Il Cardinale Leonardo Steiner, vescovo di Manaus, è arrivato a Boa Vista, capitale dello Stato di Roraima, per esprimere, a nome di Papa Francesco e della Presidenza della Conferenza Episcopale Nazionale del Brasile (CNBB), la solidarietà con il popolo Yanomami gravemente aggredito.
Il cardinale di Manaus, che era accompagnato da padre Lucio Nicoletto, amministratore diocesano di Roraima e da padre Corrado Dalmonego IMC, uno dei grandi esperti del mondo Yanomami, ha detto di essere venuto a Boa Vista "per incontrare i leader indigeni con l’intenzione di dialogare, ascoltare, essere ancora più presenti come Chiesa".
Dopo aver visitato i pazienti del Centro di Salute Indigeno Yanomami di Boa Vista, l'arcivescovo di Manaus ha ricordato che la Chiesa cattolica è sempre stata molto presente con i popoli indigeni, e “in questo momento di difficoltà vogliamo marcare questa presenza. Ho potuto costatare che davvero la situazione di malnutrizione è grande e preoccupante”.
Secondo il cardinale Steiner, "tutti conosciamo le ragioni della malnutrizione, ma nel dialogo con alcuni leader abbiamo visto che ci sono diversi elementi in cui possiamo dare il nostro contributo, il nostro aiuto. Come chiesa cattolica vogliamo mostrare la nostra solidarietà alla comunità Yanomami che è stata trascurata dal governo; loro sono figli e figlie di Dio, sono persone che vivono in regioni lontane, e sappiamo anche che questa situazione drammatica che stiamo vedendo non è nuova. Vogliamo vedere con i governi cosa possiamo fare perché questi popoli possano continuare a vivere, ma soprattutto possano vivere bene”.
Mons. Leonardo Steiner ha sottolineato il lavoro di denuncia svolto dalla Chiesa negli ultimi anni, soprattutto attraverso il Consiglio Missionario Indigeno (Cimi), che "da molto tempo denuncia, parla e pubblica rapporti” e ha informato del sostegno della Presidenza della Conferenza episcopale nazionale del Brasile e di Papa Francesco, al quale invierà un resoconto della sua visita.
Il cardinale Leonardo con padre Lucio, amministratore diocesano di Roraima.
La visita del cardinale Steiner a Boa Vista è proseguita con un incontro con i leader indigeni presso la sede del Consiglio indigeno di Roraima dove gli è stato ufficialmente consegnato il rapporto "Yanomami sotto attacco", documento ricevuto dalle autorità Brasiliane nel mese di Aprile de 2022, nel quale sono raccolte testimonianze e dati che mostrano gli effetti devastanti dell'estrazione mineraria illegale nella terra indigena Yanomami.
Le autorità indigene hanno riassunto la attuale situazione come conseguenza di tre emergenze ancora attuali: l’estrazione mineraria illegale; la malnutrizione e l’inefficienza del sistema sanitario nel territorio indigena dove imperversa una epidemia di malaria.
Secondo le organizzazioni indigene, gran parte del popolo Yanomami è spiritualmente morto a causa della distruzione della foresta che è la loro casa comune. L’estrazione mineraria illegale, ha portato 120 comunità Yanomami a una situazione di grave calamità con aggressioni di ogni genere: stupri, furti di bambini, omicidi e suicidi. Questa attività economica illegale è bagnata dal sangue di innocenti tanto nel territorio indigeno come nella città; e tutto questo sta accadendo sotto gli occhi di tutti.
La richiesta è quella di ritirare urgentemente i minatori illegali, la protezione del territorio e la tutela delle autorità indigene. Si tratta di una sfida a lungo termine che può causare molto dolore e che deve iniziare con l'identificazione e la punizione dei veri colpevoli, compresi i membri dei vari poteri e delle reti criminali che sostengono e finanziano l'attività estrattiva.
Chi parla viene minacciato e sono sempre di più i giovani Yanomami che sono coinvolti in queste attività illecite e criminali. È evidente il tentativo dei media nazionali di nascondere la realtà ma loro continueranno a difendere la vita del loro popolo.
