Assunzione della Beata vergine Maria (Anno B). L'anima mia magnifica il Signore

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Ap 11,19;12,1-6.10;
Sal 44;
1 Cor 15,20-26;
Lc 1,39-56. 

Nella Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, la liturgia della parola ci presenta il Vangelo della visitazione della Vergine Maria alla sua cugina Elisabetta. La giovane ragazza madre di Gesù esprime dei sentimenti di gioia e di gratitudine verso Dio: “l'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore”. Inoltre, Maria canta la grandezza di Dio che capovolge le situazione delle persone e della storia.

Il “magnificat” di Maria è situato nel contesto di una visita ad una persona bisognosa di aiuto e di assistenza; è conseguenza di un gesto di carità fraterna di Maria per sua cugina. Subito dopo avere ricevuto la gioiosa e sorprendente notizia di una maternità, accolta peraltro con disponibilità e umiltà, Maria, sapendo che la cugina, nonostante l’avanzata età, aspettava un bambino e che probabilmente avrebbe bisogno di assistenza da parte di una persona più giovane di lei, si alza e si mise “in fretta” in cammino. Il magnificat è il canto della fede di colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto, del servizio e della carità fraterna, dell’umiltà della serva del Signore.

Maria, dopo aver ascoltato l’acclamazione profetica di Elisabetta, si mise a cantare. Il suo canto si può sintetizzare in due verbi:“magnificare” ed “esultare”. Papa Francesco, parlando della differenza tra questi due verbi dice che “magnificare significa esaltare una realtà per la sua grandezza, per la sua bellezza… Maria esalta la grandezza del Signore, lo loda dicendo che Lui è davvero grande”; invece, “si esulta quando accade una cosa così bella che non basta gioire dentro, nell’animo, ma si vuole esprimere la felicità con tutto il corpo: allora si esulta”.  Sono due verbi che dovrebbero caratterizzare un cristiano che riconosce la grandezza e l’amore misericordioso di Dio. Maria magnifica ed esulta perché Dio l’ha guardata, ha fissato su di lei il Suo amore misericordioso. Maria magnifica il Signore che fa grandi cose (1,49), innalza gli umili (1,52), soccorre i suoi servi (1,54). Chissà se anche a noi è capitato di esultare per il Signore: esultiamo per un risultato ottenuto, per una bella notizia, ma oggi Maria ci insegna a esultare in Dio. Perché? Perché Lui fa grandi cose (1,49). Con il magnificat, Maria rivela la sua condizione di  comunione piena con Dio che supera anche la morte: “D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata”. Maria è la donna riempita di Dio in terra e il cielo.

Dio travolge le persone e le situazione

Il Dio che ha guardato Maria è un Dio che rovescia e capovolge le situazione: “ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote; ha soccorso Israele, suo servo”. 

Dio vuole instaurare una umanità dove l’umiltà è la caratteristica principale. Infatti, Maria, durante la visita dell’Angelus, riconosce di essere una serva, schiava e tutta a disposizione della volontà di Dio. Ecco la serva del Signore” sono le sue parole e non “la signora del Signore” ma la serva. E il suo servizio lo vediamo poi nella disponibilità con la cugina. 

Ella è l’umile e si considera tale: “ha guardato l’umiltà della sua serva”. Il Signore loda l’umiltà dei suoi figli e va in contrapposizione con l’atteggiamento dell’orgoglio, dell’autosufficienza, della superbia perché il Signore “disperde i superbi nei pensieri del loro cuore; rovescia i potenti dai troni”.

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