Durante il rinnovo dei voti (24 aprile 2023) nella casa di formazione di Abidjan, Costa d’Avorio, padre Matteo Pettinari aveva condiviso queste parole durante l’omelia, da cui emerge che la vocazione missionaria della nostra famiglia IMC si intreccia con la fedeltà al Vangelo, come vero ed unico orizzonte.
«Era il 24 aprile dell'anno 1900 quando l'Allamano depose sull'altare la lettera in cui chiedeva al vescovo l'approvazione della nostra famiglia missionaria. Quel giorno era la festa di San Fedele da Sigmaringen, il primo martire della giovane Congregazione di Propaganda Fide. Un cappuccino che l'Allamano aveva voluto fosse ricordato anche nelle nostre Costituzioni, dove veniva definito come “speciale protettore” della nostra famiglia missionaria. Perché ? Perché era rimasto fedele alla sua vocazione missionaria fino al dono della vita.
E oggi l'Istituto vuole che ricordiamo i missionari martiri che, con il loro sangue, hanno testimoniato la loro fedeltà a Cristo e alla missione. E allora quale giorno migliore per festeggiare il rinnovo della professione religiosa ? Consacrati da Dio per la missione ad gentes: questa è la nostra vocazione!
Vedi qui il video dell'omelia di padre Matteo Pettinari il 24 aprile 2023.
Se andiamo ai testi liturgici di questo giorno, vediamo che Stefano, pieno di grazia e di potenza, della grazia e della potenza di Dio, tra il popolo compiva prodighi e segni luminosi (cf. Atti 6, 8). La missione di Stefano si svolge tra la gente.
Nel numero 73 delle nostre Costituzioni, alle quali tra poco farete la promessa di conformare la vostra vita, si legge: «Vogliamo essere presenti in modo semplice e fraterno alle persone con cui lavoriamo, attraverso contatti personali e attenzione ai loro problemi e bisogni concreti; per questo la conoscenza delle lingue locali è essenziale». Voglia Dio concedere che i segni luminosi che realizziamo tra la gente siano quelli di parlare la lingua della gente e vivere la vita semplice e fraterna della gente.
Vedete, siamo qui per voi, il Consiglio della Delegazione è arrivato per questo giorno da tre angoli della Costa d'Avorio e anche l’animatore è qui per voi. Preghiamo, affinché possiate impregnarvi di questo spirito della nostra famiglia missionaria, del nostro carisma e viverlo.+
Questi amici della diaspora, è da loro che viene la persecuzione a causa della gelosia. Nel cuore di questa persecuzione, nel cuore di questa gelosia che si era scatenata contro di lui e lo aveva ucciso, Stefano era rimasto come “un angelo” (cf. Atti 6, 15). Tutto questo non toccava, però, il cuore della sua vita, della sua vocazione, ma rimase deciso ad annunciare il Vangelo di Cristo, fino alla fine.
La nostra preghiera, il nostro augurio è che non troviate mai scuse intorno a voi per giustificare ciò che non è dentro di voi. Cercate Gesù a motivo di Gesù. Preghiamo affinché la vostra professione religiosa sia una ricerca quotidiana di Gesù Cristo, per amore di Gesù Cristo: tutto per il Vangelo, tutto per il Vangelo! La vostra vita, la vostra consacrazione, la vostra donazione alla missione sia ogni giorno, sempre e ovunque per il Vangelo!»
* Padre Ariel Tosoni, è missionario nella Costa d’Avorio.
Visita a San Pedro, Grand Zattry e Abidjan.
Pubblichiamo la seconda puntata della cronaca della visita della Direzione Generale in Costa d'Avorio da parte del Vice Superiore Generale, padre Michelangelo Piovano e dei Consiglieri Generali, i padri Erasto Mgalama e Mathews Odhiambo Owuor.
Continuando la visita alle altre comunità della Delegazione, sempre accompagnati da padre John Baptist Odunga, siamo stati a San Pedro, Grand Zattry e Abidjan. Le prime due comunità sono al sud del Paese, nella diocesi di San Pedro. Qui abbiamo la casa della Delegazione e Centro di Animazione Missionaria dove siamo stati accolti da padre Bonfas Ochieng Mutanda che è lì per sostituire padre Ariel Tosoni e padre Raphael Njoroge che al momento si trovano a Dianra Village.
