Oggi, 31 ottobre, celebriamo la memoria liturgica della Beata Irene Stefani, Missionaria italiana della Consolata che fece della sua vita la missione di Dio come "Nyaatha", madre di ogni misericordia.
Nata ad Anfo (Brescia) il 22 agosto 1891, suor Irene fu una delle prime religiose ad entrare nella comunità delle Missionarie della Consolata, fondata nel 1910 dal canonico Giuseppe Allamano, e fu ricevuta dallo stesso Fondatore. Nel 1915, dopo il noviziato, partí per l’Africa e lavorò prima in Tanzania e poi in Kenya. Morì a Gikondi, con una reputazione di santità, il 31 ottobre 1930, a soli 39 anni, lasciando un esempio di dedizione che le valse il titolo di "Nyaatha", madre di ogni misericordia. È stata beatificata il 23 maggio 2015 in Kenya.
Santuario della Beata Irene Stefani, nella chiesa del miracolo della moltiplicazione dell'acqua a Nipepe, Mozambico. Foto: MC
Il miracolo della moltiplicazione dell’acqua
Avvenuto per intercessione di suor Irene Stefani ha un profondo significato nelle pagine della spiritualità missionaria. L’episodio avvenne nella missione di Nipepe, nel Mozambico settentrionale, tra il 10 e il 13 gennaio 1989, quando il paese era sommerso da un bel pò di anni in una sanguinosa guerra civile. Nipepe era un centro catechistico che aveva accolto 50 famiglie provenienti da diverse missioni della provincia di Niassa e lì lavoravano i padri Franco Gioda e Giuseppe Frizzi.
Il 10 gennaio il villaggio era stato attaccato dalla Resistenza Nazionale Mozambicana (Renamo) che si opponeva al governo e i guerriglieri volevano costringere il padre Frizzi e un gruppo di uomini a portare della merce rubata e accompagnarli alla loro base. Seguendo la tradizione Macua, il sacerdote si sedette a terra in segno di rifiuto e ne seguí un lungo periodo di stallo. Le famiglie, nel frattempo, si erano rifugiate e in chiesa silenziose ma, col passare delle ore, cominciarono a farsi sentire la fame e la sete.
Irene: Acqua, Ponte e Fuoco (Video: Missionarie della Consolata 2023)
Allora alcune madri cominciarono a dare ai bambini l'acqua del fonte battesimale ed anche altre persone ne bevettero. Questo era scavato in un tronco d’albero e la sua capacità era di soli 6 litri d’acqua, chiaramente insufficiente per tante persone.
La gente allora si ricordò di chiedere l'intercessione di suor Irene, di cui aveva sentito parlare e che avevano imparato a invocare nei momenti di difficoltà. L'acqua in quelle ore non si è mai esaurita, fu sufficiente per tutti, anche per lavare un neonato. Questa "moltiplicazione dell'acqua" fu un miracolo di Suor Irene.
Dopo un bel può di ore i guerriglieri presero la decisione di sequestrare un certo numero di catechisti che furono obbligati a lavorare per loro come trasportatori ma, pochi giorni dopo, riuscirono a fuggire e tornarono sani e salvi a Nipepe.
Urna funeraria nella quale riposano i resti della Beata Irene Stefani nella cattedrale di Nyeri, Kenya. Foto Jaime C. Patias
Esempio di santità Missionaria
Nel 1913 l'Allamano inviò le prime 15 suore della Consolata in Kenya per lavorare con i missionari già presenti. Suor Irene Stefani partì nel 1915 e il suo primo campo di lavoro fu il Tanzania come infermiera della Croce Rossa durante la prima guerra mondiale. A Gikondi, in Kenya, arrivò nel maggio 1920, cioè 16 anni dopo la famosa Conferenza di Murang'a che definì la metodologia del lavoro missionario. Irene fu esemplare nel mettere in pratica i principi di questa Conferenza e ne fece il suo ideale nella missione. Diceva: “Gesù solo! Tutto con Gesù. Nulla da me. Tutta di Gesù. Nulla di me. Tutto per Gesù, nulla per me”
La sua vicinanza ai catechisti ha fatto di loro veri testimoni del Vangelo e modelli di vita. Suor Irene lavorava anche nella scuola, ma era durante le sue visite ai villaggi che incontrava "la gente e le anime", come diceva lei. Per questo ha ricevuto il nome di "Nyaatha", madre di ogni misericordia. Aveva sempre qualcosa da dare del poco che portava, ma soprattutto, sapeva fare della sua vita "la missione di Dio" nel cuore della gente. Era una vera tessitrice di fraternità universale e ad gentes. Come una madre, parlava al cuore dell'ascoltatore e usando il linguaggio e la teologia che conosceva. Ha celebrato più di quattromila battesimi.
La vita e la missione della Beata Irene Stefani è un modello per tutti coloro che seguono l'invito di San Giuseppe Allamano ad essere "santi missionari, sante missionarie". In questo tempo in l'umanità affronta così tante guerre, conflitti, violenza e distruzione, il nome Irene richiama il desiderio di PACE. Per l'intercessione di "Nyaatha" chiediamo a Dio la grazia della carità, della misericordia e della PACE. Beata Irene Stefani, prega per noi!
* Padre Jaime C. Patias, IMC, Comunicazione Generale, Roma.