Viaggio verso Kisangani e Kinshasa nella Repubblica Democratica del Congo, seconda tappa della Visita Canonica compiuta dal Superiore Generale, padre James Lengarin, accompagnato dal Vice Superiore Generale, padre Michelangelo Piovano e dal Consigliere, padre Erasto Mgalama.

Terminata la visita Canonica alle missioni del Nord, martedì 21 gennaio, ci rimettiamo in cammino per poter raggiungere Kinshasa. Non essendoci l’aereo da Isiro facciamo nuovamente il viaggio per strada per raggiungere Kisangani passando la notte a Bayenga dove abbiamo ancora alcuni momenti di condivisione e scambio con P. Flavio Pante.

Appena usciamo da Bayenga troviamo già qualche mezzo in difficoltà a causa del fango, ma grazie a Dio riusciamo a passare e a raggiungere Kisangani dopo 13 ore di viaggio. Lungo il cammino ogni tanto si trovano dei camion in difficoltà, qualcuno fermo da più di una settimana.

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Rimaniamo a Kisangani ancora quasi due giorni completando la visita ora che è anche presente P. Simon Tshimbombo Tshiani convalescente dopo l’operazione di appendicite. Come sempre i dialoghi e l’incontro comunitario con P. André e P. Simon.

Visitiamo anche il vescovo ausiliare di Kisangani mons. Leonard Ndjadi Ndjate (religioso Comboniano). Siamo accolti con molta fraternità, ci parla delle sfide e vastità della diocesi grande come metà dell’Italia come superficie ed in seguito, ci invita per il pranzo. Dopo pranzo visitiamo anche la cattedrale ed alcune strutture della Procura Diocesana.

Il 24 gennaio ci rechiamo all’aeroporto perché abbiamo l’aereo per Kinshasa dove vi arriviamo verso sera. Là ci aspettano Padre Cesar Balayulu e Padre Jacques Lwanzo. Dovuto al traffico impieghiamo ben tre ore per arrivare alla nostra casa regionale.

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Visita al vescovo ausiliare di Kisangani mons. Leonard Ndjadi Ndjate 

Visita alla comunità della Casa regionale

Il 25 gennaio con il superiore regionale Padre David e Padre Cesar, si fa la visita alla comunità della casa regionale con i dialoghi e la conoscenza delle sue varie attività e opere (scuole, il nuovo salone per incontri ed eventi, lo spazio commerciale Consolata Plaza per la vendita di alimentari, bevande e la distribuzione dell’acqua del pozzo). Con queste ed alcune altre attività la casa e la regione hanno quelle entrate che le sono necessarie per il suo mantenimento.

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Scuola Notre Dame Consolata

Messa e Convivio con i Laici Missionari “FAMICO”

Domenica 26 gennaio, nella Parrocchia Meter Dei, celebriamo la Messa in francese. Una messa con tanti giovani, ben preparata ed animata con la presenza dei nostri Laici Missionari. Questi, nel giardino della Casa Regionale, hanno preparato una festa ed il pranzo, offrendo però prima alcuni doni al superiore generale ed ai suoi accompagnatori. Il gruppo di questi laici si è anche dato un nome:  “FAMICO” che sta per Famiglia Consolata ed è un bel gruppo di laici che ci sono vicini come laici missionari della Consolata. Condividono il nostro spirito e carisma vivendo con spirito missionario nelle loro famiglie e comunità parrocchiali. Un buon gruppo di loro è della parrocchia Mater Dei. Alcuni di loro sono anche stati a Roma per la Canonizzazione del Fondatore.

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Incontro con i Laici Missionari nella Parrocchia Meter Dei a Kinshase

Vista alla Parrocchia e Santuario Mater Dei

Lunedì 27 gennaio visitiamo la parrocchia e Santuario Mater Dei dove vi lavorano padre Nestor Nkulu Iland’a come parroco, Padre Stephano Nangaa Babangenge e P. Maluasa Honoré Tsiditeta come suoi collaboratori. La parrocchia, fondata nel 1979, ha un bel programma di formazione ed attività e iniziative nel decennio 2020/2030 in  preparazione alla celebrazione del suo giubileo. In particolare, l’attività della Caritas per l’assistenza ai poveri ed il miglioramento di alcune strutture parrocchiali.

Come sempre il superiore incontra personalmente ogni missionario e, nello stesso tempo, prendiamo conoscenza delle varie realtà e attività della parrocchia. Visitiamo anche la nostra scuola “Notre Dame de la Consolata”   in compagnia di P. Stephano, direttore di una delle sezioni e dove ci attende anche P. Jean-Marie Bakonda che in essa insegna lingua inglese. Siamo accolti da tutti i bambini e ragazzi della scuola materna e primaria con canti e messaggi di benvenuto. È una bella realtà educativa e formativa. Ritorniamo in parrocchia per l’incontro con la comunità dei missionari e poi si conclude con il pranzo.