Abbiamo avuto modo di pregare con un bel gruppo di amici della comunità il rosario, i vespri e la messa celebrata in uno spazio all’aperto molto bello, dove vi è anche la grotta della Consolata. Sull’altare vi è una foto di padre Matteo Pettinari (morto tragicamente il 18 aprile scorso), la sua stola, una bibbia aperta ed un cero acceso.
Tutti lo sentono presente e vivo nel mistero della risurrezione che celebriamo sull’altare. La casa di San Pedro è accogliente ed è dove avremmo dovuto avere la Conferenza della Delegazione. Alla sera la gente ci accoglie con un rito di benvenuto tipico del Paese: “la cola”, un prodotto tipico locale, con peperoncino secco ed una bevanda estratta dalla canna da zucchero. Padre Bonfas ci porta anche a vedere la sede della diocesi, la cattedrale e alcune parrocchie della città dove siamo sempre accolti con gioia dai sacerdoti che vi lavorano.
Parrocchia di San Giuseppe Artigiano a Grand Zattry
Da San Pedro viaggiamo a Grand Zattry nella Parrocchia di San Giuseppe Artigiano. Ci accoglie il parroco padre James Mwangi Gichani. All’arrivo, su una collinetta rocciosa, sorge la bella e nuova chiesa della Parrocchia terminata da poco. All’interno delle belle pitture raccontano la vita di Cristo, dei Santi patroni delle varie comunità di base della Parrocchia, dell’Allamano, della Consolata e della Beata Irene. Con padre James lavora anche padre Bonfas che abbiamo incontrato a San Pedro. Ricordiamo anche altri missionari che avevano lavorato, in precedenza, contribuendo allo sviluppo della parrocchia: i padri Giano Benedetti, Silvio Gullino, Victor Kota e altri. Accanto alla chiesa è stata costruita recentemente una bella grotta della Madonna di Lourdes dove non manca però anche la Consolata.
Padre James ci accompagna nella visita ad alcune delle comunità di base della parrocchia situate in villaggi molto poveri. Vi sono anche due semplici scuole costruite grazie a dei finanziamenti dal Canada e dalla Caritas. Le condizioni dei bambini e le strutture sono poverissime, mancano tuttora l’acqua corrente ed i servizi igienici. Dei maestri il governo ne paga solo uno, gli altri lavorano come volontari e sostenuti dalla parrocchia in qualche modo.
Dopo la Messa, alla quale partecipa un bel gruppetto di cristiani che fanno parte del consiglio pastorale, ci salutiamo con una foto ricordo. Anche qui siamo grati per la calorosa accoglienza ricevuta da padre James e dalla gente. Ci siamo sentiti a casa, in famiglia e qui non è necessario chiederci se siamo o no ad gentes: lo siamo al 100%.
Da Grand Zattry partiamo per Abidjan dove si concluderà la nostra visita. Ritorniamo al Seminario dove eravamo stati accolti al nostro arrivo. Padre John Baptist, che ci ha accompagnati in queste due settimane, è il rettore. La comunità è composta da Eduard, uno studente di filosofia al primo anno, e da cinque studenti che stanno facendo la licenza: Telmo Avelino Josè, Urbanus Nzangi, Dickson Kajuna, Fredrick Maina e Fredrick Swai. In questo momento per lo studio della lingua francese vi sono anche due giovani missionari: padre Albert Mwanguhya già destinato alla Delegazione e padre Erasto Gabriel Kabogo destinato al Madagascar. Al nostro arrivo, la settimana precedente, avevamo già incontrato personalmente ognuno degli studenti e fatto un incontro comunitario con loro.
Il sabato sera partecipiamo con loro alla Lectio Divina sul Vangelo della domenica ed il giorno seguente ancora condivisione con la comunità. Lunedì mattina vistiamo gli Istituti Superiori dove vanno gli studenti per la filosofia e le licenze. La sera partiremo per il Sudafrica dove arriveremo il giorno seguente.
