Questa sera con la Messa della Cena del Signore, comincia il Triduo Pasquale della passione, morte e risurrezione di Gesù. Ricordiamo anche il sacramento: questa vita offerta, questo amore consacrato e ordinato che continua a realizzarsi come vita perché noi siamo il segno di questa eucaristia, di questo sacrificio, di questo amore; perché noi facciamo il sacramento, tutte le volte che diamo al corpo di Gesù ferito, maltrattato, offeso, abbandonato, ignorato, umiliato, disprezzato, giudicato e condannato, il nostro corpo, le nostre mani, il nostro tempo, il nostro affetto, la nostra attenzione, il nostro servizio, il nostro lavoro e i nostri amori, come segni idonei e graditi. Nelle indicazioni per la Settimana santa leggo: il Signore risuscitato vive tra noi. E oggi celebro la Messa della Cena del Signore, memoria e sacramento, perché si muoia o perchè si viva? Noi nelle nostre Eucaristie riceviamo Gesù, il suo corpo, la sua alleanza, e lo diamo al prossimo perché Gesù viva, nella strada e nella casa, nell’ospedale e nel carcere, nell’orfanotrofio e nel ricovero. Ci incomoda parlare di amore, preferiamo, quando si tratta di Dio, parlare di santità che intendiamo come qualcosa di eccelso, speciale, pulito, puro, delicato, innocente, meraviglioso e bello. E sempre ripetiamo la frase che dice: siate santi come Dio, Padre vostro è santo, senza dimenticare che assieme va anche che ‘’Dio è amore’’. Gesù riceve la nostra morte e a cambio ci da la sua vita. Muore perché noi moriamo. Ma torna a vivere proprio perché anche noi viviamo. Questo è amore. E questa notte è notte di amore.
Hanno chiamato questi giorni, giorni santi. Però Gesù è venuto per darci amore come giustificazione per parlare di fede, di santità, di giustizia, di diritti, di vita degna. Prima di tutto c’è l’amore. Gesù molti lo hanno rifiutato e continuano a rifiutarlo perché speravano da lui che desse una santità esclusiva, dei libri santi obbligatori, altri santuari santi più miracolosi e altri culti più incantevoli e mistici. Tutte le religioni vendono santità a modo loro e scrivono: popolo santo, popolo eletto; e adorano facendo culti santi e costruiscono città sante e litigano e lottano per difendere luoghi e terre sante. Però nessuno mantiene l’amore come priorità assoluta e quel che è peggio per una certa etichetta che erroneamente chiamano santità, sacrificano certi poveri e gli negano il corpo e il sangue sacramentale. Nemmeno la Chiesa ha resistito alla tentazione di una etichetta senza macchia e si gloria di farsi chiamare Chiesa una, santa, cattolica e apostolica, dimenticando di essere ‘’Sposa amata di Cristo’’, perché una sposa prima di ogni altra cosa ama.
Ragiono che se una persona mi dice di voler morire perché non ne può più, mi duole e mi sento colpevole, perché il Gesù che io offro, la comunione che io do se non fa vivere nessuno è come quella che consegna Giuda. Allora io dichiaro che questa notte è la notte della carità e dell’amore, che diventa vincolo, alleanza, testamento nuovo e eterno per il perdono dei peccati e di tutti gli effetti del peccato, indifferenza compresa, perché alleanza-per-sempre vuol dire io con te e tu con me e noi con tutti per sempre con amore.