I leader indigeni hanno ringraziato il cardinale Steiner per la sua presenza nella regione in un momento molto difficile per tutte le popolazioni indigene dello stato del Roraima; riconoscono il sostegno storico della Chiesa di Roraima e chiedono alla chiesa di continuare a camminare al fianco dei popoli indigeni della regione.
Visita al DSEI Yanomami, del Segretariato speciale per la salute indigena.
Il dottor André Siquiera, specialista in medicina tropicale, è arrivato nelle terre dove vivono gli indiani Yanomami lunedì 16 gennaio. "Il nostro obiettivo era fare una diagnosi rapida della situazione e creare un piano d'azione con il Ministero della Salute e i leader Yanomami per mitigare o risolvere questi problemi", Visibilmente colpito, il medico ha confessato che è molto difficile affrontare questa situazione, che descrive come "catastrofica" e "disastrosa". "Assistere a questo livello di sofferenza –ha detto– è una esperienza molto pesante. Quando è il momento di affrontarlo, lo facciamo, come se avessimo il pilota automatico. Ma è solo dopo quando ci si rende conto di quanto sia drammaticca la situazione". (intervista a BBC News Brazil)
Il giornalista Wilker Oliveira, introducendo l’intervista a padre Corrado Dalmonego, Missionario della Consolata descrive in questi termini ciò che sta accadendo nella più estesa riserva indigena del Brasile: “Nella comunità Yanomami, c'è in corso una crisi umanitaria senza precedenti legata allo sfruttamento illegale delle risorse minerarie (garimpo), la denutrizione, l’epidemia della malaria, la mancanza delle medicine più elementari, la corruzione, l’abbandono da parte dello stato... solo l’anno scorso sono morti di fame e polmonite 99 bambini Yanomami.
Nel seguente video, in portoghese, ascoltiamo l’intervista al padre Corrado
Un evento senza precedenti in Brasile: Sonia Guajajara è la prima donna indigena ad essere nominata ministro nella storia del Paese. Assume la direzione del "Ministero dei popoli indigeni", recentemente creato da Lula, l'attuale presidente del Brasile.
In occasione del traguardo della sua nomina, avvenuta nel dicembre 2022, Sonia ha espresso sul suo account Twitter il significato della sua nomina in un paese come il Brasile: "sono molto onorata e felice della nomina a Ministro. Più che di un risultato personale, si tratta di un risultato collettivo dei popoli indigeni, un momento storico del principio di riparazione in Brasile. La creazione del Ministero è la conferma dell'impegno di Lula nei nostri confronti".
Nel suo discorso di insediamento Sonia Guajajara ha ringraziato Lula "per il coraggio e l'audacia nel riconoscere la forza e il ruolo dei popoli indigeni, in questo momento in cui è così importante il loro protagonismo nella conservazione dell'ambiente e nella giustizia climatica".
Ricordando i 500 anni di resistenza dei popoli indigeni a situazioni di violenza, attacchi e violazioni dei loro diritti, e a partire dalla propria storia di vita, la nuova ministra dei Popoli indigeni, eletta deputata federale nelle elezioni dell'ottobre 2022, esprime il desiderio di "contribuire alla ricostruzione della democrazia del Paese".
“Noi indigeni –ha detto la ministra– siamo nelle città, nelle campagne, nella giungla, nelle professioni più diverse. Viviamo nello stesso tempo e nello stesso spazio di tutti voi, siamo contemporanei di questo presente e costruiremo il Brasile del futuro, perché il futuro del pianeta è ancestrale!".
Per quanto riguarda le sfide che i popoli indigeni devono affrontare in Brasile, ha parlato della necessità di pensare a politiche per la salute, i servizi igienici, l'istruzione, la sicurezza e la lotta contro le invasioni, l'inquinamento e la deforestazione delle riserve e dei territori ancestrali da parte degli accaparratori di terre e dei garimpeiros (raccoglitori illegali d’oro). "Le terre indigene, territori abitati da comunità tradizionali e altri popoli sono essenziali per fermare la deforestazione in Brasile e combattere l'emergenza climatica che tutta l'umanità deve affrontare", ha sottolineato in uno dei punti del suo discorso.