Seminario di Abidjan: studio di filosofia, specializzazione e lingua francese
Terminando questa visita alla Costa d’Avorio esprimiamo la nostra gratitudine a tutti. Avremmo dovuto fare la Conferenza e queste visite assieme a padre Matteo…lo ha fatto in un altro modo guidandoci e assistendoci dal Paradiso. Partiamo con il cuore grato e pieno della certezza che questa è la nostra missione, una missione bella, con tante sfide, ma altamente formativa se sappiamo accoglierla con generosità e disponibilità, con fedeltà e coraggio. Preghiamo il Signore, per intercessione della Consolata e dell’Allamano, che la Delegazione possa continuare a compiere con fedeltà il suo cammino che verrà anche orientato in futuro dalla conferenza regionale che faremo quando le condizioni lo permetteranno. Vivremo in comunione particolare con loro il 24 maggio, giorno in cui vi saranno i funerali del nostro caro Padre Matteo.
* Padri Michelangelo Piova, Erasto Mgalama e Mathews Odhiambo Owuor.
Programma del funerale di padre Matteo Pettinari
Dianra Villade, 23 e 24 maggio 2024
“Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio, nessun tormento li toccherà. Agli occhi degli stolti parve che morissero, la loro fine fu ritenuta una sciagura, la loro partenza da noi una rovina, ma essi sono nella pace. I fedeli nell'amore rimarranno presso di lui, perché grazia e misericordia sono per i suoi eletti.” (Sap 3,1-3.9)
“La comunità sarà sempre formata dai vivi e dai defunti, né questo vincolo si scioglierà più, neppure in paradiso.” (Beato Giuseppe Allamano, Fondatore dei Missionari della Consolata)
Carissimi, Con la tristezza nel cuore ma anche con la consolazione che viene dalla fede comunichiamo il programma dei funerali del nostro caro padre Matteo Pettinari, per permettere a tutti di mettersi in comunione con la comunità e poter partecipare.
Lunedì 20 maggio: arrivo della delegazione dall’Italia formata da 15 persone, membri della sua famiglia: papà di Matteo, fratello e sorella insieme ad altri familiari ed amici.
Martedì 21 maggio: giorno di consolazione e di inserimento nella comunità, dedicato alla preparazione del funerale.
Mercoledì 22 maggio: presso l’obitorio di Katiola (dove è conservato il corpo di padre Matteo) celebrazione della S. Messa di suffragio con il vescovo, i sacerdoti e cristiani della parrocchia della cattedrale.
Giovedì 23 maggio: ultimo saluto alla salma di padre Matteo con la S. Messa di suffragio e poi il corteo funebre da Katiola partirà verso Dianra Prefecture dove il feretro sarà accolto in Chiesa con l’officio de defunti. Si proseguirà poi per Dianra Village per la veglia funebre di tutta la notte.
Venerdì 24 maggio: Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo di Odiennè Monsignor Alain Clement Amiezi insieme a tutti i sacerdoti della Diocesi, i Missionari della Consolata presenti in Costa d’Avorio e altri sacerdoti ed amici che saranno presenti. Alla Celebrazione parteciperanno le comunità cristiane di Dianra Village, Dianra Prefecture, Sonozo, Marandalah, i dottori ed infermieri del Centro di Salute Allamano e molti altri cristiani e non che hanno avuto la grazia di incontrare padre Matteo sulla loro strada.
Seguirà la tumulazione della salma del nostro caro padre Matteo in una tomba mausoleo costruito tra la Chiesa e la grotta della Consolata, luogo che lui stesso aveva indicato in diverse occasioni.
I Missionari della Consolata Delegazione Costa D’Avorio
Dianra, 05 maggio 2024
Pubblichiamo la cronaca della visita in corso della Direzione Generale in Costa d'Avorio da parte del Vice Superiore Generale, padre Michelangelo Piovano e dei Consiglieri Generali, i padri Erasto Mgalama e Mathews Odhiambo Owuor.
Scopo della visita era la partecipazione dei membri della Direzione alla Conferenza della Delegazione e la visita di tutte le comunità IMC nel Paese.
