In preparazione alla Canonizzazione del Beato Giuseppe Allamano il prossimo 20 di ottobre a Roma,  al Santuario della Consolata di Torino, sabato 28 settembre, vi è stata l’inaugurazione della Mostra “Giuseppe Allamano: un Santo tra noi”, preceduta dalla celebrazione Eucaristica presieduta dal cardinale Giorgio Marengo, missionario della Consolata, Prefetto Apostolico di Ulaanbaatar in Mongolia.

Con il cardinal Marengo hanno concelebrato il Superiore della Regione Europa dei Missionari della Consolata, padre Gianni Treglia, il Rettore del Santuario della Consolata, mons. Giacomo Maria Martinacci e alcune decine di missionari della Consolata.

Tra i tanti fedeli presenti molte suore missionarie della Consolata e molti volontari dell’associazione Amici Missioni Consolata.

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Durante l’omelia il cardinal Marengo ha ricordato, come diceva l’Allamano, che “I santi hanno lasciato che lo Spirito cesellasse in loro l'immagine di Cristo” e che possiamo vivere anche noi questa dimensione della santità come dono gratuito sull'esempio dell'Allamano, a partire dell'Eucaristia che, come lui amava dire, "è il tempo più bello della nostra vita".

Mostra “Giuseppe Allamano: un Santo tra noi”

Al termine della celebrazione, nel Chiostro del Santuario della Consolata, è stata inaugurata la Mostra “Giuseppe Allamano: un Santo tra noi” voluta dall’Istituto Missioni Consolata, con la collaborazione della Rivista Missioni Consolata, del Polo Cultures And Mission CAM, della Fondazione Missioni Consolata onlus. La Mostra è stata ideata e realizzata dall’agenzia di comunicazione Mediacor che da anni collabora con la Famiglia della Consolata.

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La Mostra è composta da dodici pannelli roll-up, che presentano, attraverso testi, testimonianze di missionari e missionarie e immagini fotografiche, la figura di Giuseppe Allamano, il percorso della sua causa di canonizzazione e quello degli Istituti Missionari dai lui fondati. La Mostra è stata progettata per essere facilmente trasportabile e quindi è disponibile per essere allestita in tutta Italia.

Una copia resterà nel Chiostro del Santuario della Consolata fino alla fine del mese di ottobre. Altre copie della stessa sono disponibili al CAM di Torino e possono essere prenotate per poterle esporre temporaneamente in parrocchie, oratori, scuole o altri spazi che potranno rendersi disponibili.

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Il 15 ottobre una copia di questa Mostra verrà presentata al pubblico al Polo CAM di Torino e nella stessa occasione verrà presentato il nuovo documentario su Giuseppe Allamano che accompagnerà la Mostra nelle varie tappe in programma in tuta Italia.

Sui pannelli della Mostra è collocato un QR Code inquadrando il quale ci sarà la possibilità di leggere i testi in molte altre lingue le cui traduzioni saranno disponibili nei prossimi giorni.

La rielaborazione dei testi della Mostra, a partire da quelli scritti per il dossier della rivista “Missioni Consolata”, è stata curato da Alberto Chiara, mentre la grafica dei pannelli da Danilo Manassero.

* Paolo Pellegrini, Mediacor Torino

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Il cardinale Giorgio Marengo,IMC, Prefetto Apostolico di Ulaanbaatar in Mongolia visita la Mostra

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Pubblichiamo la terza conferenza di una serie di quattro incontri programmati dai Missionari e delle Missionarie della Consolata di Torino per approfondire la figura del Beato Giuseppe Allamano in preparazione alla sua canonizzazione.

In questo incontro, martedì 24 settembre, padre Pietro Trabucco, missionario della Consolata con una profonda comprensione della vita del Fondatore e della missione dell'Istituto, dove ha svolto diversi servizi e attualmente risiede nella Casa Natale dell’Allamano a Castelnuovo don Bosco, ci presenta “Giuseppe Allamano, una vita spirituale”.

