Il missionario della Consolata, Padre Jackson Murugara, nominato da Papa Francesco vescovo coadiutore della Diocesi di Meru (Kenya), lo scorso 16 gennaio 2025, sarà consacrato vescovo il 19 marzo 2025 nello Stadium Kinoru della città di Meru alle 10:00 ora locale. Le celebrazioni continueranno poi con la Messa di ringraziamento, domenica 23 marzo, presso la Cattedrale San Giuseppe di Meru.

In questa intervista, in inglese, rilasciata a Capuchin TV in Kenya, che trasmetterà in diretta la Messa di ordinazione, il Rev. Padre Jackson Murugara, si presenta e parla della sua futura missione.

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* Ufficio Generale per la Comunicazione

Il Santo Padre ha nominato oggi, 16 gennaio, Vescovo Coadiutore di Meru (Kenya) il Rev.do padre Jackson Murugara, Missionario della Consolata, finora parroco e Rettore del Consolata Shrine, nell’Arcidiocesi di Nairobi.

Mons. Jackson Murugara è nato il 7 aprile 1970 a Kamanyaki, Contea di Tharaka Nithi, nella Diocesi di Meru. Dopo essere entrato nell’Istituto dei Missionari della Consolata, ha completato gli studi di Filosofia presso il Consolata Institute of Philosophy di Nairobi e di Teologia presso il Missionary Institute di Londra. Ha emesso la Professione Perpetua il 18 novembre 2000 ed è stato ordinato sacerdote il 15 agosto 2001, nella Diocesi di Meru.

Ha ricoperto i seguenti incarichi e svolto ulteriori studi: Collaboratore parrocchiale di Kagaene e Mujwa, nella Diocesi di Meru (2001-2002); Vicario parrocchiale della Chiga, nell’Arcidiocesi di Kisumu (2002-2003); Formatore dei postulanti presso il Consolata Seminary di Nairobi (2003-2009); Licenza in Teologia Spirituale presso il Pontificio Istituto di Spiritualità «Teresianum» di Roma (2011); Direttore dei Centri pastorali Bethany House e Charity Home, nella Diocesi di Muranga (2011-2018).

Dal 2018 è Parroco e Rettore del Consolata Shrine, nell’Arcidiocesi di Nairobi.

Il Superiore dei Missionari della Consolata nella Regione Kenya, padre Zachariah Kariuki, ha espresso il seguente augurio al nuovo vescovo: “Congratulazioni Padre e il Buon Dio, che ti ha ritenuto degno di coadiuvare la Chiesa della diocesi di Meru, per intercessione di nostra Madre Consolata, di San Giuseppe Allamano e delle Beate Irene Stefani e Leonella Sgorbati, ti conceda le grazie necessarie nel tuo nuovo apostolato”.

Fonte: Bollettino Sala Stampa della Santa Sede

Quando si pensa al lavoro missionario, spesso si immaginano i missionari: le figure visibili che portano speranza e fede alle comunità remote. Tuttavia, dietro ogni missione c'è uno sforzo collettivo, una rete di mani e cuori che lavorano insieme. Al centro di questa rete ci sono le comunità locali, la cui conoscenza, forza e dedizione sono essenziali per dare vita a ogni progetto.

A Wamba, nel Kenya settentrionale, tra la comunità Samburu, la missione è uno sforzo condiviso. Qui, Padre Joseph Omondi Omollo, keniota, e Padre Ansoni Camacho Cruz, messicano, guidano una missione che sarebbe impossibile senza la partecipazione attiva di uomini e donne locali. Questi individui fanno più che assistere; sostengono, insegnano e arricchiscono. Dal loro lavoro nelle scuole e nell'evangelizzazione ai loro contributi ai progetti presenti e futuri, sono la forza trainante silenziosa dietro il successo della missione.

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Il loro coinvolgimento va ben oltre il supporto pratico. Attraverso di loro, c'è uno scambio continuo di culture e conoscenze. Nelle loro parole, nei loro gesti e nelle loro tradizioni, puoi rintracciare l'influenza dei missionari del passato che sono passati di qui. Imparano nuove parole in lingue diverse, preparano piatti di terre lontane e, senza lasciare questo piccolo angolo di mondo, ampliano i loro orizzonti, trasformando ogni incontro in un momento di crescita reciproca.

L'inizio di ogni anno offre un'opportunità speciale per rafforzare questi legami con un raduno di missionari e lavoratori locali. Questa è più di una semplice celebrazione; è una riaffermazione dell'unità che sostiene la missione. È un momento per rinnovare l'impegno a viaggiare insieme e per ricordare che la missione non si basa sull'individualismo, ma sulla comunità.