Padre Matteo Pettinari, allora superiore delegato, aveva già inviato tutto il programma, ma come è stato pubblicato, due giorni dopo, il 18 aprile, il Signore lo ha chiamato a sé a seguito di un mortale incidente stradale mentre viaggiava per andare a San Pedro per ultimare la preparazione della Conferenza e poi accoglierci ed accompagnarci nella vista alle missioni.
Tutto l’Istituto ne ha appreso la notizia con grande dolore assieme alla sua famiglia accogliendo con fede questa volontà e piano di Dio che solo in cielo un giorno comprenderemo. Tutti: la famiglia, i missionari e la gente che lo ha conosciuto sono grati per questa vita donata in modo instancabile per la missione in Costa d’Avorio.
Necessariamente sono così cambiati anche i nostri piani perché la Conferenza della Delegazione non si è più potuta fare a causa delle tristi circostanze.
Abbiamo così iniziato a visitare i missionari nelle loro comunità e, in ognuna di esse, troviamo accoglienza, spirito di famiglia e tanto amore e dedicazione per la missione.
Il nostro viaggio è iniziato da Abidjan, dove siamo stati accolti da Padre John Baptist e dalla comunità del Seminario con i cui membri abbiamo avuto dei bei momenti di dialogo e di condivisione.
Con lui, lunedì 22 aprile, siamo poi partiti per la Missione di Marandallah arrivando quasi di sera accolti da padre Wema Meta e da padre Isac Josè Manuel. Il mattino dopo visitiamo il Centro Pastorale, la chiesa e il Centro di Salute, vera opera di consolazione per la gente del posto. Un po’ ovunque la gente si ricorda di tanti missionari passati in questa e altre missioni.
Proseguiamo poi per Dianra Village e Procure dove ci accolgono padre Stefano Camerlengo, arrivato qui da pochi mesi, e padre Celestino Marandu, vice superiore della Delegazione. Incontriamo anche lo zio di padre Matteo che da novembre si occupa del laboratorio di biologia del Centro Sanitario Giuseppe Allamano.
Il giorno dopo, arrivano da San Pedro, padre Raphael Ndirangu, amministratore della Delegazione e padre Ariel Tosoni, animatore missionario e vocazionale. Entrambi hanno lavorato vari anni a Dianra ed in questo momento particolare potranno dare il loro valido aiuto. Rimaniamo a Dianra per tre giorni.
Nei giorni in cui siamo rimasti in questa missione molte persone, singolarmente o in gruppo, vengono a salutarci e a portare le loro condoglianze dimostrando il grande amore che avevano per padre Matteo.
Al mattino celebriamo con loro la messa e alla sera si recita il Rosario presso la grotta della Consolata; è sempre un forte momento di preghiera. Anche con i missionari abbiamo momenti di condivisione, dialoghi e offriamo il nostro incoraggiamento per il lavoro pastorale e missionario che dovrà essere portato avanti.
Recita del Rosario presso la grotta della Consolata
Visitiamo anche la chiesa di Dianra Village, inaugurata da pochi mesi con splendide pitture che sono una vera e propria catechesi. Con la guida del dottore responsabile del Centro Sanitario vistiamo questa bella opera di consolazione per la gente che comprende i reparti di maternità, prevenzione, consulte mediche, degenza e uno studio dentistico. Che l’Allamano, a cui è intitolato il Centro, possa continuare a sostenerlo con l’aiuto e la collaborazione di tanti come fino ad ora lo ha sostenuto il nostro padre Matteo.
Venerdì 26 aprile partiamo per la missione di Sago nella Diocesi di San Pedro a sud del Paese. Vi arriviamo dopo un viaggio di 16 ore e con qualche difficoltà nell’ultimo tratto a causa della strada che è in brutte condizioni. Ci accoglie padre Gregory Cyprian Mduda che da otto anni lavora in questa missione con padre Celestino Marandu. Il giorno seguente ci porta a vedere la piantagione di Palme da olio, una delle risorse e un investimento della Delegazione, alla quale padre Gregory si dedica con passione, capacità ed una buona amministrazione, oltre a tutto il lavoro pastorale che con padre Celestino fanno in questa missione.
