Colombia. Buenaventura... dimenticata come sempre

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Buenaventura è una città situata sulla costa colombiana del Pacifico; la maggior parte della sua popolazione è afro-colombiana e si caratterizza per l'allegria e l'accoglienza della sua gente. Tuttavia, a partire dal 30 dicembre 2020, la situazione a Buenaventura è cambiata drasticamente. Quel giorno, 15 persone, per lo più giovani, sono state assassinate in varie località del centro della città. Da allora, le cose non sono più state le stesse in termini di coesistenza pacifica nei quartieri. In alcuni quartieri, la vita sociale è finita, poiché molte persone non si incontrano più con nessuno per paura delle bande criminali che hanno preso il controllo delle strade. Sempre più persone non possono muoversi da un quartiere all'altro, soprattutto di notte. Così, la difficile realtà di Buenaventura può essere compresa dai seguenti aspetti che descrivo qui di seguito: 

Violenza e povertà

La violenza e la povertà sono la più grande sfida per Buenaventura e paradossalmente hanno la sua radice profonda in quella che invece dovrebbe essere la sua fortuna: il più grande porto commerciale della Colombia. La sua posizione strategica sul pacifico e in prima fila nella grandi rotte commerciali che attraversano l’oceano rende questa regione particolarmente appetibile ai cartelli della droga che per mezzo della violenza la rendono più permeabile ai loro traffici illeciti.

Le bande criminali assediano la vita della maggior parte dei quartieri e sono già comuni quelli che si conoscono con il nome di “confini invisibili” che proibiscono la mobilità delle persone fra un quartiere e l’altro. Dedite al narcotraffico e all’estorsione, hanno fatto fallire buona parte delle piccole imprese, specialmente quelle che trattano di resistere al pagamento dei pizzi che si impongono in modo sistematico a tutti. 

Solo quest’anno, e non sono ancora passati sei mesi, sono state uccise 89 persone. Per avere un’idea, nel 2020, in tutto l’anno, le morti violente erano state 76.

Secondo il Dipartimento Nazionale di Statistica (DANE), il tasso di disoccupazione a Buenaventura raggiunge il 62% e la popolazione che vive sotto la soglia della povertà è 68% del totale. Molti economisti e studiosi indicano l’abbandono da parte dello stato come la prima causa di questa drammatica situazione. Poche persone hanno un lavoro sicuro e stipendiato e invece la stragrande maggioranza sopravvive di lavori informali; pochi possono permettersi case salubri e accoglienti e invece i più sono alloggiati in condizioni subumane in palafitte o case di fortuna. L’educazione, sopratutto la superiore, è un miraggio quasi per tutti.

E allora in città si diffonde sempre di più l'odio, il rancore, la sfiducia e il risentimento; ci sono bambini e giovani che son rimastati orfani per la scomparsa dei loro genitori; sono a rischio anche i valori tradizionali della gente come il rispetto per gli anziani, il lavoro comunitario e la solidarietà; e con sempre meno lavoro anche la lotta alla povertà ha subito una drammatica battuta d’arresto.

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Effetti dello sciopero nazionale

Lo sciopero nazionale, che interessa da più di un mese tutta le geografia politica e sociale della Colombia, era iniziato come rifiuto della riforma fiscale, ma poi ha preso di mira anche la riforma sanitaria e appoggiato la rivendicazione di alcuni diritti fondamentali del segmento più povero della popolazione colombiana. Ebbene questo sciopero così giusto sotto tanti punti di vista si è trasformato in un incubo per la popolazione di Buenaventura e della regione pacifica colombiana. 

Quasi subito sono mancati alcuni beni di prima necessità come conseguenza degli innumerevoli posti di blocco: è mancato il gas perché le bombole non potevano essere trasportate da altre città e così la gente è stata costretta a cucinare a legna; sono mancate le derrate alimentari con l’aggravante che quel poco che si trovava è aumentato molto di prezzo e così è aumentata anche la fame; sono mancate le medicine e l’ossigeno così necessario per affrontare le conseguenza del Coronavirus e così diversi pazienti sono morti nelle cliniche e nell’unico ospedale pubblico della città.

Poi il dramma di  Buenaventura ha raggiunto Tumaco, Guapi, Lopez de Micay, Puerto Merizalde, Timbiqui, Quibdó, Istmina, Yurumanqui perché la stragrande maggioranza degli abitanti di questa grandissima regione si approvvigiona e riceve servizi in questa città.

La Chiesa nella realtà di Bonaventura

La chiesa è sempre stata la voce del popolo di Buenaventura e del pacifico colombiano. Tutti i vescovi di Buenaventura, dai tempi di monsignor Gerardo Valencia Cano fino ad oggi sono stati considerati voci profetiche dalla genti di questa città. Senza spaventarsi malgrado le reiterate minacce di morte non hanno smesso di denunciare le ingiustizie, gli omicidi, la corruzione e l'abbandono dello stato. Mons.  Gerardo Valencia Cano è morto in un ancora oggi sospettoso incidente aereo dopo essere stato  vittima di forti minacce alla sua vita e dopo di lui Mons. Hector Epalza Quintero e l'attuale vescovo Rubén Darío Jaramillo Montoya, continuano a essere vittime di minacce provenienti da bande criminali e trafficanti di droga.

Presente in quartieri e luoghi dove forse nessun'altra istituzione statale è presente la Chiesa offre al popolo accompagnamento e consolazione

Conclusione

Anche se sono innumerevoli le sfide penso che a Buenaventura c'è ancora speranza in un mondo migliore: lo vediamo anche nella protesta dei giovani che sono scesi in piazza per esigere i propri diritti e quelli del loro popolo, una comunità cronicamente abbandonata e fragile. Il Ministero degli Interni e l'ufficio del sindaco hanno firmato diversi accordi orientati verso uno sviluppo sostenibile nel porto di Buenaventura e in tutto il Pacifico colombiano.

* Lawrence Ssimbwa è Missionario della Consolata e lavora a Buenaventura.

 

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