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Nei prossimi giorni continueremo la visita alle altre nostre parrocchie a Kinshasa e ai seminari del propedeutico e della filosofia per poi concludere con l’assemblea con tutti i missionari.

Mentre siamo qui arrivano sempre le notizie sulla situazione di guerra nella regione di Goma dove alcuni giorni fa è anche stato ucciso il governatore. Preghiamo affinché la situazione non precipiti e si trovino cammini di pace anche perché sono sempre di più i rifugiati e coloro che devono scappare dalle zone di conflitto.

* Padre Michelangelo Piovano, IMC, è Vice Superiore Generale.

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Distribuzione dell'acqua a Kisangani

Parlando ai missionari della Consolata che lavorano in Kenya e Uganda riuniti a Sagana per la loro 13 Conferenza Regionale, il vescovo della diocesi di Maralal, Mons. Hieronymus Joya, li ha incoraggiati “a mettersi al servizio di tutti, nei diversi luoghi di missione dove lavorano”.

Monsignor Joya ha presieduto la Messa con il 46 delegati della Conferenza il 28 febbraio. "Come leader della Chiesa, - ha detto - dobbiamo essere pronti a servire gli altri con sacrificio e con amore", sottolineando che “i missionari devono essere umili, amorevoli, altruisti e servitori di tutti”.

Ha ringraziato per l’invito a celebrare la Santa Messa, "mentre pianificate la vita e le attività missionarie della Regione Kenya – Uganda per i prossimi sei anni".

Originario di Asinge nella diocesi di Bongoma, nell’Ovest del Kenya, alla frontiera con l’Uganda, il secondo vescovo della diocesi di Maralal, Monsignor Joya è stato nominato dal papa Francesco nel luglio 2023 e consacrato il 22 ottobre dello stesso anno. È succeduto a monsignor Virgilio Pante, missionario della Consolata, primo vescovo della Diocesi di Maralal, un “pastore del gregge” molto attivo e sempre presente sul territorio, tra la sua gente.

Come membro della congregazione dei missionari della Consolata, monsignor Joya ha ricordato che la presenza del Superiore Generale, padre James Lengarin, e di alcuni membri del suo Consiglio, i padri Michelangelo Piovano ed Erasto Mgalama, è una testimonianza dell’importanza della Conferenza Regionale, non solo per la missione in Kenya e in Uganda, ma per tutto Istituto.

Ha ricordato a tutti che "State reincarnando ciò che i primi dieci missionari fecero nel 1904, nelle loro “conferenze” per pianificare la loro vita e le loro attività missionarie a Murang'a, nella stessa zona dove si trova Sagana dove si sta svolgendo ora la 13ª Conferenza regionale".

Facendo riferimento al Vangelo del giorno, Matteo 20, 17-28, Mons. Joya ha osservato che, in quanto agenti di evangelizzazione il cui mandato principale è la missione ad gentes, i missionari dovrebbero evitare quella che ha definito come “la sindrome dei figli di Zebedeo, cioè la ricerca di privilegi e dei posti migliori nella missione”.

"Oggi un buon numero di missionari soffre della sindrome dei figli di Zebedeo: cercano favori dalle persone che hanno autorità e cercano i posti migliori nelle missioni con tanti mezzi e strutture, ma non sono disposti a fare alcun sacrificio per la salvezza del popolo di Dio, come fecero i primi missionari", ha specificato il Vescovo, che in passato è stato, per due mandati, Superiore della Regione Kenya/Uganda.

Secondo monsignor Joya, un missionario che non è disposto ad andare a servire i poveri, gli emarginati e i gruppi vulnerabili della società non risponde allo scopo della Congregazione.

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Continuando la sua riflessione, il vescovo ha manifestato una preoccupazione per il fatto che oggi tante congregazioni religiose sono esageratamente preoccupate dei loro investimenti, per la loro sopravvivenza, poiché "in questo modo rinunciamo al senso della provvidenza divina e cerchiamo la sicurezza nella capitalizzazione delle ricchezze materiali per il nostro sostentamento, senza risparmiare nulla per la costruzione del Regno".

"In mezzo alle sfide economiche del nostro tempo, - ha dichiarato il vescovo - è necessaria un giusto utilizzo delle risorse, una corretta gestione e amministrazione e l'investimento in progetti che producono reddito".

