“Carisma e Formazione: l'Allamano e la formazione oggi” è stato il tema presentato questo mercoledì 5 settembre 2024, dal Postulatore dell'Istituto della Consolata, padre Giacomo Mazzotti, al corso di formazione permanente per formatori che si svolge a Roma. Il corso promosso dal Segretariato Generale per la Formazione riunisce dal 2 al 17 settembre, presso la Casa Generalizia, 13 formatori provenienti da Africa, Europa e America Latina.
Il coordinatore di turno, padre Ernesto Viscardi, ha presentato padre Giacomo Mazzotti “come un missionario ardente e appassionato che ha consumato il suo zelo missionario nella Repubblica Democratica del Congo, servendo l'Istituto come direttore della rivista ‘Amico’ e nella comunità di Porta Pia a Nomentana, Roma”. Nel 2018 ha assunto l'Ufficio della Postulazione presso la Casa Generalizia e da allora sta portando avanti la Causa di canonizzazione del Beato Giuseppe Allamano, il Fondatore dei Missionari della Consolata.
Padre Giacomo ha concentrato le sue riflessioni sui seguenti temi: Il Fondatore come formatore, educatore e Padre dei missionari; tre principi che hanno guidato e caratterizzato la formazione dell'Allamano; gli atteggiamenti specifici derivati da questi principi e due strumenti importanti di trasmissione dello spirito e del carisma IMC nelle nostre case di formazione oggi.
Partecipano al corso presso la casa Generaliziaa Roma, 13 formatori provenienti dall'Africa, dall'America e dall'Europa.
“L'Allamano ha trascorso tutti i suoi anni come formatore ed educatore di sacerdoti, incaricato della loro direzione spirituale, ma anche come direttore del Convitto Ecclesiastico, scuola che si occupava della formazione dei giovani sacerdoti”, ha affermato padre Giacomo e ha sottolineato che “rinnovando il Santuario della Consolata, l'Allamano ha rinnovato il centro di spiritualità della città di Torino. Il Santuario è diventato il centro di formazione spirituale mariana, dove l'Allamano ha ricevuto anche l'ispirazione per formare sacerdoti per le missioni”.
Secondo padre Giacomo, “l'Allamano non abbandonò mai questa ispirazione e il sogno di diventare formatore ed educatore di missionari, poiché poi il suo sogno divenne realtà quando fondò il nostro Istituto missionario”.
Questo aspetto del Fondatore come formatore ed educatore del clero è ben evidenziato nella letteratura su questo tema; prima di tutti, padre Lorenzo Sales, con “La vita spirituale” che è la fonte di tutti gli studi e pubblicazioni successive. Seguono, poi, i padri Gottardo Pasqualetti (Pedagogia del Fondatore), Mario Bianchi (il Fondatore come formatore), Francesco Pavese (formazione al Carisma dell'Istituto).
Padre Giacomo ha insistito sul fatto che il Fondatore non ha mai inteso la formazione come un modo per riempire un contenitore vuoto, ma come la strada maestra per aiutare i suoi futuri missionari a tirare fuori le loro forze e potenzialità e a orientarle nella giusta direzione. L'Allamano era informato dalle situazioni e dalle realtà che circondavano “i candidati”. In questo senso, il Postulatore ha esortato i formatori “a conoscere bene le circostanze, le situazioni e la realtà di ciascuno dei loro studenti, proprio come faceva l'Allamano.
Per quanto riguarda i principi fondamentali che hanno caratterizzato l’Allamano formatore, padre Giacomo ne ha delineati tre: “L'attenzione alla realtà degli studenti e della situazione sociale, storica e culturale in cui vivevano; l'attenzione a ogni candidato in persona e, infine, ma non meno importante, “la sua presenza” amorevole e costante. L'Allamano ha saputo così unire la chiarezza e la solidità dei grandi principi del suo carisma missionario alla personalità dei suoi allievi, spesso fragile, incerta e talvolta incostante. Questo perché ognuno di loro, con un itinerario personalizzato, potesse raggiungere il fine principale del nuovo Istituto e, cioè, la santità missionaria: “Prima santi e poi missionari”.
Per quanto riguarda l'attenzione a ogni candidato in prima persona, padre Giacomo ha spiegato che “il Fondatore aveva ben compreso che ogni persona è unica e ha i suoi bisogni particolari che devono essere guardati a livello personale, senza generalizzare. Egli prestava attenzione a ogni missionario per aiutarlo a superare le sue debolezze, correggerlo e aiutarlo a raggiungere l'ideale della sua vocazione. Voleva essere vicino a ciascuno per scoprire le capacità di ognuno e aiutarli a sfruttarle e a svilupparle per l'obiettivo ideale della missione. È così che ha mostrato la sua paternità nei loro confronti.