Visita alla piantagione di Palme da olio nella missione di Sago
Alla sera abbiamo avuto un incontro e momento di convivio con il consiglio pastorale ed il giorno seguente abbiamo partecipato alla messa domenicale della comunità animata da una bellissima corale. Abbiamo poi anche visitato la nostra scuola primaria.
Ringraziamo il Signore anche per questa bella parrocchia di Sago, la prima in Costa d’Avorio dedicata alla Consolata, dove i nostri missionari hanno iniziato a lavorare nel 1997. Da qui proseguiremo il nostro viaggio verso San Pedro e Grand Zattry.
* Padre Michelangelo Piovano, IMC, Vice superiore generale.
«Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto» (Gv 12,24).
“Il sacerdote è più di tutto l'uomo della carità, ed egli è prete assai più a vantaggio dei suoi fratelli che di se stesso.” (Beato Giuseppe Allamano)
Il nostro caro Padre Matteo Pettinari ci ha lasciato, una vita generosa spazzata via in pochi istanti. Nel pomeriggio del 18 aprile verso le 14 e 30, ha avuto un terribile incidente stradale contro un autobus di linea a Niakara nel nord della Costa d’Avorio dove viveva da missionario da 13 anni.
Padre Matteo, 42 anni, dei quali 17 di professione religiosa e 13 di sacerdozio, nella prefettura di Dianra, era punto di riferimento per l’intera popolazione.
Papa Francesco all’angelus di domenica 21 aprile ha così commentato: "Con dolore ho appreso la notizia della morte, in un incidente, di padre Matteo Pettinari, giovane missionario della Consolata in Costa d'Avorio, conosciuto come il "missionario instancabile", che ha lasciato “una grande testimonianza di generoso servizio”.
Una vita spesa per gli ultimi della Costa d’Avorio, vissuta con energia e vitalità. Non si è mai risparmiato, si è dedicato soprattutto alla costruzione di una Chiesa e di un Centro Sanitario, riferimento per tanta gente della Regione e tanta vicinanza e carità con tutti.
"Quello che l’Africa mi ha insegnato – aveva detto anni fa in un’intervista – è vivere la vita non a partire dai problemi che ci sono o che non ci sono, che potrebbero esserci o non esserci, ma dalle relazioni che comunque sempre sono il sale, la gioia, la ricchezza del quotidiano. Io amo dire quando sono a Dianra che abbiamo mille problemi ma mille e uno soluzioni, nel senso che le difficoltà, le crisi, la precarietà di ogni tipo non possono determinare lo stile con cui si affrontano le giornate".
Era un missionario vero, buono, un cristiano, che divorava la Parola di Dio e non si è mai stancato di spezzarla per tutti. Cercava di aiutare tutti e il tempo non gli bastava mai perché doveva sempre correre ad aiutare e servire. Era sempre il primo a fare la sua parte a servire e amare fino alla fine, a sorridere al prossimo. Una signora l’ha definito: “un missionario senza religione”, perché era sempre pronto ad aiutare tutti senza guardare a quale confessione religiosa appartenesse.
Punto di riferimento era e resta anche a Monte San Vito (Ancona) dove tutta la sua famiglia è conosciuta e apprezzata.
La famiglia ha deciso di lasciare il suo corpo a Dianra Village, nella “sua missione” dove ha offerto la sua vita affinché continui ad essere punto di riferimento, guida sicura, porto di speranza.
Lo ricordiamo con affetto ed amicizia, facciamo fatica a capire il piano di Dio, ma sappiamo che Dio conosce il perché.
Grazie Signore perché ce lo hai donato e perché è stato un grande missionario, ora lo hai chiamato te lo affidiamo, che dal cielo continui ad accompagnarci e si prenda cura di tutti noi che lo abbiamo conosciuto ed amato quaggiù.
* Padre Stefano Camerlengo, imc, missionario in Costa d’Avorio.
