Essere perfetti vuol dire fare bene ogni cosa
Levitico 19, 1-2.17-18. Questa selezione di versetti è conosciuta come “Legge o Codice di Santità” precisamente a motivo della insistenza sul concetto di santità. Dio, il santo per eccellenza, invita il popolo a un cammino di santità. Il segreto della santità è convivere con il Dio santo, buono e misericordioso come caratteristica e identità propria.
1 Corinzi 3, 16-23. Ogni persona e in particolare ogni cristiano è tempio di Dio e dimora dello Spirito. La sapienza cristiana è centrata unicamente in Cristo crocifisso. In Cristo abbiamo tutto e tutti.
Matteo 5, 38-48. Gesù offre una nuova interpretazione della legge antica che sanciva la giustizia come equivalenza tra danno e pena e dava dimensione alla vendetta, offrendo la “legge del taglione” come limite invalicabile. Gesù senza pretendere mai di discutere la normativa giuridica, sociale o etica della sua nazione, propone il perdono invece della vendetta.
Essere perfetti come Dio Padre è la grande proposta della etica cristiana, una proposta senza limiti, casi, riduzioni o distinzioni, che tende idealmente alla perfezione stessa di Dio. Perchè l’essere umano è essere umano in quanto immagine e somiglianza di Dio.
È la liberazione più grande che potessimo sperare. Nessuno ci può obbligare al riferimento di altre immagini, per quanto sante siano o miracolose. Non mi meraviglio se i giovani si ribellano tanto alla imposizione di essere come mamma e papà, come il nonno, o come qualcuno che non si vede e non c’è più e non si può scegliere. .
Il titolo potrebbe essere la sintesi che San Paolo ha offerto per rafforzare l’unità comunitaria della Chiesa di Corinto: Nuovo progetto personale, indispensabile identità per gestire un progetto comunitario. “Tutto è vostro, ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio”. Lapidaria definizione della libertà cristiana. Vediamo il percorso. “Tutto è vostro”. Voi siete padroni delle vostre scelte e delle vostre azioni. Avete potere sul mondo, sugli altri e su voi stessi. Ignorare questa possibilità sarebbe come scappare dalla propria responsabilità. Potete scegliere la vita o la morte, l’amore oppure l’odio. “Ma voi siete di Cristo”. Allora siete il tempio dove Lui ha scelto di stare. Dal momento che siete il suo tempio e credete nel suo amore, come Lui, siete chiamati a rivestirvi di santità, di bontà e tenerezza perché siete voi che dipingete di bello e di vero, il tempio e il volto di Gesù. “E il Cristo è di Dio”. Con Lui anche voi siete di Dio e appartenete a un ordine differente da quello mondano. Allora siete chiamati a vivere una specie di follia: amare quando non vi amano e rispondere al male con il bene. In questo modo nel tempio che siete si potrà incontrare Gesù anche senza addobbi e rivestimenti preziosi.
Potessimo capire il valore dell’invito ad essere perfetti come è perfetto Dio, non il vescovo o il santo, ma Dio, i suoi valori, la pienezza della sua vita. Allora ti senti libero di essere te stesso come ha voluto Dio da sempre: libero di cercare quello che è bello, quello che è giusto, quello che aiuta a vivere assieme, in pace e in fraternità certa, senza fingere niente, ma con la sincerità della perfezione; di fare quello che va bene come soluzione certa, che fa vivere felici e contenti, con dignità e speranza, senza doversi camuffare e sembrare quello che non si è e non si vuole essere. Suggerisco: almeno “lasciateci sognare con il vangelo in mano, come vuole Gesù…”