II Domenica - T. O. - Anno A

Pubblicato in Domenica Missionaria

Letture:
Is.49,3-6; 
SAL.39;
1Cor.1,1-3;
Gv.1,29-34; “L’Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo” - “grazia a voi e pace da Dio nostro Padre”.

 

Ingresso:
Tutta la terra ti adori, o Dio, e inneggi a te;
inneggi al tuo nome, o Altissimo.

Tempo Ordinario – Nota liturgica:

Il Tempo ordinario è quel periodo dell'anno liturgico della Chiesa cattolica che copre la parte dell'anno nella quale non ci sono tempi forti: nella forma ordinaria del rito romano va dal lunedì dopo la domenica del Battesimo del Signore all'inizio del tempo di Quaresima (che inizia con il Mercoledì delle Ceneri), e riprende dopo la solennità di Pentecoste per arrivare alle soglie del tempo di Avvento.

La durata complessiva è di trentatré settimane, divise tra i due periodi.

Il colore liturgico che si usa nelle celebrazioni è il verde: è il colore della vita e della quotidianità feriale.

 

Nel Vangelo di oggi il Battista vede «Gesù venire verso di lui» e lo proclama: «Ecco l'agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo». L'evangelista Giovanni, che non descrive la scena del Battesimo, riporta però la missione di Gesù, il motivo per cui è nato nel tempo, ha annunciato il Vangelo confermandolo con miracoli, è morto sulla croce ed è risorto.

La testimonianza di Giovanni fa riferimento alla profezia di Isaia, di cui parla la prima lettura, il Messia come il Servo di Dio: "Mio servo sei tu, Israele.... Io ti renderò luce delle nazioni perché porti la mia salvezza fino all'estremità della terra". Colui che Dio chiama "suo Servo" nella pienezza dei tempi, chiamerà "mio Figlio diletto", che, come Agnello innocente, verrà sacrificato in espiazione dei peccati.

Gesù è Colui "che toglie il peccato del mondo", ossia Colui che è venuto tra noi per cancellare il peccato e renderci liberi. L'uomo è incapace di risolvere i gravi problemi che lo attanagliano; e questo non tanto perché superano l'abilità della sua intelligenza, quanto perché nascono dal peccato che è in lui. È dal peccato, afferma san Paolo, che è entrata nell'uomo la morte e ogni altro male. Ecco perché solo uno senza peccato può salvare il mondo; Egli non è solo il nostro Salvatore, ma l'unico Salvatore.

Dire che Gesù è l'Agnello di Dio significa affermare due cose: che noi siamo peccatori bisognosi di salvezza, e che Gesù è il Redentore, vittima per la nostra salvezza. In poche parole, significa dire che siamo stati noi a metterlo in croce e Lui morendo e risuscitando ha operato la nostra salvezza.

Gesù non ha rivelato soltanto la dottrina della redenzione, come possono aver fatto altri fondatori di religioni; né ha solo offerto i mezzi della redenzione, ma ha operato la redenzione, per cui Gesù è la vita; Gesù è la Via; Gesù è l'unica verità.

Il libro dell'Imitazione di Cristo insegna che Dio parla al nostro cuore in due modi: incoraggiandoci per il bene che stiamo compiendo, oppure con i rimorsi di coscienza per il male che non dobbiamo fare. Se non avvertiamo questa voce, o se la percepiamo molto debolmente, intensifichiamo le nostre suppliche: quanto più ci avvicineremo alla luce di Dio, tanto più ci accorgeremo della deformità dei nostri peccati e la voce della coscienza si farà sentire sempre più forte. Chiediamo a Dio questa sensibilità di coscienza e confessiamoci spesso: quando un peccatore si accusa, Dio lo scusa, e l’atto di umiltà del confessare è la grandezza dell’anima nostra.

Gesù, l'Agnello di Dio, continua anche ai nostri tempi a togliere i peccati del mondo e li toglie in diversi modi: con l’ammonimento dell’insuccesso umano, con la sofferenza e il dolore fisico e morale, con le difficoltà quotidiane, ma soprattutto e nel modo più facile, con il sacramento della Confessione. Accostiamoci a questo Sacramento con cuore contrito, accusando sinceramente i nostri peccati. La Chiesa fa obbligo ad ogni cristiano di confessarsi almeno una volta all'anno. Si capisce però che quanto più ci confesseremo tanto più la nostra anima sarà splendente di grazia.

"Ecco l'Agnello di Dio". Le parole ci ricordano anche il grande mistero dell'Eucaristia, in cui l'Agnello continua a immolarsi sui nostri altari per la nostra salvezza. Queste parole sono oggi divenute familiari a tutti i cattolici, che le ripetono ogni giorno con cuore commosso prima di accostarsi a ricevere l'Eucaristia.

In Cristo abbiamo l’unità dei Cristiani: “Cristo non può essere diviso” (1Cor.) per antipatie umane o nazionalismi umani, o per privilegi civili, o in base a ricchezza e povertà, titoli di studio o meno. In Dio c’è un solo Padre e una sola Madre: noi siamo tutti fratelli, diversi gli uni dagli altri, ma tutti partecipi della misericordia di Dio e delle cure materne di Maria SS. 

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