Beati quando gli uomini vi odieranno... a causa del Figlio dell’Uomo

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Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me.  Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che vi ho detto: Un servo non è più grande del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma tutto questo vi faranno a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato. Se non fossi venuto e non avessi parlato loro, non avrebbero alcun peccato; ma ora non hanno scusa per il loro peccato. Chi odia me, odia anche il Padre mio. Se non avessi fatto in mezzo a loro opere che nessun altro mai ha fatto, non avrebbero alcun peccato; ora invece hanno visto e hanno odiato me e il Padre mio. Questo perché si adempisse la parola scritta nella loro Legge: Mi hanno odiato senza ragione. (Gv. 15, 18-25)

RIFLETTI

Un giorno l’istruttore carcerario entrò nella sala delle conferenze tutto arrabbiato e disse: «Tutti i preti si alzino in piedi!». Io non mi mossi. Poi cominciò a dire a ciascuno: «Tu cosa pensi? Sei con questo partito o no? Credi in Dio o in Enver Hoxha?». Tutti risposero contrariamente a quel che si attendeva. Io fui l’ultimo ad essere interrogato: «Tu, Anton, perché non ti sei alzato in piedi?». Risposi: «Scusi. Non avevo sentito bene» (mentre invece avevo sentito benissimo). Mi domandò: «Tu cosa dici?». «Io, da bambino, ho imparato a credere, ad amare e a sperare in Dio, e non mi sono mai scostato da questi principi, né mi scosterò fino alla morte!». E mi sedetti. Quello cercò di farmi altre domande, ma io tacqui. Con ironia e con una smorfia l’istruttore ripeté le mie ultime parole: «… fino alla morte! eh?».  Appena uscito fuori, alcuni musulmani mi strinsero la mano dicendomi: «Grazie per la tua testimonianza, padre! È giovata anche a noi che crediamo in un solo Dio. La tua parola ci ha dato sollievo e coraggio». (Da C. Giraudo, Le memorie di P. Anton Luli, ADP 1993, pp. 36-37)

Il discepolo di Cristo è un testimone. La testimonianza cristiana va incontro a difficoltà, può diventare martirio. Il passo è breve, anzi è proprio il martirio che da valore alla testimonianza. Non parliamo di mafia come fosse una cosa fuori di noi; parliamo della mafiosità, del male spicciolo che è dentro di noi. Chi di noi non ha acceso anche solo un lumicino piccolo piccolo ai tre idoli dominanti: il denaro, il successo, il potere? Facciamo allora un atto di coraggio e puntiamo il dito contro noi stessi. Diciamo: io comincio qui e ora. Qualcosa cambierà certamente, per lo meno in quel pezzetto di mondo che ci è stato affidato. (Don Pino Puglisi)

Paradossalmente si può dire che, se non saremo mai criticati, dovremo forse sospettare di non aver sempre detto la verità e di non esser stati sempre coerenti nella nostra testimonianza. La stima è un elemento positivo ma non deve diventare lo scopo ultimo, perché per ottenerlo si può scendere al livello basso del compromesso e ricorrere all’ipocrisia come gli scribi e i farisei che «fanno tutte le loro opere per essere ammirati dalla gente» (Mt 23,5). Ai farisei, ma anche a noi, Gesù può ripetere talora questa accusa: «Voi siete quelli che si ritengono giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che fra gli uomini viene esaltato, davanti a Dio è cosa abominevole». (Gianfranco Ravasi, Le Beatitudini, Mondadori, p.165)

PREGA

Io, quand'erano malati, vestivo di sacco,
mi affliggevo col digiuno,
riecheggiava nel mio petto la mia preghiera.
Mi angustiavo come per l'amico, per il fratello,
come in lutto per la madre mi prostravo nel dolore.

Ma essi godono della mia caduta, si radunano,
si radunano contro di me per colpirmi all'improvviso.
Mi dilaniano senza posa,
mi mettono alla prova, scherno su scherno,
contro di me digrignano i denti.

Fino a quando, Signore, starai a guardare?
Libera la mia vita dalla loro violenza,
dalle zanne dei leoni l'unico mio bene.
Ti loderò nella grande assemblea,
ti celebrerò in mezzo a un popolo numeroso.

Non esultino su di me i nemici bugiardi,
non strizzi l'occhio chi mi odia senza motivo.
Poiché essi non parlano di pace,
contro gli umili della terra tramano inganni.

Spalancano contro di me la loro bocca;
dicono con scherno: «Abbiamo visto con i nostri occhi!».
Signore, tu hai visto, non tacere;
Dio, da me non stare lontano.
Dèstati, svègliati per il mio giudizio,
per la mia causa, Signore mio Dio.
(Salmo 34,13-24)

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