Il missionario della Consolata italiano padre Matteo Pettinari, quarantaduenne, nato a Chiaravalle (Ancona) e cresciuto a Monte San Vito, è deceduto nel pomeriggio del 18 aprile 2024, a causa di un grave incidente stradale avvenuto a Niakara, villaggio dell’area centro nord della Costa d’Avorio, quando l’auto che lui guidava si è scontrato con un autobus di linea. Padre Matteo lascia il padre Pietro, la sorella Francesca, il fratello Marco e cinque nipoti. La mamma Roberta è mancata tre anni fa.
Il Papa Francesco, durante i saluti dopo il Regina Caeli, nella domenica del Buon Pastore (21 aprile), ha voluto ricordare la figura del missionario generoso: «Con dolore ho appreso la notizia della morte, in un incidente, di padre Matteo Pettinari, giovane missionario della Consolata in Costa d'Avorio, conosciuto come il missionario ‘instancabile’ che ha lasciato una grande testimonianza di generoso servizio» - ha detto il Pontefice, invitando a pregare per la sua anima.
Sul terribile incidente che ha causato la morte di padre Matteo, preziosa è la testimonianza di padre Stefano Camerlengo che, dopo aver terminato il suo mandato come Superiore Generale, era stato destinato, pochi mesi fa, alla Costa d’Avorio e proprio con padre Matteo erano insieme responsabili della parrocchia di Dianra.
In un messaggio attraverso whatsapp (domenica 21 aprile) ha condiviso con noi quegli ultimi momenti vissuti insieme a padre Matteo. «Davanti a una persona giovane, buona e un missionario instancabile, come ha detto il Papa Francesco, non ci sono altre parole da aggiungere. Uno vuole vivere questo momento nel silenzio, come ho detto questa mattina alla nostra gente in chiesa; silenzio nella comunione tra di noi, nella fraternità e nella preghiera», dice padre Stefano e poi racconta cosa era successo giovedì 18 aprile, quando padre Matteo ha avuto il tragico incidente, sulla strada che, attraversando il Paese, collega il Nord con la capitale Abidjan, sulla costa atlantica.
«Di fronte a un triste evento come questo cosa impariamo? - si chiede padre Stefano -. Sono situazioni che non hanno risposta e che capiremo solo quando saremo con il Signore. Abbiamo davanti una persona buona e generosa che si è donata, un missionario della Consolata con lo spirito dell’Allamano: amore e passione per la gente, voglia di promozione umana per fare crescere le persone; oltre a una grande intelligenza che gli ha permesso di essere aperto a tutti e amico di tutti. Celebriamo la morte di un uomo che, come buon pastore, si è speso per le sue pecore che conosceva, con la preoccupazione anche per quelle che non stavano nell’ovile e le cercava. Credo che questo sia il ricordo più bello di padre Matteo».
«In comunione fraterna, preghiamo il Signore per il suo riposo eterno e che, per intercessione della Madonna della Consolata, conceda a noi e alla sua famiglia consolazione e pace. Imploriamo per lui dalla misericordia di Dio la luce della Risurrezione» - si legge nella nota pubblicata venerdì 19 aprile dal Superiore generale, padre James Lengarin e dal segretario imc, padre Pedro Louro.
La notizia ha lasciato una grande tristezza per l’improvvisa scomparsa del giovane missionario, pieno di energia e molto attivo nella missione in Costa d'Avorio, dove lavorava dal 2011 e, nel 2022, era divenuto Superiore Delegato per l’Istituto. «Nel grande dolore, ci ancoriamo alla speranza della risurrezione, testimoniata in modo splendido dalla vocazione e dalla vita di Padre Matteo» - rende noto dalla Diocesi di Senigallia la sua comunità di origine con cui manteneva stretto rapporto con progetti in favore della popolazione ivoriana. Attraverso i social, aggiornava sui progressi e gli aiuti che arrivano per la missione.
«Sei volato in cielo ed ora con mamma vegliate su di noi. Il tuo ricordo sarà sempre nel mio cuore e nessuno potrà portarmelo via» - ha scritto su Facebook la sorella Francesca, postando una foto del fratello Matteo in missione, con una bimba in braccio.