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Il lavoro di questi uomini e donne va ben oltre ciò che è visibile. I loro sforzi quotidiani, spesso silenziosi, sono il fondamento su cui si costruisce ogni progetto. Sono il cuore vivo della missione, trasformando le sfide in opportunità e le piccole azioni in semi di speranza.

Quest'anno, la missione guarda avanti con la ferma convinzione che il progresso passi attraverso il rafforzamento dei legami. Riconoscere il contributo di ogni persona e imparare gli uni dagli altri è il modo per costruire un futuro pieno di promesse.

Riconosciamo il ruolo essenziale di tutti costoso che lavorano nella missione, sia a Wanba che in tutto il mondo.

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Padre Joseph Omondi Omollo e padre Ansoni Camacho Cruz

Sono loro che rendono il lavoro missionario un atto vivente di umanità, un ponte tra culture e un'espressione concreta di amore per gli altri. Attraverso la loro dedizione e il loro sforzo, ogni missione diventa uno spazio di connessione, solidarietà e speranza.

Insieme, ispiriamo!

* Francisco Martínez, LMC, colombiano missionario in Kenya.

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Il 20 ottobre 2024, giorno della Canonizzazione di San Giuseppe Allamano a Roma, due membri della parrocchia e Santuario della Consolata di Nairobi, Kenya, sono partiti per salire sulla vetta più alta dell’Africa, il monte Kilimanjaro (mt. 5.895) raggiungendola il giorno seguente il 21 ottobre, portandovi una bandiera con l’immagine di San Giuseppe Allamano affinché a quelle altezze potesse sventolare e mostrare la santità di colui che per l’Africa ha dato tutto di sé.

Questi due laici, Richard e Franklin, hanno voluto incontrare la Direzione Generale a Nairobi il 27 novembre per raccontare questa loro bella iniziativa ed esperienza e consegnare la bandiera portata sulla vetta del Kilimanjaro e un quadro con la foto di questo momento memorabile.

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Queste le loro parole:

Stimati Membri della Direzione Generale dei Missionari della Consolata

È con grande onore e orgoglio che oggi siamo qui  per consegnarvi la bandiera di San Giuseppe Allamano. Questa bandiera, che abbiamo issato nella vetta più alta dell'Africa, l'Uhuru Peak (Monte Kilimanjaro mt. 5.895), simboleggia il nostro impegno condiviso per i valori e la missione del nostro fondatore, San Giuseppe Allamano.

Quando sventoliamo questa bandiera, ci vengono ricordate le vette che possiamo raggiungere quando lavoriamo insieme con fede e dedizione. Serve come faro di speranza, unità e perseveranza, riflettendo la nostra aspirazione a portare avanti l'eredità dei missionari della Consolata nel nostro continuo viaggio.

Possa questa bandiera ispirare tutti voi a rimanere saldi nella vostra missione, guidando gli altri con compassione, servizio e amore. Mentre prendete questa bandiera sotto la vostra cura, possa essa sventolare in alto, non solo come simbolo del nostro passato, ma come fonte di motivazione per il futuro. Grazie.

Richard Katambane e Franklin Mwango. Nairobi, 27 novembre 2024

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Sono passati 60 anni dalla fondazione della diocesi di Marsabit avvenuta il 25 novembre del 1964, sotto la guida del vescovo Mons. Carlo Cavallera, missionario della Consolata.

Per questa occasione giubilare la chiesa di Marsabit insieme a tanti amici, venuti da vicino e da lontano, in una giornata piovosa (segno di benedizione), il 23 novembre 2024, si è radunata attorno al suo pastore, il vescovo Mons. Peter Kihara per ringraziare a Dio per le grandi cose che il Signore ha fatto e continua a fare nella storia di questa chiesa e in questo angolo del nord Kenya detto anche the Northern Frontier District.

La liturgia ben curata e animata con canti, balli e danze fatte da piccoli e grandi, si è svolta nel piazzale della Cattedrale sotto un grande tendone montato per l’occasione. La partecipazione attiva di tutti ha reso la ceremonia tutta particolare.

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Mons. Antony Muheria, arcivescovo di Nyeri, ha presieduto la concelebrazione insieme a Mons. Peter Kihara vescovo di Marsabit, Mons. Peter Makau vescovo di Isiolo, Mons. Antony Ireri Mukobo vescovo emerito di Isiolo, Mons. Hieronymus Joya, vescovo di Maralal, Mons. Norman King’oo, vescovo di Machakos, Mons. Virgilio Pante, vescovo emerito di Maralal ed il vescovo emerito di Nyeri, Mons. Peter J. Kairo.

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Alla celebrazione hanno partecipato anche l'intera Direzione Generale dei Missionari della Consolata che si trova nel Kenya per il Consiglio di novembre, la Direzione Regionale IMC del Kenya-Uganda e circa 70 sacerdoti, diverse religiose e religiosi.