Video CAM Cultures And Mission – IMC Torino

L'obiettivo della scuola è quello di contribuire alla formazione dei giovani offrendogli un'istruzione di qualità

I missionari della Consolata sono arrivati in Madagascar il 13 marzo 2019 per lavorare nella diocesi di Ambanja, nel nord-ovest dell'Isola Grande. Dopo un congruo periodo di studio della lingua malgascia, il 20 ottobre 2019 hanno iniziato il loro servizio pastorale nella nuova missione di Beandrarezona, creata con l'arrivo dei primi tre missionari, i padri Jean Tuluba (RD Congo), Jared Makori (Kenya) e Kizito Mukalazi (Uganda).

La nostra missione è l'ultima parrocchia creata nella diocesi e si trova a quasi 1000 chilometri da Antananarivo, la capitale del Paese. Si estende su tre comuni rurali e conta più di 80 villaggi, di cui solo 12 hanno comunità cristiane. I villaggi sono molto distanti tra loro e l’unico mezzo di trasporto possibile per visitarli è la moto, ma nella maggior parte ci si arriva quasi sempre solo a piedi. Per raggiungere alcune comunità dobbiamo camminare fino a 14 ore. Ci vuole forza e determinazione per affrontare le difficoltà delle strade. Dei 2.587.014 abitanti (censimento 2022) della diocesi, solo il 7% della popolazione è cattolica e nella nostra missione i cattolici sono circa il 3% del totale di 21.170 abitanti (censimento 2018). Come si vede, è davvero una missione ad gentes che ha bisogno della nostra presenza e attenzione.

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Le attività principali della missione sono le visite alle comunità, la catechesi sacramentale, la formazione dei catechisti, l'animazione missionaria e vocazionale, la formazione dei giovani e dei bambini... La maggioranza della popolazione della nostra missione è costituita da giovani e bambini. Infatti, si stima che il 75% della popolazione del Madagascar sia costituito da giovani e bambini.

Un progetto educativo

Dopo il nostro contatto con la realtà locale, abbiamo notato che a Beandrarezona, che è il centro della missione, e negli altri villaggi, ci sono scuole private e pubbliche: scuole materne, elementari e primo ciclo delle medie, ma mancano le scuole del secondo ciclo delle medie e delle superiori.

Dopo uno scambio di idee con i leaders locali e i genitori, abbiamo sentito la necessità di costruire una scuola secondaria perché i giovani di Beandrarezona e degli altri villaggi vicini sono costretti a lasciare le loro famiglie dopo la scuola primaria per continuare gli studi in città. Questo ha un notevole impatto economico sulle famiglie, che hanno bisogno di più denaro per pagare gli spostamenti, il cibo e l'affitto per i figli mentre il loro income è decisamente inferiore alle spese da sostenere. Di conseguenza, molti giovani abbandonano la scuola per andare lavorare nei campi.

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Padre Jean Tuluba durante la inaugurazione della nuova scuola nella missione di Beandrarezona

Così, con l'aiuto del nostro recentemente scomparso confratello, padre Noè Cereda (che il Signore gli conceda l'eterno riposo) e dei suoi amici in Italia, abbiamo iniziato a costruire la scuola nel 2021 dopo l'epidemia di Covid-19. Con molti sacrifici e determinazione la scuola ha preso forma fino al suo completamento quest'anno 2024. Ci sono state molte difficoltà nella realizzazione dell'opera, come il costoso trasporto dei materiali, acquistati ad Antananarivo, la regolarità degli operai, ecc.

Inaugurazione e benedizione

Finalmente, il 2 settembre 2024, la scuola è stata ufficialmente inaugurata e aperta  con la celebrazione eucaristica presieduta da Mons. Francis Donatien Randriamalala, vescovo diocesano di Ambanja e con la benedizione dello stabile. Alla celebrazione hanno partecipato altri sacerdoti, religiose, autorità amministrative e politiche locali, rappresentanti delle confessioni religiose locali, cristiani della nostra missione, amici e conoscenti. Il giorno successivo sono iniziate  subito le classi con 30 studenti.

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Mons. Francis Donatien Randriamalala, vescovo diocesano di Ambanja

Nei loro discorsi, le autorità e i cristiani hanno ringraziato la diocesi per aver invitato i Missionari della Consolata a lavorare nella diocesi, hanno ringraziato per l’opera di padre Noé Cereda  e dei sacerdoti venuti in questa missione e per aver costruito una scuola di qualità. La popolazione era pronta a collaborare con noi affinché i loro giovani potessero studiare in buone condizioni e diventare in futuro persone con grandi ruoli nella società.

