L’APE E IL SERPENTE

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Un giorno l’ape e il serpente fecero amicizia. L’iniziativa era venuta dal serpente e l’ape aveva accettato.
- L’idea mi piace — aveva detto questa —. Però ricordati bene, caro serpente, che io sono una persona con un cuore solo, non con due o tre. Tu mi capisci. Quando parlo, dico ciò che ho dentro, non dico mai una cosa diversa da quella che penso, e non cambio mai ciò che ho detto.
- Anch’io — s’era affrettato a rispondere il serpente — anch’io ho un cuore solo.
Dopo qualche giorno il serpente fece una proposta:
- Cara amica, giacché abbiamo fatto amicizia vorrei venire a casa tua sabato prossimo e stare in compagnia con te.
L’ape accettò e volò subito a casa per preparare un ricevimento degno dell’amico. Impegnò tutte le api del villaggio e prepararono vivande d’ogni qualità e dolci col miele, tanto graditi al serpente. Quando l’ospite giunse, fu accolto con grande festa. Banchettarono fino a sera fra canti e danze al suono dei tamburi. Tramontato il sole, il serpente chiese:
- Cara amica, dove dormirò questa sera?
- Non preoccuparti, — rispose l’ape — Ti ho preparato un letto soffice proprio adatto a te. 
- Eh no! — rispose il serpente —. Non mi piace nessun letto, voglio dormire nel tuo ventre.
L’ape stralunò gli occhi per lo stupore.
- Cosa dici, amico? Tu sei un serpente lungo e grosso ed io sono piccolina. Come potrai stare nella mia pancia? 
- Su, su! — rispose il serpente —. Non è poi tanto difficile. Ma se proprio non vuoi, me ne torno a casa. 
- No, no! — l’ape protestò —. Ti ho detto che io ho un cuore solo, ed ora non intendo ritirarmi e rompere la nostra amicizia. Allora, coraggio! Prova ad entrare nella mia pancia. 
Ciò detto, spalancò la bocca e il serpente vi entrò penetrando fino in fondo. Guardò da ogni parte e vide che l’ape aveva proprio un cuore solo. Poi s’addormentò. Il giorno seguente volle uscire. L’ape spalancò la bocca e il serpente tornò fuori.
- Hai detto la verità — disse all’amica. — Hai proprio un cuore solo. Ora torno a casa e ti ringrazio per la magnifica accoglienza. La settimana prossima verrai da me? 
L’ape promise, e il giorno stabilito si recò al villaggio dell’amico dove fu accolta con grande allegria. Ricevette cibi e bevande a volontà e passò una giornata veramente piacevole. Giunta la sera, domandò all’amico:
- Dove dormirò questa notte? 
- Ho preparato la tua stanza e un letto caldo per te - disse il serpente.
- Eh no! — l’ape rispose —. Voglio anch’io dormire nel tuo ventre come tu hai fatto con me.
- Ma come è possibile? — disse il serpente impensierito — Tu con quel pungiglione là potresti ferirmi e farmi morire. 
- Non temere! — disse l’ape —. Non siamo amici? Anche tu sei stato nella mia pancia e non mi hai fatto male col tuo veleno. 
Il serpente finì per rassegnarsi, spalancò le fauci e l’ape entrò. Appena passata la gola, trovò un cuore. Più avanti ne incontrò un altro. Camminò ancora e quanti cuori trovò? Ne contò sei! Poi si rifugiò in un angolo e stava per addormentarsi quando vide che i cuori del serpente si radunarono e cominciarono a discutere. Uno disse:
- Come mai quell’insetto è entrato qua? Lo taglieremo a fettine e lo mangeremo! 
- No — disse un altro —. Non è giusto fare così Non è nostro amico? Bisogna lasciarlo uscire e tornare a casa sua. -
- Questo è anche il mio parere —disse un terzo —. Lasciamolo andare e se tornerà ancora lo mangeremo.
L’ape capì molto bene i loro discorsi e restò meravigliata e offesa. "Dunque — pensò dentro di sé — il mio amico ha tanti cuori e ognuno la pensa in modo diverso! E se tornerà mi uccideranno!". Giunto il mattino, chiese d’uscire. Il serpente spalancò la bocca per farla passare. Allora gli disse:
- Caro serpente, ora torno a casa. Ma prima devo dirti una cosa. Quando tu hai dormito nel mio ventre hai trovato un cuore solo. Io invece nel tuo ne ho trovati sei! Alcuni volevano uccidermi. Uno decise di lasciarmi andare ma col proposito di uccidermi se tornerò un’altra volta. Allora ho capito che la tua amicizia è una finzione. Non sei sincero: hai molti cuori e i tuoi pensieri cambiano come il vento. La tua amicizia mi sarebbe fatale, perciò da questo momento è finita per sempre.
Detto questo, volò al suo villaggio. Ma la questione fu portata davanti agli anziani del paese che convocarono i due litiganti alloro tribunale. L’ape vinse la causa. Il serpente fu dichiarato un essere infido e traditore dal quale è bene stare lontano.
Così avviene tra gli uomini. Chi cerca l’amicizia ma ha due o tre cuori, che parlano diversamente secondo le circostanze, è un disonesto. L’uomo retto ha un cuore solo e una sola parola..

 

 

 

Ultima modifica il Giovedì, 05 Febbraio 2015 17:05
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