Pur celebrando 60 anni di fondazione della diocesi, va ricordato che in questo territorio, i semi del Vangelo e la presenza del cristianesimo risalgono ad anni più lontani, perché già nel 1914, quando i missionari cattolici arrivavano a Moyale, vi trovarono una cappella dei protestanti evangelici ed in seguito anche la presenza della Chiesa cattolica.

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Mons. Peter Kihara il terzo vescovo alla guida della chiesa di Marsabit.

“Che cosa renderò al Signore per tutti i benefici che mi ha fatto? Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore” (Sal 116, 12-13). “Rendiamo grazie al Signore per le cose grandi che Lui ha fatto per noi”, ha sottolineato nel suo discorso Mons. Peter Kihara il terzo Pastore alla guida della chiesa di Marsabit, da ormai diciotto anni. “È un momento di gioia e di gratitudine al Signore, del grazie ai giganti nello Spirito: i missionari e missionarie di varie congregazioni e Fidei Donum, i catechisti, i benefattori e laici impegnati a vivere la loro fede”.

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I frutti che oggi si vedono e raccolgono vengono dai sacrifici, dalla dedizione e zelo missionario di tantissime persone. Tra tutti questi, vanno ricordati in particolare, i laici Paolo Valle che la provvidenza aveva mandato a Marsabit (nel 1948) ed Elias M’Ategi. Essi sono “considerati i fondatori provvidenziali della Chiesa cattolica” a Marsabit. Erano i responsabili della preghiera e della catechesi nell’unica cappella di Marsabit. In seguito, arrivarono anche i missionari Carlo Andrione, Paolo Tablino e Bartolomeo Venturino.

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Marsabit come diocesi, nasce nel 25 novembre del 1964, staccandosi dalla diocesi di Nyeri. Mons. Carlo Cavallera, che era vescovo di Nyeri, assunse la nuova diocesi portando con sé alcuni missionari della Consolata.

Il Concilio Vaticano II ha avuto un ruolo determinante per la fioritura di questa diocesi, perché con l’Enciclica di Papa Pio XII, Fidei Donum, diverse chiese iniziarono ad inviare i loro missionari in queste zone. A Marsabit iniziarono ad arrivare i sacerdoti della diocesi di Alba (Italia), della diocesi di Augsburg in Germania, della diocesi di Murang’a in Kenya e dalle diocesi di Iasi e arcidiocesi di Bucarest tutti due in Romania. Questa presenza è stata anche arricchita da altri missionari, oltre a quelli della Consolata, che hanno dato forza nel lavoro di prima evangelizzazione, sono missionari Comboniani, Benedettini, Salesiani. In seguito, sono arrivate anche altre congregazioni. Il primo sacerdote diocesano è stato ordinato nel 1993. Attualmente ci sono 18 sacerdoti e 3 suore del posto.

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La diocesi di Marsabit è composta di 14 gruppi ed etnie differenti. Le più grandi sono quelle dei Turkana, dei Samburu, dei Rendile e dei Gabbra. Conta con 50.000 battezzati, 18 sacerdoti diocesani, 12 missionari Fidei Donum, 13 missionari di Istituti religiosi, 44 consacrate e 3 fratelli, tutti impegnati nelle 17 parrocchie e un’altra ancora che sarà aperta prossimamente. Sono poche parrocchie, ma molto lontane l’una dall’altra. Quella più lontana dista circa 400 km dalla sede vescovile, con strade deserte e sovente difficili da percorrere. Nonostante tutto però, la diocesi non si stanca mai di essere una presenza luminosa, dando vita e speranza, servendo la gente negli ambiti della educazione, della salute, della promozione umana e con precorsi di pace.

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Nell’occasione, la diocesi ha anche inaugurato e benedetto la nuova struttura del Segretariato diocesano e la residenza vescovile, un passo importante nello sviluppo della chiesa locale. Nell'ambito della celebrazione di questo anniversario giubilare, la chiesa locale sarà arricchita da quattro ordinazioni sacerdotali che avranno luogo nei prossimi giorni.

In questi 60 anni di storia, la diocesi è stata guidata da tre pastori, tutti missionari della Consolata. Il primo è stato vescovo Carlo Maria Cavallera (1964 - 1981), il vescovo Ambrose Ravassi (1981 - 2007) e l’attuale vescovo Peter Kihara.

* Padre Godfrey Msumange, IMC, missionario in Inghilterra.

Alcone foto della celebrazione (Foto: Martin Ndumia)

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 La presenza della Direzione Generale IMC

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La inaugurazione della nuova struttura del Segretariato diocesano e la residenza vescovile

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