Le autorità indigene celebrano il nuovo ministro
"Oggi, con questo Ministero dei Popoli Indigeni, state assistendo a un passo ancora più grande e speriamo, con questo, di affermare la nostra esistenza e il nostro protagonismo. Il Brasile del futuro ha bisogno dei popoli indigeni. Tutto ciò che tradizionalmente viene chiamato cultura tra i brasiliani, per noi significa tutto ciò che siamo", ha detto Guajajara, riferendosi al fatto che questo ministero "appartiene a tutti i popoli indigeni del Brasile che sono un patrimonio del popolo brasiliano, perché ogni indigena vivente rappresenta un guardiano del clima e della Madre Terra".
Il nuovo ministro ha annunciato la creazione del Consiglio Nazionale della Politica Indigena, che garantirà la partecipazione paritaria delle rappresentanze indigene nazionali e gli enti del governo federale. Questo Consiglio includerà anche la Funai (Fondazione Nazionale dei Popoli Indigeni) che era stata creata nel 1967 per promuovere la salute, la protezione e lo studio delle comunità indigene del Brasile.
Concludendo il suo intervento Sonia Guajajara ha affermato che “non sarà facile superare 522 anni in solo quattro. Ma siamo pronti a riportare la forza ancestrale delle comunità indigene al centro dello spirito nazionale brasiliano. “Mai più un Brasile senza di noi!”.
Un gruppo di ex alunni del Seminario Nostra Signora di Fatima di Três de Maio (Rio Grande do Sul, Brasile) si è riunito il 6 gennaio per una celebrazione fraterna e ricordare la formazione ricevuta.
Il programma dell'incontro, che ha visto la partecipazione di più di 60 persone, comprendeva la celebrazione dell’eucaristia, un incontro e la condivisione del periodo trascorso in seminario. Durante la Messa celebrata nella parrocchia di Santa Rosa da Lima nella città di Independência, padre Jaime C. Patias, Consigliere Generale per l'America, ha ricordato la storia dei Missionari della Consolata in Brasile e il loro arrivo nello stato di Rio Grande do Sul.
I Missionari della Consolata sono arrivati in Brasile per la prima volta con padre Giovanni Battista Bisio il 17 febbraio 1937, 86 anni fa, e si sono subito occupati della Parrocchia di São Manuel, nell'interno dello stato di São Paulo, e della costruzione del Santuario di Santa Teresina.
Nel 1940 la presenza della comunità si amplia allo stato di Santa Catarina: invitati dal vescovo Mons. Pio de Freitas, vescovo di Joinville, i Missionari della Consolata si sono dedicati alla gestione pastorale della parrocchia Maria Ausiliatrice della città di Rio do Oeste e hanno aperto il primo seminario, dedicato a San Francesco Saverio, con la presenza di 16 studenti. Con il tempo hanno esteso la loro presenza a altre città di Santa Catarina –come Pouso Redondo, Rio do Campo e Garuva– ed è stato anche costruito il Santuario di "Nostra Signora della Consolata".
Nell'ottobre del 1946 è stata la volta di São Paulo, prima nel quartiere di Jardim São Bento, nella parte settentrionale della città di São Paulo. Due anni dopo anche la casa provinciale della comunità è stata trasferita da São Manuel a São Paulo e in quello stesso anno, 1948, è stata assunta la missione nella Prelatura di Rio Branco nello stato di Roraima, al nord del Brasile, sostituendo l'Ordine benedettino.
Parrocchia di Santa Rosa da Lima
I Missionari della Consolata arrivarono per la prima volta in questo stato con p. Afonso Durigon nel 1947: lui sarà vice parroco della parrocchia di "São José" nella città di Erechim. Nella stessa città, l’anno successivo, sarà inaugurato il seminario "São José" che, quando ebbe una nuova sede, assunse il nome di "Seminario Nossa Senhora Consolata", attivo centro di formazione fino al 1998, anno della sua chiusura.
L’anno successivo, nel 1948, è stata la volta della città Três de Maio. Lì i Missionari della Consolata saranno collaboratori nella parrocchia di "Nossa Senhora da Conceição" e allo stesso tempo insegneranno nelle scuole pubbliche di "Dom Hermeto José Pinheiro" e "Pio XII" che nel 1963 fu ribattezzato col nome di “Cardinal Pacelli”.