Secondo il vescovo Joya, “consolidare le risorse finanziarie nel fondo comune e condividerle garantisce un'economia sostenibile che permette ai missionari di avere le risorse sufficienti per vivere con dignità e svolgere le loro attività missionarie senza problemi”.

Ha quindi ricordato i principi basilari del nostro stile di amministrazione nella missione: “la fiducia nella provvidenza divina, la moderazione negli acquisti, la responsabilità e la trasparenza nell'uso delle risorse”.

In fine, ha espresso la fiducia che, come Congregazione, "possiamo pianificare bene gli obiettivi e le attività dei prossimi sei anni, per dotarci di una buona struttura organizzativa e promuovere iniziative e processi a tutti i livelli della congregazione, a servizio della Missione ".

Concludendo la sua omelia, il vescovo ha affidato i lavori della Conferenza alla materna protezione della Madre Consolata, del Beato Fondatore, Giuseppe Allamano, e delle Beate Irene e Leonella.

Maralal è una diocesi relativamente giovane, creata nel 2001 dalla scissione della diocesi di Marsabit, si estende per una superficie di 20.800 chilometri quadrati, nel centro Nord del Kenya, dove vivono diversi popoli, in prevalenza nomadi dediti all’allevamento del bestiame: Samburu, Turkana, Pokot, Rendille, Gabbra, a cui si sono uniti Somali, Kikuyu, Luo e Akamba.

* Padre Daniel Onyango Mkado, IMC, comunicazione Regione Kenya

África e Brasil

Se você quer ir rápido, vá sozinho, se você quer ir longe, vá junto” (aforismo africano).

O Brasil e África têm muitas aproximações e similitudes, partilhando as diversidades culturais enormes e divinos, tal como Candomblé, Umbanda, até mesmo o cristianismo. Sem duvida, o Brasil abriga a segunda maior população africana do mundo, a maior fora da África.

Ambos têm nutridos esquemas de corrupção e outras piadas prontas sem vergonha. Porém, o Brasil possui progresso de alto nível, que pode ser uma referencia ou ‘think tank’ para o atual esforço de desenvolvimento de vastas áreas do continente africano. Mas, isso requer uma vontade de conversão mesmo, sobretudo na reforma política, reforçando participação popular e transparência. Isso é querigma imperativo pelos países do terceiro mundista.

Todavia, a imagem do Brasil na África, esta cada vez mais obscura e confusa. A presença brasileirão na África, baseada em negócios de petróleo, carvão, e minerais aproxima o pais de práticas neocolônias no continente. As relações passaram de bilateral a unilateral, apodrecendo a imagem diplomática do Brasil na África.

O Brasil esta deixando a relação com a África sob o prisma de um ideal de solidariedade e fraternidade, que enfatiza as raízes históricas e culturais entre os povos, e agora, entrou no mesmo saco furado de roubos como China e entre outros ocidentais, em nome de investimentos, neocapitalismo e business marketing. Se verdadeiramente, querem aprofundar e fundar as relações solidas e humanas, o silencio brasileiro nas questões do financiamento da pobreza, terrorismo de Al-shabaab e Boko haram, exclusão social e os direitos humanos tem que ser quebrado.  O Brasil deve continuar ser a ‘’Terra da boa Esperança’’ (Ignancy Sachs). E a África precisa abandonar a dependência infantil de ‘ajudancia internacional’, aprendendo caminhar com suas próprias pernas.

Tudo mundo tem que viajar sair e ver. O Brasil, porem, necessita de redescobrir a África, na vitalidade da sua cultura e economia. A África deve abordar suas condições com uma perspectiva critica, mas construtiva voltada para reformar suas instituições, sem se tornar presa do escapismo.

O que importa mais no globo google de hoje é acolher a unidade na diversidade. Sim, por que, a diversidade é divina, e a divisão sem graça é diabólica. ``Somos simultaneamente dementes e sapientes, ou seja, Adão e Cristo. Cada um deve saber equilibrar estas duas forcas e na melhor das hipóteses, dar primazia as dimensões de luz sobre as dimensões de sombra, as de Cristo sobre as do velho Adão`` L. Boff. No mundo cada vez globalizado, todos os problemas em qualquer atmosfera e esfera são nossos também.  Portanto, urge buscar formas civilizadas no qual predomine a vontade de cooperação em vista do bem comum.

A África e o Brasil, ambos têm muita diversidade dentro dos seus ventres uterinos, isso é acolhimento generoso e hospitalidade inédita. Esse acolhimento mostra que somos um só povo. Tudo é um, e tudo se relaciona e coexiste. Bem haja a amizade Brasil - África!

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