”. Infatti, “custodire la Parola di Dio significa sempre meditare cosa dica a noi questa Parola con quello che succede accade nella vita” cioè confrontare gli avvenimenti della nostra vita, ciò che vediamo, udiamo e viviamo, con ciò che Dio vuole. E’ necessario confrontare con la Parola di Dio la nostra stessa vita.

Attraverso questo atteggiamento Maria era capace di vedere, nel volto del bambino deposto nella mangiatoia, la manifestazione della bontà di Dio, salvatore nostro e il suo amore per gli uomini. Solo custodendo tutte queste cose, nel senso di confrontare con la volontà del Signore e la parola di Dio si può elaborare una sintesi profonda di ciò che stava accadendo a Maria perché Lei era stata capace di entrare nella profondità degli avvenimenti, era stata capace di interpretare i fatti, la vita stessa senza buttare gettare nulla: ne fa un tesoro.

Discepolo missionario è colui che sull’esempio di Maria è capace di essere una custodia, come afferma Papa Francesco: “Custodire la Parola di Dio si fa con questo lavoro: il lavoro di cercare cosa significhi questo in questo momento, cosa mi vuole dire il Signore in questo momento, questa situazione in confronto con la Parola di Dio come si capisce. É leggere la vita con la Parola di Dio e questo significa custodire”.

* Mons. Osório Citora Afonso, IMC, è vescovo ausiliare dell’Archidiocesi di Maputo e segretario della Conferenza Episcopale del Mozambico (CEM).

Maria di Nazareth,
lì mi piace ricordarti,
nella vita di tutti i giorni,
nel lavoro e nella cura,
nella casa e nella famiglia.

Maria dalla Galilea,
dalla regione degli emarginati,
dove ebreo e pagano vivono fianco a fianco,
dove l'immigrato trova posto,
dove la periferia diventa centro.

Maria di Cana,
nella piazza del villaggio,
hai condiviso la gioia della festa,
e ti sei impegnata nella dignità e nella gioia del popolo,
fiduciosa nella missione di tuo figlio,
luce per coloro che cercano consolazione.

Maria del Magnificat,
esulta di gioia,
perché Dio libera il suo popolo,
perché solleva i poveri dalla spazzatura
e abbatte i potenti dai troni,
perché disperde i superbi ed esalta gli umili,
perché i ricchi li congeda a mani vuote
e ricolma i poveri di beni...

Maria del sì,
obbediente, disponibile,
contemplativa di Dio e dell'umanità,
impegnata nel progetto di Dio,
impegnata nell'anelito dell'umanità,
abbracciando tuo figlio nella gioia e sulla croce,
asciugando il suo sangue
nella mangiatoia e ai piedi della croce.

Maria, della stanza superiore,
orante, fiduciosa,
sostenendo la fede degli apostoli,
aiutandoli a liberarsi dal dolore della colpa,
aspettando con loro la grazia della comprensione,
aspettando con loro lo Spirito Santo,
aspettando con loro il Risorto.

Maria Consolata,
desiderosa di offrire consolazione.
Tu mostri la strada con il tuo sì,
mostri la via con il tuo ascolto,
il tuo impegno e condividendo la missione
Ci mostri il cammino invitandoci
a fare “ciò che lui vi dirà”.

Maria, Madre e Maestra,
Fondatrice di famiglie missionarie,
tenerezza, dolcezza, modello di fraternità,
fonte di speranza e di consolazione.
Donna forte, che dai forza a tuo figlio e alla sua Chiesa.

Maria, donna di pace,
senza frontiere, senza esclusioni,
con preferenza per gli ultimi, per i vulnerabili,
trasformatrice dell'ambiente,
impegnata nello sviluppo sostenibile,
terra fertile, nel seno della madre terra,
implicata in processi di giustizia
e che ristabilisce la pace.

Maria, mistero di Amore e di Vita,
di riconciliazione e di incontro,
mirabile incontro tra umanità e divinità.

Maria.

Buona festa della Consolata !

* Padre Andrés García, IMC, missionario in Venezuela.

Il mese di maggio è tradizionalmente conosciuto come il mese della Beata Vergine Maria. Durante questo mese si sottolinea l'importanza della Madre di Dio nella vita spirituale dei fedeli cattolici. In questo mese dedicato a onorare la Vergine Maria, si intensifica la recita del rosario, una preghiera che i cattolici tradizionalmente recitano per chiedere al Signore i favori per intercessione della Madre di Dio. 

