Questo mi sembra il messaggio delle liturgia della Parola di questa domenica.
La prima lettura è un’esplosione di gioia perché il Consolatore ama con cuore di madre e si prende cura di ciascun membro della famiglia umana. Quando ci amiamo come fratelli e sorelle, membri di un’unica famiglia il Signore è in mezzo a noi; l’amore vicendevole Lo rende visibile ed è gioia vera, profonda.
Il brano del vangelo presenta Gesu’ che manda i discepoli a due a due davanti a Lui a preparare il posto dove è diretto. I missionari sono mandati come comunità: assieme vivono, testimoniano, annunciano che Dio è amore.
Noi tutti cristiani partecipiamo alla missione di Gesu’, proclamare con la vita che Dio è amore. Dove noi siamo, viviamo, la fraternità rende presente il Regno di Dio. Siamo chiamati ad essere operatori di pace perché nel nostro cuore regna la pace donata da Cristo, nell’umiltà’, con gioia la condividiamo con le persone con cui viviamo e che incontriamo nel nostro cammino.
Gesu’ c’invita oggi a saper entrare nell’altro con rispetto, bontà, sapendo che doniamo e riceviamo i doni che Lui ha elargito ad ogni persona. Abbiamo bisogno del fratello, della sorella, dell’altro per sentirci persona e crescere nell’amore con l’aiuto vicendevole.
Ogni persona,ogni popolo ha delle ricchezze da donare e condividere.
Sappiamo noi scoprirli questi doni, accoglierli e condividerli?
Noi missionari presenti in Mongolia siamo impegnati nel vivere la fraternità: preghiamo, riflettiamo la Parola di Dio, lavoriamo assieme convinti che con la nostra testimonianza di vita, il Regno di Dio si fa presente. Accolti dal popolo a cui siamo inviati, condividendo la loro vita veniamo a conoscere i costumi, le usanze e lo scambio di conoscenze, idée, valori, credenze, sono un arricchimento vicendevole ed è già proclamazione del Regno, perché ci sentiamo fratelli, figli dello stesso Padre.
Il vangelo di questa domenica termina con gli apostoli che ritornano gioiosi da Gesu’ raccontando quello che hanno operato nel Suo Nome: “Anche i demoni si sottomettono a noi nel tuo nome” Gesu’ li invita a rallegrarsi non perché fanno grandi cose, ma perché i loro nomi sono scritti nei cieli, ossia sono amati dal Padre.
Siamo amati da Dio individualmente, questa è la nostra gioia. Ogni persona è amata da Dio nella sua realtà di bene, di male, di peccato. Amata, salvata e redenta nel sangue di Cristo. Dio accoglie la sua creatura con amore di padre e madre sempre, quando compie il bene e anche quando è mancante, peccatrice; sempre l’aspetta a braccia aperte pronto a far festa per lei.
Questa è la gioia del missionario, del cristiano, d’ogni persona: l’esperienza di essere amato, inviato a vivere, testimoniare l’amore di Dio nella fraternità, pronti a servire l’altro perché figli dello stesso Padre.
E’ quanto viviamo ogni domenica nella celebrazione eucaristica: famiglia unita in Cristo a celebrare con gioia l’AMORE vero, gratuito, Cristo vivo è presente in mezzo a noi donandoci la sua Vita. Al termine dell’eucaristia siamo mandati a vivere il mistero che abbiamo celebrato nella quotidianità della nostra vita.
Is 66, 10- 14;
Sal 65;
Gal 6, 14-18;
Lc 10, 1-12. 17- 20