XXXIII Domenica del Tempo Ordinario "B"

Pubblicato in Domenica Missionaria
{mosimage}Camminando verso la conclusione dell'Anno Liturgico, prima di cominciare l'Avvento, la Chiesa, per mezzo della Liturgia, ci invita a mettere la nostra attenzione sul futuro della nostra vita e del mondo.

Per mezzo di un discorso apocalittico e con immagini drammatiche il Signore ci dice che questo pensiero non deve riempirci di timore e di paura, piuttosto deve aprire il nostro cuore alla speranza, dato che il cristiano vive con fiducia, nella piena consapevolezza dell' amore infinito di Dio.

Nel mondo dobbiamo essere portatori di speranza, testimoniando appunto l'amore del Signore.

1) "I SAGGI RISPLENDERANNO COME LO SPLENDORE DEL FIRMAMENTO" (Dan. 12, 3). Il profeta Daniele annuncia al popolo di Israele, in esilio a Babilonia, tempi difficili, di prove, che arrecheranno angoscia e dolore, ma lo esorta ad avere coraggio e fiducia perché lo aspetta un finale felice: Dio concederà la vittoria al suo popolo e tutti parteciperanno di questa vittoria: i giusti per ricevere il premio della vita eterna e gli empi per la condanna eterna.

I "saggi" sono i veri protagonisti di questa vicenda, perché, forti nelle prove e costanti fino all'ultimo, "risplenderanno come lo splendore del firmamento". E' un'idea ancora confusa della resurrezione finale.

Il saggio, secondo la Bibbia, non é colui che sa molte cose, ma colui che nella sua vita ha scoperto l' azione di Dio e ha cercato di rispondergli fedelmente. É colui insomma che é convinto che la storia di un popolo e dell' umanità intera non sta nelle nostre mani, ma é orientata dal Signore verso un progetto di gloria e di salvezza. Gli uomini sono solo strumenti nelle mani di Dio per la realizzazione di questo piano divino.

Un messaggio per l'umanità di tutti i tempi, ma specialmente per oggi, quando ci attacchiamo tanto facilmente alle cose e con il perfezionarsi della scienza e della tecnica, da l'impressione che Dio non sia tanto necessario, dato che si ottengono successi impensabili anche senza di Lui.

2) "IL CIELO E LA TERRA PASSERANNO..." (Mc. 13, 31). A pochi giorni dal termine della sua missione che culmina con la sua Morte e Resurrezione, Gesù avverte i suoi discepoli sulla sorte di Gerusalemme e conseguentemente di loro stessi. Dovranno aspettarsi giorni di sofferenza e di dolore e dovranno vivere questi avvenimenti che accadranno in prospettiva della sua seconda venuta.

"Cielo e terra passeranno". Due semplici parole per dirci una gran realtà alla quale il cuore umano si attacca più facilmente. Il cielo rappresenta la gloria, la fama, gli onori, il successo. Anche nel linguaggio comune, quando si é raggiunto il massimo a cui uno aspira, si dice che "ha toccato il cielo con il dito". La terra invece rappresenta i beni materiali, le ricchezze, il denaro, il potere. Tutto questo passerà. Un invito a riflettere seriamente, perché il mondo attuale si lascia condizionare troppo da tutte queste cose.

É che quando si perde il valore fondamentale della vita e ci si va allontanando da Dio, l'uomo inizia a dare importanza ad altre cose, forse anche senza darsi conto. Sente la necessità di avere qualcosa che lo aiuti a sopportare i colpi della vita, a superare i momenti di solitudine e di sofferenza, che deve affrontare. Si afferra poco a poco a qualsiasi cosa che in qualche modo vada a colmare quel vuoto che ha lasciato lo stare lontano da Dio e si crea uno o più idoli che gli danno maggior sicurezza.

Tutto questo può aiutare a passare bene qualche momento, a dare qualche risposta ad alcune esigenze della vita presente, però non darà una risposta soddisfacente ai problemi fondamentali dell'esistenza umana, ai tanti "perché" più profondi che ci sono nel cuore umano e soprattutto al senso ultimo della vita.

Gesù, che é venuto per comunicarci quello che realmente vale, oggi ci invita a non chiudere gli occhi per cullarci su qualcosa di passeggero, anche se ci può dare un momento di gioia, ma di avere il coraggio di puntare in alto, verso quei valori che possono dare felicità in questa vita e soprattutto nell'altra, che é il fine per il quale stiamo in questo mondo.

3) CRISTO... SI E' ASSISO ALLA DESTRA DI DIO" (Ebr. 10, 12). Il cristiano ha un modello davanti a sé che non deve mai perdere di vista, Cristo, modello della nuova umanità, che con il suo sacrificio ha raggiunto il trionfo e ci ha resi anche a noi partecipi della sua vittoria. Ogni giorno sperimentiamo nella nostra vita i segni che ci dicono che quel trionfo é possibile anche per noi e che siamo incamminati verso quella meta. L'esperienza della verità, della bontà della bellezza, della giustizia, della solidarietà, dell'amore, sono i segni di quella vita futura che é stata promessa da Gesù ai suoi fedeli.

Come ci dice Gesù nella seconda parte del Vangelo di oggi, dobbiamo saper scoprire questi "segni" che il Signore ci manda costantemente e leggerli alla luce della fede per vedere in essi la presenza e l'amore di Dio, che con infinita sapienza accompagna e orienta il nostro camminare verso la meta futura.

Certo in questo mondo non raggiungeremo mai una soddisfazione piena perché siamo sempre in un atteggiamento di ricerca. Come dice San Agostino: "Il cuore dell'uomo sarà sempre inquieto finché non trovi riposo in Dio". E il riposo in Dio non si realizzerà mai pienamente qui su questa terra, ma nell'altra vita che chiamiamo eternità.

O Signore, aiutaci a camminare su questa terra con lo sguardo fisso in cielo.

Dan. 12, 1 - 3
Ebr. 10, 11 - 14.18
Mc. 13, 24 - 32

Ultima modifica il Giovedì, 05 Febbraio 2015 20:12

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