L'autorizzazione di aprire il seminario "Nossa Senhora de Fatima" a Três de Maio è stata concessa ai Missionari della Consolata l'11 aprile 1956 da monsignor José Newton Batista de Almeida, vescovo di Uruguaiana. I lavori di costruzione, sostenuti anche con la partecipazione delle famiglie locali, iniziarono nel 1957 e l'inaugurazione avvenne il 12 febbraio 1961, alla presenza del nuovo vescovo di Uruguaiana, Mons. Luis Filipe De Nadal, e del Governatore dello Stato, Dr. Leonel de Moura Brizolla.
Nella città di Independência, è stata la parrocchia Santa Rosa di Lima ad essere affidata ai Missionari della Consolata nel 1972 che l’hanno gestita per dodici anni; alla fine del 1984 è stata restituita alla diocesi di Santo Ângelo e presa in carico dai Padri Dehoniani che vi sono rimasti fino al 2014.
Altre presenze che appartengono ai primi anni di lavoro dei Missionari della Consolata nello stato di Rio Grande do Sul, tra il 1952 e il 1964, sono state la parrocchia di "San Francesco d'Assisi", nell'omonimo comune; e la parrocchia di "Nostra Signora del Rosario" di Horizontina.
Anche le Missionarie della Consolata hanno avuto una presenza significativa in questo Stato per diversi anni. Suor Lurdes Bonapaz, nativa di Independência, ha partecipato alla messa er aell'incontro degli Amici della Consolata. Lei ha svolto la sua attività missionaria in Liberia e Guinea Bissau.
In tutto la permanenza dei Missionari della Consolata in questo che è lo stato più meridionale del Brasile è durata 53 anni, dal 1947 fino all’anno 2000.
In questo mezzo secolo di attività, molti sacerdoti e fratelli Missionari della Consolata hanno vissuto la missione nelle fertili terre di Rio Grande do Sul e la loro presenza ha segnato segnato la vita di famiglie e comunità. nel corso degli anni i semi del Vangelo sono germogliati e ancora oggi continuano a portare frutto nella società. Oltre al lavoro pastorale nelle parrocchie e alla promozione umana nelle opere sociali, centinaia di adolescenti e giovani hanno studiato e si sono formati nei collegi e nei seminari di Três de Maio e Erechim. fra di loro poco meno di una ventina sono poi diventati missionari della Consolata.
Dio ha voluto che facessimo parte di questa storia fatta di generosità e amore per l'evangelizzazione e la promozione umana, caratteristiche del carisma ereditato dal Beato Fondatore, Giuseppe Allamano. Ci possono essere state alcune limitazioni, ma in generale quello che abbiamo e siamo oggi ha l'indiscutibile contributo dei Missionari della Consolata.
* Padre Jaime C. Patias, IMC, è Consigliere generale per l'America.
I missionari della Consolata nati nello stato di Rio Grande do Sul sono Sabino Mariga, Sérgio Weber, Nelson Sinigalia, Etelvino Balsan, Osmar Zucatto, Cláudio Cobalchini, Rosalino Dall'Agnese, Aquileo Fiorentini (lui consigliere generale dal 1999 e poi Superiore Generale nel periodo 2005-2011), Elio Rama (dal 2012 vescovo di Pinheiro, Luiz Balsan, Ivanilson Brun, Mário de Carli, José Tolfo, Jaime C. Patias, Luiz C. Emer, Laurindo Lazaretti, Fratel Ayres Osmarim, Arlei Pivetta e Sandro Dalanora.
Ex Seminario Nostra Signora di Fatima. Três de Maio (RS)
Approfittando di questo testo di padre Jalmir Matias de Oliveira, coordinatore della pastorale-afro nella diocesi di São Miguel Paulista, per cercare di capire il senso del perché è necessaria una pastorale afro. "Chiediamoci: qualcuno che afferma di essere cristiano può anche essere razzista o discriminare l'altro a causa del colore della sua pelle? È scandaloso che questo possa accadere all'interno della chiesa. È totalmente incompatibile con il Vangelo che crediamo e predichiamo agli altri.
