Letture:
Lv.19,1-2.17-18;
Sal.102;
1Cor.3.16-23;
Mt.5,38-48; “Ma io vi dico di non opporvi al malvagio”. La perfezione cristiana è eroismo di santità.
Ingresso:
Confido, Signore, nella tua misericordia.
Gioisca il mio cuore nella tua salvezza, canti al Signore che mi ha beneficato.
Teniamo presenti questi detti:
- "Siate santi, perché io il Signore vostro Dio, sono Santo", (I Lettura - Libro del Levitico).
- “Occhio per occhio e dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio.
- “Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico”. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano.
- “Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste”.
- “Se qualcuno tra voi si crede un sapiente in questo mondo, si faccia stolto per diventare sapiente, perché la sapienza di questo mondo è stoltezza davanti a Dio”. (II lettura S. Paolo Cor.)
- Ricordiamo che la perfezione cristiana si raggiunge solo con l’eroismo e che solo Dio è perfetto in sé , oggettivamente, noi siamo perfetti della perfezione che attingiamo da Dio, in relazione alle doti che Lui ci ha dato, e le occasioni di perfezione che continuamente ci dà (i talenti).
- Primo passo: non opporsi a quelli che ci fanno del male, ai malvagi; dobbiamo opporci al male (perché va contro Dio) non a quelli che ci fanno del male (perché questi vanno solo contro noi, e questo può risultare in un sommo bene).
- Anzi quelli che fanno del male a noi sono da amare non solo da non opporre, perché così diamo loro l’occasione di convertirsi, e forse usiamo bene un mezzo che il Signore ci dà per la correzione personale, e raggiungimento di maggiore perfezione.
Da parte di Dio, siamo invitatati innanzitutto alla Santità, che viene definita dal Concilio Vaticano II, “Vocazione irrinunciabile di tutti i battezzati, essa consiste nella perfezione di cui solo Dio è riferimento e si costruisce con l'integrità di vita nella fede, speranza e carità”.
Essere Santi significa cioè essere perfetti e irreprensibili sull'esempio del Santo e del Giusto, che S. Pietro nella sua prima lettera sintetizza con le seguenti parole: "Ad immagine del Santo che vi ha chiamati, siate santi anche voi in tutta la vostra condotta."(1Pt 1, 15).
- Sempre il Levitico, da cui è tratta la prima lettura, indica delle modalità concrete di santità: l'amore verso il fratello, opposizione all'odio, al rancore e ai sentimenti di vendetta nei confronti del prossimo, verso quale va usata anche comprensione e correzione fraterna, tutti elementi di nobiltà d'animo che portano a piacere a Dio, a instaurare una comunione con Dio e con i fratelli
- Secondo passo. Ma Gesù, il Figlio di Dio che porta a compimento la Legge e i profeti, afferma che tutto questo non è sufficiente. Per capire bisogna definire chi è "fratello" e chi è “prossimo”.
Certamente non è fratello solo colui che è consanguineo; come non è prossimo solo colui che è vicino, il nostro connazionale o il nostro coinquilino e neppure non è "prossimo" solo colui che sta più vicino ai nostri sentimenti, escludendo l'avversario e il nemico.
Nella nuova economia salvifica di Cristo il "prossimo" è estensivo a tutti coloro con cui si hanno relazioni, siano essi amici o nemici, connazionali o stranieri, vicini o lontani: tutti sono figli di Dio e quindi sono nostri fratelli da amare sempre, anche quando in apparenza vanno contro di noi. Quindi: "Io vi dico: amate anche i vostri nemici."
La santità, allora consiste nell'eroismo del superamento di noi stessi, nel salire alla relazione filiale con Dio e alla relazione fraterna con tutti gli uomini, il che significa una perfezione sempre maggiore di vita.
Dio in Gesù si è fatto uomo per portare l’uomo a diventare Dio, nella perfezione divina: “Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste”. Come Dio è perfetto nella sua divinità, noi dobbiamo essere perfetti nella nostra umanità, secondo le capacità e le doti che Dio ci ha dato e secondo le occasioni che continuamente ci dà.