Già nel XII secolo nacque la festa dei trenta giorni di devozione alla Vergine Maria, che si svolgeva tra la seconda metà di agosto e la prima metà di settembre. Tuttavia un intero mese dedicato alla Vergine Maria risale al XVII secolo, quando la si cominciò a onorare nel mese di Maggio, devozione che è arrivata fino a noi. Oggi, nelle famiglie, nelle parrocchie e nelle comunità diocesane si svolgono varie attività, come la recita quotidiana del rosario, per intensificare la devozione a Maria. 

 

Esortazione del Beato Giuseppe Allamano sul mese della Vergine Maria. 

Il Beato Giuseppe Allamano era straordinariamente devoto alla Vergine Maria con il titolo di Consolata. La sua vita spirituale era inseparabile dalla Beata Vergine Maria. Per lui la Consolata era tutto e il mese di maggio molto importante perché interamente dedicato alla Madre di Dio. Anche i due Istituti missionari da lui fondati portano il nome della Consolata. 

Secondo il Beato Giuseppe Allamano, la Vergine Maria è la via sicura per arrivare a Gesù. Secondo Giuseppe Allamano la Vergine Maria è un canale di grazia perché tutte le grazie di Dio passano attraverso di lei. Inoltre, la Madre di Dio è garanzia di santificazione, perché “la pietà mariana non è solo garanzia di predestinazione, ma anche di santificazione. Chi vuole giungere alla santità senza la Madonna, vuol volare senza ali. Più ricorriamo a Lei per avere grazie e santità, e più facciamo piacere a nostro Signore" (Così vi voglio n. 156). 

Per Giuseppe Allamano il mese di maggio è molto importante soprattutto per i Missionari e le Missionarie della Consolata per i seguenti motivi:

1. Perché sono figli e figlie della Consolata. I missionari della Consolata sono mariani per eccellenza. La devozione alla Beata Vergine Maria sotto l'invocazione della Consolata fa parte dei Missionari e delle Missionarie della Consolata. Dice il Beato Giuseppe Allamano: “Come figli e figlie della Consolata, trascorriamo bene il mese dedicato a Maria Santissima. Che se tutti devono essere affezionati a Maria, tanto più i missionari e le missionarie”. (Così vi voglio n. 170). Sebbene nel mese di maggio tutti i fedeli cattolici siano chiamati ad accrescere la loro devozione alla Vergine Maria, spetta ai Missionari e alle Missionarie della Consolata farlo con maggior fervore, perché sono figli e figlie di Nostra Signora Consolata, loro Madre e Fondatrice delle comunità alle quali appartengono. 

2. Imitare le virtù di Maria. San Luigi di Montfort, nella sua opera spirituale mariana "Trattato della vera devozione alla Beata Vergine Maria", ha messo in evidenza dieci delle più importanti virtù della Beata Vergine Maria. Esse sono: profonda umiltà, fede viva, obbedienza cieca, preghiera continua, mortificazione universale, purezza divina, amore ardente, pazienza eroica, dolcezza angelica e sapienza divina. Per questo, il mese di maggio serve a imitare le virtù della Vergine Maria. Dice il beato Giuseppe Allamano: “procuriamo, perciò, di passare questo mese –mese di particolari grazie– sforzandoci di progredire nelle virtù che la Madonna ci suggerisce. Preghiere, omaggi, atti di virtù: ecco quanto dobbiamo fare in questo mese per onorare la Madonna”(Così vi voglio n. 170).  

3. Amare di più la Vergine Maria. La Vergine Maria è la Madre dell'amore e della misericordia. Vale la pena ricordare che, di fronte alla mancanza di vino alle nozze di Cana, intercedette presso suo Figlio, nostro Signore Gesù Cristo, affinché la situazione migliorasse. Raccomandò amorevolmente ai servi di fare come aveva detto loro Gesù (Gv 2,5-9). Il suo intervento amorevole contribuì alla felicità di tutte le nozze, perché Gesù trasformò l'acqua in vino. Il Beato Giuseppe Allamano riassume l'invito ad amare la Vergine Maria con questa frase: “voglio che per voi sia mese di Maria tutto l’anno, perché dovete essere inebriati della Madonna!”(Così vi voglio n. 170). 