Padre Giacomo ha osservato che, anche se l'Allamano non “abitava materialmente” alla “Consolatina”, con le prime reclute, fu soprattutto presente, ogni domenica, con le sue famose “Conferenze”, a cui rimase fedele per 25 anni, fino alla morte. Furono questi incontri domenicali, con i missionari e le suore, il principale “momento formativo”, atteso, desiderato e conservato anche per i posteri, attraverso le trascrizioni accurate e precise di alcuni allievi.
Il Postulatore ha concluso il suo intervento presentando due strumenti utili, da utilizzare dai formatori IMC per trasmettere lo spirito del Fondatore. E sono i due volumi, tradotti già nelle principali lingue dell’Istituto: “Così vi voglio” curato da padre Francesco Pavese e suor Angeles Mantineo (una ‘riedizione’, aggiornata, attuale e… chiara della Vita Spirituale; e poi “Lettere ai missionari e missionarie della Consolata”, di padre Igino Tubaldo: un volume il cui valore pedagogico e formativo è stato “riscoperto e illustrato” da padre Antonio Bellagamba.
Due preziosi tools di lavoro che non dovrebbero assolutamente mancare nella biblioteca di ogni formatore e formatrice missionari e missionarie della Consolata.
* Padre Josephat Mwanake, IMC, Comunità Formativa Porta Pia di Roma.
Il secondo giorno del corso di formazione per i formatori ha visto i 13 partecipanti dei tre continenti (Africa, Europa, America) impegnati in una lunga e approfondita analisi della realtà della formazione nell’Istituto soprattutto riguardo agli anni del noviziato e del post noviziato. Il corso si svolge nella casa generalizia a Roma, dal 2 al 17 settembre.
La condivisione ha evidenziato aspetti positivi e spazi di problematicità che riguardano le personalità degli studenti che arrivano ai nostri centri con tutto il bagaglio di tante positività ma anche di situazioni da redimere proprie di questi tempi, i metodi della formazione da rinnovare, il ruolo e la preparazione dei formatori per i quali la solo buona volontà non basta più per essere dei saggi accompagnatori di queste generazioni.
Li ha aiutati in questo processo di analisi e di interpretazione di quanto era emerso il padre Méthode Gahungu, sacerdote diocesano di origine burundese con studi in Scienze dell’Educazione fino al Dottorato (1998) presso l’Università Pontificia Salesiana a Roma dove attualmente fa parte dell’Istituto di Pedagogia Vocazionale di cui è il Direttore. Le sue pubblicazioni riguardano soprattutto l’indirizzo progettuale (progettare, programmare e valutare, formazione iniziale e permanente, formazione inculturata e interculturale) con applicazione alla formazione presbiterale e religiosa.
In questo video realizzato dal Segretariato per la Comunicazione, Prof. Méthode Gahungu ci presenta una sintesi di ciò che è stato discusso durante la sessione della mattinata del terzo giorno.
* Padre Josephat Mwanake, IMC, Comunità formativa di Porta Pia a Roma
Benvenuti a questo video dedicato a Giuseppe Allamano, una figura straordinaria nel campo della formazione. Oggi abbiamo il privilegio di essere guidati da Padre Piero Trabucco, dell’Istituto Missioni Consolata (IMC), che ci presenterà l’Allamano nel suo ruolo di formatore. Giuseppe Allamano dedicò tutta la sua vita a formare e ispirare, inizialmente i sacerdoti diocesani, e successivamente i missionari e le missionarie della Consolata.
L’Allamano trascorse la sua vita immerso nell’ambito formativo, aiutando i giovani sacerdoti a crescere nel cammino della santità. Con la stessa dedizione, preparava i suoi missionari per le sfide della vita missionaria, instillando in loro lo spirito necessario per affrontare le difficoltà che avrebbero incontrato. Diceva spesso: “Lo spirito ve lo do io”, una frase che riassume il suo impegno e la sua passione nel formare individui pronti a portare avanti la loro missione con fede e coraggio.
Prepariamoci quindi a scoprire di più su questa figura straordinaria e sul suo inestimabile contributo alla formazione religiosa e missionaria.