In Brasile, almeno il 50% della popolazione si dichiara "negra". E dov'è tutta questa gente? Che fa? Dove abita? Come vive? Ci rendiamo conto di questa realtà?
C'è un profondo pregiudizio radicato dentro di noi di cui potremmo anche non essere colpevoli perché ci è stato inculcato, spesso fin dalla più tenera infanzia, dove dire nero è sinonimo di inferiore, di poco valore; quando non anche spregevole, inutile, sporco. Questa forma di pensare fa parte in qualche modo del nostro inconscio e pensiamo che sia normale. In questo caso parleremmo di razzismo strutturale: c'è un'intera struttura che è stata costruita per secoli che pone il nero in un luogo di subalternità. Struttura che è stata pensata e progettata perché fosse così.
Da qui la necessità di una Pastorale Afro. La nostra cura pastorale invita ad aumentare la consapevolezza di questo peccato strutturale in modo tale che possiamo adottare un atteggiamento antirazzista e aiutiamo i nostri neri a vedere il loro valore, ritrovare la loro auto stima, valorizzare la loro cultura, non vergognarsi della loro storia, dei loro antenati, portare anche alle nostre celebrazioni la gioia, la forza di questo popolo che combatte e resiste con i loro colori e i loro ritmi.
Il razzismo fa male, ti fa soffrire, causa innumerevoli problemi profondi nella vita delle persone. Oggi abbiamo i social network, dove le persone si nascondono nell'anonimato per diffondere messaggi di odio e pregiudizio, per ferire e attaccare. Per noi cristiani questo atteggiamento è peccaminoso. Se rompo il rapporto con i fratelli e le sorelle attraverso la discriminazione, rompo con la fraternità, rompo un rapporto con Dio.
Questa struttura di peccato, che genera morte negli altri, è una questione di giustizia sociale, ma per noi cristiani è anche una questione di fede. Un uomo, una donna di fede che non affronta il razzismo sono in totale contraddizione con il Vangelo. Il Signore, "che non discrimina le persone" (Sir 35,15), ci converta al rispetto degli altri!"
La pastorale afro-brasiliana, attraverso le sue istanze e attraverso i suoi pastori, è uno spazio di azione e di consapevolezza della Chiesa e della società per la realtà della popolazione afro-discendente. Agisce nel requisito dei diritti fondamentali di cittadinanza per tutti, specialmente per coloro che vivono ai margini della società, a causa del loro colore ed etnia. Attraverso la pastorale afro-brasiliana, la Chiesa segna la sua costante presenza nel combattere e condannare ogni forma di razzismo, pregiudizio, xenofobia e altre forme di discriminazione.
Rispondendo a tutte queste sfide nella Parrocchia di San Roque, abbiamo voluto lavorare nella prospettiva di aumentare la consapevolezza dei diritti e doveri del popolo nero, così come l'accettazione e l'apprendimento di ciò che significa fare parte di questa eredità culturale antica. Nel mese di Novembre abbiamo celebrato il mese della "coscienza nera" nel quale ci siamo avvicinati in modo speciale alle scuole con l'intenzione di sensibilizzare le persone a proposito della loro identità afro. Ci aiutano anche i programmi educativi di queste scuole che prevedono nel loro curriculum spazi e modalità per approfondire l'identità afro degli studenti.
Un'altra attività è stata il "Cinema in Piazza": il primo novembre si è proiettata la pellicola "Stars Beyond Time" che ha ricordato a tutti gli assistenti che possiamo rompere i nostri ostacoli e raggiungere i nostri obiettivi anche con le avversità.
In occasione della visita ad limina i missionari e i fedeli della parrocchia hanno inviato un dono simbolico al Papa Francesco, un "pandeiro" (tamburello) consegnato dall'arcivescovo di Feira de Santana, don Zanoni Demettino Castro. Papa Francesco non solo l'ha ricevuto ma l'ha anche suonato. Questo strumento cosí tradizionale è "segno della gioia di Bahia, segno della gioia del Vangelo". Per tutti noi è stato motivo di grande gioia e gratitudine.
*Ibrahim Muinde è missionario della Consolata e lavora nella parrocchia di São Roque Matinha dos Pretos