4. Maria è Patrona e Protettrice dei Missionari e delle Missionarie della Consolata. Maggio è un mese molto speciale per noi perché la Madonna Consolata è la speciale Patrona e Protettrice dei due Istituti fondati dal Beato Giuseppe Allamano. Il Beato Giuseppe Allamano ha detto: “Ella continua a far vedere che vuole bene al nostro Istituto. L’ho messa a patrona e custode e fa Lei!” (Così vi voglio n. 170). In questo mese di maggio, dunque, è importante affidare l'opera evangelizzatrice dei missionari alla Vergine Maria, perché è la prima missionaria di Gesù Cristo e colei che intercede per tutta la Chiesa missionaria. 

Conclusione

Maggio è il mese della Madre di Dio e Madre della Chiesa. È il mese in cui intensificare la nostra devozione a lei. Come Missionari della Consolata risuonano spesso in noi le parole del Beato Giuseppe Allamano sul mese di maggio: “Come figli e figlie della Consolata, trascorriamo bene il mese dedicato a Maria Santissima. Che se tutti devono essere affezionati a Maria, tanto più i missionari e le missionarie”. (Così vi voglio n. 170)

Da Ulan Bator il racconto del card. Giorgio Marengo –scelto da papa Francesco nell’ultimo concistoro– che nella steppa guida una Chiesa nata appena 30 anni fa e conta in tutto 1400 fedeli. 

“Il nostro Natale l’abbiamo cominciato l’8 dicembre. Tutti insieme. Consacrando la Mongolia alla Madonna, davanti alla statua dell’Immacolata ritrovata tra i rifiuti”. È il più giovane cardinale della Chiesa cattolica oggi, ma non solo per i suoi 48 anni. Giorgio Marengo, missionario italiano della Consolata, prefetto apostolico di Ulan Bator, è il volto di una Chiesa –quella della Mongolia– nata appena trent’anni fa. Un piccolo gregge che in un Paese immenso conta in tutto 1400 fedeli, dispersi tra le diverse comunità. Ma che qualche settimana fa si sono ritrovati insieme nella capitale per un gesto che ha illumionato il tempo del Natale.

“La statua dell’Immacolata –racconta p. Marengo dai -20 gradi di Ulan Bator– venne trovata una decina di anni fa in una discarica del nord della Mongolia. A scoprirla fu una donna non cristiana, madre di 11 figli, che aveva qualche contatto con le suore di Madre Teresa. Rovistando nella spazzatura scaricata dal camion, come fanno i poveri a ogni latitudine, si è trovata davanti uno strano involucro di stoffa: aprendolo ha scoperto questa bellissima statua in legno dell’Immacolata, alta 62 cm, molto fine. Senza sapere che cosa fosse se l’è portata a casa dicendo: questa bella signora è voluta venire da me… finché le suore, tornando a farle visita, l’hanno vista e le hanno saputo da dove provenisse”.

Per alcuni anni la statua è rimasta nell’ufficio parrocchiale locale. “La sua origine io stesso l'ho conosciuta solo l’anno scorso –continua il card. Marengo– e a quel punto ho pensato: 'la Madonna ci vuole dire qualcosa'. Sono andato sul posto e ho incontrato la signora cje l'aveva ritrovata. Poi il 25 marzo, nella festa dell’Annunciazione e d’accordo con la comunità, abbiamo traslato ufficialmente la statua a Ulan Bator con l’idea di intronizzarla nella cattedrale, in modo che sia più conosciuta e venerata da tutti”.

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Celebrazione dell'imposizione del mando all'immagine di Maria

Così si è arrivati alla celebrazione dell’8 dicembre, che è stata accompagnata anche da un altro gesto significativo. “Abbiamo invitato tutti i nostri 1400 cattolici a inviarci un pezzo di stoffa particolarmente significativo per loro accompagnandolo con una frase, una preghiera. Con quelli abbiamo tessuto un manto che abbiamo offerto alla Vergine, con la presentazione delle nostre preghiere”. 

La Mongolia sta vivendo un momento abbastanza delicato, nelle ultime settimane il Paese è stato scosso dalle proteste per la corruzione nella vendita del carbone. “Questo furto qui è sulla bocca di tutti il risentimento è accentuato dal fatto che il Paese non naviga affatto in acque tranquille a livello economico, la gente si sente derubata. Il governo ora ha annunciato norme per una maggiore trasparenza nelle imprese a partecipazione statale, ma la crisi è stata forte”. Quanto alla guerra tra Russia e Ucraina, l'effetto principale qui è stato l'afflusso dei russi in fuga, in particolare dalla vicina Buriazia. "Ma per molti la Mongolia è stato solo un luogo di transito, da cui raggiungere poi altri Paesi", racconta il cardinale.

* Giorgio Bernardelli ha pubblicato questo articolo su "Asia News"

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