* Suor Stefania Raspo, MC. Originalmente pubblicato in: www.missionariedellaconsolata.org
Durante il rinnovo dei voti (24 aprile 2023) nella casa di formazione di Abidjan, Costa d’Avorio, padre Matteo Pettinari aveva condiviso queste parole durante l’omelia, da cui emerge che la vocazione missionaria della nostra famiglia IMC si intreccia con la fedeltà al Vangelo, come vero ed unico orizzonte.
«Era il 24 aprile dell'anno 1900 quando l'Allamano depose sull'altare la lettera in cui chiedeva al vescovo l'approvazione della nostra famiglia missionaria. Quel giorno era la festa di San Fedele da Sigmaringen, il primo martire della giovane Congregazione di Propaganda Fide. Un cappuccino che l'Allamano aveva voluto fosse ricordato anche nelle nostre Costituzioni, dove veniva definito come “speciale protettore” della nostra famiglia missionaria. Perché ? Perché era rimasto fedele alla sua vocazione missionaria fino al dono della vita.
E oggi l'Istituto vuole che ricordiamo i missionari martiri che, con il loro sangue, hanno testimoniato la loro fedeltà a Cristo e alla missione. E allora quale giorno migliore per festeggiare il rinnovo della professione religiosa ? Consacrati da Dio per la missione ad gentes: questa è la nostra vocazione!
Vedi qui il video dell'omelia di padre Matteo Pettinari il 24 aprile 2023.
Se andiamo ai testi liturgici di questo giorno, vediamo che Stefano, pieno di grazia e di potenza, della grazia e della potenza di Dio, tra il popolo compiva prodighi e segni luminosi (cf. Atti 6, 8). La missione di Stefano si svolge tra la gente.
Nel numero 73 delle nostre Costituzioni, alle quali tra poco farete la promessa di conformare la vostra vita, si legge: «Vogliamo essere presenti in modo semplice e fraterno alle persone con cui lavoriamo, attraverso contatti personali e attenzione ai loro problemi e bisogni concreti; per questo la conoscenza delle lingue locali è essenziale». Voglia Dio concedere che i segni luminosi che realizziamo tra la gente siano quelli di parlare la lingua della gente e vivere la vita semplice e fraterna della gente.
Vedete, siamo qui per voi, il Consiglio della Delegazione è arrivato per questo giorno da tre angoli della Costa d'Avorio e anche l’animatore è qui per voi. Preghiamo, affinché possiate impregnarvi di questo spirito della nostra famiglia missionaria, del nostro carisma e viverlo.+
Questi amici della diaspora, è da loro che viene la persecuzione a causa della gelosia. Nel cuore di questa persecuzione, nel cuore di questa gelosia che si era scatenata contro di lui e lo aveva ucciso, Stefano era rimasto come “un angelo” (cf. Atti 6, 15). Tutto questo non toccava, però, il cuore della sua vita, della sua vocazione, ma rimase deciso ad annunciare il Vangelo di Cristo, fino alla fine.
La nostra preghiera, il nostro augurio è che non troviate mai scuse intorno a voi per giustificare ciò che non è dentro di voi. Cercate Gesù a motivo di Gesù. Preghiamo affinché la vostra professione religiosa sia una ricerca quotidiana di Gesù Cristo, per amore di Gesù Cristo: tutto per il Vangelo, tutto per il Vangelo! La vostra vita, la vostra consacrazione, la vostra donazione alla missione sia ogni giorno, sempre e ovunque per il Vangelo!»
* Padre Ariel Tosoni, è missionario nella Costa d’Avorio.
La situazione attuale e futura della missione ad gentes esige dei missionari qualificati per svolgere con competenza il servizio pastorale e professionale. Dopo la formazione di base l’Istituto Missioni Consolata prevede due periodi di studi per qualificare i suoi membri: il ciclo di licenza e il corso di dottorato.
Padre Ashenafi Yonas Abebe è uno dei 17 giovani missionari della Consolata provenienti dall'Etiopia. Al termine del noviziato in Kenya, ha studiato teologia a Bogotá, in Colombia. Nel 2008, appena ordinato sacerdote nella diocesi di Hosanna in Etiopia, Ashenafi ha fatto parte del primo gruppo di missionari della Consolata che ha iniziato la nuova presenza IMC in Polonia a Kielpin nella diocesi di Varsavia.
Dopo 15 anni di lavoro in Polonia, giudicati dal padre come una bella esperienza, nel 2023 viene trasferito alla comunità della Casa Generalizia a Roma per iniziare i suoi studi di Storia della Chiesa nella Pontificia Università Gregoriana.
Vedi il video realizzato da Fratel Adolphe Mulengezi