Abbiamo scelto di gestire la scuola in modo graduale, aprendo una classe all'anno fino al completamento del ciclo triennale. Questo perché il livello di formazione degli studenti è molto basso. Aprire una classe all'anno ci aiuterà ad accompagnare la formazione degli studenti e anche la formazione permanente degli insegnanti.

La scuola come mezzo di evangelizzazione

L'obiettivo della scuola è quello di contribuire alla formazione dei giovani della nostra missione, offrendogli un'istruzione di qualità che dia loro pari opportunità rispetto agli altri giovani delle città. La scuola è un grande strumento di evangelizzazione in molti modi. Sebbene molti giovani non sono molto interessati alla religione, attraverso la scuola possono scoprire il messaggio del Vangelo e anche le loro famiglie possono essere raggiunte.

Tra i primi 30 alunni, luna buona percentuale proviene da altre confessioni religiose. La scuola diventa anche un modo per dialogare con le altre religioni attraverso l'educazione che diamo ai loro figli, dato che fin dall'inizio queste altre confessioni hanno riposto la loro fiducia in noi mandando i loro figli a studiare nella nostra scuola. In questo modo, la scuola non è solo un centro di istruzione, ma anche un luogo di incontro tra le confessioni religiose.

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La nostra gratitudine a padre Cereda e ai suoi amici e ai missionari della Consolata per questo grande e prezioso dono ai giovani. Speriamo che questa scuola sia davvero uno strumento di consolazione per la gente di Beandrarezona, affinché possano diventare persone utili alla società malgascia, alla Chiesa e al mondo intero.

Una grande sfida è lo stipendio degli insegnanti. In tutte le scuole pubbliche qui, gli insegnanti sono pagati con le rette degli alunni. Al momento, nella nostra scuola, il denaro versato mensilmente dai genitori dei nostri 30 studenti non è sufficiente per pagare uno stipendio minimo agli insegnanti. Dobbiamo quindi cercare altri mezzi per completare gli stipendi.

Ma di fronte a questa sfida non ci scoraggiamo. Come ci ha insegnato il nostro Padre Fondatore Giuseppe Allamano, confidiamo nella Divina Provvidenza e nell'aiuto dei nostri amici per continuare questa buona opera di consolazione. L'abbiamo iniziata e non può più fermarsi. Lo Spirito Santo, protagonista della missione, e la Vergine Consolata illuminino i nostri passi per camminare sempre con la gente.

* Padre Jean Tuluba, IMC, Missione di Beandrarezona, Madagascar.

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Padre Inverardi, del Centro di Animazione a Dar-es-Salaam in Tanzania condivide la sua esperienza con il Fondatore e lo percepisce come “Padre e Maestro”.

Secondo lui, “queste sono due parole che interpretano bene la sua personalità nei nostri confronti. Padre, è come lui fu percepito dai primi missionari e missionarie. Una paternità non solo di carisma, non solo perché Fondatore, ma una paternità umana, intrisa di tenerezza, delicatezza, affetto e interessamento personale. Lo testimoniano le sue lettere… Un padre che infonde il senso di famiglia, il famoso spirito di famiglia…”.

Maestro. Prima, con la sua vita ed esempio. Maestro con le sue attese conferenze domenicali e in altri giorni, e con le lettere che i missionari e le missionarie conservavano come prezioso tesoro…”

* Video realizzato dall'equipe di comunicazione per la Canonizzazione

Suor Gabriella Bono, missionaria della Consolata italiana, vive la sua missione in Argentina.

In questo video ci condivide la sua esperienza viva con Padre Fondatore, un uomo che ha dato tutto e indicava cammini di radicalità evangelica alle giovani che volevano donare la propria vita per la missione.

“Il Padre Fondatore è presenza viva, è guida nel cammino”.

* Video realizzato dall'equipe di comunicazione per la Canonizzazione

Vedi anche: Padre Diego Cazzolato. “Chi è il Fondatore per me”

Suor Cecilia Pedroza: “Chi è Giuseppe Allamano per me”

Padre Giampaolo Lamberto: "Questo qui, non lo mollo più!"

Il miracolo di Sorino Yanomami raccontato da Suor Felicita

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