Diversi mezzi di comunicazione in Italia hanno riportato notizie e messaggi di cordoglio. Un punto di riferimento era a Monte San Vito padre Matteo, a cui era molto legato e dove tutta la sua famiglia è conosciuta e apprezzata. «La comunità di Monte San Vito – ha scritto il Comune - si stringe profondamente addolorata attorno alla famiglia Pettinari per l’improvvisa perdita di Padre Matteo. Ogni iniziativa in programma verrà rinviata a data da destinarsi» – ha affermato il sindaco Thomas Cillo -. Solo una grande fede può dare spiegazioni a certi eventi e per chi rimane c’è solo immenso dolore».
Padre Alexander Likono, imc, che ha lavorato con padre Pettinari per 13 anni, lo definisce «un uomo di grande fede che amava veramente la preghiera e la Parola di Dio» - dice e aggiunge - «Anche se arrivava stanco, non lasciava mai il suo impegno di preghiera».
Padre Matteo Pettinari e Alexander Likono.
Padre Alexander racconta che insieme avevano organizzato la formazione in Costa d’Avorio, poi avevano lavorato nei centri sanitari di Marandallah e Dianra Villaggio. Padre Matteo è stato il suo Vice superiore per tre anni e recentemente erano nella stessa comunità di Dianra.
«Ricordo la sua passione e il suo entusiasmo per la missione, la sua energia e il desiderio di donarsi completamente per il regno di Dio, la salvezza e il benessere di tutte le persone. Era un vero figlio dell’Allamano e della Consolata. Abbiamo perso un missionario molto intelligente e capace di fare tante cose con precisione e ordine. Era un guerriero della missione» - ricorda padre Alexander.
Altre caratteristiche in lui erano il dialogo e l'amicizia. «Padre Matteo era amato da tutti: dai vescovi, preti, confratelli, religiosi e religiose, autorità civili e tradizionali, dai cristiani e anche dai non cristiani. Aveva un cuore grande capace de vedere i bisogni degli altri, facendo il possibile per aiutarli. Sempre era disponibile, anche quando era stanco, o ammalato» - assicura padre Alexander.
Presenti dal 2002 nella diocesi di Odienné (Nord della Costa d’Avorio), in zona musulmana e animista, i Missionari della Consolata accompagnano oggi la crescita della Chiesa locale, arricchendola con edifici per l'istruzione e ospedali sanitari. Nel 2019, a Dianra Village è stata inaugurata la nuova chiesa parrocchiale dedicata a san Joseph Mukasa, uno dei martiri d’Uganda, nato nel 1860, martirizzato nel 1885 e proclamato santo nel 1964. Completata dopo tre anni di lavori, la chiesa è umile, ma bella e fa parte del “Progetto pietra rossa’. «Se qualcosa deve parlare di Dio, allora deve parlare il linguaggio di Dio, che è la comunione», aveva detto padre Pettinari all'architetto-capo del progetto di costruzione della chiesa, Daniela Giuliani. Lo raccontava lei stessa in una intervista del febbraio 2023 a L'Osservatore Romano. Parole di incoraggiamento, quelle del religioso, che sono state di grande ispirazione per l'architetto, che proviene dalla sua stessa diocesi: «Padre Matteo mi ha insegnato la via della Chiesa».
Chiesa parrocchiale dedicata a san Joseph Mukasa a Dianra Village
Nel Dossier sulla Costa d’Avorio, appena pubblicato sulla rivista Missioni Consolata (aprile 2024), padre Matteo così aveva raccontato la missione: «Insieme alle persone con cui condividono questa meravigliosa avventura, i missionari visitano i villaggi per l’annuncio del Vangelo, si aprono alle ricchezze delle culture che li accolgono, realizzano progetti educativi (alfabetizzazione serale e scolarizzazione) e di appoggio all’economia domestica (microcredito per donne e apicoltura). Sperimentano lo stupore della fraternità interreligiosa di cui è intessuto il loro quotidiano e, inoltre, amministrano un centro sanitario che oggi fornisce diversi servizi: dispensario, maternità, studio dentistico, laboratorio analisi, centro trasfusioni, salute mentale, accompagnamento di persone sieropositive e affette da tubercolosi, centro nutrizionale e telemedicina in cardiologia».
