Gs 24,1-2.15-17.18. Giosué vuole che il popolo si pronunci chiaramente. Sono disposti a rimanere fedeli a Dio o si lasceranno attirare e convincere da altre religioni?
Ef 5, 21-32. Promettere fedeltà a una alleanza vuol dire accettare la crescita in dimensione di reciprocità.
Gv 6,61-70. Abbandonare Gesù non è abbandonare un maestro qualsiasi, un insegnamento diverso. Vuol dire tornare alla solitudine di una vita senza eternità.
Per Gesú dire che debbono mangiare la sua carne e bere il suo sangue significa invito a diventare lui, assumere il suo corpo, la sua persona, le sue idee, le sue visioni, la sua luce, la sua libertá, la sua forza, la sua carità. I discepoli mai avevano ascoltato discorsi cosí chiari, con promesse cosí immense e avevano paura del prezzo. I discepoli, dice il Vangelo, si sentono delusi. Loro pensavano di andare all'attacco con Gesú e dopo dividersi il bottino. Gesù spiega che si tratta di assumere totalmente il suo spirito, il suo criterio, la sua libertá, la sua capacitá, la sua potenza, i suoi progetti. Se vogliamo attivare il programma di Gesù dobbiamo impiantarlo nella nostra vita. I giudei hanno capito molto bene. Dicono che è una parola dura. Nell’Antico Testamento la Parola di Dio non era soltanto un messaggio, un discorso, un ordine da trasmettere, era parola che creava, parola che diceva e faceva. È impossibile separare le idee di Parola e di Sapienza. La sapienza di Dio creò, animò e governò l’universo. Alla fine del primo secolo la Chiesa dovette superare un problema serio di comunicazione. Accettando i Greci bisognava tradurre il messaggio di Cristo con una lettura che facesse capire. È stato Giovanni che ha identificato la “Parola di Dio”, capita dai Giudei, con il “Logos di Dio”, capito dai Greci. Se per i Giudei era la Parola che creava e dirigeva tutto, per i Greci era il Logos, la mente divina, che ordinava l’universo. Giovanni scrisse che il Logos si incarnò e Gesù fu il Logos visibile e vivibile. Chiamando Gesù Logos, Giovanni dichiarava che Gesù è il potere creatore di Dio. Non è venuto tanto per insegnarci, ma per attuare assieme a noi. Gesù è la perfetta espressione del pensiero di Dio. Ecco perché conoscendo il suo messaggio, sappiamo che programma dobbiamo inserire in tutta la nostra costituzione e dimensione cristiana: famiglia, società, comunità, chiesa. Noi abbiamo sempre paura delle parole di Gesú, della immensitá che indicano e quindi degli orizzonti, delle grandezze. Preferiamo rimanere piccoli, senza sogni e senza visioni. Ci basta una capanna e un pezzo di pane. Vogliamo dei confini dove mettere delle belle siepi e non vogliamo orizzonti che non finiscono mai.
Perché debbo essere religioso? Molti pensano che essere religiosi, diventare discepoli di Gesú vuol dire sacrificarsi, non fare un sacco di cose che mi piacciono e farne tantissime altre che non mi piacciono. Dimentichiamo che ci piacciono certe cose perché abbiamo solo quella capacitá, perché abbiamo provato solo quelle cose. Gesù Cristo é venuto a farci felici. E per essere felici bisogna essere contenti e sentirsi magnificamente bene nel cuore. .