“Su questo argomento ti ascolteremo un’altra volta” (At.17:32). Si alzarono e lasciarono Paolo solo con alcuni. Invece il bello sarebbe venuto proprio dopo. Quando Paolo avrebbe descritto il lavoro fatto da quest’Uomo, resuscitato da Dio. Avrebbe aperto un panorama magnifico per rivelare qualcosa di quello che aveva fatto questo “Dio Ignoto.”
La SS. Trinitá é un mistero, perché Dio stesso rimane un mistero! Solo la fede puó spiegarlo. S. Agostino dice: "Se noi comprendessimo Dio, non sarebbe piú Dio”. (Omelia,52). Ma se Dio nella sua bontá viene incontro alla nostra debolezza e rivela se stesso, dobbiamo fare come i filosofi dell’Areopago, voltargli spalle e andarcene, perché forse ci costerebbe troppo poi dover accettare quello che Dio rivela della sua vita? Dio ha mandato suo Figlio che si é incarnato appunto per dirci con una parola molto semplice che Dio é “Amore”. Cosí si presenta nella prima lettura di oggi: “Il Signore passó davanti a lui proclamando: "il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di grazia e di fedeltá”. (Es.34:5).
Ora Dio come puó amare noi e il creato senza aver raggiunto la perfezione di questo amore nell’amare il Figlio, generato da lui perché é della stessa natura del Padre, la cui espressione di questo amore é lo Spirito Santo, che procede da loro due? Ora l’amore ha senso se si ama un altro.
Possiamo forse dire che se uno ama se stesso, é amore? Il vero nome di quell’amore é egoismo. Il nostro credo, il nostro pensiero cristiano ci dice che Dio é Comunitá di Amore. Questo Comunitá di amore trova la sua radice nell’unica espressione nella lettera di Giovanni: “Dio é Amore” (1Gv.4:16). Il Papa, Benedetto XVI ha voluto iniziare il suo Pontificato ricordando alla Chiesa questa grande veritá.
Da qui vengono le conseguenze piú belle che possiamo immaginare. Se Dio non avesse rivelato Se Stesso come Amore, noi non saremmo molto lontani da quello che furono i filosofi dell’Areopago. Un Dio lontano, di cui nulla si puó dire, un Dio che non é Comunitá di Amore, non esiste. É la tentazione nella quale sono caduti gli illuministi dei secoli passati, ma che hanno raffreddato i rapporti tra Dio e il suo creato. Questa Comunitá di Amore che é la Trinitá é stata rivelata a noi da Dio stesso con un piano inimmaginabile di amore verso l’umanitá.
Questo piano di salvezza cosí ben orchestrato da Dio, non é un risultato di sofismi filosofici, non puó essere umano, é troppo bello e grandioso, ha origine Divina. Non solo ci salva e ci fa figli di Dio, ma diventa per noi un insegnamento come dobbiamo vivere e amarci fra di noi. Nel Vangelo di oggi leggiamo: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perche’ chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna”. (Gv.3:16). É quello che dice Gesú ai suoi Discepoli non puó essere che una partecipazione di questo amore: “ Questo é il mio comandamento che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amato. Nessuno puo’ avere maggior amore di questo, che dia la vita per i suoi amici”. (Gv.15:13-14).
E Paolo ai Corinti nella seconda lettera di oggi, fa eco a queste parole di Gesú: “Fratelli, vivete in pace e Dio dell’Amore e della pace sará con voi” (2Cor.13:1). Lo sguardo di Gesú si estende all’immensa umanitá che crederá in lui. In questo universale piano di salvezza, dove noi facciamo parte entrando nella Chiesa, quando siamo stati battezzati: “Io ti battezzo nel nome del Padre del Figlio e della Spirito Santo”. (Liturgia battesimale), ci invita a copiare l’amore della Trinitá. La sorgente é nell’amore ivino che si effonde: che equivale a dire: Entra nella Comunitá dove l’Amore ha origine, e sii anche tu un portatore di questo amore a tutto il mondo. “Padre Santo, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto; questi sanno che tu mi hai mandato. E io ha fatto conoscere il tuo nome e lo faro’ conoscere perche’ l’amore con cui mi hai amato sia in essi e io in loro”. (Gv.17:23).
Questo amore diventa per il discepolo forza e testimonianza davanti al mondo. Qui é la radice dello zelo missionario che ogni cristiano deve avere perché fa parte appunto di questa Comunitá universale e fa si che tutta l’umanitá si unisca all’eterno amore della Trinitá. Non ci stupisce dunque quello che S. Teresa del Bambino Gesú, Patrona dell Missioni, colpendo il segno della vita della Chiesa, diceva: “ Ho trovato finalmente la mia vocazione! Si, La mia vocazione e’ l’amore…nel cuore della Chiesa mia Madre io saro’ l’Amore” (Autobiografia). Se il mondo capisse questo linguaggio quanto migliore sarebbe. Ci vogliono occhi interiori per saper leggere questo amore nella Trinitá e saperlo applicare a noi. In questo solo la Fede e la Preghiera ci possono aiutare.
Ci aiuti dunque questa Preghiera: “O, mio Dio, Trinitá che adoro…pacifica la mia anima, fanne il tuo cielo, la tua dimorra amata e il luogo del tuo riposo. Che io non ti lasci mai sola, ma che sia lí, con tutta me stessa tutta vigile nella mia fede, tutta adorante tutta offerta alla tua azione creatrice. (B.Elesabetta della Trinita’- Preghiera).