Proprio come desiderava il Fondatore, il Beato Allamano, i missionari «annunciano il Vangelo con opere di promozione umana. La sensibilità e lo sforzo per sviluppare un’evangelizzazione “inculturata”sono confluiti nella costruzione della chiesa di Dianra Village, secondo padre Matteo, «per dire la bellezza della fede»- come spiega nel suo articolo. «Questa chiesa è un’ulteriore testimonianza fatta architettura e arte, capace di parlare della bellezza di Dio e della vita nuova in Cristo a chiunque la contempli (…). La sfida di inculturazione che abbiamo raccolto in questo spazio liturgico crediamo possa raccontare la sfida della missione stessa nel mondo».
Padre Pettinari, dopo un periodo nel seminario di Ancona (Italia), era entrato nell’Istituto dei Missionari della Consolata, dove aveva concluso la sua formazione. Al termine dell'anno di noviziato a Bedizzole (BS), la professione dei voti temporanei, il 27 agosto 2006. Si era poi specializzato in teologia biblica a Madrid, in Spagna. Prima dell'ordinazione sacerdotale, dal 2007 al 2009 aveva svolto uno stage pastorale a Sago, in Costa d'Avorio, Paese che aveva mparato ad amare, scegliendolo poi, più tardi, nel servizio missionario.
Ritornato a Madrid, aveva fatto la professione perpetua l’8 dicembre 2009; ordinato diacono il 28 febbraio 2010, era diventato sacerdote l'11 settembre 2010 nella cattedrale di Senigallia. Da allora aveva trascorso 17 anni di professione religiosa e 13 di sacerdozio.
Dopo un periodo di animazione missionaria in Europa, nel 2011 era stato inviato in Costa d'Avorio, Paese che già conosceva e dove ha trascorso la maggior parte della sua vita missionaria, in particolare a Sago, San Pedro e Dianra Village.
Qualche anno fa, in un’intervista a “La voce misena”, periodico della diocesi di Senigallia, padre Matteo aveva detto: «Quello che l’Africa mi ha insegnato è di vivere la vita non a partire dai problemi che ci sono o che non ci sono, che potrebbero esserci o non esserci, ma dalle relazioni che, comunque e sempre, sono il sale, la gioia, la ricchezza del quotidiano. Io amo dire quando sono a Dianra - aggiungeva - che abbiamo mille problemi, ma mille e una soluzione, nel senso che le difficoltà, le crisi, la precarietà di ogni tipo non dovrebbero condizionare lo slancio con cui si affrontano le giornate».
L’Istituto della Consolata è presente in Costa d'Avorio dall’inizio del 1996. Attualmente lavorano nel Paese 14 missionari nelle diocesi di Odienne e di San Pedro e nell’archidiocesi di Abidjan. Le comunità imc sono in totale sei (San Pedro, Abidjan, Dianra, Grand-Zattry, Marandallah e Sago). La comunità formativa di specializzazione, ad Abidjan, accoglie cinque studenti professi.
L’impegno per la consolazione ha preso forma in alcune opere: la scuola primaria di Sago (2007), i centri sanitari di Marandallah (2007) e Dianra Village (2012), il microcredito per donne e apicoltura a Dianra e Marandallah (2013). A partire dal 2023, a San Pedro, funziona un Centro di Animazione e Spiritualità Missionaria, promozione vocazionale, mediazione culturale e formazione giovanile.
Padre Matteo ha partecipato attivamente a questa storia di consolazione. Nella domenica del Buon Pastore e celebrando la 61ª Giornata Mondiale di preghiera per le Vocazioni, siamo grati a Dio per il dono della sua vocazione religiosa e missionaria. Siamo anche riconoscenti alla sua famiglia per aver ‘regalato’ un figlio alla missione della Chiesa nel mondo e per la presenza arricchente di padre Matteo nella nostra famiglia Consolata.
Il nostro “missionario instancabile” che ha creduto nella Risurrezione e nella vita eterna, e ha compiuto la sua missione come sacerdote religioso della Consolata possa contemplare in eterno la luce di Cristo Risorto e intercedere per noi.
* Padre Jaime C. Patias, IMC, direttore del SGC.